“L’Ape Maia”
Di H. Saito, S. Endò e M. Kaminashi, anime del 1975, co-prodotto dalla giapponese Nippon Animation e dall’astro-tedesca Apollo Film, trasmesso in Italia con grande successo dalla RAI nel 1980. Tratto dal romanzo omonimo dello scrittore tedesco Waldemar Bonsels, pubblicato nel 1912, dal titolo “Die Biene Maja und ihre Abenteuer”, che significa
“L’Ape Maia e le sue avventure”, pubblicato anche in Italia nel 2011 da Kappa Edizioni. Nel finale Maia salverà l’alveare, forte della sua esperienza nel mondo esterno. Il finale del romanzo è abbastanza simile all’ultimo episodio della prima serie. Cercando su internet trovo informazioni anche sul secondo romanzo di Waldemar Bonsels “Il popolo del cielo” pubblicato nel 1915, per realizzare l’anime si sono ispirati anche al secondo romanzo.
È un anime istruttivo, che ci trasporta nel mondo degli insetti, è la cavalletta Flip –che sembra un maggiordomo- ad introdurci nella storia. Maia è un ape vivace, molto curiosa, continua ad esplorare, come fanno molti bambini nei primi anni di vita, e vuole conoscere il mondo fuori dall’alveare, non può, essendo ancora molto piccola. La sua maestra è Cassandra, il suo “vicino di
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banco” è Willi, un piccolo fuco [maschio dell’ape domestica], che diventa il suo migliore amico.
Anche l’estroso e simpatico Flip diventa amico di Maia. Tra i personaggi: Alessandro il topo, Kurt lo scarafaggio, Max il lombrico, Tecla il ragno, Puck la mosca e il Colonnello capo militare delle formiche. Crescendo l’Ape Maia visiterà posti nuovi con la compagnia di Flip e di quel pigrone di Willi, che pensa solo a dormire.
La prima serie è composta di 52 episodi, così anche la seconda, di un totale di 104 episodi, solo 94 sono stati trasmessi in Tv. La De Agostini in seguito ha pubblicato tutti i 104 episodi in Dvd.
L’ultimo episodio della prima serie dal titolo “Maia torna a casa” potrebbe essere il finale definitivo della storia. Mi è piaciuto molto, davvero un bel finale: Maia torna al suo alveare dopo 1 anno di assenza, nel frattempo ha fatto esperienza vivendo all’esterno, disobbedendo però all’ordine di non allontanarsi. È stata catturata dai calabroni, fa in tempo a fuggire per comunicare il loro piano alle sue amiche api. I calabroni vogliono attaccare l’alveare di Maia. La piccola ape è stanca, fa un lungo viaggio, ed arriva al suo alveare con gli occhi chiusi, seguendo l’istinto, non riuscendo a trovare la strada. Riabbraccia Cassandra e Willi, deve però comunicare alla Regina il terribile piano dei calabroni. Le api si organizzano per l’attacco, Maia adesso deve solo riposare per riacquistare le forze, ma non riesce, con il pensiero di quello che sta per accadere, così si alza e si unisce alla sue amiche, in “barba” a quel fifone di Willi, che scappa di fronte al pericolo, anche se dopo prenderà coraggio. Le api sconfiggono i calabroni, sono salve, Maia viene perdonata dalla Regina per aver lasciato l’alveare per più di 1 anno e le affida il compito di insegnante per i più piccoli, al posto dell’ormai stanca Cassandra.
Il primo episodio della seconda serie si intitola “Alessandro il grande”, l’ultimo episodio mai trasmesso dalla Tv italiana e pubblicato dalla De Agostini si intitola “Due brutti momenti” . Nel 2009 è stato creato un rifacimento della serie, che ho avuto modo di vedere, trasmesso in Italia nel 2012. Si tratta di una co-produzione belga con il titolo “Ape Maia in 3D”. I personaggi sono simili all’anime a noi noto.
Doppiatori: Antonella Baldini (Maia), Fabio Boccanera (Willi), Gino Pagnani (Flip).
“L’Ape Magà”
Purtroppo non è la versione originale trasmessa in Italia nel 1979, dal titolo “Le avventure dell’Ape Magà” che avevo visto, bensì la riedizione del 1995, trasmessa da Mediaset con tanto di censure, tagli e ricuci dal titolo “Un alveare d’avventura per l’Ape Magà”, sicuramente più adatta ad un pubblico infantile.
L’unica nota positiva è che in questa versione Magà è un maschio, quindi un fuco, e più fedele all’originale in giapponese, anche se il vero nome non è Magà bensì Hutch. In Italia diedero il nome Magà per fare concorrenza all’Ape Maia, così pensarono di farla passare per femmina, creando un po’ di confusione, soprattutto in certe scene dove si innamora di altri insetti femmine. Magà quindi non è femmina, né ha preferenze per altre femmine, ma è un maschietto.
L’anime è di Tatsuo Yoshida, e più datato dell’Ape Maia, è stato trasmesso in Giappone 5 anni
prima, nel 1970. È composto di 91 episodi, il primo si intitola “L’Ape Magà comincia a volare”, cambiato per la riedizione del 1995 in “Benvenuto Magà”. La riedizione trasmessa da Mediaset, opera della compagnia di produzione televisiva americana “Saban Entertainment”, che ha avuto la triste idea di unire la prima e seconda serie giapponese, eliminando molte parti, è composta di 65 episodi. L’ultimo episodio si intitola “Finalmente insieme” cambiato per la riedizione in “Il grande incontro”. Ma veniamo alla storia. Il primo episodio è abbastanza simile al primo e un po’
all’ultimo di “L’Ape Maia”. Nell’ ultimo dell’Ape Maia i calabroni attaccano l’alveare, nel primo dell’Ape Magà sono le vespe ad attaccare l’alveare. In Maia tutto è più leggero e comico, in Magà è tutto più crudo e drammatico. Si vedono le vespe che uccidono le api e mangiano le loro uova. In Maia e Magà c’è la nascita del protagonista della serie, la curiosità di esplorare il mondo esterno, ed in questo le due api sono simili, ma credo sia un fatto del tutto naturale. Per il resto non sono affatto uguali. Innanzitutto i disegni dell’anime di Magà sono superiori a quelli realizzati per Maia, poi Magà è orfano e viene allevato da una femmina di Bombo – tipo diverso di ape- che cresce Magà come fosse un figlio suo, lasciandolo vivere tra i suoi veri figli, i quali nutrono gelosia ed antipatia per Magà, stranamente diverso da loro. Magà spinto dalla curiosità per il mondo esterno infrange il regolamento della madre adottiva uscendo dall’alveare, lo seguono i fratelli adottivi, che finiscono nei guai. Una mantide –credo sia questo l’insetto- cattura una delle sorelle adottive di Magà, tutti fuggono, tranne Magà, che non esita a difendere e salvare la sorellina, la quale proverà riconoscenza per lui. Purtroppo verranno a sapere che Magà non fa parte della loro famiglia, e cominciano a vespe, le mantidi, i rettili e persino le trappole e i veleni dell’uomo. Alla fine incontrerà la sua vera sorella e poi la sua vera madre. Il finale è positivo. Ecco cosa accade nell’ultimo episodio: i calabroni catturano la madre di Magà, intenzionati a catturare anche Magà, per usarlo come esca ed ottenere il miele. Gettano Magà nella fossa dei serpenti, ma viene salvato da un grosso insetto, suo amico (una mantide?). Alla fine la mantide e Magà organizzano un piano per salvare l’Ape Regina, ed aiutati da tutti gli amici di Magà, conosciuti durante gli episodi della serie, sconfiggono i calabroni e salvano la Regina. Finalmente Magà potrà abbracciare la sua vera madre e vivere con lei felice per tutta la vita. All’incontro sono presenti tutti gli amici di Magà, compreso la madre adottiva e i suoi figli. Per non fare confusione chiariamo che: la prima serie è “Le avventure dell’Ape Magà” del 1970, la seconda “Il ritorno dell’Ape Magà” del 1974, il remake del 1989 è “Di fiore in fiore con l’Ape Magà”, il riadattamento statunitense del 1995 è “Un alveare di avventure per l’Ape Magà” e un lungometraggio trasmesso in Giappone nel 2010 è “Storia di insetti – l’Ape Hutch - la melodia del coraggio”.
Doppiatori originali: Laura Lenghi (Magà), Ilaria Stagni (Maya/ Alli), Antonia Forlani (L’Ape Regina).
Doppiatori riedizione: Marcella Silvestri (Magà), Elisabetta Cesone (L’Ape Regina), Maddalena Vadacca (voce narrante).
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