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IL LIBRO CUORE: GRANDE CLASSICO DELLA LETTERATURA

Nel documento GUIDA AL M NDO DEGLI ANIME (VOL.2) (pagine 27-30)

Altro anime capolavoro “Il libro Cuore”, sono felice di occuparmi anche di questo cartone animato.

Onestamente non ho mai letto il libro “Cuore” ma ho visto questa serie in Tv nei primi anni 80, se ricordo bene su Rete 4. È ricco di insegnamenti, è una storia positiva, ambientata a Torino, si intravede la Mole Antonelliana. I protagonisti sono i bambini delle scuole elementari, e questo mi riporta indietro ai tempi della scuola. L’atmosfera è proprio quella scolastica: il mal di pancia quando ci sono gli esami, gli scherzi prima che rientri il maestro in aula, il malumore quando

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cambiano maestro e non è lo stesso dell’anno prima, la cartina geografica appesa al muro storta, la presentazione di ogni singolo alunno il primo giorno di scuola, il copiare i compiti dal vicino di banco, il secchione della classe da ammirare ed invidiare, il bullo della classe da evitare il più possibile, il giocherellone della classe che fa sempre il buffone, anche nei momenti meno opportuni, insomma, tutto ciò che ha a che fare con la scuola.

Il primo episodio “Il nuovo anno scolastico” racconta di Enrico Bottini, che inizia la terza elementare e viene a sapere che non ci sarà più la Signorina Delcati, sempre premurosa e gentile, ad insegnare, al suo posto ci sarà il maestro Perboni. Ascoltando le dicerie è severissimo e renderà l’anno scolastico ai ragazzi un “inferno”. Enrico è preoccupatissimo e non ha nessuna voglia di rientrare a scuola, il padre lo rimprovera dicendogli che non si possono giudicare le persone senza conoscerle, basandosi solo sulle dicerie. Il padre avrà ragione, poiché il maestro Perboni si mostrerà diverso da come è stato descritto. Certo, nell’aspetto è severo, in realtà ha un grande cuore, interrompe la lezione preoccupandosi della salute di un alunno che tossisce, gli si avvicina, per assicurarsi che tutto sia a posto e che l’alunno non abbia la febbre. Così il maestro Perboni fa un discorso che colpisce e rimane impresso nella mente degli alunni:

“Statemi bene a sentire. Si dice che io sia uno dei maestri più severi, ma da oggi ho deciso di abolire ogni punizione. Io non ho famiglia, avevo mia madre, ma ora è morta. Ora non mi restate che voi, siete voi la mia sola famiglia. Da oggi in poi mi dedicherò esclusivamente a voi. Per questo penso che diventeremo amici, ed anzi, più che amici, una vera famiglia. Io il padre e voi dei figlioli affettuosi ed obbedienti. E se davvero saremo come una famiglia, non ci sarà certo bisogno di punizioni, ci limiteremo a lavorare serenamente ed io vi sarò da guida e voi potrete parlare di tutti i vostri problemi con me”.

L’anime è di Eiji Okabe, è del 1981, trasmesso in Italia nel 1982 e basato sul romanzo “Cuore” di Edmondo de Amicis, pubblicato nel 1886. È molto simile al romanzo, con alcune varianti.

Il protagonista è Enrico Bottini che scrive la storia sottoforma di diario, nell’anno scolastico 1881- 82.

“ Questo libro è particolarmente dedicato ai ragazzi delle scuole elementari, i quali sono tra i 9 e i 13 anni, e si potrebbe intitolare: Storia d'un anno scolastico, scritta da un alunno di terza d'una scuola municipale d'Italia. - Dicendo scritta da un alunno di terza, non voglio dire che l'abbia scritta propriamente lui, tal qual è stampata. Egli notava man mano in un quaderno, come sapeva, quello che aveva visto, sentito, pensato, nella scuola e fuori; e suo padre, in fin d'anno, scrisse queste pagine su quelle note, studiandosi di non alterare il pensiero, e di conservare, quanto fosse possibile, le parole del figliuolo. Il quale poi, 4 anni dopo, essendo già nel Ginnasio, rilesse il manoscritto e v'aggiunse qualcosa di suo, valendosi della memoria ancor fresca delle persone e delle cose. Ora leggete questo libro, ragazzi: io spero che ne sarete contenti e che vi farà del bene.” (Edmondo de Amicis)

Questa è la prefazione di Edmondo de Amicis, scritta nel libro con un linguaggio antico, d'altronde il libro appartiene ad un’ altra epoca, stiamo parlando del 1886, più di 100 anni fa.

Enrico ha un fratellino di nome Nino e una sorella di nome Silvia.

Nel 26° ed ultimo episodio “Il pic-nic e l’addio”, Enrico e i suoi compagni di scuola hanno organizzato assieme ai genitori un pic-nic, vogliono festeggiare l’ultimo giorno di scuola. Hanno prenotato un Omnibus, che sarebbe una grande carrozza che si usava nell’800 al posto del nostro bus, l’Omnibus era trainato dai cavalli. Ma i ragazzi sono tanti, così gli altri salgano sulla carretta di uno dei compagni di scuola. Durante il pic-nic, vanno a raccogliere tartufi, facendosi aiutare dal piccolo criceto del fratellino di Enrico –l’animaletto lo trovarono nel primo episodio, credo sia un criceto- . La giornata è tra le più belle di Enrico, cantano “Quel mazzolin di fiori”, sono tutti amici ormai, e il loro desiderio è continuare ad esserlo anche da adulti. Riflettono su questo, ognuno dice cosa vorrebbe fare da grande, la maggior parte seguirà le orme del padre. Scende un velo di tristezza, la loro amicizia durerà per sempre? Spesso nella vita ognuno prende la sua strada, perdendo di vista l’ex compagno di scuola, così è la vita. La felicità dura poco. Qualche giorno dopo il padre di Enrico comunica all’intera famiglia che dovranno lasciare Torino per trasferirsi a Roma, poiché il padre sarà direttore di un giornale nella capitale. Enrico è triste. Per non piangere non dirà subito ai suoi amici che lascerà Torino, così si impegna per gli esami finali, arrivando al secondo posto, preceduto all’inarrivabile De Rossi e seguito da Garrone, sarà il maestro Perboni a dare la notizia di Enrico, l’intera classe è triste. Questo anime ci ricorda cosa sia veramente l’amicizia, come pochi altri anime. Alla stazione per la partenza si presentono tutti i compagni di Enrico, ognuno con un regalo, con loro c’è la signorina Delcati (dalla penna rossa) e il maestro Berboni. In lacrime Enrico lascia e saluta Torino, promettendo a se stesso che avrebbe scritto un libro sui suoi compagni di scuola.

Non potrà mai dimenticare il più bello e bravo Ernesto De Rossi, il grosso e forte Garrone, il muratorino Antonio Rabucco, noto per la sua simpatia e per saper imitare l’espressione del coniglio, porta sempre con se una marionetta, il generoso Robetti, che è rimasto storpiato ad una gamba per aver salvato un bambino, il discolo Franti, il responsabile Coretti e tutti gli altri.

Nel libro “Cuore” ed anche nell’anime sono presenti i “racconti mensili” che il maestro Perboni dettava ai ragazzi ogni mese: “Il piccolo patriota padovano”, “La piccola vedetta lombarda”, “Il piccolo scrivano fiorentino”, “L’infermiere di Tata”, “Sangue romagnolo”.

Purtroppo non sono stati inseriti nell’anime: “Il tamburino sardo” – presente nel testo della sigla cantata dai “Cavalieri del re”-, “Valor civile” e “Naufragio”.

Non poteva mancare però “Dagli Appennini alle Ande”, esiste anche un anime dedicato interamente a “Marco dagli Appennini alle Ande”.

Doppiatori: Christian Fassetta (Enrico Bottini), Massimiliano Alto (il fratellino Nino), Rosalinda Galli (la sorella Silvia), Anna Teresa Eugeni (la madre Adriana), Gabriele Carrara (il padre Alberto), Valerio Ruggeri (Maestro Perboni), Sergio Luzi (De Rossi), Francesco Crispino (Garrone), Marco Guadagno (Franti), Mariella Furgiuele (Maestra Delcati).

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Nel documento GUIDA AL M NDO DEGLI ANIME (VOL.2) (pagine 27-30)

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