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Come è iniziato

3. il terzo riguarda il recente appello sotto-

scritto ad Agosto 2019 dalle principali società americane, la “Dichiarazione di principi” della Business Roundtable, che ha di fatto abbandonato il principio di “Shareholder primacy” ponendo al centro la necessità di soddisfare la crescente sen-

sibilità sui temi ambientali e sociali.

Tre esempi che permettono di dare un’idea sul cambiamento che è in atto e che può of- frire anche importanti opportunità, tanto al mondo imprenditoriale quanto a quello professionale.

In merito a quest’ultimo, un recentissimo lavoro del Consiglio Nazionale dei Com- mercialisti intitolato “Sostenibilità aziendale e sviluppo professionale: corporate gover- nance e risk management” (pubblicato il 31/07/2019 dal CNDCEC) ha fornito una panoramica sullo sviluppo delle attività professionali connesse all’evoluzione del contesto normativo e della ragionevole e plausibile evoluzione nel medio termine del contesto economico e sociale. In riferimento alle attività della professione economico-

contabile sono state individuate diverse at- tività che possono offrire delle opportunità di sviluppo e che sono:

• Le attività dei professionisti sindaci: in questo contesto sono molte le novità che riguardano i professionisti ed in primis i commercialisti. Esse riguardano non solo i colleghi sindaci dei soggetti obbligati (gli EIPR, Enti di Interesse Pubblico Ri- levanti) ma anche i principali fornitori di tali soggetti. Per quanto riguarda i primi, tra i doveri del Collegio Sindacale si deve tener espressamente conto dei “rischi non finanziari” e quindi dell’esistenza di una adeguata struttura organizzativa aziendale idonea a consentire un ade- guato monitoraggio di tali rischi. Per i se- condi, essi sono indirettamente chiamati in causa proprio dall’evoluzione del D. Lgs. 254/2016 che ha richiesto che siano esaminati, tra i principali rischi che pos- sono riguardare la catena di fornitura, anche le modalità di gestione di tali ri- schi. In tale contesto i commercialisti possono supportare i loro clienti non ob- bligati, ma fornitori degli EIPR, a rendi- contare la loro gestione dei rischi non finanziari a vantaggio e supporto degli obblighi informativi degli EIPR stessi. • Le attività dei professionisti quali atte-

statori e asseveratori di report di infor- mativa non finanziaria: in questo

contesto sono chiamati in causa i profes- sionisti “revisori legali” che devono asse- verare i report seguendo quelle che sono le disposizioni in vigore. In particolare, la revisione dovrà essere eseguita se-

guendo le indicazioni dell’ISAE 3000 emanato dallo IAASB. Le metodologie di attestazione sono sostanzialmente due a seconda del livello di estensione dell’at- tività di verifica: la “Limited assurance en- gagements” e la “Resonable assurance engagements”. Anche in questo caso è presumibile che ci saranno nel prossimo futuro delle evoluzioni anche nei sistemi di tracciamento “contabile” delle infor- mazioni non finanziarie, per permettere un livello di verifica compatibile con le crescenti esigenze delle imprese, dei ve- rificatori e degli stakeholder.

• Le attività dei professionisti quali con-

sulenti nella predisposizione dei report di informativa non finanziaria: questo

è probabilmente il contesto che subirà le più importanti innovazioni e che richie- derà anche un’evoluzione delle compe- tenze possedute dai professionisti e, in particolare, dai commercialisti che tipi- camente supportano le imprese con la loro consulenza non solo di carattere fi- scale. Molte possono essere le aree di in- tervento: prima tra esse il supporto nel monitoraggio e nella gestione dei rischi, dove sussistono diverse normative e re- golamenti, per i quali occorrono quelle competenze trasversali e multidiscipli- nari che i commercialisti hanno.

Solo per citarne alcune: il Decreto Legi- slativo 254/2016 sull’informativa non fi- nanziaria; il Codice di autodisciplina di Borsa italiana e il Decreto Legislativo 231/2001 in relazione agli illeciti di tipo ambientale e sociale; gli Standard di ren- dicontazione non finanziaria e il CoSo Framework. Tutte normative e regola- menti che stanno portando ad un’evolu- zione del concetto di analisi del rischio nell’ambito del processo di ERM in quello di SERM – Sustainable Enterprise Risk Management. Per un approfondi- mento su tali temi rinvio ad un articolo pubblicato sempre su Telos: Sustainable Enterprise Risk Management – Il pro- cesso evolutivo dell’ERM per integrare i principi della sostenibilità (Pier Paolo Baldi su “Telos”, Gennaio 2019). Inoltre, il professionista commercialista può supportare i suoi clienti nella predispo- sizione del report, per la quale si ricor- dano le principali fasi che vanno dall’assessment della CSR aziendale alla pianificazione del processo di reporting; dall’attività di stakeholder engagement al- l’analisi di materialità e scelta dei conte- nuti del report; dal monitoraggio e sviluppo del report alla sua verifica e co- municazione verso l’interno e verso l’esterno dell’impresa.

Richiamando sempre il documento del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, emerge anche un’altra attività professionale

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che riguarda l’attività dei tanti professionisti nel loro ruolo di amministratori di società. In tale contesto, specifiche competenze in ambito ESG potranno essere utili per svi- luppare le strategie più adeguate e per do- tarsi della più idonea organizzazione, anche in funzione delle remunerazioni apicali per le quali il recente D. Lgs. 49/2019 (Incorag- giamento degli impegni a lungo termine degli azionisti) ha stabilito che i soci ed i co- mitati remunerazioni devono tener conto, nello stabilire le remunerazioni degli ammi- nistratori o dei dirigenti apicali, delle stra- tegie e dei rischi afferenti ai temi della sostenibilità d’impresa. In tale contesto si potrebbe andare a delineare una figura di professional director o ESG Director che abbia formazione ed esperienza specifica sui temi di CSR. Per un approfondimento di tali temi si rinvia alla lettura del documento di Guido Ferrarini “Governare la sostenibilità: gli amministratori indipendenti come pro- tagonisti del cambiamento” (Guido Ferra-

rini su “La voce degli indipendenti”, Luglio 2019).

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Nel corso del documento sono stati analiz- zati diversi aspetti che, partendo dal Bilan- cio di Sostenibilità dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma, hanno permesso di esaminare sia le difficoltà che possono es- sere incontrate nell’approccio professionale ad una tematica non nuova, ma innovativa, per la professione, e sia le tante opportunità professionali che tale tematica può offrire e che può trovare nei commercialisti quella pluralità di competenze trasversali che, con un opportuno investimento formativo, pos- sono essere estese dalla rendicontazione fi- nanziaria a quella non finanziaria in quello che, ne sono certo, rappresenterà la stessa evoluzione della modalità di comunicare i dati aziendali – finanziari e non finanziari – nell’evoluzione stessa del Corporate Repor-

La Responsabilità Sociale d’Impresa, in in- glese Corporate Social Responsibility (CSR), rappresenta un processo di miglioramento che per sua natura richiede un cambia- mento culturale nella modalità di gestione delle aziende e di rendicontazione delle re- lative performance.

Il presente documento intende individuare le principali aree di intervento del dottore commercialista in ambito CSR, partendo dalle competenze necessarie per affrontare tale argomento che spesso appare difficile in ambito professionale, in particolare laddove non ancorato ad aspetti strettamente finan ziari.

Dalla volontarietà