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Capitolo Secondo 2.1 Kawasaki 川崎市

2.2 Il processo di industrializzazione a Kawasak

La storiografia tradizionale indica nella Restaurazione Meiji del 1868, il momento di svolta che avrebbe permesso al Giappone moderno di seguire le orme dell'industrializzazione occidentale per ciò che riguarda la politica economica. Il processo di industrializzazione di Kawasaki è contrassegnato da grandi progressi nell’industria chimica e pesante (acciaierie, cantieristica navale, aziende produttrici di macchinari, settore energetico) tanto da assegnarle un ruolo leader nella crescita economica del Paese. Lo sviluppo economico dell’intero territorio subì un’accelerazione negli anni Cinquanta, grazie ad investimenti, sia pubblici che privati, in grado di impiegare negli agglomerati industriali, massicce quantità di manodopera. I grandi impianti si concentrarono soprattutto nel tessuto urbano non risparmiando, tuttavia, la zona costiera che fu interessata, pertanto, ad una gestione ad alto impatto ambientale92 (Momoe Kanada). La rapida industrializzazione modificò, dunque, il rapporto tra sistema economico ed ambiente; l’aumento della produzione richiese uno sfruttamento intensivo di risorse naturali (idriche ed energetiche) che portò ad un dissesto ambientale senza precedenti. L’aumento di fabbisogno idrico per uso civile andava di pari passo con l’inquinamento fluviale del Tama, bacino di raccolta, ormai, di alte concentrazioni di agenti tensioattivi di uso soprattutto domestico. L’intervento di implementazione diffusa della rete fognaria favorì il processo di depurazione delle acque. Negli anni Novanta il territorio fluviale diventò oggetto di una campagna di valorizzazione che vide il coinvolgimento attivo della comunità93 (Momoe Kanada). Rimettere il fiume al centro, nel dibattito pubblico e nei programmi di politica locale, significò promuovere la conservazione e la riqualificazione

92KANADA Momoe, Tsuyoshi Fujita, Minoru Fujii, Satoshi Ohnishi, The Long-term impacts of air pollution control policy:

historical links between municipal actions and industrial energy efficiency in Kawasaki City, Japan, pp. 94-95.

dell’intera area, non solo dal punto di vista paesaggistico ma anche per la sua funzione sociale (l’ambiente fluviale come luogo di relax, di svago, di turismo culturale)94 (Momoe

Kanada). Gli anni di boom economico furono caratterizzati da alte concentrazioni di agenti inquinanti nell’atmosfera; l’emissione di fumi e di particelle di fuliggini, in particolare, fece aumentare la concentrazione di ossidi di zolfo fino a 0,09 ppm95(Kawasaki). I dati sull’inquinamento atmosferico causato anche da elementi come il monossido di carbonio, il piombo, gli ossidi di azoto, i particolati, hanno sollevato grandi preoccupazioni riguardo agli effetti sulla salute.

Figura 3: Condizione del fiume Tama. Fonte: City of Kawasaki, https://www.kawasaki-gi.jp/english/gi-1-2-2e/.

A Kawasaki e nelle zone circostanti, infatti, molti sono stati i casi registrati, tra i cittadini, di infiammazione alle vie respiratorie, di asma bronchiale o bronchiti asmatiche oltre che una generale predisposizione a contrarre neoplasie polmonari96. Gli abitanti colpiti da queste patologie hanno avviato procedimenti giudiziari nei confronti del Governo,

94Ibidem.

95City of Kawasaki, Kawasaki Green Innovation, https://www.kawasaki-gi.jp/english/gi-1-2-2e/.

96Sintomi imputabili alla sindrome di Kawasaki. La sindrome si manifesta con febbre alta, infiammazione muco cutanea e

chiedendo un risarcimento per i danni subiti. La biblioteca della prefettura di Kanagawa custodisce ancora oggi, i fascicoli relativi ai decessi prematuri, attribuibili a reati ambientali97 (Kawasaki). Le petizioni e le denunce hanno indotto l’autorità locale ad emettere un provvedimento amministrativo che costringesse le imprese responsabili di grosse emissioni inquinanti, ad intraprendere misure di contenimento, più efficaci. Nonostante le continue proteste e le rivendicazioni cittadine, il Governo rivolse scarsa attenzione a strategie di sviluppo eco-compatibile, al contrario degli enti locali che, proprio perché territorialmente più vicini ai bisogni della comunità, poterono meglio valutare i costi sanitari e sociali dell’inquinamento. Nonostante le continue proteste e le rivendicazioni cittadine, il Governo rivolse scarsa attenzione a strategie di sviluppo eco- compatibile, al contrario degli enti locali che, proprio perché territorialmente più vicini ai bisogni della comunità, poterono meglio valutare i costi sanitari e sociali dell’inquinamento. A tal proposito, nel 1972, la città di Kawasaki emanò un’ordinanza riguardante misure di prevenzione ambientale che introduceva nuovi sistemi di regolazione delle emissioni98 (City, 2010). Il provvedimento si estese anche alle imprese di Kawasaki che, sollecitate dalle nuove regolamentazioni, presero ad impiegare tecnologie sempre più innovative. Kawasaki, dunque, gettò le basi di avvio all’uso di tecnologie di basso impatto ambientale, perseguendo anche scopi sociali e garantendo una partnership pubblico-privato. Negli anni Novanta, la Nazione si trovò ad affrontare una particolare emergenza: lo scoppio della bolla speculativa riguardante il mercato azionario e il settore immobiliare giapponese che portò alla delocalizzazione delle imprese e all’aggravarsi della situazione ambientale su scala globale. La città rispose alla

97City of Kawasaki, Kawasaki Green Innovation, https://www.kawasaki-gi.jp/english/gi-1-2-3e/. 98Kawasaki City, Zero Emissions and Eco-Town in Kawasaki, 2010,

crisi economico-finanziaria, istituendo patti di collaborazione tra l’amministrazione, la comunità e le imprese, mettendo in campo azioni di interesse comune, di controllo e prevenzione ambientale. A sostegno delle vittime di patologie correlate all’inquinamento atmosferico, il governo firmò accordi con ben trentanove fabbriche emanando, inoltre, la

“Kawasaki City Ordinance for Pollution Prevention”99 (City, 2010), ordinanza che

esercitò una pressione ancora più rigorosa sulle fabbriche in tema di controllo di emissioni tossiche. Il programma del governo locale prevedeva anche l’istituzione di centri di ricerca e di monitoraggio come il Pollution Monitor Center e il Pollution Research

Laboratory, nonchè il Kawasaki City Pollution Monitoring Center100(City, 2010) che con

le sue 18 stazioni disseminate in città, ancora oggi effettua misurazioni del tasso di inquinamento atmosferico. Il Centro, inoltre, si avvale di una strumentazione di controllo automatico e continuo delle emissioni industriali alla fonte del rilascio. Nel 1991 la città di Kawasaki, promulgò la Basic Environmental Ordinance, facendo da apripista a

provvedimenti come la Basic Environmental Law, istituita, poi, nel 1993101 (City, 2010).

Il Kawasaki New Comprehensive Plan promosse un nuovo concetto di sviluppo che superava l’approccio economicistico e indicava come necessaria, una crescita sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale. Le aziende raccolsero la sfida posta dall’urgenza ambientale, incentivando l’impiego di tecnologie pulite; molte operando

delle scelte green, modificarono, così, il loro modo di fare impresa102 (City, 2010). Gli anni

Novanta videro anche dei cambiamenti strutturali nell’ area costiera su cui affaccia la città. Proprio in questa zona, il numero delle fabbriche presenti, subì una forte contrazione. In particolare, fino all’anno duemila, le imprese si ridussero del 52%, registrando una

99Ibidem. 100Ibidem. 101Ibidem.

perdita di forza lavoro, pari al 53% e una flessione delle spedizioni del 40%. Si ritennero pertanto necessari, progetti di riconversione e riqualificazione industriale che contemplavano un contenimento dei costi energetici e un impiego di tecnologie alternative, in grado di ottimizzare l’uso delle risorse. Nuove aziende si affacciarono sul mercato del trattamento di rifiuti e del riciclaggio.

Figura 4: Concentrazione delle industrie pesanti nell’area costiera negli anni Novanta. Fonte: Large Scale feasibility study in FY2015.

Nuove aziende si affacciarono sul mercato del trattamento di rifiuti e del riciclaggio. Tra queste, ad esempio, la NKK utilizzò le plastiche direttamente come combustibile per le fornaci, sostituendo così, risorse come il petrolio e il carbone. Insieme ad altre multinazionali, la società chiese all’amministrazione, di declinare il proprio intervento

verso una green governance, intervenendo con strumenti normativi che avrebbero regolamentato i processi produttivi e quelli di smaltimento. Un ruolo cruciale venne svolto, inoltre, dal clustering ossia dalle concentrazioni settoriali di quelle imprese che

detenevano le tecnologie di produzione103 (Nippon Koei Co, 2016). Queste aziende hanno

pianificato e realizzato impianti produttivi, impiegando tecnologie innovative destinate al recupero/riciclo di materie prime seconde e di sottoprodotti provenienti da imprese vicine. I rifiuti prodotti a Kawasaki, del resto, potevano essere facilmente smaltiti negli stabilimenti di riciclo della zona costiera, proprio per la prossimità della città a Tokyo e Yokohama.

103NIPPON Koei Co, Ltd Kawasaki City, Large Scale JCM feasibility study in FY2015 (JCM Project Formulation Study trough