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2. Introduzione al lavoro

2.4. Nel dettaglio: sottotitolare il Last Week Tonight

2.4.4. Tradurre i riferimenti culturali e l'umorismo

L'aspetto che probabilmente comporta una delle maggiori difficoltà per il sottotitolatore di un programma televisivo come il Last Week Tonight è l'uso frequente di riferimenti e allusioni culturali non solo per la funzione informativa dell'argomentazione, ma anche all'interno di elementi di VEH con intento comico-umoristico o satirico. John Oliver fa spesso riferimento a personaggi celebri del mondo dello spettacolo, della politica e dello sport, e a film, trasmissioni ed emittenti televisive.

prediligono l'aderenza al testo originale, e quelle target-oriented, che invece antepongono la comprensione del testo da parte dell'audience del prodotto tradotto, anche se alcune di queste a volte si rivelano inattuabili nel caso del Last Week Tonight a causa della presenza di immagini che raffigurano proprio l'elemento culturale cui si fa riferimento. Questa dicotomia è un concetto essenziale in teoria della traduzione ed è descritta con termini diversi a seconda degli studiosi e dei linguisti che hanno trattato l'argomento: Lawrence Venuti (1999) parla rispettivamente di strategie estranianti e addomesticanti, mentre Gideon Toury (1995) conia i termini “adeguatezza” e “accettabilità” (in Osimo 2004). Nel campo delle strategie source- oriented rientra la “conservazione” (retention), che consiste nell'utilizzo dello stesso riferimento culturale senza nessuna modifica, se non a livello ortografico per venire incontro alla lingua target o tramite l'utilizzo del corsivo o delle virgolette per evidenziare il riferimento nel testo del sottotitolo. Questa è la strategia più usata nel trattamento dei riferimenti culturali, poiché può permettere anche di mantenere l'effetto comico se l'ECR rientra in un'ottica di VEH. Si può parlare di “conservazione” anche nei casi in cui una battuta sia di tipo “internazionale” (chiste internacional), ossia non abbia al suo interno riferimenti culturali e quindi possa essere tradotta tramite un procedimento per corrispettivi nella lingua di arrivo e di equivalenza formale. Non sempre, però, si può e si deve mantenere il riferimento culturale così com'è o utilizzare le equivalenze formali, bensì può ritenersi necessaria l'aggiunta di informazioni per far comprendere allo spettatore del prodotto audiovisivo tradotto ciò di cui si parla: in questo caso si attua la strategia della “specificazione” (specification), aggiungendo materiale verbale che espliciti il riferimento culturale rendendolo più accessibile. Questa strategia si attiva quando è necessario esplicitare acronimi e abbreviazioni (WADA → World Anti-Doping Agency, Last Week Tonight, III stagione, episodio 17), aggiungere informazioni relative a un nome proprio (Lance Armstrong → il ciclista Lance Armstrong) o a un'istituzione (at Brown → at Brown University, Pedersen 2011). Tuttavia, è una strategia che ha delle controindicazioni dettate dal fatto che l'aggiunta di materiale verbale potrebbe risultare impossibile a causa delle limitazioni sul numero di caratteri di ciascun sottotitolo. In molti casi, quindi, specificare un riferimento culturale può significare omettere altre informazioni, per cui il sottotitolatore deve ponderare bene la scelta e adottare questo tipo di strategia solo quando la ritiene strettamente necessaria per la comprensione del testo.

prevede informazioni in più o in meno, ma solo una traduzione letterale o un calco del riferimento originale. È un modo per far sentire la presenza della cultura che ha originato il prodotto audiovisivo allo spettatore target, anche se il confine tra traduzione diretta e traduzione scorretta a volte può essere molto labile (Captain of police → capitano di polizia, Pedersen 2011).

Contrapposte a queste strategie ci sono quelle target-oriented per dare la precedenza alla comprensione del pubblico a cui è destinato l'audiovisivo tradotto. La strategia opposta alla “conservazione” è la “omissione” (omission), che consiste nella totale eliminazione del riferimento culturale nel sottotitolo in quanto considerato intraducibile. Nonostante possa sembrare un'operazione superficiale, Toury la indica come una vera e propria strategia traduttiva (Pedersen 2011) e in quanto tale, è da considerarsi come la più orientata al pubblico target. È evidente che se l'ECR fa parte di un elemento di VEH, la “omissione” potrebbe provocare la scomparsa di qualsivoglia effetto comico o umoristico e quindi è una strategia che deve essere utilizzata solo in mancanza di alternative valide.

Simile alla “specificazione” per l'intenzione di favorire la comprensione, ma con procedimento contrario, ovvero dal particolare al generale, esiste la “generalizzazione” (generalization). Consiste nel sostituire un ECR del testo originale con un termine sovraordinato, ad esempio un iperonimo, che è definito infatti un “termine indicante un’unità lessicale di significato più generico ed esteso rispetto ad una o più altre unità lessicali” (Treccani: online). In alternativa, si può adottare una parafrasi, cioè una frase che espliciti il senso del riferimento culturale pur essendo meno specifica e, in genere, più lunga. Difficilmente con questo tipo di strategia si può ottenere un altro ECR in traduzione, anche se Pedersen ne fa un esempio: Central Park tradotto con New York, ossia un meronimo (parola che indica una parte di un tutto) tradotto con un iperonimo. Questo è un caso di “generalizzazione” di un ECR con un altro ECR. Se c'è invece una strategia che punta a tradurre un riferimento culturale considerato inaccessibile con un altro, questa è la “sostituzione” (substitution). La “sostituzione" può essere culturale o situazionale. Nel primo caso, il sottotitolatore individua un ECR della cultura target che possa rimpiazzare quello della cultura di partenza che considera inaccessibile per l'audience del prodotto tradotto. Il riferimento da utilizzare in traduzione può appartenere alla cultura target ma può anche essere un riferimento transculturale condiviso da entrambe le culture in gioco. Pedersen cita l'esempio della resa in lingua danese del riferimento al trio comico degli anni trenta The Three

Stooges, molto conosciuto negli Stati Uniti ma non in Scandinavia, con l'equivalente ufficiale danese di Laurel and Hardy (Stanlio e Ollio in Italia), un riferimento culturale condiviso sia dalla cultura di partenza sia da quella di arrivo e quindi transculturale. In alternativa, il traduttore può identificare un riferimento della cultura d'arrivo che sostituisca quello della cultura di partenza. La controindicazione di questa alternativa, più “addomesticante” dell'uso di un riferimento transculturale, è che può creare il cosiddetto credibility gap (Pedersen 2011), ovvero la consapevolezza del pubblico target di trovarsi dinanzi a un'anomalia dettata dal fatto che un personaggio della cultura di partenza utilizzi un ECR tipico della cultura d'arrivo. È inoltre evidente che la strategia della “sostituzione” può essere molto valida quando lo scopo del testo, o skopos secondo la Skopostheorie, è comico-umoristico (si veda il paragrafo 1.5), ma non è giustificata quando lo scopo è informativo. Ora, dato che il Last Week Tonight unisce i due aspetti e mira a informare tramite il ricorso all'umorismo, il sottotitolatore ha il compito di comprendere quando il riferimento culturale è essenziale ai fini dell'argomentazione e quando invece è utilizzato come VEH o, per dirla con un termine caro a Zabalbeascoa, come chiste cultural-institucional o nacional. Nel primo dei casi, la “sostituzione” è una strategia da scartare, nel secondo è invece consigliabile per cercare di mantenere l'effetto comico dell'esempio di VEH in questione. Inoltre, come accennato, in questo programma gli ECR sono spesso collegati a immagini che li rappresentano visivamente e siccome il sottotitolatore non può in alcun modo modificare il prodotto originale a livello di scene e/o immagini, la “sostituzione” non può essere presa in considerazione come strategia di traduzione in questi frangenti.

Esiste, infine, una soluzione “pronta all'uso”, vale a dire l'utilizzo di un “equivalente ufficiale”. Rientrano in questa casistica le misurazioni di peso, altezza, distanza e temperatura: in Italia, i piedi si convertono in metri, le miglia in chilometri, le libbre in chili, i fahrenheit in gradi celsius, ecc. Altri esempi di “equivalenti ufficiali” riguardano le traduzioni ormai note di personaggi di cartoni animati, libri o film: per tutti gli italiani Donald Duck è Paperino e Little Red Riding Hood è Cappuccetto Rosso. Non ci sarebbe motivo di tradurre questi ECR in altro modo.

Per concludere il discorso sui riferimenti culturali e le strategie applicabili per tradurli in un'altra lingua, ritengo interessante evidenziare la classificazione di queste strategie in base al grado di intervento che prevedono, perché questo tipo di riflessione può essere utile ai fini del sottotitolaggio, dove la libertà di intervento, repetita iuvant, è limitata dalle regole ferree

elencate nel primo capitolo di questo elaborato. Pedersen (2011) classifica le strategie di “conservazione”, “traduzione diretta” ed “equivalente ufficiale” tra quelle che prevedono un minimo grado d'intervento, mentre “generalizzazione”, “specificazione” e “sostituzione” necessitano di un intervento maggiore a livello di materiale verbale e di documentazione da parte del sottotitolatore. La “omissione” viene considerata una via di mezzo, in quanto non aggiunge nulla ma allo stesso tempo prevede l'intervento cosciente del traduttore, che decide di eliminare il riferimento culturale.

Le strategie che prevedono un intervento maggiore si attuano quando il traduttore ritiene che il pubblico target non possa avere accesso al riferimento culturale a livello enciclopedico (tramite la cosiddetta “conoscenza del mondo”), a livello intertestuale (tramite la conoscenza di altri testi a cui si fa riferimento) o a livello di cotesto e contesto (all'interno dello stesso testo, tramite ciò che è stato già detto o dalla presenza di risorse ausiliari come le immagini). Negli altri casi è invece preferibile adottare strategie di minimo intervento.