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3. VIVERE E RACCONTARE “SOTTO IL CIELO DI ROMA”: traduzione e analisi d

3.3. Proposta di traduzione

3.3.5. Incontri inaspettati

A marzo il meteo è molto strano, il detto italiano dice: “Marzo pazzerello”. È davvero pazzo, mentre il sole è ancora all’orizzonte, si sentono già delle gocce di pioggia cadere sulla testa, il tempo cambia in un attimo, di mattina è mite, di pomeriggio piove a dirotto.

Un pomeriggio, Yingxi stava passeggiando da sola sul corso affollato e vivace. Il percorso che più le piaceva partiva del corso, passava per piazza Venezia, poi svoltava a Largo di Torre Argentina. C’erano alcuni negozi d’arte, cartolerie e librerie molto carine. La via era lunga e stretta, piena zeppa di negozi, c’erano botteghe su entrambi i lati della strada, Yingxi dava

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un’occhiata qua e là, si distendevano a perdita d’occhio. All’improvviso arrivò una giornalista che le chiese di intervistarla, lei ci pensò su un attimo, ci sarebbe stato qualche problema? Sarebbe stato difficile? Alla fine accettò, così la giornalista e il suo cameraman si avvicinarono. L’obiettivo puntò veloce verso di lei e la giornalista le chiese se credesse nell’esistenza del principe azzurro. Yingxi restò celatamente sorpresa, domande così sognanti e romantiche si possono fare a una ragazza adulta? Si sforzò di rispondere: «Oh, ovvio che esiste il principe azzurro!»

«E quindi hai scelto di aspettarlo?» La giornalista avvicinò ancora un po’ il microfono, sorrise, aveva gli occhi appannati, come se fosse ubriaca. Dentro di sé Yingxi pensò: ‘Se vuoi aspettare aspetta, io ho già aspettato un principe cinghiale’. Ma poi si accodò all’entusiasmo della giornalista e rispose:

«Certo che lo aspetto!» Poi si accorse che, domanda dopo domanda, la conversazione si stava inaridendo, forse avrebbe dovuto stare un po’ al gioco, ma pensando all’argomento, non ci trovò proprio qualcosa su cui scherzare e, dato che dentro di sé ne aveva già riso abbastanza, qualsiasi parola in più l’avrebbe fatta sentire ancora più stupida.

Ma la giornalista non aveva ancora terminato, le chiese ancora: «Ma se poi il principe azzurro non arriva, sceglieresti di passare la vita con la persona sbagliata o di continuare ad aspettare?» Yingxi si sentì sollevata nel capire che si stavano avvicinando alla fine, si rivolse alla telecamera come se stesse recitando uno slogan pubblicitario e con voce cadenzata disse: «Se è davvero il principe azzurro, vale la pena attenderlo!»

La giornalista riavvolse il microfono sorridendo, strinse la mano a Yingxi per ringraziarla, poi le chiese se fosse d’accordo alla trasmissione dell’intervista su FOX Italy. Dal nome sembrava si trattasse di un canale satellitare, in ogni caso non era importante, acconsentì: «Va bene, trasmettetela pure, non c’è problema.» Poi si allontanò scuotendo la testa, ad oggi i problemi dell’Italia sono così tanti, non hanno proprio niente di più importante da pensare? Le venne in mente il suo professore che una volta esclamò indignato: «Il governo prende in giro il popolo! Se accendi la Tv, vedi solo ragazze che sculettano, così sei contento e non vai a pensare ai soldi che il governo ruba ai cittadini. Quando c’è una partita di calcio, tutti si riuniscono urlando e schiamazzando, e nessuno fa attenzione alle faccende sporche del governo e agli affari nascosti, o ai tantissimi problemi e ingiustizie della società! Vogliono solo farvi contenti, e farvi dimenticare tutto! Per gettarvi nel vortice di una vita futile!»

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Ripensando a queste cose, Yingxi non si accorse di essere arrivata a Largo di Torre Argentina, era il luogo dove Cesare venne assassinato. Il palazzo del Senato romano aveva attraversato millenni di intemperie ed eventi accidentali, ad oggi ne restavano solo delle mura in rovina. All’angolo della strada c’era un luogo poco visibile, in fondo alle scale c’era un carcere abusivo. Crescevano ciuffi di erba selvatica sui muri e sotto le travi rotte del soffitto, c’erano anche delle colonne di marmo e alcuni rulli inclinati, distesi, oppure in piedi. La piazza è ora circondata da librerie, negozi di souvenir, ci sono anche ristoranti e bar, spesso il traffico è bloccato, da questa piazza parte anche il tram per il centro storico sull’altra sponda del fiume. Yingxi entrò in un negozio di artigianato chiamato “La Chiave”, in cui c’erano tanti oggetti simpatici, tra cui molti avevano un design orientale. Una donna sulla trentina stava scegliendo da un cestino, Yingxi si avvicinò per guardare e vide che nel cestino c’erano delle uova di pietra dipinte, erano tutte colorate, e fuori dal cestino c’erano alcune uova sparse su cui erano disegnati animali africani, elefanti, zebre, giraffe. A Yingxi piacevano da morire, non riusciva a smettere di toccarle, così la donna la bloccò dicendo: «Queste le ho già scelte io!»

«Oh, mi scusi! Non me n’ero accorta!» rispose Yingxi.

Vedendo che si era scusata, la donna fu più gentile, poi chinò la testa e continuò la sua scelta. Anche Yingxi si mise a scegliere dal cestino, all’improvviso le venne in mente qualcosa e non riuscì a trattenersi dal chiedere: «Queste sono le uova di Pasqua dipinte?» La donna, sollevando il capo, rispose: «Esatto.» E Yingxi continuò: «Quando è Pasqua?» La donna disse che ogni anno cade in un giorno diverso, può variare, ma di solito cade all’inizio di marzo. Con questi botta e risposta le due iniziarono a chiacchierare. Yingxi disse che era a Roma da alcuni mesi, non sapeva parlare ancora bene l’italiano, ma la donna ne restò sorpresa, disse che in realtà il suo italiano non era niente male, poi le chiese il suo nome e Yingxi rispose che i nomi dei cinesi hanno tutti un significato, e spesso sono poetici e affascinanti. «Per quanto mi riguarda, quando sono nata ero bruna e magra, avevo gli occhi molto grandi, sembravo una scimmia, così mio padre si augurò che questa scimmietta nella sua vita avrebbe potuto avere ciliegie (ying 樱) da mangiare e acqua corrente (xi 溪) da bere, avrebbe saltato di qua e di là e non avrebbe trovato ostacoli sul suo cammino, così mi chiamò ufficialmente Yingxi 樱溪.”

La donna sembrava una persona molto sensibile, le piaceva gesticolare quando parlava. Sentendo l’origine del nome di Yingxi, si commosse inaspettatamente e lo ripeté più volte,

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sembrava Qiong Yao, quella carismatica donna del mondo dello spettacolo. Disse a Yingxi di aspettare, prese un uovo dipinto di rosso e andò alla cassa, Yingxi restò ferma dov’era e pensò tra sé e sé: ‘Ma non starà esagerando? Vuole comprarmi un regalo?’

Quando tornò, la donna porse a Yingxi con entrambe le mani l’uovo dipinto impacchettato, i suoi grandi occhi marroni brillarono di gioia e sincerità, disse con calore e dolcezza, come una tazza di latte e cioccolato: «Questo è per te! Buona Pasqua!»

Vedendo quella donna, che all’inizio non le aveva permesso di toccare le uova, trasformarsi in un angioletto nel giro di pochi minuti, Yingxi non poté fare a meno di sospirare pensando a quanto fossero magiche le relazioni interpersonali. Ringraziò quella donna italiana incontrata per caso e uscì da “La chiave”.