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E’ stata effettuata un’indagine bibliografica con l’obiettivo di individuare alcuni siti italiani, ed in particolare toscani, in cui si riscontra la presenza dell’alleanza Tilio-Acerion.

Uno dei primi studi individuati è quello realizzato da Bottacci A. & al., dal titolo “Sulla presenza di boschi dell’alleanza Tilio-Acerion nella Riserva Naturale Integrale di Sasso Fratino e nella Riserva Naturale Biogenetica di Badia Prataglia-Lama (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Emilia-Romagna)”, con l’obiettivo di verificare la presenza dell’alleanza nell’ambiente appenninico centrale (fig.14); questo studio ha portato all’individuazione di alcune zone con presenza dell’alleanza oggetto dell’indagine, oltre che ampliare le conoscenze vegetazionali delle due Riserve coinvolte. Per quanto riguarda il clima, questa zona presenta condizioni piuttosto continentali, ma la relativa vicinanza del mare contribuisce a renderlo un po’ più mite, ottenendo così temperature rigide in inverno e moderatamente elevate nel periodo estivo. Lo studio inoltre riporta la presenza di 6 specie endemiche appenniniche (Arisarum proboscideum, Digitalis micrantha, Helleborus bocconei, Pulmonaria picta, Senecio brachychaetus (=Tephroseris italica) e Sesleria italica) e di alcune specie protette (Lilium martagon, Primula vulgaris, Ruscus acukeatus) (Bottacci, 2008).

45 Un altro articolo relativo alla presenza dell’oggetto di studio nell’area appenninica è stato realizzato da C. Angiolini & al., ed ha titolo “Contributo alla conoscenza sintassonomica dei boschi di Tilio- Acerion Klika 1955 dell’Appennino centro-settentrionale (Italia centrale); le zone di studio sono dislocate prevalentemente lungo la dorsale appenninica tosco-marchigiana (fig. 15), eccezione fatta per alcune parcelle situate nella Toscana meridionale (Angiolini, 2005).

La stessa autrice ha scritto un altro articolo a proposito dell’alleanza, “Contributo alla conoscenza della vegetazione della Riserva Naturale Provinciale “Monte Penna” (Grosseto, Toscana meridionale)”: nell’opera elenca gli habitat prioritari riscontrati nell’area di studio (fig. 16), e tra questi annovera anche quello relativo al Tilio-Acerion (Angiolini, 2008).

46 Fig. 16 – Localizzazione della Riserva Naturale “Monte Penna”

E’ stata rilevata la presenza dell’alleanza anche in provincia di Bologna, in particolare nel comune di Firenzuola, all’interno del SIR 36 – Sasso di Castro e Monte Beni (fig. 17), come testimoniato dalla scheda tecnica del suddetto SIR. Gli habitat vegetazionali presenti all’interno dell’area di Sasso di Castro e Monte beni possono essere così riassunti:

 4030: Lande secche europee;

6110*: Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell’Alysso – Sedion albi;

 6210*: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia);

 9180*: Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion; (L.R. Toscana 56/2000)

47 Fig. 17 – Localizzazione del SIR 36 “Sasso di Castro e Monte Beni”

Un contributo importante è quello fornito dal progetto “LIFE Natura Biarmicus” realizzato in provincia di Grosseto, all’interno del SIC/ZPS del Monte Labbro e Alta Valle dell’Albegna (fig. 18), in cui è stata riscontrata la presenza dell’habitat prioritario 9180*; l’obiettivo principale di questo progetto è quello di tutelare la biodiversità del sito in questione, utilizzando se necessario azioni di ripristino e metodi di conservazione ex-situ. Si prevede la realizzazione di una mappatura, precisa e dettagliata, delle zone in cui si ritrova questo particolare tipo di alleanza, in modo da individuarne gli eventuali proprietari e effettuare il versamento di indennizzi per il mancato taglio degli alberi del Tilio-Acerion. Volendo descrivere alcuni aspetti climatici del SIC, si può precisare che il sito presenta regime pluviometrico massimo in autunno e inverno (rispettivamente nei mesi di novembre e, secondariamente, febbraio) e minimo nei mesi di luglio ed agosto; la temperatura risulta abbastanza mitigata dalla vicinanza del Mar Tirreno, tuttavia alla quota del Monte Labbro (1193 m.s.l.m.m.) la T media annua è di 9°C. Floristicamente parlando, all’interno del SIC le specie censite ammontano a quota 816, alcune delle quali endemiche (come ad esempio Viola estrusca e Armeria denticulata), altre rare (per esempio Cardamine monteluccii), altre ancora, come Asphodeline lutea, al limite del loro areale di distribuzione, ed infine quasi 30 specie di orchidee. Infine, gli habitat vegetazionali presenti all’interno dell’area di studio sono:

 5130: Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli;

 6210*: Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuca-Brometalia) con notevolefioritura di orchidee;

48  9340: Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia;

(PROGETTO LIFE NATURA “TUTELA DEGLI HABITAT E DEI RAPACI DEL MONTE LABBRO E DELL’ALTA VALLE DELL’ALBEGNA” LIFE04 NAT/IT/000173)

Fig. 18 – Localizzazione del SIC/ZPS Monte Labbro e Alta Valle dell’Albegna

Infine, una delle schede Rete Natura 2000 realizzata dalla Provincia di Lucca, annovera formazioni relative al Tilio-Acerion nei pressi del Canale delle Fredde, un piccolo torrente che alimenta il lago di Isola Santa, ricadente all’interno del SIR “Monte Corchia – Le Panie”.

49 Figura 19 – Localizzazione del Canale delle Fredde

50 Il Canale delle Fredde è un piccolo corso d’acqua tributario delle Turrite Secca, affluente destro del fiume Serchio; è situato nelle Apuane centrali, nel versante settentrionale del Monte Corchia (fig. 19 e fig.20), ad un’altitudine di circa 1000 mt s.l.m.m e fa parte del Comune di Stazzema (http://www.escursioniapuane.com/itinerari/lemma.aspx?ID=242)

Rientra nel territorio del SIR 22 “Monte Corchia – Le Panie”, il quale copre un’estensione di circa 3962 ha investendo i comuni di Vergemoli, Molazzana, Stazzema e Seravezza.

Per quanto riguarda l’uso del suolo di questa area, si può affermare che sia prevalentemente naturale, ricco soprattutto di boschi di latifoglie (faggete, ostrieti e castagneti), praterie montane e affioramenti rocciosi. Si ritrovano anche alcuni castagneti da frutto, che tuttavia risultano essere in stato di abbandono, facilitando così la colonizzazione da parte di una vegetazione arborea ed arbustiva. Va tuttavia fatto cenno anche agli usi “artificiali” del suolo in questa area: oltre alle aree urbanizzate, si riscontra infatti anche la presenza di varie zone estrattive.

Le risorse idriche del SIR sono rappresentate da piccoli corsi d’acqua, torrenti montanti che confluiscono nel Fiume Serchio o nel Fiume Versilia; inoltre, in questa zona ricadono la zona umida del Puntato e la ben nota torbiera di Fociombili, a 1125 mt s.l.m.m., il cui emissario, attraverso il già citato Canale delle Fredde, sfocia nella Turrite Secca.

Tra gli habitats boschivi di interesse regionale e/o comunitario, bisogna ricordare:  9110: Boschi acidofitici a dominanza di faggio delle Alpi e dell’Appennino;  9150: Boschi a dominanza di faggio su substrato basico dell’Europa temperata;  9260: Boschi a dominanza di castagno;

La situazione floristica del SIR risulta essere caratterizzata da varie “emergenze”, cioè molte specie che si trovano in condizioni di rarità e vulnerabilità; basandosi sulla Lista Rossa nazionale, 8 specie risultano vulnerabili (tra le quali Aquilegia bertolonii (fig.21), Globularia incanescens (fig. 22), Rhamnus glaucophylla e Salix crataegifolia) ed una (Hieracium bupleuroides (fig. 23)) in via di estinzione (Grazzini A., Sani A.).

51 Figura 21 – Aquilegia bertolonii

Figura 22 – Globularia incanescens

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