Capitolo 1. Lo sviluppo del vocabolario nel bam- bam-bino
1.5. Lo sviluppo del lessico in età prescolare e scolare
Lo sviluppo del lessico, come illustrato nei paragrafi precedenti, è ca-ratterizzato dal graduale ampliamento del vocabolario, che inizia du-rante la fine del primo anno di vita e continua dudu-rante l’età adulta. Si tratta, quindi, di un processo in continuo sviluppo, parole nuove si im-parano ogni giorno leggendo, scrivendo, ascoltando, parlando, etc.
Durante la seconda infanzia, tra i tre e i cinque anni, i bambini arrivano ad aggiungere al proprio lessico dalle 5 alle 10 parole al giorno, por-tando il vocabolario medio di un bambino di cinque anni attorno alle 6.000 parole. Questa rapidità nell’acquisizione di nuovi vocaboli, se-condo alcuni autori, si verifica poiché il legame tra suono e significato non sarebbe più di natura esclusivamente associativa, ma si baserebbe su una più elaborata comprensione di natura concettuale, che porta i bambini a comprendere che gli oggetti sarebbero non singole entità
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isolate, ma elementi raggruppabili e classificabili in categorie (Gopnik
& Meltzoff, 1987, cit. in D’Amico & Marano, 2013).
Per quanto riguarda la composizione del lessico in questo periodo di sviluppo, Devescovi e Caselli (2001) hanno osservato intorno al terzo anno di età un incremento molto sensibile nell’uso dei funtori (articoli, preposizioni, pronomi) e nell’utilizzo dei verbi nelle frasi. Il bambino, inoltre, diventa sempre più capace di riferirsi alla vita mentale, sia pro-pria che altrui, quando conversa con familiari o quando gioca (Ca-maioni, 2001). In particolare, è stato osservato (Zanobini, Scopesi, &
Cattani, 1998) che i termini che si riferiscono a stati cognitivi vengono utilizzati prevalentemente nella relazione con gli adulti, mentre i ter-mini che si riferiscono alla valutazione di abilità e competenze (ad esempio riuscire, saper fare, etc.) prevalgono nel contesto di gioco con i pari.
Durante il periodo della scuola Primaria il vocabolario del bambino si arricchisce ulteriormente, sia qualitativamente che quantitativamente, grazie al processo di scolarizzazione. È proprio in questo periodo che l’alunno forma il bagaglio linguistico e la forma mentis atta all’appren-dimento (Bosc, 2019). I risultati della ricerca sul Lessico Elementare - Dati statistici dell’italiano scritto e letto dai bambini delle elementari (Marconi, Ott, Pesenti, Ratti, & Tavella, 1994), evidenziano come l’ac-crescimento lessicale sia molto attivo nei primi anni della scuola Prima-ria (si veda anche Biemiller, 2001). Studi, inoltre, hanno osservato che intorno ai 5-6 anni, periodo che corrisponde con l’ingresso nella scuola Primaria, il vocabolario del bambino ha un ritmo di crescita medio di 10-13 parole al giorno e verso la fine della secondaria di secondo grado il vocabolario può raggiungere una ampiezza di 40.000/50.000 voca-boli, fino agli 80.000 e anche 100.000 nei soggetti con cultura a livello universitario e post-universitario (per un approfondimento si veda Aprile, 2011).
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In una ricerca condotta su un gruppo di bambini seguiti dalla terza alla quinta classe della scuola Primaria, che ha analizzato il lessico psicolo-gico5 presente nei testi prodotti dai bambini, sono emerse interessanti differenze in funzione della scolarità (Camaioni, Longobardi, & Bella-gamba, 1998). L’uso dei verbi come “vedere”, “guardare”, “osservare”,
“sentire”, “udire”, prevalgono in terza primaria ma diminuiscono nei due anni scolastici successi, dove si assiste a un incremento del riferi-mento a “pensieri”, “credenze” e altri stati di natura cognitiva. Questi risultati trovano conferma in uno studio che ha indagato lo sviluppo del lessico cognitivo in bambini di età scolare, evidenziando come l’acqui-sizione dei verbi cognitivi sia influenzata dall’età (Pepi & Alesi, 2002).
Per quanto riguarda l’apprendimento di parole e concetti astratti, che rappresentano meno del 10% del vocabolario totale nei bambini di quattro anni, si assiste tra i sei e i nove anni a un incremento significa-tivo nel lessico del bambino (Ponari, Norbury, & Vigliocco, 2018; Vi-gliocco, Norbury, & Ponari, 2017). In questo periodo di sviluppo, che coincide con la scuola Primaria, è stato osservato che i bambini appren-dono più facilmente parole astratte associate ad emozioni (sia positive che negative) rispetto ai concetti neutri. Questi risultati trovano con-ferma in uno studio condotto con un gruppo di bambini di età com-presa tra i sei e gli undici anni impegnanti in un compito di decisione lessicale. I risultati hanno messo in evidenza che fino all’età di nove anni, i bambini riconoscono con più facilità parole astratte con valenza emotiva (soprattutto positiva) rispetto a quelle neutre. Questo vantag-gio, tuttavia, scompare all’età di dieci-undici anni quando la cono-scenza delle parole neutre aumenta (Ponari, Norbury, & Vigliocco, 2018).
5 Per lessico psicologico in letteratura si intende le parole che si riferiscono a stati psicolo-gici, quali desideri, percezioni ed emozioni.
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Diversi studi, inoltre, hanno analizzato la relazione tra sviluppo del les-sico e apprendimento scolastico e le sue implicazioni per il successo formativo (si veda, Biemiller, 2005; Duff, Reen, Plunkett, & Nation, 2015; Stahl & Nagy, 2006; Wagner, Muse, & Tannenbaum, 2007). L’im-portanza del vocabolario nell’apprendimento scolastico è evidenziata anche nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infan-zia e del primo ciclo d’istruzione divulgate dal MIUR (2012), in cui si legge:
“Data la grande importanza della comprensione e dell’uso attivo del lessico, il primo compito dell’insegnante è proprio quello di rendersi conto, attraverso attività anche ludiche e creative, della consistenza e tipologia (varietà) del patrimonio lessicale di ognuno …. Il patrimonio iniziale dovrà essere consolidato in un nucleo di vocaboli di base (fon-damentali e di alto uso), a partire dal quale si opererà man mano un’estensione alle parole-chiave delle discipline di studio: l’acquisi-zione dei linguaggi specifici delle discipline deve essere responsabilità comune di tutti gli insegnanti” (MIUR, 2012, p. 38).
In particolare, numerose ricerche evidenziano l’importanza di posse-dere un ampio vocabolario nel favorire un’adeguata comprensione del testo, abilità fondamentale che occupa un posto di rilievo tra le com-petenze ritenute essenziali per l’apprendimento permanente (Racco-mandazione 2018/C 189/01).
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