Il nuovo ruolo del Private Equity nel panorama industriale italiano
Grafico 8: Il Private Equity catalizzatore delle integrazion
91 Ruolo importante, in questo contesto, può giocare il Fondo Italiano d’Investimento, un fondo chiuso di private equity a sponsorship pubblica, nato “dal progetto condiviso tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Associazione Bancaria Italiana (ABI), Confederazione Generale dell’Industria Italiana (Confindustria), Cassa Depositi e Presititi, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A., di creazione di uno strumento per il sostegno finanziario a favore delle imprese di piccole e medie dimensioni90”. Il 18 marzo 2010 è stata costituita la Società di Gestione del Risparmio (SGR) con un capitale pari a 3,5 milioni di euro, ripartito equamente tra i soci, e successivamente è stato deliberato un aumento di capitale a 4 milioni di euro per permettere l’ingresso dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari. L’attività del Fondo si rivolge alle imprese italiane in fase di sviluppo, con ambizioni di crescita, vocazione all’internazionalizzazione e fatturato indicativamente compreso tra i 10 e i 250 milioni di euro. Per quanto riguarda il limite inferiore di fatturato, nel caso di aggregazioni tra imprese si guarderà non alle dimensioni di partenza, ma alle dimensioni che possono scaturire come effetto dell’intervento del Fondo a favore di aggregazioni ed acquisizioni. Si occuperà, altresì, di operazioni di replacement e management buy-in/buy-out, in presenza di esigenze di ricambio generazionale o problemi di governance. Si escludono per il momento interventi per le start-up, anche se ci sono stati segni di apertura negli ultimi mesi. In particolare le imprese oggetto dell’investimento sono individuate tra quelle che:
presentano interessanti prospettive di sviluppo, sia a livello nazionale che, soprattutto, internazionale;
intendano intraprendere concreti progetti di aggregazione finalizzati al rafforzamento sul mercato nazionale e/o internazionale;
90
Dal Regolamento del “Fondo Italiano di Investimento”, fondo comune di investimento mobiliare di tipo chiuso, riservato ad investitori qualificati.
92 con prospettive di valorizzazione di marchi, brevetti o know-how particolari, ovvero che utilizzino processi e tecnologie avanzate ed innovative;
a gestione familiare, in presenza di ricambio generazionale o imprenditoriale;
la cui gestione sia affidata ad un management efficiente e di elevata esperienza e professionalità.
L'obiettivo è quello di creare nel medio termine una fascia più ampia di aziende di media dimensione, incentivando i processi di aggregazione tra le imprese minori, al fine di renderle maggiormente competitive anche sui mercati internazionali. Gli interventi saranno effettuati essenzialmente attraverso investimenti nel capitale di rischio (private equity), di società di piccole e medie dimensioni operanti nei settori dell'industria, commercio e servizi, per accompagnarle, con coerenza e professionalità, lungo il loro percorso di crescita91. Il Fondo, mediante l’investimento del proprio patrimonio, persegue i seguenti obiettivi:
favorire la patrimonializzazione delle imprese di piccole e medie dimensioni per permettere un più facile accesso al credito e sostenere progetti di sviluppo a medio-lungo termine, specialmente al fine di favorire una più ampia presenza sui mercati esteri;
incentivare il processo di aggregazione tra imprese di piccole e medie dimensioni, appartenenti allo stesso settore od operanti nello stesso distretto industriale; appartenenti a settori adiacenti (integrazione c.d. orizzontale); operanti a monte o a valle di un medesimo processo produttivo o di servizi (integrazione c.d. verticale), permettendo la nascita di realtà caratterizzate da una dimensione più significativa, in grado di rafforzare la propria competitività nei rispettivi settori e di indirizzarsi sempre più verso i mercati internazionali.
91 www.fondoitaliano.it
93 Per raggiungere questi obiettivi, il Fondo intende caratterizzarsi attraverso un approccio “industriale”, ponendo particolare attenzione alle esigenze delle singole imprese oggetto di investimento, e la disponibilità a mantenere la partecipazione nel capitale delle aziende per un periodo coerente con la loro strategia di sviluppo. Inoltre mette a disposizione delle aziende partecipate tutti gli strumenti finanziari, nonché le leve strategiche, manageriali e di network di cui dispone. Scopo dello strumento è la valorizzazione del patrimonio del Fondo, con l’obiettivo di garantire una redditività adeguata del capitale investito, attraverso operazioni ed interventi di sostegno finanziario, diretto ed indiretto, a favore delle imprese di piccole e medie dimensioni. Gli strumenti di investimento, quindi, potranno essere diretti o indiretti. Tra quelli diretti troviamo:
la partecipazione al capitale sociale in forma di quota di minoranza per un
periodo di 5/7 anni (investimento in equity). Esso si configura come
“capitale paziente”, ossia in aspettativa di remunerazione per tutta la durata dell’investimento. Oltre al classico acquisto di azioni ordinarie, potrebbe essere realizzato anche tramite l’acquisto di azioni privilegiate che conferiscono ai titolari privilegi in termini di ripartizione degli utili e/o nel rimborso del capitale in caso di scioglimento della società, ma possono presentare limitazioni del diritto di voto. Questo consentirebbe al soggetto economico delle PMI di continuare a mantenere la gestione dell’attività evitando effetti di diluizione del controllo nell’ambito dell’ordinaria amministrazione, pur a fronte di una patrimonializzazione.
Il mezzanine finance, strumento ibrido quasi-equity composto da due componenti distinte: il debito subordinato, che generalmente ha la forma di un vero e proprio prestito; l’equity kicker, che rappresenta, invece, la parte avente natura di capitale di rischio. Il debito subordinato ha una durata generalmente compresa tra i 7 e i 10 anni e prevede spesso un periodo di preammortamento, che può raggiungere i 5 anni. Il rimborso è postergato rispetto ad un finanziamento primario e il tasso applicato è più elevato rispetto al normale, aumentato di 3-4 punti rispetto solitamente al tasso
94 Euribor, perché non prevede garanzie, né reali né personali. Principale obiettivo di questo strumento è fornire fondi alle società finanziate, senza appesantirne la posizione debitoria, essendo remunerato in via subordinata rispetto al debito ordinario, e senza diluire gli azionisti, se non dopo l’esercizio dell’equity kicker.
I prestiti partecipativi: rappresentano uno strumento adatto per soddisfare i bisogni finanziari delle imprese che, a fronte di programmi di investimento e di sviluppo, vogliono diversificare le fonti di finanziamento, procedendo ad una graduale ricapitalizzazione aziendale senza diminuire la propria autonomia di gestione derivante dall’ingresso di nuovi soci. I tratti innovativi di questo strumento sono: la remunerazione, il rimborso e le garanzie.
Il pagamento degli interessi è dato dalla somma di due componenti, una fissa (importo minimo garantito), calcolata con riferimento ad un tasso base maggiorato di qualche punto in relazione al rischio d’impresa; l’altra è assolutamente variabile e legata ai risultati economici raggiunti dall’impresa stessa.
Il rimborso delle quote di capitale spetta in via principale ai soci e solo in via subordinata alla società finanziata, che è obbligata in via diretta solo al pagamento degli interessi.
Non sono previste garanzie reali a favore del soggetto finanziatore. L’unica forma di garanzia è di tipo personale e di natura individuale o collettiva (per esempio le fidejussioni solidali).
Tra gli strumenti indiretti, invece, possiamo annoverare:
Il coinvestimento: da realizzare attraverso la stipulazione di accordi di investimento tra il fondo proponente e altri fondi di private equity già operanti sul medesimo universo di imprese target del fondo proponente. L’obiettivo è ridurre i costi fissi trasformandoli in commissioni da pagare ai fondi di private equity in caso di successo delle fasi di analisi ed istruttoria,
95 Fondo di fondi: investimento in altri fondi chiusi mediante fornitura di equity, garanzie o prestiti a fondi di private equity o ad altri intermediari finanziari accreditati, che hanno il compito di rendere disponibili tali risorse alle PMI selezionate. È necessario che esista un’esplicita condivisione degli obiettivi impliciti nel regolamento del fondo di fondi e quelli dei fondi/intermediari finanziari accreditati.
In definitiva il Fondo Italiano di Investimento consentirebbe, da un lato, di rafforzare la dotazione patrimoniale, necessaria per la capitalizzazione delle imprese al fine di finanziare gli investimenti per lo sviluppo, e dall’altro di disporre di competenze manageriali (solitamente non presenti all’interno delle PMI perché difficilmente si riescono a sviluppare o ad acquisire dall’esterno) in grado di introdurre nelle aziende modelli organizzativi ed efficienza nella gestione, anche a livello finanziario. Il suo ruolo, quindi, in un contesto economico-finanziario nel quale è indispensabile la massima organizzazione e strutturazione dell’azienda per avviarsi alla ripresa, risulta cruciale. È necessario raggiungere dimensioni critiche, aprirsi alle aggregazioni, realizzare reti d’impresa, puntare alle innovazioni di prodotto e di processo. In questa prospettiva avere al fianco un investitore istituzionale pubblico/privato (come appunto il FII) garantisce alle PMI di accrescere il potere contrattuale, sviluppare nuove sinergie con altri imprenditori al fine di realizzare partnership, agevolare il reperimento di ulteriori finanziamenti, concretizzare più rapidamente i progetti di sviluppo.
96