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3.5 Materiale autentico

3.5.1 Immagini dall’attività “Disegna la tua scuola”

Alla realizzazione dei disegni sono stati coinvolti quattro alunni di nazionalità cinese e uno di nazionalità russa di età compresa tra i sette e i dieci anni, iscritti nelle classi prime e terze di una scuola primaria del mantovano. A ciascuno degli alunni è stato chiesto di disegnare la propria scuola, senza fornire, per quanto possibile nessuna indicazione, limitazione o suggestione. Gli alunni avevano a disposizione lo stesso materiale condiviso: fogli bianchi, matite e colori. Agli alunni è stata poi concessa la possibilità di scrivere un breve commento sul disegno, qualora lo ritenessero opportuno.

114 L’idea di far disegnare la propria scuola nasce dagli esiti negativi di una attività proposta dalla

sottoscritta nella classe di alfabetizzazione e finalizzata all’esercizio comunicativo con i compagni. I bambini, disposti in cerchio, avevano al proprio interno un foglio bianco di grosse dimensioni. Lanciando la palla ad un compagno, l’alunno doveva affermare, attraverso le competenze grammaticali precedentemente acquisite, qualcosa di oggettivo circa la propria scuola (es. “La mia scuola è quadrata”, “La mia scuola ha un cortile” ecc.). Il bambino che riceveva la palla doveva invece disegnare quello che gli era stato detto e poi ripetere l’operazione con la palla verso un altro alunno, il quale avrebbe disegnato sul foglio le indicazioni del compagno. L’idea era quella di esercitare gli alunni alla conversazione, dimostrando loro che con la funzione comunicativa potevano creare, in maniera condivisa l’immagine della propria scuola. I bambini, tuttavia, si lanciavano la palla senza articolare nessuna frase finita, sequenziale e logica, in qualche modo rappresentante il vero. Da qui, è emerso il dubbio che l’esito dell’attività potesse non dipendere necessariamente da un’insufficienza linguistica, ma da qualcosa di più complesso. La sottoscritta ha deciso dunque di sospendere l’attività e proporne una nuova, in cui ciascun alunno, singolarmente, doveva rappresentare visivamente la propria scuola.

Figura 3-3 Disegno di M. della propria scuola

La scuola di M. (Figura 3-3), raffigurata in primo piano, consta di un’alta torre che si staglia nel centro del foglio e dalle cui parti si sviluppa il resto del plesso scolastico. L’uso del colore è realistico, la forma dell’edificio si discosta dal corrispettivo reale. Cancello, porta e finestre sono chiuse e povere di dettagli. La presenza umana è rappresentata all’esterno dell’edificio, nel cortile all’interno del plesso.

La torre centrale divide l’immagine in due parti: la coppia di bambini alla sinistra della torre gioca a calcio, mentre quella a destra è impegnata a giocare a volano. Potrebbe essere significativo notare come l’attività a sinistra, tipicamente esercitata in Italia e quella a destra, più diffusa in Cina siano perfettamente bilanciate all’interno dell’ambiente scolastico.

Alla domanda posta a M. se la scuola rappresentata fosse quella italiana o quella precedentemente frequentata in Cina, M. risponde che si tratta della scuola italiana.

Figura 3-4 Disegno di F. della propria scuola

Nel disegno di F. (Figura 3-4), la scuola è rappresentata in primo piano, nel quadrante in basso a sinistra del foglio. L’edificio scolastico è raffigurato nel suo intero complesso, con il cortile esterno e il cancello che separa la struttura dal contesto in cui si inserisce. La visione è esterna, ma dalle finestre della scuola si intravedono figure umane, alcune in piedi, altre sedute al banco con un foglio in mano. I bambini nel cortile sono impiegati in attività ludico-ricreative e si lanciano una palla. Fatta eccezione per la figura seduta appartata sulla scalinata che porta all’ingresso dell’edificio, le figure umane rappresentate hanno un’aria sorridente e distesa, alcune con la bocca aperta a simularne la voce. La strada che si snoda nella parte superiore dell’immagine si congiunge con l’altro edificio raffigurato nel disegno: si tratta dell’esercizio commerciale gestito dalla famiglia di F. e ubicato nello stesso paese. Ogni elemento è rappresentato cercando di fotografare fedelmente il corrispettivo reale (il colore della scuola, la struttura dell’edificio, la presenza del vigile urbano che veicola il traffico nei pressi dell’entrata della scuola e l’ambiente che circonda il plesso). Il disegno sottende

una compresenza olistica tra l’ambiente scolastico, di cui si dimostra la piena consapevolezza del ruolo ludico-educativo e la realtà sociale, con la rappresentazione della scuola nel suo più ampio contesto cittadino.

Figura 3-5 Disegno di S. della propria scuola

La scuola di S. (Figura 3-5) si configura come un’alta struttura centrale in cui gli unici elementi architettonici sono le porte serrate. La parte esterna dell’edificio è segnalata dalla presenza di una linea che separa il plesso dallo spazio vuoto del disegno e del cielo e i cui unici elementi sono il giardino e il cancello, anch’esso serrato. Il disegno è fortemente idealizzato e non vi è alcun tentativo di riproduzione fedele della scuola. La presenza umana è pressoché assente, fatta eccezione per i due bambini all’esterno dell’edificio. Alla domanda 他们是谁?(“Chi sono loro?”), S. risponde “他们是我和 X 跑步⽐赛”(“siamo io e X che facciamo una gara di corsa”) e lo precisa scrivendolo nella sua lingua madre sopra alle due figure. L’unica interazione che egli decide di

raffigurare esula dunque dalle attività educative e ludiche proposte dalla scuola e si manifesta con un connazionale.

Figura 3-6 Disegno di M. della propria scuola

La scuola di M. (figura 3-6) è un edificio squadrato sormontato da una torre, con la porta chiusa e un orologio sul tetto. L’uso del colore, fatta eccezione per la vegetazione del cortile esterno, è assente.

La presenza umana è rappresentata da una coppia, riproposta per cinque volte in ambienti diversi del plesso scolastico. Alcune didascalie corredano le immagini, precisando l’identità dei due soggetti rappresentati: una di queste figure è “Mara”, nello stato “KO”. Alla domanda “他们是谁?” (“Chi sono loro?”) M., infatti, risponde: “是我把你踢死了” (“Questo sono io che ti uccido a calci”).