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L’impatto del sisma sulla popolazione e sull’economia locale

Capitolo 3 Il terremoto del Wenchuan e la rinascita dell’industria turistica del Sichuan

3.1. Il terremoto del Wenchuan

3.1.1. L’impatto del sisma sulla popolazione e sull’economia locale

Il 12 maggio 2008 alle 14:28 un terremoto di magnitudo 8.0 con epicentro nella contea di Wenchuan, nella parte settentrionale della provincia a 80 km da Chengdu, ha scosso la provincia del Sichuan. Secondo le analisi condotte dalla China Earthquake Administration (2008), il terremoto ha interessato un’area di 500 mila km², ha provocato la morte di 69.222 persone, ne ha ferite altre 374.638, ha causato 18.176 dispersi e ha creato più di 4.8 milioni di sfollati. Si tratta del sisma più grave registrato nella Repubblica Popolare Cinese (RPC) dopo il terremoto di Tangshan nel 1976 e ha causato danni economici diretti di oltre 845.2 miliardi di yuan (circa 124 miliardi di dollari) (Liu e Wang, 2015). Quasi l’80% delle vittime e il 91% dei danni economici hanno riguardato la provincia del Sichuan (Wu, Li et al., 2012), ma il sisma ha avuto un impatto rilevante anche nelle province vicine di Gansu, Shaanxi, Shanxi, Guizhou, Hubei e sulla municipalità di Chongqing, e si è sentito fino a Pechino e a Shanghai, dalla parte opposta del paese. Il tremendo bilancio del terremoto è dovuto, oltre che dalla magnitudo, dall’alta densità abitativa della provincia del Sichuan, l’ampia estensione territoriale, l’arretratezza infrastrutturale

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e le caratteristiche morfologiche del territorio che hanno rallentato le operazioni di soccorso e di ricostruzione.

Dopo il terremoto principale si sono verificate una serie di scosse di assestamento che hanno reso più vulnerabile l’ambiente naturale. Solo tra il 12 maggio e il 5 giugno se ne sono state registrate 10.254, di cui 197 con una magnitudo superiore a 4.0, 166 di magnitudo compreso tra 4.0 e 4.9, 26 di magnitudo tra 5.0 e 5.9, e 5 con una magnitudo superiore a 6, le quali hanno causato una serie di disastri secondari provocando ulteriori danni alle strutture e alle infrastrutture dell’area, ritardando anche l’arrivo dei soccorsi e ostacolando la ripresa economica delle comunità colpite (Cui, Chen et al., 2011). Infatti, l’area dove è avvenuto il sisma è caratterizzata da un ambiente montano intervallato da vallate in cui passano diversi fiumi. Le frane e le colate detritiche originate dal terremoto hanno bloccato le strade e i corsi d’acqua creando delle dighe naturali che si sono riempite d’acqua sino a formare dei laghi in zone pericolose, tanto da creare alluvioni inondando le strade, i campi coltivati e le aree abitate, trascinando con sé una quantità elevata di detriti (Tang, Zhu et al., 2009).

La contea di Wenchuan si trova nella prefettura autonoma tibetana e Qiang di Aba che, come abbiamo visto precedentemente, è caratterizzata da un’economia piuttosto arretrata e la popolazione dipende principalmente dalle attività del settore primario o secondario. Un terremoto forte come quello del 12 maggio ha rimodellato le montagne e modificato i corsi dei fiumi, ha distrutto la vegetazione e danneggiato l’habitat degli animali selvatici, tra cui quello di animali rari come la scimmia dorata e il panda gigante. Inoltre, essendo il terremoto un tipo di disastro che danneggia in misura rilevante gli impianti industriali, essi hanno rilasciato sostanze dannose nel suolo, nelle acque e nell’aria, inquinando l’ambiente e mettendo a rischio il benessere umano e ambientale (Krausmann, Cruz e Affeltranger, 2010).

Dato che un disastro naturale è tale solo se influenza in qualche modo la vita delle persone, è naturale che questo abbia causato dei danni all’ambiente artificiale. Nonostante in linea generale le aree urbane registrino danni maggiori dai terremoti, il terremoto del Wenchuan ha avuto un impatto maggiore nelle aree rurali in quanto l’epicentro si trovava proprio in tali aree, e la bassa qualità dei materiali di costruzione di strade ed edifici e un basso livello di resilienza della

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popolazione hanno peggiorato l’impatto iniziale (Liu e Wang, 2015). Dal punto di vista sociale, gli individui che abitano nelle aree rurali risultano essere più vulnerabili ai disastri naturali in quanto possiedono un reddito pro capite fino a quattro volte più basso rispetto agli abitanti delle città che non consente loro di investire nelle necessarie misure di prevenzione. Inoltre, il Sichuan è caratterizzato da migrazioni frequenti della popolazione in età lavorativa verso le città, lasciando nei villaggi solo bambini e anziani che non sono in grado di badare a sé stessi in situazioni estreme. Dal punto di vista materiale, invece, ciò influisce prevalentemente sulla mortalità dei terremoti è legata al crollo degli edifici. Nonostante le aree urbane presentino una maggiore concentrazione di persone, nelle aree rurali le abitazioni sono spesso costruite con materiali poveri che non soddisfano i requisiti antisismici, tanto che il terremoto del Wenchuan ha causato il crollo del 79% delle abitazioni rurali, contro il 15,8% delle abitazioni urbane, uccidendo di conseguenza un numero maggiore di persone (Yuan, 2008). Inoltre, anche le infrastrutture di trasporto e le linee di comunicazione, d’acqua e elettriche hanno subito dei danni, isolando molte città e villaggi dal resto della provincia, causando disservizi alla popolazione locale, ritardando le operazioni di recupero, rendendo più difficili le operazioni di ricostruzione e aumentando l’esposizione ai disastri secondari.

Ad accompagnare i danni ambientali e fisici ci sono stati anche i disturbi psicologici che sono emersi in seguito ad un evento così estremo (Liang, Chu e Wang, 2014; Wu, Xu e He, 2014). I casi più gravi hanno sviluppato forme di disturbo da stress post-traumatico (PTSD), ma non sono mancate sintomatologie minori quali ansia, depressione e incubi causati dall’esperienza in sé e dalla perdita dei propri averi e dei propri cari. La gravità di questi disordini è dipesa da una molteplicità di fattori che riguardano il contesto culturale, sociale, economico e politico in cui vivevano gli individui.

Un lavoro sugli effetti del terremoto sulla salute mentale dei residenti urbani a un anno dal sisma di Wu, Xu e He (2014) evidenzia come le persone che hanno più risentito e sono risultate vulnerabili a problematiche psicologiche sono soggetti femminili, di età compresa tra 31-40 anni, con un reddito basso, che vivevano in sistemazioni temporanee e avevano un minore accesso a programmi di supporto sociale. Essi hanno individuato che gli abitanti delle contee di Chongzhou,

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Pingwu, Wenchuan, Qingchuan e Beichuan hanno presentato i sintomi più gravi, ma a determinare l’impatto di questi disturbi non è stata solo la vicinanza all’epicentro, ma soprattutto gli interventi di supporto governativo e sociale che la comunità è riuscita ad offrire. Infatti, i sopravvissuti ai disastri nei paesi industrializzati soffrono in misura percentualmente minore di disturbi psicologici in quanto hanno un accesso più rapido ed efficace a programmi di sostegno e i governi hanno più mezzi per garantire un ritorno più rapido alla qualità di vita originaria dopo il disastro, e questo si può rilevare su scala minore anche nel caso del terremoto del Wenchuan, dove chi ha potuto avere una propria abitazione e un lavoro risulta essere più soddisfatto delle proprie condizioni di vita, mentre chi ha dovuto vivere in case popolari o all’interno di tende o è dipeso dai sussidi governativi ha percepito una peggiore qualità della vita, diventando più vulnerabile a disturbi psicologici.

Tuttavia, come vedremo in seguito, un disastro può influenzare negativamente anche la salute mentale di coloro che non l’hanno vissuto in prima persona, ma attraverso le immagini, i video e le testimoniante trasmesse attraverso i mass media.