CAPITOLO II: L’AGRICOLTURA SOCIALE
2.4 Esperienze di fattorie sociali
2.4.5 Il progetto Neprovalter
Neprovalter sta per “Network of the local agricultural production for the
valorisation and the knowledge of the Alpine area” ed ha una durata di 3 anni, dal
2003 al 2006. Il progetto è indirizzato a sviluppare una rete di istituzioni pubbliche che hanno il compito di affrontare temi di interesse comune nel settore agricolo, nel territorio dello Spazio Alpino su basi transnazionali, per migliorare le condizioni economiche e sociali delle popolazioni locali, per preservare l’ambiente nelle aree montane marginali e valorizzare la tradizione culturale alpina attraverso l’adozione di modelli sostenibili.
Obiettivi specifici da perseguire sono:
• Il miglioramento delle produzioni delle carni e dei prodotti lattiero- caseari con il metodo biologico;
7 Questo progetto cofinanziato dai fondi FESR, si sviluppa nell’ambito del programma comunitario
Interreg IIIB Spazio Alpino. Maggiori informazioni si possono trovare sul sito ufficiale Aspetti considerati Care Farms Aziende Convenzionali
Unità di lavoro per azienda 2,8 2,0
Unità di dimensione economica 84 70
Presenza di "successori" 78% 60%
Metodo biologico 26% 1%
Forme di energia sostenibile 11% 2%
Animali allevati per ettaro 2,1 2,7
• La valorizzazione del territorio attraverso la promozione delle produzioni agricole tipiche;
• Lo sviluppo di una rete di fattorie didattiche, orientate alle scuole;
• Lo sviluppo di una rete di fattorie sociali, orientate al servizio pubblico e a favore delle persone svantaggiate.
I risultati attesi vanno dall’aumento del reddito per le aziende agricole, alla creazione di nuova occupazione, dall’applicazione e diffusione di modelli sostenibili compatibili con la qualità dell’ambiente e le tradizioni alpine, alla conservazione della cultura alpina e rurale favorendone la conoscenza presso i giovani.
Due delle tematiche principali del progetto sono strettamente legate all’agricoltura sociale attraverso la promozione di fattorie didattiche e sociali, alle quali corrispondono due work-packages destinati alla creazione di una rete transnazionale di fattorie didattiche alpine e una rete transnazionale di fattorie sociali alpine.
Nel progetto Neprovalter la fattoria sociale è stata definita come “una azienda agricola nella quale spazi e/o coltivazioni appositamente costruiti vengono dedicati alle visite e ai soggiorni di gruppi misti di operatori e persone svantaggiate che con cadenza più o meno regolare frequentano l’azienda per parlare, scrivere, riflettere e soprattutto per prendersi cura delle piante, aprendo così un canale privilegiato di comunicazione con la terra, i vegetali e le mille necessità che nascono al momento. L’obiettivo principale dell’esperienza in fattoria, pertanto, è il miglioramento della persona e non quello della pianta, ma poiché è altrettanto vero che il supporto tecnico al conseguimento del risultato finale si pone come contributo irrinunciabile al raggiungimento dello scopo, centrale diventa il ruolo dell’agricoltore all’interno della fattoria sociale stessa.” (Neprovalter, 2006). Alle attività svolte in fattoria vengono riconosciute valenze terapeutiche, e le attività legate alla coltivazione delle piante, dalla semina alla raccolta fanno sorgere il senso di responsabilità, accrescono la fiducia nelle proprie capacità e permettono di riacquistare il senso di temporalità che molto spesso nei disabili psichici è assente o limitato.
Nel progetto, è stata identificata come fattoria sociale pilota il centro agricolo Ollignan gestito dalla Fondazione omonima ed ubicato a Quart in Val d’Aosta. Questo centro nato nel 1999 ha come obiettivi prevalenti l’inserimento lavorativo di persone disabili con handicap fisico o malattie mentali, lo sviluppo del livello di
autonomia operativa ed economica delle persone e della struttura, la creazione di un modello organizzativo per l’integrazione delle persone emarginate. E’ costituito da una struttura ricettiva, priva di barriere architettoniche, e garantisce ospitalità diurna a disabili psichici, mentali, sensoriali, psichiatrici, alcolisti con residue capacità lavorative e produttive. Si estende su 9 ettari e le attività agricole sono praticate con tecniche di coltivazione biologica con il supporto tecnico dell’Institut Agricole Régional. L’attività del centro non si ferma esclusivamente alla fase di coltivazione ma prosegue con la trasformazione ed il confezionamento dei prodotti nonché la vendita diretta in azienda. Il centro inoltre è sede di stages per studenti e operatori nel settore della disabilità e gestisce una casa per ferie di 15 posti letto, ove possono essere ospitati, a prezzi modici, anche con pensione completa, gruppi di disabili, operatori del settore e appartenenti ad associazioni.
Grazie all’esperienza sul campo è stato possibile tracciare in maniera dettagliata i criteri che devono essere alla base delle fattorie sociali e che di seguito di riportiamo:
Criteri aziendali:
• Ogni azienda deve possedere almeno una ambiente coperto, attrezzato per l’accoglienza e l’intrattenimento dei gruppi (operatori e persone svantaggiate) in visita;
• Ogni fattoria sociale possiede una o più aree di coltivazione (serra, orto, frutteto…) costruite e/o gestite tenendo conto delle problematiche e delle esigenze degli ospiti (accessibilità, dimensioni….);
• Nell’azienda sono presenti spazi dedicati alla colazione e, in alcuni casi (generalmente su prenotazione), anche al ristoro;
• In ogni azienda è presente almeno un responsabile dell’accoglienza che affianca gli operatori e le persone svantaggiate durante il periodo di permanenza in azienda, e mai in sostituzione agli operatori stessi;
• Ogni responsabile delle visite si impegna a frequentare i corsi di aggiornamento che di volta in volta vengono organizzati dagli organismi competenti per migliorare la qualità del servizio offerto e la propria professionalità.
Criteri di sicurezza:
• Ogni azienda deve essere dotata dei sistemi di sicurezza previsti dalla legge (antincendio, luci di emergenza, segnalazione uscite, attrezzature di pronto soccorso) e di contatti con i presidi sanitari più vicini;
• Le attrezzature agricole e le sostanze pericolose (fitofarmaci, concimi…) devono essere rese inaccessibili e le aree a rischio (concimaia, fossato, corsi d’acqua…) devono essere opportunamente segnalate e circoscritte. L’azienda deve essere in ogni caso coperta da un’assicurazione di responsabilità civile.
• Gli animali devono essere esenti da zoonosi e controllati nell’area da loro frequentata e nel loro comportamento;
• L’acqua è potabile e controllata periodicamente;
• Le attività aziendali sono svolte seguendo le principali regole di igiene e sicurezza. Le fattorie sociali sono quindi impegnate nella predisposizione di tutti quegli interventi che possono ridurre i rischi aziendali e rendere piacevoli e serene le visite.
Criteri di igiene:
• Ogni azienda deve essere dotata di servizi igienici accessibili ai disabili e commisurati alla capacità di accoglienza dell’azienda.
Nei tre anni del progetto si è osservato come le esperienze delle fattorie sociali nell’area alpina siano ancora abbastanza limitate e ancora in una fase di sperimentazione. Le realtà individuate fanno spesso riferimento ad aziende già Fattorie didattiche, le quali hanno adattato la loro attività a gruppi di disabili e di anziani, con valenza essenzialmente educativo-ricreativa. Le raccomandazioni di coloro che hanno partecipato al progetto riguardano la necessità di intraprendere una specifica azione di coinvolgimento dei rappresentanti degli operatori agricoli e dei soggetti operanti nel settore del welfare. S evidenzia, infine che le potenzialità e le prospettive per questo tipo di attività sono molto ampie poiché forte è la richiesta di questi servizi da parte della collettività, sia per la tendenza all’aumento della fascia di anziani a fronte del calo demografico, sia per una maggior sensibilità verso l’apertura all’integrazione sociale di persone svantaggiate.