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Capitolo 1. Lo sviluppo del vocabolario nel bam- bam-bino

1.3. Lo sviluppo del lessico

L’età di acquisizione delle prime parole varia considerevolmente, ma in generale si colloca tra 11 e 13 mesi di età (Camaioni, 1993). Le prime parole che il bambino pronuncia si riferiscono principalmente a per-sone e oggetti altamente familiari, o ad azioni che il bambino compie abitualmente. È stato osservato che, per quanto riguarda gli oggetti fa-miliari, le prime parole pronunciate dal bambino riguardano soprat-tutto oggetti piccoli e manipolabili (calze, scarpe, etc.) oppure oggetti che si muovono (veicoli). Tutte queste parole vengono utilizzate in con-testi specifici, cioè risultano essere altamente “contestualizzate”. A questo proposito, è utile distinguere l’uso non referenziale delle parole da quello referenziale, che compare più tardi ed è legato alla capacità del bambino di comprendere il carattere arbitrario della relazione tra suono e significato (Camaioni, 1993).

Nello sviluppo lessicale si distinguono generalmente due fasi. Nella prima fase, che si verifica intorno ai 12-16 mesi circa, l’ampiezza del vocabolario produttivo si attesta in media sulle 50 parole. La seconda fase, che si verifica tra i 17-24 mesi, si caratterizza, invece, per una mag-giore rapidità nell’acquisizione di nuove parole, chiamata anche fase di

“esplosione del vocabolario”2, in cui si osserva un incremento dei

pre-2 Il fenomeno dell’esplosione del vocabolario (noto anche come vocabulary spurt, vocabu-lary burst o namingexplosion) è a tutt’oggi molto discusso nella letteratura scientifica. Al-cuni studi, se da una parte hanno confermato questo fenomeno, dall’altra hanno eviden-ziato una grande variabilità sia per quanto riguarda l’età di comparsa, sia per quanto ri-guarda il numero di parole presenti nel vocabolario al momento dell’esplosione. D’Odorico

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dicati e delle parole funzione (Camaioni & Longobardi, 2001). Dati rac-colti su bambini italiani attraverso il sub-test “Parole e frasi” del Primo Vocabolario del Bambino (PVB) (versione italiana del questionario MB-CDI (MacArthur-Bates Communicative Development Inventories, Ca-selli et al., 2015) hanno messo in evidenza che nella fase iniziale dello sviluppo del lessico l’ampliamento del vocabolario procede piuttosto lentamente e un bambino apprende circa 3-4 parole nuove al mese per arrivare nella seconda fase, a 17 mesi circa, a un lessico di circa 30 pa-role.

È stato osservato, inoltre, che il passaggio dalla prima alla seconda fase è caratterizzato anche da un altro fenomeno fondamentale: l’abban-dono dell’uso non referenziale della parola. In questa fase il bambino è in grado di attribuire alla parola uno status propriamente simbolico e di capire anche che tutte le cose hanno un nome. Questa capacità con-sente al bambino non solo di apprendere nuovi vocaboli con estrema rapidità, ma anche di utilizzare le parole apprese in una varietà di con-testi comunicativi (Camaioni, 2001). In questa fase di esplosione lessi-cale i bambini sono capaci di utilizzare la lingua per rispondere e for-mulare domande; apprendono, inoltre, due proprietà fondamentali, quali la funzione metalinguistica (Jakobson, 1968), anche definita fun-zione riflessiva, cioè la capacità di utilizzare la lingua per parlare della lingua, e la funzione matetica (Halliday, 1975), che consente di acqui-sire informazioni sull’ambiente fisico e sociale.

Inoltre, per quanto riguarda la composizione del vocabolario, alcuni studi hanno osservato che nella prima fase, al di sotto delle 50 parole, si tratta principalmente di nomi, che si riferiscono a persone (mamma,

e colleghi (2001), ad esempio, non negano l’esistenza di questo fenomeno, ma evidenziano come esso possa verificarsi in tempi diversi, che variano da bambino a bambino. Altri au-tori, invece, non considerano questo fenomeno universale, in quanto riguarda solo alcuni bambini, e bisognerebbe, quindi, parlare non di “esplosione” ma di incremento graduale e progressivo del vocabolario (Goldfield & Reznick, 1990).

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papà), animali (cane/bau) e oggetti. I nomi risultano acquisiti prima in quanto rifletterebbero caratteristiche altamente concrete dei refe-renti, il cui significato risulta nei bambini più facile da percepire rispetto a quello dei verbi (Bates, Marchman, Thal, Fenson, Dale, Reznick, &

Reilly, 1994). Quando, invece, il vocabolario supera le 100 parole, la sua composizione si modifica. In particolare, aumenta in misura considere-vole il numero dei verbi, aggettivi e dei vocaboli che hanno una fun-zione grammaticale (pronomi, preposizioni, articoli) (Camaioni & Lon-gobardi, 2001; Caselli et al., 2015; D’Odorico, Carubbi, Salerni, & Calvo, 2001).

Durante il secondo anno di vita il vocabolario del bambino raggiunge in media 140 parole, tuttavia, le differenze individuali sono molto ampie;

i bambini precoci nell’acquisizione del linguaggio arrivano a possedere circa 600 parole diverse, mentre i bambini più lenti padroneggiano an-che meno di 50 parole. La fine del secondo anno di vita si caratterizza anche per un’altra tappa fondamentale: la comparsa delle prime com-binazioni di due o più parole. Lo sviluppo di questa fase è strettamente collegato allo sviluppo del vocabolario: si parla, infatti, di una “soglia minima”, cioè un numero minino di parole che il bambino deve posse-dere per raggiungere questa tappa (Caselli et al., 2015).

Durante la seconda infanzia, tra i tre e cinque anni, il lessico del bam-bino si arricchisce notevolmente: portando il vocabolario medio di un bambino di cinque anni attorno alle 6.000 parole (Camaioni, 2001;

D’Amico & Marano, 2013). Tuttavia, è fondamentale sottolineare la no-tevole variabilità che caratterizza lo sviluppo lessicale del bambino, come evidenziato anche in uno studio longitudinale condotto su 23 bambini italiani di 12, 16 e 20 mesi di età (Camaioni, Caselli, Longo-bardi, & Volterra, 1991).

L’espansione del vocabolario prosegue negli anni successivi fino all’età adulta; si stima che il lessico di un adulto di cultura media sia composto

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di circa 40.000/50.000 parole, che può riconoscere e produrre (Ca-maioni, 2001; D’Amico & Marano, 2013). Il lessico può essere, quindi, definito come “il dizionario mentale nel quale una persona ha imma-gazzinato le conoscenze relative alle parole della propria lingua e dal quale recupera le informazioni relative alle parole che conosce” (Ca-maioni, 2001, pp. 85-86).