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IMPORTAZIONI 2015 Macchinar

Nel documento Dumping: aspetti economici e sociali (pagine 119-123)

Tessile Manifatturiero Metalli base Prodotti chimici

ESPORTAZIONI 2015

Macchinari Attrezzature da trasporto Prodotti chimici Metalli base

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Il volume delle importazioni europee dalla Cina ammonta tuttavia a quasi il doppio delle esportazioni europee verso la Cina.

Con riferimento al commercio fra Italia e Cina, sia le importazioni che le esportazioni sono cresciute stabilmente dal 2009.

A dicembre 2015, le esportazioni cinesi verso l’Italia ammontano a 28,9 miliardi di dollari.

Le importazioni cinesi dall’Italia ammontano a 18,8 miliardi di dollari.

2015 2015

ESPORTAZIONI CINESI VERO L’ITALIA

IMPORTAZIONI CINESI VERSO L’ITALIA

28.9 miliardi di dollari 18.8 miliardi di dollari

L’Italia è il 15° partner commerciale della Cina (il quarto fra gli stati dell’Unione Europea).

Gli investimenti italiani in Cina, che ammontano a circa 3,5 miliardi di dollari, sono cresciuti negli ultimi anni soprattutto nei settori finanziario e assicurativo e del commercio al dettaglio.

Nel 2015, SACE104 ha stimato la presenza di circa 2.000 società italiane nella repubblica popolare, con un fatturato aggregato intorno ai 5 miliardi di euro105. Le importazioni italiane dalla Cina si concentrano in particolare nel settore dell’acciaio. L’Italia è l’ottavo importatore nel mondo e il primo importatore in Europa per questo settore.

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SACE è una società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti, specializzata nel settore assicurativo-finanziario. L'azienda è attiva nell'export credit, nell'assicurazione del credito, nella protezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel factoring. Il Gruppo assume in assicurazione e/o in riassicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti all'estero. È presieduta da Beniamino Quintieri e opera in 190 Paesi con sedi in tutta Italia e nei principali mercati internazionali (Bucarest, Città del Messico, Dubai, Hong Kong, Istanbul, Johannesburg, Mosca, Mumbai e San Paolo).

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I dati relativi alle importazioni ed esportazioni della Cina sono tratti dal sito internet

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L’Italia non è l’unico paese che negli ultimi anni ha incrementato le importazioni dalla Cina di prodotti in acciaio, ma il dato importante è che la quota italiana dal settore “acciaio” cinese è cresciuta dall’1,88% nel 2014 al 2,53% al 3,14% nel 2016 sul totale del flusso dalla Cina.

I dati sopra riportati vanno rapportati al numero di misure anti-dumping applicate dalla Commissione Europea (o in fase di applicazione).

Su un totale di 40 inchieste anti-dumping in corso, ben 28 riguardano la Cina. Sono tutt’oggi applicate, in via definitiva o provvisoria, 14 misure antidumping avverso l’immissione in Europa di prodotti dell’industria siderurgica cinese; i dazi antidumping hanno l’effetto di attenuare l’impatto che il prezzo dei prodotti cinesi, al di sotto del costo di produzione in Europa, causerebbe alla produzione locale.

Il riconoscimento dello status di economia di mercato (Market Economy Status, MES) alla Cina imporrebbe di calcolare il dumping sui beni importati in riferimento ai prezzi normalmente praticati nel paese esportatore; pertanto con l’ottenimento del MES molti dei dazi antidumping contro la Cina verrebbero meno.

L’abbattimento dei costi dell’acciaio derivante dall’abolizione dei dazi potrebbe dunque generare un ingente aumento delle importazioni in Italia in questo settore.

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Se l’industria siderurgica cinese dovesse continuare a beneficiare di sussidi pubblici, i prezzi all’esportazione mantenuti artificiosamente bassi causerebbero una competizione non concorrenziale con i produttori europei.

Per l’Italia, i presupposti di rischio sono individuati in una riduzione dei posti di lavoro nei settori più colpiti, nella delocalizzazione produttiva finalizzata all’abbattimento dei costi e ad un focus su mercati a maggior rilievo.

Fra gli importatori europei di prodotti in acciaio dalla Cina con valori significativi, figurano anche Belgio (1.167.448.703 US$ di importazioni nel settore a dicembre 2015, e un rapporto sul totale del 2,33%), Spagna (678.255.759 US$ per il 2015 e quota del 1,26% nel 2016), e Germania (187.786.317US$ per il 2015 e 0,42% per il 2016).

Le preoccupazioni circa l’eliminazione dei dazi antidumping sulle esportazioni cinesi nel settore metallurgico non sono dunque limitate all’Italia ma all’intera Unione Europea.

Nel bilancio dei paesi importatori ed esportatori i dati della World Steel Association106 evidenziano come sul fronte export nessuno faccia meglio della Cina con 111,6 milioni di tonnellate di spedizione, seguita dal Giappone con 40,8 milioni e dall’Ue che, esclusi gli scambi intracomunitari, effettua spedizioni per 33 milioni di tonnellate.

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La World Steel Association , spesso abbreviata come worldsteel , è l'organismo commerciale internazionale per l'industria siderurgica. L'associazione rappresenta oltre 150 produttori di acciaio (di cui 9 delle 10 maggiori aziende siderurgiche del mondo), le associazioni nazionali e regionali del settore dell'industria siderurgica e gli istituti di ricerca in acciaio. I suoi soci rappresentano circa l'85% della produzione mondiale di acciaio e le aziende devono produrre almeno 2 milioni di tonnellate di acciaio e operare come imprese commerciali indipendenti per poter beneficiare di una normale partecipazione.

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Sul fronte dell’import invece è l’Europa il maggior consumatore di acciaio con 37,7 milioni di tonnellate, seguita a ruota dagli Stati Uniti con 36,5 milioni di tonnellate.

Guardando all’evoluzione percentuale nelle quote produttive e nei consumi dell’ultimo decennio si può notare come la Cina sia passata dal 31% al 49,6% dell’output mondiale, ai danni di tutti gli altri paesi produttori ad esclusione degli asiatici.

Un fenomeno fedelmente replicato anche per quanto riguarda i consumi infatti la Cina passa dal 33,2% al 44,8%.

In termini di tonnellate, il consumo apparente della Cina nel 2015 si è assestato a quota 672,3 milioni di tonnellate, con un consumo procapite da 488,6 kilogrammi; impietoso il confronto con l’Italia in cui il consumo apparente è di 23,9 milioni di tonnellate mentre quello pro capite è stato di 400,5 kilogrammi107. Nel 2016 la Commissione ha lanciato tre indagini antidumping contro la Cina:

- due relative all’imposizione di nuovi dazi sull'acciaio resistente alla corrosione proveniente dalla Cina;

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Le informazioni e i dati, relativi all’acciaio, riportati fino ad ora sono tratti dal sito internet

www.corriereasia.com

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