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6.3 ROCCA MALATESTIANA

7.5 IL MUSEO ARCHEOLOGICO

Il museo nasce dall’idea di uno spazio centrale, a tutta altezza, generatore di tutti gli ambienti.

È una sorta di sistema panottico, dove dal centro si ha una visuale in tutte le direzioni. Il centro in questo caso è la ricostruzione della tomba 85.

Il museo si compone di tre livelli più un ballatoio al piano di ingresso: due di esposizione e servizi, l’ultimo, completamente interrato, di archivio. Ogni livello si adagia su una curva di livello, seguendo l’andamento del terreno.

L’impianto planivolumetrico può essere schematizzato in una seria di volumi a forma di parallelepipedo che fuoriescono dal terreno, volumi che vanno accorciandosi là dove le curve diventano via via più ravvicinate. L’intera composizione si appoggia su una sorta di basamento: si tratta di terrazzamenti verdi che seguono l’andamento delle curve, che hanno la duplice funzione di offrire spazi pianeggianti dove sostare, ma soprattutto di conferire al museo quel carattere di portale di ingresso alla città. I terrazzamenti si sviluppano ogni metro di altezza, e fortificano l’immagine del museo, come un tempio sul suo basamento.

148 Sempre i terrazzamenti arricchiscono la loro funzione ospitando piante di ulivo, riprendendo quindi quelle che insieme ai cipressi, sono le piantumazioni maggiori nel Parco IX Martiri.

L’ingresso al museo è a nord-ovest, proprio dinnanzi al percorso di collegamento con l’attuale museo. Il senso di porta di città è implementato da una serie di portali posti a una distanza di 5mt davanti al porticato d’ingresso, e, quasi simmetricamente, nel prospetto opposto.

Il porticato del museo è caratterizzato da una serie di setti murari 40x80 cm che insieme alla sua copertura forma quasi un unico elemento, quasi si trattasse di un parallelepipedo forato ripetutamente. Il materiale di questi due elementi è una pietra etrusca color avorio, e si differenzia rispetto al restante complesso museale, sempre in pietra etrusca di tipo Gres di colore grigio.

Tutto il complesso museale si basa sulla ripetizione del modulo a base 5, con i suoi multipli e sottomultipli: i pilastri del portico hanno un interasse di 1,25mt, danno quindi quasi l’impressione di un pieno anziché di vuoto. È proprio questo il senso voluto, perché da esso fuoriesce un volume più alto, e cioè l’intero piano terra.

PIANO TERRA

Fig. 38 – Pianta piano terra

In pianta la composizione dei volumi si percepisce molto bene: il volume centrale più alto, lo spazio a tutta altezza, il corpo del porticato, e il blocco murario a contenimento del terreno.

Varcato l’ingresso, ci si trova dentro uno spazio vuoto inziale, più alto rispetto al porticato, che vuole essere uno spazio molto dinamico ed ospitare oggetti temporanei. Dinnanzi al visitatore si prospettano una serie di setti murari che hanno una duplice funzione, strutturale da un lato, e da ―filtro‖ dall’altro. Lo sguardo deve quasi interrompersi qui, quasi perché si deve intravedere quello che c’è oltre, il visitatore deve essere stuzzicato ad affacciarsi.

149 Voltando lo sguardo verso destra, la vista si infrange contro un altro setto, che funge da appoggio alla biglietteria e al centro nformazioni.

La parte posteriore è caratterizzata da un lungo volume che si ripete anche al piano inferiore: si tratta del corpo dei sevizi e dei collegamenti verticali, e rappresenta un grosso muro contro terra, quasi aa sostenere il peso della città che cè dietro.

Il corpo scala principale e tuttavia quello all’interno del vuoto a tutta altezza: è da qui che infatti parte l’esposizione del museo. La scala nel braccio ovest è invece la conclusione del percorso espositivo, e quindi la risalita verso il piano terra, mentre quella in posizione opposta, insieme all’ascensore in essa contenuto, funge da servizio, dato che raggiunge anche l’archivio, due piani sotto. Al vuoto dunque della parte ovest si contrapone un pieno dalla parte opposta, contenente gli uffici del museo, sia al piano terra, sia nell’interrato.

Il piano terra presenta anche un ballatoio attorno al volumme a tutta altezza, ballatoio che ospita la scaffalatura del bookshop.

L’esposizione vera e propria inizia al piano interrato. Il mio obiettivo è stato quello di avere un grande spazio vuoto, dinamico, visitabile da chiunque, anche senza pagare il biglietto. Ho ritenuto infatti che ciò che reputo più importante nel mio museo, e cioè la ricostruzione della tomba 85, fosse a disposizione di tutti, e non rilegata dietro un prezzo. Il visitatore può infattti affacciarsi nel vuoto e vedere cosa la tomba conteneva, anche perché questa si differenzia dalle altre, e si presenta come una vera e propria camera.

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Fig. 39 – Pianta primo livello interrato

Questo livello ospita quasi la totalità delle esposzioni. Il percorso espositivo parte da qui.

Anche in questo livello, l’articolazione dei volumi che fuoriescono dal parallelepipedo centrale, percepita nel planivolumetrico, è ben visibile, grazie all’utilizzo dei setti murari, che, come al piano superiore hanno sempre una duplice funzione, inannzitutto strutturale, e successivamente di scandire gli spazi espositivi.

Il percorso incomincia alla base della scala, nella sala denominata con i n.1. Si tratta di una sorta di sala ipogea, quasi un porticato interrato, ch racchiude la ricostruzione della tomba 85. La tomba è dunque visitabile dall’alto, ma anche dal basso, girandoci intorno. I setti intorni fungono quasi da filtro verso gli altri ambienti, e chiariscono a primo impatto quello che è l’elemento principale del museo. Tra ogni setto sono interposte le teche che ospitano gli oggetti ritrovati, attorno alla tomba vi sono gli oggetti in ambra.

Il percorso espositivo prosegue nella sala n.2, i laboratori.

Ciò che ho tentato di fare, è stato di impersonificarmi in un visitatore qualunque, un turista per caso: quello che a me personalmente rimane più impresso, come immagine nella mente, è vedere la lavorazione dei reperti, è vedere lo spazzolino, il raschino, come si lava, si aciuga ecc. un reperto, fino ad ottenere l’oggetto finito che andrà in una teca. Mi vieni in mente la mia prima visita al Museo Archeologico di Verucchio, da bambino: forse se avessi visto tutto questo, la visita al museo sarebbe stata ancora più istruttiva.

La visita continua nella sala n.3, la sala multimediale.

Ciò che si è appreso nella sala precedente, lo si vede applicato qui: proiezioni, immagini, video, ricostruzioni tridimensionali. Tutte le operazioni compiute dagli archeologi, dallo scavo nel sito, alla catalogazione in laboratorio,sono qui rappresentate, insieme a ipotetiche ricostruzioni di scene di vita quotidiana e di riti funebri.

Si prosegue nelle sale n.4 e n.5, rispettivamente l’Area Sacra e la sala del Trono.

Si tratta del trono della tomba 89: rinvenuto in minuti frammenti, è stato ricomposto quasi integralmente per quanto riguarda lo schienale, mentre più lacunosa è rimasta la parte inferiore e il piano di seduta: oggi si presenta con una riduzione della originaria altezza (80 cm) a causa dell'essicazione del legno e quindi le sue dimensioni sono tali da impedirne la deposizione all'interno della cassa, la cui altezza è 71 cm. La posizione del trono al di sopra della cassa è dunque deliberata e attribuibile alla volontà di isolare ed evidenziare la sua funzione connessa alla cerimonia funebre o al rango-ruolo del defunto.

151 La sala del Trono, tomba 89, e la ricostruzione della tomba 85, sono l’una di fronte all’altra: sono queste infatti le tombe principali rinvenute a Verucchio.

Successivamente si raggiungono le sale n.6 e n.7, sala degli Antenati e sala del Mantello. Ciascun volume è separato dall’altro da una corte a cielo aperto: la funzione è anche qui duplice, sfruttare la luce che entra dall’esterno, e ospitare delle ricostruzione di vita etrusca all’aperto. L’ultima sala visitabile è il grande spazio accanto alla tomba 85, la sala n.8.

Vengono ospitate qui esposizioni temporanee, l’ambiente privo di ostacoli consente infatti una notevole dinamicità con pannelli mobili. Anche qui, lo spazio tra setti murari offre la possibilità di avere ulteriori teche, all’interno delle quali l’oggetto può essere visto da una parte e dall’altra. La visita la museo termina qui, i due ambienti restanti ospitano un punto di ristoro, la sala n.9, e un aula conferenza, sala n.10. Entrambi gli spazi si affacciano alla paizza esterna con un porticato, inoltre l’aula conferenza è provvista di servizi e accesso proprio, per consentirne l’utilizzo anche qundo il museo è chiuso. In pianta, lo spazio esterno ripropone la suddivisione dei quattro volumi: si tratta di una terrazza per godere della vista sul mare e per ospitare eventuali manifestazioni ed eventi.

Come si è visto, il museo ha un percorso espositivo ben preciso, nulla vieta in ogni caso al visitatore di affrontare una sala puttosto che un’altra, tutti gli spazi sono collegati tra loro.

SECONDO LIVELLLO INTERRATO

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Fig. 40 – Pianta secondo livello interrato

Questo livello ospita tutto l’archivo. Nell’attuale Museo Archeologico manca proprio questo, dovuto ovviamente allo spazio limitato.

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