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2. CONOSCERE E FARSI CONOSCERE: La letteratura sinoitaliana

2.2. La letteratura sinoitaliana

2.2.2. La preziosa fonte dei concorsi letterari: Lingua Madre e Cinarriamo

Oltre agli autori più spesso citati, un grande incentivo alla produzione letteraria sinoitaliana è stato e viene dato dai concorsi letterari, che rappresentano un veicolo semplice e immediato, in particolar modo per i giovani, per dar voce alla propria interiorità e cimentarsi nella produzione letteraria.

Il già citato concorso Lingua Madre, ideato da Daniela Finocchi, è rivolto a scrittrici di qualsiasi provenienza che vivono in Italia. Ad ogni edizione annuale della competizione segue una raccolta dei racconti selezionati, di questi hanno fatto parte Il treno di Lili (2008)148 di

Ying Chen (1977-), ancora una volta un racconto di una relazione sentimentale tra un giovane italiano e una ragazza cinese, che non funziona a causa delle grandi differenze culturali, e La

mia storia (2011)149 di Zhou Meimei, che invece tratta delle problematiche dell’integrazione nella società italiana e dell’inserimento nella scuola, con una visione particolarmente positiva dei docenti italiani e della funzione fondamentale che hanno avuto nella vita della scrittrice. L’ultima vincitrice di nazionalità cinese risale alla XI edizione del concorso, tenutasi nel 2016, Luisa Zhou, con il suo racconto Scorri nelle mie vene. Sottopelle.150 La sua breve storia narra di Ayue, una ragazza nata in Italia da genitori cinesi, che si trova a provare una serie di sensazioni ed emozioni contrastanti in una mattinata, durante il viaggio in visita al villaggio natale di sua madre, nella contea di Wencheng, nella provincia dello Zhejiang. La protagonista, passeggiando per le risaie del villaggio, si perde in un flusso di coscienza indagando nella sua interiorità e scoprendosi scissa, come su un ponte tra due mondi (metafora utilizzata da lei stessa) e tra due culture, e l’unica cosa in cui sceglie di identificarsi è il fiume che vi scorre sotto, simbolo della vita e della fluidità della sua identità. Ad un tratto, senza preavviso, intraprende

148 Daniela, Finocchi, (a cura di), Lingua madre Duemilaotto, Edizioni SEB27, 2008. 149 Daniela, Finocchi, (a cura di), Lingua madre Duemilaundici, Edizioni SEB27, 2011.

150https://concorsolinguamadre.it/wp-content/uploads/sites/7/2020/03/59-Zhou_Scorri-nelle-mie-vene.pdf (consultato il

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un dialogo con sé stessa, come se le due componenti del suo io si trovassero a discutere in uno schietto scambio di battute da cui emerge tutta la sua determinatezza, ma anche la sua fragilità e quel sangue che le scorre nelle vene, che fa sentire forte il suo richiamo. Nella seconda parte del racconto è rilevante il confronto con sua madre, le differenze che le allontanano, per essere nate in due parti opposte del mondo, l’una che chiama “casa” un villaggio contadino cinese, l’altra che non può negare le sue radici italiane; ma allo stesso tempo la ragazza rivede nello sguardo di sua madre tutto ciò che le accomuna.

Più recente è il concorso Cinarriamo, lanciato nel 2019 dalle associazioni Orientalia e Associna a livello nazionale, dedicato esclusivamente a cinesi di seconda generazione, ovvero discendenti da genitori cinesi, ma nati o cresciuti in Italia. Alla rassegna ha fatto seguito la pubblicazione di una raccolta151 di quattro racconti selezionati da esperti sinologi come Daniele Cologna, Luciano Luongo, Paolo Magagnin, Valentina Pedone, Simone Pieranni e Silvia Pozzi. I quattro racconti sono molto diversi tra loro, spaziano dal racconto di vita quotidiana allo scavo nei meandri della propria interiorità, alla narrazione fantascientifica, ma tutti mirano a dar voce all’elaborazione identitaria di questi giovani italocinesi, per uscire dall’ombra degli stereotipi e dei pregiudizi, svelando i propri sentimenti e le proprie capacità di influenza sulla cultura e sulla letteratura italiana contemporanea. Come afferma lo scrittore Marco Wong nella postfazione al libro, i racconti offrono una visione intima del vivere in Italia, oltre i dati e i numeri forniti dai media, ci proiettano nel vissuto quotidiano e personale di questi giovani, che non può essere generalizzato o appiattito, e ci portano a scoprire le loro abilità narrative.

Il primo racconto, di Zhu Jie, è la breve storia di uno spaccato di vita di tre sorelle appartenenti a una famiglia di cinesi immigrati in Italia, intitolata Le sorelle Zhou. In poche pagine vengono tracciate le tre personalità delle ragazze, tutte molto diverse tra loro dal punto di vista caratteriale, ma anche dal punto di vista di approccio alla vita e alla società, dal momento che, nonostante siano parte della stessa generazione, rappresentano tre stadi diversi dell’immigrazione, a partire dalla sorella maggiore, vissuta in Cina fino ai quattordici anni e poi trasferitasi in Italia insieme alla sorella minore, che, essendo più piccola, è riuscita ad integrarsi meglio e a restare al passo con gli studi. La terza sorella è invece nata in Italia e rappresenta il ponte tra la famiglia e la società circostante, parla perfettamente l’italiano ma non

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conosce il cinese come le sue sorelle. La narrazione, anche se in uno stile semplice, è chiara e scorrevole, e tira fuori le problematiche principali dei ragazzi italo-cinesi, primo fra tutti, il problema del rapporto con dei genitori assenti o troppo ancorati alle tradizioni.

Più complesso è il secondo racconto, Educazione Sentimentale di Liliana Liao, che si tuffa nella sua interiorità e la espone attraverso un flusso di coscienza, arricchito da numerosi flashback. Una giovane ragazza, ora moglie e madre, ripercorre la propria adolescenza dando voce a ciò che è rimasto chiuso dentro di sé per molto tempo, dal rapporto difficile con sua madre e con la sua famiglia assente, alla cultura e la tradizione che incombono pesanti su di lei, ai pregiudizi da affrontare, alla ricerca della propria identità, in bilico tra la cultura cinese e quella italiana (“[…] Ovunque desideri collocarmi non funzionerei: un Made in China fallato, ma tutt’altro che un Made in Italy”)152 non senza momenti di rifiuto o accettazione passiva,

mettendo in luce anche i propri pensieri più oscuri. È interessante il momento in cui, durante la narrazione, l’autrice si accorge di aver rinnegato sé stessa per compiacere sua madre, in nome della tradizione, riconoscendosi l’appellativo di “schiava annientata dalla sua cultura”,153 per poi affermare con forza la sua identità conquistata, che non passa più per il rinnegamento delle proprie origini, ma che allo stesso tempo segue “un sentiero che non è più quello da te tracciato e che definisco io man mano che avanzo”.154 Ciò che colpisce, durante la lettura di questo

racconto, è l’utilizzo di un linguaggio forbito, dal lessico variegato e preciso, che ne marca il divario con gli altri racconti appartenenti a questo genere. Inoltre, la narrazione è ricca di riferimenti intertestuali, che spaziano da citazioni da canzoni americane, a riferimenti a Dante, Confucio, al Giusto Mezzo155 e a Proust.

Degna di nota è l’originalità dell’ultimo racconto, intitolato 2083, scritto da Alessandro Zhu. La scelta del genere fantascientifico è una modalità utile per la descrizione distopica di un futuro, nemmeno troppo lontano, che sotto alcuni aspetti è già presente. Testimonia la difficoltà di adattarsi ai cambiamenti, ma soprattutto la paura che ciò che viene descritto possa trasformarsi in realtà nel giro di poco tempo. Quella descritta da Zhu è una società ultratecnologica, in cui non esiste più il contatto umano tra persone, ma soltanto una serie di

152 Ivi, pp. 48-49. 153 Ivi, p. 40. 154 Ivi, p. 51.

155 Pratica esposta in uno dei Quattro Libri del canone confuciano. Per approfondimenti, cfr. Tiziana Lippiello, La costante

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intrattenimenti in digitale ai quali ognuno è costretto a partecipare o ad assistere per procurarsi del denaro (nella storia calcolato in crediti). La protagonista, una ragazza nata in Cina ma trasferitasi in Italia con i genitori e la sorella minore, si fa chiamare con il nickname di Haidee058. Nella società del 2083 si ragiona per likes, nickname e visualizzazioni, persino l’unica ora d’aria concessa ai cittadini è da svolgersi in un paesaggio di finzione. Inoltre, in questo futuro non esistono più le nazionalità, ma ciò che bisogna scegliere è un’affinità a cui appartenere, ovvero un’identità da far propria. Haidee058, indecisa tra la scelta dell’affinità italiana o di quella cinese, preferisce non scegliere, restando nella famosa posizione di in-

between, sintomo della sua difficoltà nel sentirsi di appartenere all’una o all’altra cultura. Fino

a quel momento era andata avanti tenendole entrambe, ma quando viene costretta a scegliere entra totalmente in crisi, sentendosi in un tunnel senza via d’uscita, ma, ed è lei stessa a rendersene conto, qualcuno ha già scelto per lei.