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Il lavoro agricolo

5 un’impresa agricola condotta da immigrat

5.2 L’impresa agricola

L’unica impresa agricola condotta da immigrati extracomunitari (ne esistono altre condotte da immigrati comunitari o aziende che praticano l’apicoltura) nell’area mantova- na è questa individuata da Coldiretti Mantova. Il titolare è associato a Coldiretti.

L’impresa agricola è individuata territorialmente nelle seguenti figg. 1, 2, 3 e 4.

Fig. 1 - la provincia di mantova, in lombardia

Fig. 3 - Il centro aziendale, su base ctr

Fig. 4 - Il centro aziendale

Il titolare d’impresa, è di origini indiane, di anni 44, conduce un’azienda costituita da circa 10 appezzamenti, tutti affittati. La superficie totale catastale è di ettari 73.46.40.

Il centro aziendale, di proprietà, è costituito da una casa cantoniera ANAS, dimessa e acquistata dal titolare dell’impresa. Questa sede funziona anche da punto vendita dei prodotti aziendali.

Gli appezzamenti insistono per ettari 50 circa nel comune di Castellucchio e per 20 ettari circa nel vicino comune di Marcaria.

L’ordinamento colturale è di tipo vegetale-orticolo. Il valore del fatturato è pari a circa 470.000 €.

tab. 15 - superfice aziendale

utilizzo sau altra superficie totali

Cocomero 13.18.00 13.18.00 Melone 43.21.80 43.21.80 Pomodoro 9.92.00 9.92.00 Zucca 4.13.00 4.13.00 Fabbricati agricoli 0.36.70 0.36.70 Tare e incolti 2.65.27 2.65.27 Sommano 70.44.80 3.01.97 73.46.77

L’azienda è condotta in economia diretta, sono presenti 34 dipendenti, tutti indiani. I prodotti sono in larga parte conferiti alla cooperativa ortofrutticola Bellaguarda (Viadana - Mantova) e in parte commercializzati per vendita diretta. Oltre al conferimento, prevalen- te, viene anche esercitata la vendita diretta.

Il titolare è stato insignito, nel 2011, del premio “The Moneygram Award 2011” dedi- cato all’imprenditoria immigrata in Italia.

rIferImentI

bIblIografIcI

ISMEA: La competitività dell’agroalimentare italiano. Check-up 2008, luglio, 2008, (ww. ISMEA.it).

CARITAS/MIGRANTES: Immigrazione. Dossier statistico 2009, XVIII Rapporto, Pomezia ottobre 2009.

PIERI R.- PRETOLANI R. (2010) (a cura di): Il sistema agroalimentare della Lombardia,

Rapporto 2010, Milano, F.Angeli.

CRPA (2011): Suinicoltura italiana e costo di produzione, Reggio Emilia, Opuscolo CRPA n.2.

OSSERVATORIO REGIONALE PER L’INTEGRAZIONE E LA MULTIETNICITA: Rapporto

2010. Gli immigrati in Lombardia, Milano, 2011, (www.ISMU.org). CCIAA: Rapporto economico provinciale 2010, Mantova, 6 maggio 2011 ISTAT, Le aziende agrituristiche in Italia, 12 novembre 2010.

Giorgia Modolo

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agricoltura, agroindustria e agriturismo

Secondo i primi dati provvisori del 6° Censimento dell’agricoltura dell’ISTAT (2011a), le aziende agricole attive in Trentino nel 2010 erano di poco inferiori alle 16.400 unità, un valore inferiore di oltre il 40% rispetto alla precedente indagine censuaria (tab. 1). L’im- portanza crescente delle altre attività economiche, il non sempre favorevole andamento congiunturale, il mancato ricambio generazionale all’interno della famiglia coltivatrice e le difficili condizioni ambientali in cui operano le aziende di montagna sono tra le cause principali che contribuiscono a spiegare la significativa riduzione delle imprese.

tab. 1 - aziende e relativa superficie agricola utilizzata nella p.a. di trento nel 2010

aziende sau Var. 2010/00 (%)

(n.) (ha) aziende sau

P.A. Trento 16.370 134.500 -42,2 -8,3

Fonte: ISTAT (2011a), 6° Censimento dell’agricoltura, dati provvisori.

La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) ha mostrato delle variazioni più contenute, attestandosi su 134.500 ettari (-8% rispetto al 2000) (tab. 1). Di conseguenza la dimen- sione media delle aziende trentine è progressivamente aumentata, superando gli 8 ettari rispetto ai 5 del 2000.

La Superficie Agricola Totale (SAT) è pari a 406.300 ettari ed è costituita per il 62% da boschi e impianti arborei da legno. La morfologia e le condizioni climatiche che carat- terizzano il territorio provinciale hanno condizionato le tipologie colturali presenti nelle aziende agricole. I seminativi costituiscono circa il 2% della SAU e sono generalmente confinati nelle aree più vocate dei fondovalle (tab. 2). Le colture prevalenti sono le forag- gere permanenti (prati e pascoli) che si estendono su 109.000 ettari (81% della SAU). Gli ordinamenti colturali sono inoltre caratterizzati dalla presenza di frutteti e vigneti che interessano 22.300 ettari (17%).

tab. 2 - ripartizione della superficie agricola utilizzata nel 2010

superficie (ha) In % su totale Var. % su 2000

SAU 134.500 100,0 -8,3

di cui: - seminativi 2.921 2,2 -20,6

- coltivazioni permanenti 22.272 16,6 -2,0

- prati permanenti e pascoli 109.024 81,1 -9,1

Rispetto al 2000 è stato osservato un modesto decremento della superficie investita a coltivazioni arboree (-2%), mentre per le foraggere permanenti il calo è risultato più con- sistente (-9%). La crisi del settore zootecnico e le difficili condizioni nelle quali vengono svolte le attività di allevamento del bestiame e di foraggicoltura nella montagna trentina hanno determinato la chiusura di molte aziende. Per i seminativi la flessione osservata ha superato il 20% ma tale tipologia colturale si estende su meno di 3.000 ettari ed è costituita prevalentemente (56%) dalle foraggere avvicendate (erbai) e dalle ortive (24% comprensivo della superficie a patata) (tab. 3). Vite e frutteti rappresentano invece, rispettivamente, il 44% e il 53% della superficie investita a colture arboree.

tab. 3 - ripartizione colturale della sau per seminativi e coltivazioni legnose nel 2010

tipologia colturale superficie (ha) % su totale macrocategoria

Cereali 460 15,7

Legumi secchi 5 0,2

Patata 377 12,9

Piante industriali 9 0,3

Ortive 311 10,6

Fiori e piante ornamentali 23 0,8

Piantine 24 0,8 Foraggere avvicendate 1.643 56,3 Terreni a riposo 69 2,3 totale seminativi 2.921 100,0 Vite 9.911 44,5 Olivo 366 1,6 Agrumi 13 0,1 Fruttiferi 11.759 52,8 Vivai 203 0,9

Altre coltivazioni legnose agrarie 17 0,1

Coltivazioni legnose agrarie in serra 4 0,0

totale legnose agrarie 22.272 100,0

Fonte: ISTAT (2011a), 6° Censimento dell’agricoltura, dati provvisori.

Secondo i dati più recenti, il 63% dei meleti è coltivato a Golden, mentre tra gli altri gruppi varietali risultano significative le superfici di Red Delicious (12%), Gala (8%), Fuji (6%) e Renetta del Canadà (6%) (ISTAT, 2009). Recentemente i produttori hanno iniziato il rinnovo degli impianti che ha portato alla parziale sostituzione della Golden con varietà alternative maggiormente richieste dai mercati1 (gruppo Gala, Fuji). Nel corso degli ultimi

15 anni è progressivamente aumentata la produzione di uve a bacca bianca: nel 2009 que- sti vitigni concentravano circa il 69% della superficie totale2 (P.A. Trento, 2010a).

I dati provvisori dell’ultimo censimento dell’agricoltura mostrano inoltre che il pa- trimonio bovino è pari a 44.800 capi3 (-1% rispetto al 2000), nonostante negli ultimi dieci

anni il numero di allevamenti bovini sia diminuito di quasi il 20%. Tale andamento riflette 1 Le aree maggiormente vocate sono la Val di Non, l’asta dell’Adige e altre valli laterali.

2 In termini produttivi i vitigni principali sono Merlot, Teroldego, Schiava e Cabernet per i rossi, Chardonnay, Pinot grigio, Muller Thurgau e Traminer aromatico per i bianchi. Le aree più vocate sono la Val d’Adige, Vallagarina,

le difficoltà incontrate dal comparto zootecnico nelle aree montane che portano spesso all’abbandono di questa attività e, di conseguenza, delle aree (pascoli e malghe) sulle quali viene svolta. Gli ovicaprini si attestano su circa 32.000 capi, con un incremento del 22% rispetto alla precedente indagine censuaria.

La proprietà degli alpeggi è per la maggior parte pubblica (comuni, A.S.U.C.) o collet- tiva (Magnifica Comunità di Fiemme, Regole, Consortele). Le circa 300 malghe alpeggiate hanno un carico complessivo di 8.000 vacche da latte; la trasformazione casearia viene effettuata in circa 80 malghe, mentre il latte prodotto negli altri alpeggi è conferito ai ca- seifici di valle (Trentino Agricoltura, 2011).

Il settore primario trentino ha prodotto un valore aggiunto di poco superiore ai 430 milioni di euro, pari al 2,5% del PIL dell’intera economia provinciale4 (ISTAT, 2010a). La

produzione ai prezzi di base della branca agricoltura5 si è attestata su 574 milioni di euro

e ha mostrato un andamento altalenante nel corso degli ultimi dieci anni. Le coltivazioni agricole contribuiscono in media per il 59% alla formazione del fatturato complessivo del comparto, mentre gli allevamenti incidono per il 25%. Significativo risulta il peso delle attività secondarie (11%) che comprendono l’agriturismo e la trasformazione aziendale di latte, frutta e carne. L’unico comparto agricolo che presenta un’elevata rilevanza a livello nazionale è quello frutticolo (5% del totale). La produzione lorda della selvicoltura si è at- testata su circa 38 milioni di euro e rappresenta l’8% del fatturato complessivo nazionale del comparto.

Negli ultimi anni si è progressivamente ridotta l’importanza socio-occupazionale dell’agricoltura, che assorbe meno del 4% degli occupati. Nel 2010 il numero di occupati agricoli è aumentato di circa il 5% attestandosi, in media, su 8.900 unità (P.A. Trento, 2011); circa i 2/3 della forza lavoro complessiva impiegata in agricoltura sono rappresentati da lavoratori indipendenti (-1% su base annua).

Nel 2009 il settore agrituristico trentino era costituito da 329 aziende, un valore su- periore di circa il 7% rispetto all’anno precedente (ISTAT, 2010b). Nonostante la crescita, il comparto presenta ancora un’offerta limitata, soprattutto se il confronto viene effettuato con la vicina provincia di Bolzano. Nel complesso 245 aziende offrono servizi di alloggio e pernottamento, mentre quelle che erogano servizi di ristorazione e/o degustazione sono 204. Le aziende che forniscono servizi e attività di vario genere (equitazione, escursioni- smo, osservazioni naturalistiche, ecc.) sono 496.

Le imprese alimentari, delle bevande e del tabacco iscritte al Registro delle Camere di Commercio nel 2010 erano 320.