C APITOLO III IL TEMA DEL MATERNO IN ORLY CASTEL BLOOM
III.3 Il rapporto madre-figlia in Doli siṭi e Ṭeqsṭil
Specialmente durante il diciannovesimo secolo, la trama romantica e il tema del matrimonio costituiscono la struttura narrativa principale per i romanzi di mano femminile, anche laddove certe norme convenzionali vengano sovvertite85. Marianne Hirsch nel suo lavoro più volte citato The Mother-Daughter Plot: Narrative, Psychoanalysis, Feminism si concentra sull’analisi di quello che definisce il genere del “romanzo famigliare” per scoprire alcune ideologie della maternità che vi sono intessute. Basandosi su un uso generico della nozione di “romanzo famigliare” sviluppata da Freud, Hirsch individua infatti in questa tipologia di testi un campo d’eccellenza per indagare dinamiche di formazione del soggetto femminile, dal momento che essi rispondono all’esigenza di rintracciare le origini dell’identità, proprio all’interno dell’esperienza famigliare. Come abbiamo visto, la critica concorda nel riconoscere in Ṭeqsṭil alcune caratteristiche formali del genere famigliare,
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soprattutto per l’evidente fatto che il romanzo descrive dinamiche specifiche che si innestano nel contesto di una famiglia israeliana. Nonostante la qualità dispersiva della trama, infatti, nel suo complesso il romanzo racconta di tre generazioni di donne - Audrey, Mandy e Lirit- di cui il lettore viene a conoscere la storia, in una sommaria resa della loro evoluzione identitaria.
In Ṭeqsṭil è il narratore stesso a stabilire connessioni tra le tre figure femminili, non solo attraverso comparazioni e contrasti che popolano il testo, ma anche con asserzioni di carattere descrittivo-psicologico.
ת התוא תתחופ החלצהב ,תיריל התבל התוא ליחנהל התסינש ,ידנמ התבל ליחנהל התסינ היישו
רודל רודמ תכלוהו .
[Audrey] Aveva cercato d’inculcare la stessa intraprendenza nella figlia Mandy, la quale a sua volta aveva tentato di inculcarla nella figlia Lirit, ma con un successo sempre minore con il progredire delle generazioni86.
Il brano oltre a creare subito una prospettiva diacronica per la comprensione delle dinamiche di formazione dell’identità, introduce anche la questione dell’educazione come legame tra madre e figlia, da una generazione all’altra. Viene confermata, quindi, quell’aspettativa per cui una delle responsabilità fondamentali tradizionalmente affidate alla madre sia la formazione emotiva e morale dei figli, che nel caso particolare include anche la necessità di allevare individui forti e intraprendenti, un tratto che, come abbiamo visto, rappresenta un aspetto fondamentale nella caratterizzazione della figura materna in Israele. Questo aspetto “duro” della maternità è confermato in seguito dall’asserzione del narratore riportata come una convinzione di Audrey, la quale rievoca in modo piuttosto evidente la figura della pioniera dello Yišuv percepita come una donna moderna che, priva di dubbi e
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fortemente indipendente, si dedica con determinazione ed efficienza alla propria affermazione sociale.
שארל הל הסינכה ,החושק תויהל התב תא הכניחו ,תוּכּ ַרב תונב לדגל תועטש הבשח איה
המ יהיו רבשיהל רוסאש .
Audrey riteneva che fosse un errore allevare le bambine con dolcezza, e aveva educato Amanda a essere dura: non ci si doveva mai arrendere, mai87.
La relazione tra Mandy e la madre è chiaramente delineata dal narratore in modo da trasmettere lo squilibrio di potere che la caratterizza: il tentativo di Audrey di plasmare la figlia secondo ciò che ritiene giusto, provoca solamente reazioni parziali in Mandy che nel complesso cerca costantemente di compiacere la madre, assecondandola e conformando i propri desideri alla sua volontà.
[...] בוט המכ התאר יכ ,בוט שממ הל השוע היה הפוקב תאה ךותב םימרענ תורטשה תא תוארלו
״! דובכה לכ״ :קוחרמ הילא תארוק התיה המאו ,הל תארוק התיה ,״יארת יאוב״ .הלש אמאל השוע הז [...] Vedere le banconote che si accumulavano nello scomparto della cassa le faceva proprio bene, perché notava quanto rallegrava sua madre.
«Vieni a vedere!», la chiamava, e la mamma esclamava di rimando, da lontano: «Bravissima88!»
Una volta diventata adulta Mandy continua a rispettare le direttive che la madre le impone come principi di vita: non introduce nessun cambiamento nella fabbrica fondata dalla
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Ṭeqsṭil, p. 29; Textile, p. 33.
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madre e non divorzia dal marito, nonostante l’infelicità del matrimonio, proprio perché queste sono state le ultime volontà della madre89.
Se il rapporto tra Audrey e Mandy è costruito intorno all’autorità materna, in una dinamica che oscilla tra oppressione, emulazione e repressione, quello tra Mandy e la figlia si rivela più paritario, per quanto il senso di colpa continui a rappresentare una dinamica centrale nel determinare alcune modalità di azione di Lirit, in particolare legate all’impresa di famiglia.
םויהו - הל היה אל דוע ,תיריל ,איה לבא ,לעפמל םויה תכלל הנממ השקיב שוריפב ידנמ ַב טסיס רקובב הנומשמ לעפמב תוחפל וא ,ומצע חותיננ םויב הלש אמא םע תויהל הילעש ם [...] . המשא תגופס יזוק׳גה ןמ האצי איהו, ,טבצנ הבל .
Per il giorno dell’operazione sua madre le aveva chiesto esplicitamente di recarsi in fabbrica, ma lei, Lirit, non aveva ancora realizzato che in un momento tanto delicato avrebbe dovuto trovarsi vicino a sua madre, o quantomeno in fabbrica alle otto di mattina. [...]
Una stretta al cuore la costrinse a uscire dall’idromassaggio colma di sensi di colpa90.
Le relazioni tra le generazioni sono rese esplicite, in un modo piuttosto ovvio, in termini di opposizione o emulazione, attraverso alcune espressioni ricorrenti: mentre in riferimento a Mandy ricorre l’espressione “kemo ’imma” (“come sua madre91”), è evidente che
la relazione con Lirit vuole essere caratterizzata secondo paradigmi di conflittualità, dal momento che Lirit aspira ad essere “l’antitesi di sua madre92”.
89
Rispettivamente in Ṭeqsṭil , p. 31; Textile, p. 35; e in Ṭeqsṭil , p. 33; Textile, p. 38.
90 Ṭeqsṭil, p. 40-41; Textile, p. 45. 91 Ṭeqsṭil, p. 34; Textile, p. 39. 92 Ṭeqsṭil, p. 38; Textile, p. 42.
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Nel corso della narrazione diviene evidente che paradossalmente Mandy, nonostante il suo desiderio di compiacere la madre, emulandola, finisce con il manifestare un’irresistibile debolezza, legata alle sorti del figlio, che non era prevista nella sua educazione. L’intraprendenza che avrebbe dovuto essere il segno distintivo dell’educazione “delle bambine della famiglia”, degenera col tempo in Mandy, come dimostra la sua dipendenza dall’anestesia quale forma di fuga dalle sue preoccupazioni per il figlio. Si potrebbe ipotizzare che la paura che erode Mandy sia la stessa ansia materna che consuma Dolly in relazione alle sorti di Ben. Si tratta, infatti, di un processo chiaramente connesso alla peculiare condizione israeliana e al pericolo a cui sottopone i figli: mentre il tema in Doli siṭi è implicito, in Ṭeqsṭil diviene esplicito, dal momento che l’ansia e la fuga di Mandy iniziano proprio con il servizio militare di Da’‘el e si acuiscono nel momento in cui quest’ultimo decide di arruolarsi nell’esercito. Paradossalmente, dopo la morte di Mandy, Lirit riferendosi al comportamento materno nel tentativo di trovare un modello per reagire allo smarrimento che la coglie, sembra considerarne proprio questa fragilità come tratto distintivo:
יאש םיבצמבש התוא הדמיל הלש אמא - כ ,לובסל רשפא יא טושפש - לודג טויסמ יכ , רשפא תואיצמהמ - העדותה תא המידרמ :הרירב ןיא .
Sua madre le aveva insegnato che nelle situazioni insopportabili, quando proprio non ce la si faceva perché l’incubo era più grande della realtà, non restava altra scelta: bisognava addormentare la coscienza93.
La morte della madre rappresenta un momento fondamentale del romanzo non solo per Mandy e Lirit, ma anche per Dolly poiché l’evento innesca nei tre personaggi un meccanismo di riflessione sul tempo che scorre e sull’inesorabile fine verso cui conduce.
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184 הווקת חתפל ידנמ הרזח המא תומ רחאל הנשכ - תנבומ הילכה תארקל הדיעצה ,ןוכנש ,אווש - הל וככריו ,היהי אל הזש הפיא , ״םש״ ובשחתי הב אקווד ילוא לבא ,תומתו ןקדזת איהש רורב ,הילאמ ךילהתה תא .
Circa un anno dopo la morte di sua madre, Mandy era tornata a nutrire la vana speranza che sì, ovvio, il cammino verso l’annichilimento era inarrestabile, anche lei sarebbe certamente invecchiata e morta, ma magari “lassù”, ovunque fosse finita, avrebbero avuto un occhio di riguardo proprio per lei, e le avrebbero ammorbidito il processo94.
La morte della madre genera in Mandy smarrimento e depressione, non solo perché non riuscendo a ribellarsi alle imposizioni di Audrey finisce con l’arrendersi all’ingiustizia che implicano, ma anche perché i divieti della madre privano la vita futura della figlia di qualsiasi possibilità di cambiamento e d’intraprendenza, lasciandole solamente la prospettiva del progressivo degrado fisico. Mentre la reazione di Mandy manifesta un’evidente riverenza nei confronti della figura materna e conferma la sua sottomissione, sia per rispetto sia per tradizione, Lirit e Dolly reagiscono con modalità decisamente “ciniche” di fronte alla prospettiva della scomparsa materna.
אב הטיבהו הּמ תרסח הנטב לע תבכושה - לש הזה טבמב ויה םימחר ןומהו .ךופה בצ ומכ םינוא הלש אמא ומכ אלו ,הינפל םייחה לכו הריעצ דוע איהש םיהולאל התדוה ,ןוחטיב רתילו ,ינש דצמו .תבה תומ׳גיפ לעפמב הרובקש .
[...] e [Lirit] guardò sua madre che giaceva bocconi, inerme come una tartaruga rovesciata. Fu uno sguardo carico di compassione, quello della figlia. D’altro canto, tanto per stare al sicuro, ringraziò il cielo di essere ancora giovane, lei,
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di avere tutta la vita davanti a sé, non come la sua povera madre, sepolta nella fabbrica di pigiami95.
In Doli siṭi troviamo una situazione simile, riportata con un’analoga dinamica narrativa che oscilla tra compassione, sentimentalismo e fredda razionalità. L’accostamento della figura materna consumata dal tempo e erosa dalla vecchiaia, rispettivamente a una tartaruga e a uno spaventapasseri, ha un effetto ironico che, date le situazioni descritte, crea una tensione grottesca. תא האור ינאש עתפל יל היה המדנ םיסוטפילקאה דחא ירוחאמו ,ןוקריב טושל תחנב יל יתכלה יה הז לבא ,הכוב ימיא ,יל אלו ,עדמל התפוג תא המרת השיאה ,לכה תולככ ירחא .ןשי לילחד קר ה תשורח וז השיא התיה הימי ףוס תארקל .הינפ יוות תא ינוימידב יל טטרשל הסנמ ינאשכ ,יבילב יתבשח הנקזה .תיניצר הזירק וילע הפטח תפרוטמ השרחמ וזיאש הדש ומכ םיטמק - ופקתשה ילש תוסירקה לכ הינפ לע . ארל הבשחמה תא תאשל יתלוכי אל ,הז םע דחי .רעצל ברקתמש והשמ יתשח התומ זאמ הנוש התצר איהש המ הז לבא ,רוויעה יעמב הל רפוח האופרל דחא טנדוטס הזיאש - הל םשוביש זא !
Sono andata tranquillamente a fare un giro in barca sul fiume Yarqon, e dietro un eucalipto mi è parso all’improvviso di vedere mia madre che piangeva, ma era solo un vecchio spaventapasseri. In fondo la donna aveva donato il suo corpo alla scienza, e non a me, mentre cercavo di ricostruire mentalmente i tratti del suo viso. Verso la fine si era riempita di rughe come un campo dove è passato un aratro colpito da una crisi di follia. La vecchia – tutte le mie crisi si riflettevano sul suo volto.
Per la prima volta dalla sua morte ho provato qualcosa che assomigliava a tristezza. E poi non sopportavo l’idea che uno studente di medicina le frugasse nell’intestino cieco, ma in fondo era quello che lei voleva – dunque che se la godesse96!
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Ṭeqsṭil, p. 65; Textile, p. 72.
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Dolly e Lirit reagiscono nello stesso modo, tipicamente post-moderno. Dopo un momento in cui potrebbe instaurarsi un principio di riflessione di carattere “esistenziale” sul senso della vita e sull’inesorabile tendenza verso la scomparsa definitiva, sia Lirit che Dolly si ribellano prosaicamente a questo tipo di considerazioni attaccandosi al lato pratico e immediato dell’esistenza. Il lessico concreto con cui entrambe si oppongono a un meccanismo di pensiero disarmante e terribile, non è che il mezzo per riafferrare la fattualità e l’immediatezza dell’essere individuale, al di là del bene e del male e al di là di ogni forma di percezione dell’altro. In questa prospettiva fortemente individualista della vita, i legami con gli altri implicano la potenzialità di un dolore costante che viene reciso agli esordi, aderendo a una visione fortemente solipsistica dell’esistenza. Rabbia e violenza, sfogate attraverso un uso del linguaggio che allo stesso tempo le incapsula, rappresentano l’unica arma disponibile contro la fredda realtà dei fatti, da accettarsi e lasciarsi alla spalle. È interessante notare come, pur descrivendo non solo situazioni ma anche temi decisamente simili, il passo che include la riflessione di Lirit non scatena quel tipo di “indignazione” che viene invece generata da analoghi brani in Doli siṭi. La differenza di ricezione deriva certamente dal fatto che, in Ṭexṭil, la presenza del narratore onnisciente e della struttura narrativa convenzionale fornisce al lettore strumenti di interpretazione del brano in una cornice affidabile in cui tutti gli elementi sono ordinati e definiti. Il testo stesso provvede, quindi, a indirizzare l’interpretazione in senso letterale, simbolico o psicologico, e questa chiarezza interpretativa ha come conseguenza la minore potenzialità del testo in senso “sconvolgente” e “scandaloso”.
In entrambi i romanzi viene presentata la stessa dinamica di fronte alla morte della madre, per cui queste “figlie post-moderne” manifestano non solo freddezza, ma anche un comportamento che si potrebbe certamente definire “superficiale”. La “mostruosa” Dolly va
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“tranquillamente” a fare un gita in barca, ma la “convenzionale” Lirit decide di andare al centro commerciale, “usando la carta della madre prima che sia annullata97”. Ironicamente, lo
stesso atteggiamento, se presentato in una forma convenzionale e canonica per la letteratura israeliana quale quella del romanzo famigliare, non causa scalpore. Quella che è stata definita la “scelta commerciale98” di Orly Castel-Bloom sembra in realtà nascondere lo stesso tipo di
critica che l’autrice ha più volte mosso nei confronti della società israeliana, come un mondo fatto di mode e convenzioni, a cui ancora sardonicamente irride attraverso un’operazione letteraria che riesce a gestire una determinata forma convenzionale per incapsulare contenuti problematici, proprio con il fine di dimostrare come così facendo questi passino inosservati o divengano accettabili, poiché tutto in fondo non si basa su nient’altro se non tacite regole da rispettare, almeno in parte.
Sia per Dolly che per Lirit, l’atteso tema della tristezza comunque emerge, ma solo in un secondo momento, quando diviene innocua dal punto di vista esistenziale. In Ṭeqsṭil troviamo infatti un riferimento al dolore che, esplicito in Doli siṭi, viene qui invece espresso attraverso la descrizione della sua manifestazione esteriore, cioè il pianto. Invece di fornire un’analisi interiore sul personaggio, attraverso la tecnica del flusso di coscienza a cui Castel- Bloom ricorre altrove nel romanzo, la condizione emotiva e psicologica di Lirit viene descritta dal narratore attraverso una visione esterna, riportando solamente manifestazioni esteriori. Il lettore è spinto a dedurre che Lirit sia afflitta dalla difficoltà ad accettare la morte della madre e può quindi giustificarne quell’atteggiamento “commerciale” che sarebbe altrimenti interpretabile come sintomo di superficialità:
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Ṭeqsṭil, 172; Textile, p. 184;
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188 א תומ זאמ הנושארל הּמ אלכ דצל דצמ תולק השאר תא העינהו ןותיעה תא הטיסה איה .התכב תלבקמ אל ,המיכסמ אל ,הנימאמ .
Per la prima volta dalla morte di sua madre, pianse. Ripose il giornale e mosse la testa leggermente da un lato all’altro come per dire non ci credo, non sono d’accordo, non lo accetto99
.
Esistono anche altre sorprendenti dettagli che conducono a instaurare un parallelo tra le dinamiche madre-figlia descritte in Ṭeqsṭil e in Doli siṭi. Innanzitutto, come si è già parzialmente visto, entrambi i testi riportano le riflessioni e le reazioni di una figlia rispetto alla fattualità dell’invecchiamento della madre secondo modalità molto simili. In particolare, in Ṭeqsṭil troviamo infatti la questione della scomparsa sia di Mandy che di Audrey descritta nei termini di una progressiva riduzione delle dimensioni fisiche. Oltre al brano già citato in riferimento a Mandy, qualche pagina prima troviamo questa descrizione per Audrey:
םוי טעמכ המא תא התארש ףא - םיניחבמ אל ,תאזב תורידתב והשימ םיאור םאש לכל עודיו ,םוי םייונישב - אל זכרמ הזיא תארקל רתויו רתוי תוקמטצמ המא ינפ יכ ידנמ המצעל הנייצ - עודי .
Benché incontrasse la madre quasi ogni giorno – ed è noto che se si vede qualcuno così di frequente non si distinguono i cambiamenti – Mandy si era resa conto che il viso della donna andava rattrappendosi sempre di più verso un centro sconosciuto100.
Il tema del rimpicciolimento come manifestazione della degenerazione fisica che conduce alla morte della madre è ricorrente anche in Doli siṭi:
,הל חרב ןדיסה .הלש בהזה ידימצ תא יל השירוה רשא וז ,הלש אמאל התמדו הכלה הנקזה ה הילגר ,ונטק היניע ,תומצעהמ ,ימיאל םינפה לע התיה הלש היצלוקריסה ,וחפנת . 99 Ṭeqsṭil, p. 171; Textile, p. 183. 100 Ṭeqsṭil, p. 56; Textile p. 62.
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La vecchia assomigliava sempre più a sua madre, quella che mi ha lasciato in eredità i suoi braccialetti d’oro. A mia madre, il calcio se ne andava dalle ossa, gli occhi si rimpicciolivano, le gambe si gonfiavano, la sua circolazione faceva pietà101.
Il brano associa la dinamica del “rimpicciolimento” con la questione delle ossa e del calcio, un dettaglio che connette ulteriormente Lirit e Dolly nella loro relazione con le rispettive madri. Inoltre, non solo sia la madre di Dolly che Mandy muoiono perché “il calcio se ne va dalle loro ossa102”, ma entrambe decidono, con disappunto della figlia, di donare il proprio corpo alla scienza103.
La qualità speculare dei contenuti dei due romanzi deriva dal fatto che, in relazione al rapporto tra madri e figlie, Castel-Bloom si concentra non tanto sull’ansia materna che si instaura particolarmente in entrambi i testi per quanto concerne il figlio maschio, ma piuttosto sul potere che la madre può esercitare e sugli speciali risvolti che questo ha su una figlia, con le dinamiche di imitazione e rifiuto che questo genera104. Sono quindi le questioni della conflittualità e della dipendenza rispetto alla figura materna dalla prospettiva di una figlia, insieme alla problematicità posta dalla morte della madre, a costituire le principali similitudini tematiche tra i due romanzi. Mentre la relazione tra Mandy e Audrey mostra ovviamente uno squilibrio di potere, con la figlia succube della madre, le relazioni tra Dolly e Lirit nei confronti della propria madre sono più complesse ed emergono evidentemente come relazioni accentuatamente conflittuali. Nell’appendice testuale i brani sono stati organizzati secondo le duplici direzioni che la dinamica madre-figlia può assumere: tentativo “demiurgo” da parte della madre; tendenza all’imitazione da parte della figlia, per averne approvazione e
101
Doli siṭi, p. 45; Dolly City p.61.
102
In Doli siṭi, p. 45, p. 50, p. 54; Dolly City p. 61, p. 69, p. 74. In Ṭeqsṭil, p. 131; Textile, p. 140.
103
In Doli siṭi, p. 114; Dolly City, p. 152. In Ṭeqsṭil, p. 160; Textile, p. 172
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La letteratura su questo tema è molto ampia, dalle prime sistematizzazioni teoriche realizzate da Sigmund Freud e Car Gustav Jung, attraverso personalità come Julia Kristeva, fino alle più recenti evoluzioni come l’opera di Nancy Chodorow The Reproduction of Mothering: Psychoanalysis and the Sociology of Gender.
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protezione; conflittualità reciproca nel processo di progressiva definizione di una diversa identità.
Come emerge dal materiale testuale così organizzato, in Doli siṭi la figura della madre è associata a livello semantico fondamentalmente solo al tema della relazione conflittuale, laddove Dolly e la madre rappresentano due poli distanti e opposti. In Ṭeqsṭil troviamo lo stesso tipo di conflittualità espresso a livello semantico, ma il rapporto è più dinamico, dal momento che, come vedremo, la morte non interviene alla fine del romanzo, ma all’inizio e rappresenta il punto focale attorno a cui si costituisce la nuova identità di Lirit. La madre in
Doli siṭi è essenzialmente presentata in relazione alla questione della maternità, come modello
simmetricamente opposto a quello di Dolly.
Anche per Dolly la madre è introdotta in relazione alla questione dell’educazione, dal momento che la figura materna, già solida dal punto di vista identitario, ha influenzato la soggettività in divenire di Dolly, fissandovi contenuti che determineranno la sua vita futura. È, infatti, all’educazione materna che viene connessa la prima manifestazione di quella malattia delle possibilità che affligge Dolly e dell’ansia che ne deriva.
ןופלטב ימיא תא גישהל יתיסינ , הלצא סופת היה לבא . אמא תודוא לע תאזה השיאה יל הרפיס יתודליב הסיבכ תנוכמל הקונית תא הסינכהש תחא , התוא הליעפהו , תמ אוהו , םלוע רסאמ שנוע הל ונתנ טפשמה תיבבו ךרפ תדובע סולפ , הסבכמב , תסבוכ רותב . הזה רופיסה תא יברקב ימיא הטרח קומע הכ , התעש דע , תא יתסנכהשכ הסיבכה תנכמל קוניתה ידגב , קוניתה תא הכותב תוארל יתימיד , יתרכה תא יתדביאו .
Ho cercato di contattare mia madre per telefono, ma era occupato. Quando ero piccola questa donna mi aveva raccontato di una madre che aveva messo il suo bambino in lavatrice, l’aveva accesa, e questi era morto, poi il tribunale l’aveva condannata all’ergastolo e in più ai lavori forzati, in lavanderia, come lavandaia. Mia madre aveva impressa così profonda nelle mie viscere questa storia tanto che ora,
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mentre mettevo in lavatrice i vestiti del bambino, mi sono immaginata di vederci dentro lui, e ho perso conoscenza105.
Il fatto che Dolly cerchi comunque il sostegno della figura materna nel momento in cui diviene madre lei stessa è molto significativo e crea la dinamica secondo la quale la madre rappresenta nel corso del romanzo il doppio di Dolly, incarnando l’altro lato, ideale e normativo, della femminilità e quindi della maternità. Se Dolly è violenta e ansiosa, infatti, la nonna dona a Ben momenti di calma e serenità. Prendendo ancora in considerazione il materiale testuale è evidente come la madre appaia ripetutamente dopo attacchi di ansia che sono così violenti da causare lo svenimento di Dolly.
חותפ היה סירתה ,טועפהייחל רזח עבצה .דמימ ייחל ףסונ יניע תא יתחתפשכ , לע הבשי ימיא ַל ,םירפרפ ינש ופפועתה רדחבו ,המקרו הנדנ הסיכ ב נ ני םי .
Aprendo gli occhi ho trovato una nuova dimensione alla mia vita. Sulle guance del piccolo era tornato il colorito, la persiana era alzata, mia madre sedeva sulla sedia a dondolo e ricamava, e due farfalle pieridi svolazzavano per la stanza106.
La misura in cui Dolly dipende dalla madre ed allo stesso tempo le si opponga è evidente in vari brani del romanzo, tutti riportati in appendice. Sin dal primo “riaprire gli occhi” di Dolly, la madre è associata evidentemente a occupazioni canoniche della femminilità, attraverso un meccanismo di resa alla lettera dei luoghi comuni, mentre Dolly sembra costituirne l’antitesi nel suo apparente tentativo di rovesciarne ogni aspetto convenzionale e “fasullo”. ןלבוג המקר ימיא .קוניתה הנומ היה ,הנילופמרטה לע ,היתולגרמל .המקרו ילומ הבשי יתרוה המ השיא וילע תריוצמש ה האמ - 18 תואה תא תטרוחו רעיה עצמאב תדמוע S התיה איה .ץע עזג לע 105
Doli siṭi, p. 14; Dolly City, p. 19.
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192 הריעצה תטברשמ הבוהא םש תאש תענכושמ - ,תבתוכ איה הלש המש תאש תענכושמ יתייה ינא םלוא ןטשה ומכ תירטנצוגא איה יכ .
La mia genitrice sedeva davanti a me a ricamare. Ai suoi piedi, dentro il box, stava posato il bambino. Mia madre ricamava un gobelin sul quale era disegnata una donna del diciottesimo secolo che in mezzo a un bosco incideva la lettera S sul tronco di un albero. Lei credeva che la giovane stesse schizzando il nome dell’innamorato – mentre io ero convinta che stesse scrivendo il suo di nome, perché