• Non ci sono risultati.

2. Introduzione al lavoro

2.1. Il talk show negli Stati Uniti e in Italia

Il talk show è un genere di prodotto audiovisivo dalle particolarità ben distinte che lo rendono diverso da paese a paese proprio in virtù dello stretto legame con la cultura in cui si eradica e di cui tratta. Anche per queste ragioni, non è facile fornire una definizione di questo genere, come ci spiega Ilie (2006):

[The talk shows] represent rapidly changing hybrid media phenomena, they display intertextuality through overlaps with other mediatized forms of talk, and they endlessly reconstruct themselves by violating and trasgressing their own discursive conventions […] To capture its distinctive features it is essential to explore the sociocultural environment and the contextual factors that generated it and that continue to shape it (Ilie 2006)

Tuttavia, è sempre Ilie (2006) a fornirci alcuni criteri per meglio classificare i vari talk show esistenti nel panorama nordamericano, ma anche europeo. Un primo criterio riguarda gli argomenti trattati, ovvero a seconda che si dia la precedenza a news e politica, a temi di natura

sociale o al puro intrattenimento. Un secondo criterio si basa sulle categorie dei partecipanti e degli ospiti. Un terzo criterio prevede invece la classificazione a seconda dell'orario in cui viene trasmesso il programma.

Le origini del talk show, secondo Munson, risalgono ad alcune trasmissioni radiofoniche degli anni trenta del Novecento in cui si chiedeva agli ascoltatori di intervenire nelle conversazioni dei conduttori chiamando un numero telefonico (Ilie 2006). Negli Stati Uniti è un genere televisivo che ha da sempre un successo strepitoso: i pionieri sono stati Steve Allen, considerato l'ideatore del talk show così come lo conosciamo oggi, e Johnny Carson, il primo conduttore del talk show americano più longevo: il The Tonight Show, che ha esordito nel piccolo schermo negli anni cinquanta ed è esploso negli anni sessanta proprio sotto la conduzione di Johnny Carson. Intorno a quest'ultimo hanno gravitato, nei decenni successivi, altri importanti programmi televisivi dello stesso tipo in prima o seconda serata, come il Late Show già citato nei paragrafi precedenti ma anche il Late Night condotto da Conan O'Brien oppure il Phil Donahue Show condotto appunto da Phil Donahue dal 1967 al 1996 e considerato l'erede diretto dei talk show radiofonici in virtù della partecipazione attiva del pubblico (Ilie 2006). Inoltre, il talk show è un genere televisivo che incolla gli americani agli schermi anche nelle ore diurne: lo ha fatto fino al 2011 con il celeberrimo show di Oprah Winfrey e continua a farlo grazie a quello di Ellen DeGeneres, che riscuote sempre maggior successo ed è il più seguito da quando Oprah Winfrey annunciò di lasciare il piccolo schermo. Come indica il termine stesso, il talk show si basa principalmente sulla conversazione tra il conduttore e i suoi ospiti, che sono solitamente personalità importanti del mondo dello spettacolo, dell'arte, dello sport o, in misura minore, della politica. Il conduttore intervista l'ospite o gli ospiti presenti dedicandosi a temi spesso leggeri e divertenti tramite domande su aneddoti ed esperienze di vita, sul lavoro che svolgono e i progetti futuri e sulla propria vita quotidiana e familiare. Per rompere la monotonia formale, ci sono intermezzi musicali grazie alle band in studio o invitate come ospiti, oltre a gag, filmati e immagini esilaranti mostrati in diretta, così come rubriche e monologhi irriverenti da parte del conduttore. L'obiettivo principale, dunque, è prevalentemente l'intrattenimento, spesso senza secondi fini. La funzione informativa è di secondaria importanza, anche se può essere più marcata in certi talk show piuttosto che in altri.

È forse quest'ultimo aspetto ciò che più contraddistingue il talk show statunitense dai tentativi di esportazione della televisione italiana. Mentre a livello europeo il format è stato esportato

con successo come nel caso del Graham Norton Show trasmesso dalla BBC in Gran Bretagna, in Italia il modello più simile a quello americano è stato forse quello del Barracuda di Daniele Luttazzi andato in onda in seconda serata su Italia 1 nel 1999 e il cui format riprendeva abbastanza fedelmente quello del talk show notturno di stampo statunitense: il comico romagnolo iniziava spesso con un monologo irriverente sui principali temi di attualità per poi invitare in studio gli ospiti, che si sedevano su una poltrona accanto alla sua scrivania, proprio come accadeva negli studi di David Letterman o Jay Leno e accade tuttora con Colbert e Fallon. Altre analogie erano la presenza in studio di una band, la Barracuda Combo, e alcune rubriche simili che hanno anche provocato accuse di plagio al conduttore. Lo stesso Luttazzi, in un suo libro del 2007, ha citato il suo co-autore Davide Parenti che aveva ammesso di aver “fatto insieme Barracuda rubando a Letterman”, pur divergendo da queste dichiarazioni e dando una diversa versione dei fatti, come testimoniano queste righe di un articolo del Fatto Quotidiano:

Il Foglio mi accusò di “copiare il Letterman” adducendo come indizi le rubriche Know your current events e Know your cuts of meats, il lancio delle matite e la tazza di caffè, la Top ten, le battute sulla coppia Berlusconi-Rutelli uguali a quelle su Bush-Gore, le smorfie, la postura […] Erano tanto svegli da non capire che lo facevo apposta. (Il Fatto Quotidiano, articolo del 19 maggio 2015)

Le accuse di plagio nei confronti di Luttazzi riguardano anche un altro programma simile al talk show americano, ovvero il Satyricon, sempre condotto da Luttazzi per pochi mesi nel 2001.

Tuttavia, la differenza tra questi due validi tentativi d'imitazione e i talk show americani è semmai di natura tematica e, appunto, di funzione testuale: Luttazzi invitava sì personaggi del mondo dello spettacolo, della televisione e della musica, ma anche esponenti politici o giornalisti che si occupavano di politica e dei suoi lati più oscuri, come testimonia una delle ultime puntate del Satyricon con un giovane Travaglio come ospite. In questi casi, la funzione informativa è più preponderante e, in un certo senso, questa satira politica di Luttazzi lo accomuna proprio a John Oliver, il conduttore del Last Week Tonight with John Oliver, oggetto del mio elaborato, di cui spiegherò le caratteristiche nel prossimo capitolo.

Un talk show più longevo in Italia, tuttavia, è il Maurizio Costanzo Show, andato in onda sia in prima che in seconda serata dal 1982 al 2009 e tornato su Rete 4 nel 2015 per quattro

puntate speciali. Condotto sul palcoscenico di un teatro (principalmente il Parioli di Roma), il programma ha affrontato diverse tematiche, alcune anche molto delicate come la mafia o le malattie mentali, in presenza di personaggi importanti dello spettacolo o della cultura italiana in qualità di ospiti.

Attualmente, un format che si avvicina parzialmente a quello americano è rappresentato dalla trasmissione televisiva Che Tempo che Fa di Fabio Fazio, in onda su Rai 3 dal 2003. In questo caso, però, a mancare è la vena ironica, satirica o di puro intrattenimento dei talk show all'americana, sia per il carattere e il temperamento del conduttore in sé, sia perché questo programma predilige piuttosto la presenza di personalità di spicco che parlino di un proprio lavoro da poco pubblicato, sia esso un libro, un album musicale, un programma televisivo o un film, o di politici che espongano i propri progetti o la propria linea ideologica: una delle puntate più recenti ha visto la partecipazione dei Coldplay e di Matteo Renzi, a dimostrazione della volontà di avere in studio artisti che abbiano un lavoro da proporre o esponenti politici per affrontare tematiche più serie. La componente comica della trasmissione viene solitamente relegata alla fine tramite la presenza dell'attrice Luciana Littizzetto, a meno che gli ospiti non siano essi stessi comici di professione. Insomma, in Italia il modello del talk show americano alla maniera di David Letterman non ha riscosso grande fortuna o ha dovuto subire modifiche contenutistiche o formali che ne garantissero una relativa longevità.