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Gli stranieri residenti e soggiornanti in Alto Adige

4 l’indagine Inea

4.1 Entità del fenomeno

Secondo i dati dell’Osservatorio Mercato del Lavoro della P.A. di Bolzano (2011), nel 2010 il numero di lavoratori immigrati impiegati nel settore agricolo è stato, in media, di poco inferiore alle 3.400 unità con un incremento di circa il 4% rispetto all’anno prece- dente17 (tab. 13). La crisi economica generale non sembra quindi aver avuto ripercussioni

negative sull’occupazione immigrata nel settore agricolo in analogia con quanto registrato già all’inizio del 2009 (P.A. di Bolzano, 2010a).

tab. 13 - lavoratori stranieri dipendenti nel 2010 per sesso - agricoltura (stock medio annuo)

sesso 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Uomini 1.944 1.908 1.994 2.098 2.444 2.547

Donne 591 577 653 699 794 835

totale 2.535 2.486 2.647 2.797 3.238 3.381

Fonte: Osservatorio mercato del lavoro (2011).

degli occupati (45%), seconda solo a quella osservabile nel settore domestico18. Inoltre,

come già evidenziato in precedenza, questo settore produttivo concentra circa il 12% del totale degli immigrati impiegati nel sistema economico alto atesino. La diminuzione del- la manodopera apportata dai lavoratori locali, soprattutto durante l’importante stagione della raccolta delle mele e dell’uva, viene da anni compensata con un maggior impiego di stranieri nelle aziende agricole. Questa situazione è risultata particolarmente rilevante nel periodo 1998-2004, durante il quale la flessione autunnale dei lavoratori italiani (-1.700 unità) è stata più che compensata dall’apporto di lavoratori immigrati (3.900 unità). Più recentemente la sostituzione dei lavoratori con cittadinanza italiana da parte degli immi- grati è risultata più contenuta.

L’impiego dei lavoratori stranieri risulta differenziato a livello territoriale: nel distret- to di Bolzano è concentrato il 36% degli occupati e significative incidenze sono osservabili anche per il distretto di Merano (25%) e per le circoscrizioni di Silandro (19%) ed Egna19

(12%) (tab. 14). Una presenza decisamente contenuta dei lavoratori immigrati è invece rilevabile nelle zone di Vipiteno (2%) e Brunico (1%). Un’analoga distribuzione territoriale emerge anche analizzando il numero di lavoratori immigrati per comune di dimora.

tab. 14 - lavoratori stranieri dipendenti nel 2010 per luogo di lavoro - agricoltura (stock medio annuo) luogo di lavoro 2005 2006 2007 2008 2009 2010 % di colonna Bolzano - città 10,1 10,3 10,0 9,7 8,0 8,4 Dintorni di Bolzano 28,6 27,6 27,5 27,4 27,7 27,3 Merano - città 5,4 5,4 4,9 4,6 3,4 3,3 Dintorni di Merano 20,7 20,8 19,6 19,8 21,1 22,1 Circoscrizione Brunico 0,7 1,0 1,0 1,0 1,1 1,1 Circoscrizione Bressanone 5,3 5,1 5,2 5,4 5,1 5,0 Circoscrizione Silandro 15,4 16,3 17,3 18,3 19,6 19,3 Circoscrizione Egna 12,1 11,5 12,2 11,7 12,1 11,8 Circoscrizione Vipiteno 1,8 2,0 2,3 2,1 1,9 1,7 Non noto 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio mercato del lavoro (2011).

Osservando la distribuzione per classe di età emerge la presenza di un lavoratore straniero sostanzialmente giovane: nel 2010 gli immigrati con meno di 40 anni erano il 64% di quelli impiegati complessivamente nelle aziende agricole e la classe che presentava la maggiore frequenza era costituita dai lavoratori di età compresa tra 30 e 39 anni (tab. 15). I lavoratori con più di 55 anni non superavano invece il 4% del totale e presentavano un modesto incremento rispetto all’anno precedente. Questa situazione rispecchia la di- stribuzione per età degli occupati stranieri nell’intero sistema economico alto atesino.

18 Tale valore deve essere peraltro interpretato con prudenza. Come si vedrà in seguito, quasi tutti gli immigrati sono degli stagionali e quindi l’incidenza delle giornate di lavoro svolte rispetto a quelle dei cittadini italiani è più con- tenuta.

tab. 15 - lavoratori stranieri dipendenti nel 2010 per classe di età - agricoltura (stock me- dio annuo) classe d’età 2005 2006 2007 2008 2009 2010 valore assoluto Fino a 17 anni 3 4 10 11 11 12 18-19 anni 30 40 60 89 98 83 20-24 anni 341 317 348 396 462 495 25-29 anni 518 483 468 450 482 486 30-39 anni 896 870 894 896 1.057 1.092 40-49 anni 579 585 644 682 789 835 50-54 anni 115 122 147 173 224 248 55-59 anni 44 52 63 73 89 97 60-64 anni 8 8 10 20 22 29 Più di 65 anni 2 3 4 5 4 5 totale 2.535 2.486 2.647 2.797 3.238 3.381 % di colonna Fino a 17 anni 0,1 0,2 0,4 0,4 0,3 0,3 18-19 anni 1,2 1,6 2,3 3,2 3,0 2,4 20-24 anni 13,4 12,8 13,2 14,2 14,3 14,7 25-29 anni 20,4 19,4 17,7 16,1 14,9 14,4 30-39 anni 35,3 35,0 33,8 32,0 32,6 32,3 40-49 anni 22,8 23,6 24,3 24,4 24,4 24,7 50-54 anni 4,5 4,9 5,5 6,2 6,9 7,3 55-59 anni 1,7 2,1 2,4 2,6 2,7 2,9 60-64 anni 0,3 0,3 0,4 0,7 0,7 0,9 Più di 65 anni 0,1 0,1 0,1 0,2 0,1 0,1 totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio mercato del lavoro (2011).

I lavoratori impiegati nelle attività agricole sono in larga parte maschi (75%). Negli ultimi 5 anni l’incidenza della componente femminile, pur con un andamento altalenante, non ha mai superato il 25%. Nel 2010 è peraltro osservabile una maggiore crescita delle donne straniere (+5%) rispetto agli uomini (+4%). Rimane sostanzialmente stabile l’in- cidenza delle lavoratrici straniere impiegate in agricoltura rispetto a quelle occupate nel complesso dei settori economici della P.A. di Bolzano (circa 7%).

4.2 Le attività svolte

Il settore agricolo alto atesino utilizza largamente la manodopera immigrata nelle fasi cruciali della raccolta delle mele e della vendemmia. Per avere un quadro dei comparti nei quali sono occupati gli stranieri è necessario analizzare la presenza di questa forza lavoro nel corso dell’anno. Lo stock medio annuo di occupati indicato nel precedente paragrafo nasconde, infatti, profonde differenze a livello mensile. L’utilizzo della manodopera stra- niera nelle attività agricole è, infatti, concentrata nei mesi di settembre e ottobre in conco-

entrambi i mesi gli immigrati impiegati nelle aziende agricole alto atesine hanno superato le 7.000 unità, con un incremento di circa il 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno pre- cedente. La concentrazione degli immigrati in questo periodo dell’anno è spiegata dalla ri- levante importanza economica dei comparti frutticolo e viticolo nell’ambito dell’agricoltura provinciale. In particolare si evidenzia che nel periodo della raccolta gli immigrati rappre- sentano circa i 2/3 degli occupati. Secondo i dati della Camera di Commercio di Bolzano (2011) nella campagna 2010 è stata raccolta una quantità di mele di circa un milione di tonnellate, con una flessione del 5% rispetto all’anno precedente. La maggiore richiesta di lavoratori stranieri è stata parzialmente compensata, nei mesi considerati, da un minor impiego di italiani (-3%). La richiesta di manodopera viene, inoltre, influenzata dal periodo di inizio delle operazioni di raccolta che dipende direttamente dall’andamento climatico e dal conseguente raggiungimento dell’ottimale grado di maturazione20.

Oltre alle attività di raccolta svolte nel bimestre settembre-ottobre, negli ultimi anni è aumentato il ricorso alla manodopera straniera anche negli altri periodi dell’anno. Nel comparto frutticolo si stima siano impiegati circa 520 lavoratori stranieri per l’impianto di nuovi arboreti e per le operazioni di diradamento effettuate nei mesi di giugno e luglio nei meleti. Si stima siano inoltre impiegati circa 520 lavoratori stranieri nelle operazioni di potatura.

Nel comparto zootecnico sono impiegati circa 500 lavoratori durante l’anno, utilizza- ti nelle diverse fasi dell’allevamento e nella gestione dei prati permanenti e dei pascoli (sfal- cio e fienagione). La richiesta di manodopera nelle attività florovivaistiche risulta invece trascurabile data la contenuta dimensione del comparto a livello provinciale.

Gli operatori intervistati hanno segnalato l’impiego di lavoratori stranieri anche nelle cooperative frutticole. Si tratta soprattutto di lavoratori provenienti dai nuovi paesi dell’UE e dal Maghreb e in particolare di donne che svolgono attività di cernita, confezionamento e spedizione della frutta. Nel complesso si stimano circa 700 occupati.

4.3 Le provenienze

Considerando lo stock medio annuo degli occupati, si osserva la netta prevalenza dei cittadini comunitari che si attestano all’86% del totale; questa categoria è costituita sia dai lavoratori provenienti da stati dell’UE15 che dai nuovi paesi entrati nell’UE con gli ultimi allargamenti (tab. 16).

Più contenuta risulta invece l’incidenza dei paesi europei extracomunitari (10%) e, soprattutto, di quelli extraeuropei (4%). Tale situazione è direttamente condizionata dall’ingresso nell’Unione Europea di alcuni paesi dell’Europa Centro-Orientale che ha fa- vorito la mobilità dei lavoratori nel territorio. Analizzando le singole cittadinanze si osser- va che gli occupati maggiormente presenti nell’agricoltura alto atesina sono gli slovacchi (34%), i polacchi (25%), i rumeni (10%) e i cechi (9%) (tab. 17).

tab. 16 - lavoratori stranieri dipendenti nel 2010 per provenienza - agricoltura (stock me- dio annuo)

area di provenienza 2005 2006 2007 2008 2009 2010

valore assoluto

Unione Europea (UE15) / EFTA 102 105 111 117 123 131 Nuovi stati dell’UE 2.017 1.965 2.135 2.252 2.656 2.786

Stati europei extra UE27 268 279 278 312 328 330

Stati extraeuropei 148 138 122 116 132 135

totale 2.535 2.486 2.647 2.797 3.238 3.381

% di colonna

Unione Europea (UE15) / EFTA 4,0 4,2 4,2 4,2 3,8 3,9

Nuovi stati dell’UE 79,6 79,0 80,7 80,5 82,0 82,4

Stati europei extra UE27 10,6 11,2 10,5 11,2 10,1 9,7

Stati extraeuropei 5,8 5,5 4,6 4,2 4,1 4,0

totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio mercato del lavoro (2011).

Nel complesso queste cittadinanze costituiscono circa il 78% del totale. I lavoratori di madrelingua tedesca (austriaci e tedeschi) costituiscono quasi il 4% del totale. Tra i lavo- ratori europei extracomunitari assumono rilevanza macedoni, serbi e albanesi, mentre tra gli extraeuropei si riscontrano presenze relativamente significative solo per i marocchini (2%). Nel corso degli ultimi anni i lavoratori dell’Est hanno progressivamente sostituito gli albanesi e i marocchini, offrendo maggiori garanzie e risultando disponibili a ritornare presso le stesse aziende con continuità nel tempo.

Il quadro delle provenienza nei soli mesi della raccolta di mele e uva (settembre e ottobre) evidenzia una marcata concentrazione di lavoratori dei paesi comunitari (oltre il 90% del totale degli stranieri). A conferma di quanto indicato in precedenza, in questo periodo le cittadinanze più numerose sono quella slovacca (circa il 40%) e polacca (circa 24%).

tab. 17 - lavoratori stranieri dipendenti nel 2010 per paese d’origine - agricoltura (stock medio annuo) paese d’origine 2005 2006 2007 2008 2009 2010 % di colonna Germania 2,6 2,7 3,0 2,9 2,7 2,7 Austria 0,9 1,0 0,9 1,0 0,9 1,0

Altri stati dell’Unione Europea

(UE15) / EFTA 0,5 0,4 0,4 0,3 0,2 0,2 Polonia 23,6 24,2 25,7 24,7 25,7 25,0 Romania 2,5 2,8 4,6 7,1 8,4 10,2 Ungheria 1,3 1,3 1,3 1,8 2,1 2,0 Repubblica Ceca 12,9 12,1 11,9 11,6 10,2 9,2 Slovacchia 39,0 38,3 36,4 34,1 34,0 34,0

Altri nuovi stati dell’UE 0,3 0,3 0,7 1,2 1,7 2,0

Albania 1,6 1,8 1,8 2,0 1,8 1,7

Serbia, Montenegro, Kosovo 1,6 1,8 1,7 1,8 2,0 2,0

Ucraina 0,5 0,6 0,7 0,7 0,7 0,7

Croazia 0,4 0,4 0,3 0,4 0,3 0,3

Moldavia 1,3 1,7 1,3 1,6 1,1 0,9

Bosnia e Erzegovina 0,8 0,8 0,7 0,6 0,6 0,6

Macedonia 4,2 4,0 3,9 3,8 3,5 3,4

Altri stati europei extra UE27 0,2 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2

Bangladesh 0,4 0,5 0,5 0,4 0,4 0,3 Cina 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,0 India 0,1 0,0 0,0 0,0 0,1 0,2 Pakistan 0,8 0,9 0,7 0,5 0,4 0,5 Algeria 0,2 0,2 0,2 0,2 0,1 0,2 Ghana 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Marocco 2,6 2,2 1,6 1,5 1,7 1,6 Senegal 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 0,1 Tunisia 0,5 0,5 0,3 0,4 0,4 0,4 Colombia 0,2 0,2 0,2 0,1 0,0 0,0 Peru 0,1 0,1 0,1 0,2 0,2 0,2

Altri stati extraeuropei 0,7 0,7 0,7 0,5 0,5 0,5

totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio mercato del lavoro (2011).

4.4 Periodi ed orari di lavoro

Il lavoro svolto dagli stranieri in Alto Adige si caratterizza per la forte stagionalità: il periodo di maggior impiego di questa tipologia di lavoratori è individuabile nei mesi di settembre e ottobre in coincidenza con le operazioni di raccolta della frutta. La durata dei contratti di raccolta dipende anche dalle zone: in alcune aree il periodo di raccolta è più lungo e vengono impiegati meno lavoratori, mentre in altre l’attività è concentrata in un

arco temporale più breve e il numero di raccoglitori utilizzati è maggiore. Nel caso degli occupati in aziende zootecniche il periodo d’impiego si estende, in genere, a tutto l’anno.

L’orario medio di lavoro giornaliero nelle operazioni di raccolta è di 7 ore (6,5-8), come previsto nei contratti collettivi, con punte massime di 8-9 ore in caso di carichi giornalieri più elevati. In questa attività l’orario di lavoro è influenzato dalle condizioni meteorologiche e dal programma di conferimento della frutta ai centri di raccolta. Per gli occupati nella zootecnica l’orario medio è di 7-8 ore durante tutto l’anno. I lavoratori delle cooperative di commercializzazione vengono impiegati prevalentemente nel periodo settembre-maggio. Circa il 15% è occupato per tutto l’anno in mansioni di gestione del ma- gazzino. L’orario medio di lavoro giornaliero nelle cooperative è di circa 7 ore (7-8).

I dati pubblicati dall’INPS consentono di osservare il numero di giornate svolte dagli extracomunitari in Alto Adige21. Poco meno della metà degli immigrati viene impiegata per

meno di 50 giornate all’anno a conferma di un periodo limitato di lavoro e, generalmente, circoscritto ai mesi di raccolta della frutta. Se si considerano anche i lavoratori comunitari (compresi gli italiani) tale incidenza supera il 60%.