di progresso misurabili stabiliti a livello nazionale, una stima fondata su prove del risparmio energetico atteso, nonché dei benefici in senso lato, e i contributi agli obiettivi di efficienza energetica dell'Unione ai sensi della Direttiva 2012/27/UE in conformità dell'articolo 2 bis della Direttiva 2010/31/UE;
Con il recepimento della Direttiva 2018/844/UE di modifica della Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica degli edifici, previsto entro il 10 marzo 2020, sarà redatta la strategia di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare, che conterrà, tra l’altro, una rassegna completa degli edifici sul territorio nazionale, sia pubblici che privati, e una tabella di marcia basata su indicatori, per il conseguimento dell’obiettivo di decarbonizzazione al 2050, con tappe intermedie al 2030 e al 2040.
Di seguito si riportano, a livello di anticipazione, alcuni dati preliminari desunti dalla strategia attualmente in fase di predisposizione.
Nella tabella seguente è rappresentata la divisione in zone climatiche del territorio nazionale e il rispettivo numero di comuni.
Tabella 16 - Numero di comuni italiani per zona climatica e “gradi giorno”(elaborazione ENEA su dati Istat) Zona climatica Gradi Giorno (GG) Numero di Comuni al
1/1/2019 Popolazione
residente al 2018 % Popolazione residente
A GG≤ 600 2 23.266 0.04%
B 600 <GG ≤ 900 157 3.217.288 5.33%
C 900 <GG ≤ 1.400 981 12.826.700 21.25%
D 1.400 <GG ≤ 2.100 1.572 15.168.668 25.13%
E 2.100 <GG ≤ 3.000 4.176 27.482.108 45.53%
F GG>3.000 1.026 1.641.892 2.72%
Per la climatizzazione invernale degli edifici esistenti, i consumi energetici nazionali possono ritenersi proporzionali al prodotto tra i gradi giorno e la popolazione; pertanto la zona climatica E, la più popolata, è quella che ha il peso maggiore sui consumi, mentre la zona climatica B è quella col peso minore, escludendo la zona A, nella quale risiede solo lo 0,04 % della popolazione (essendo rappresentata da due soli comuni).
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La struttura di consumo degli impieghi finali nel 2017 evidenzia la forte incidenza del settore usi civili, 45% sul totale dei consumi finali, in crescita rispetto al 2016 del 7,4%. Di questo 45%, il 29%
del totale è assorbito dal residenziale mentre il 16% dal settore dei servizi (che è quello che registra la maggiore crescita).
Consistenza del parco edilizio nazionale Edifici residenziali
Gli edifici a destinazione d’uso residenziale, risultano pari a 12,42 milioni con quasi 32 milioni di abitazioni. Oltre il 60% di tale parco edilizio ha più di 45 anni, ovvero è precedente alla Legge 373/19763 , prima legge sul risparmio energetico. Di questi edifici, oltre il 25% registra consumi annuali da un minimo di 160 kWh/m2 anno a oltre 220 kWh/m2. Di seguito si rappresenta la situazione del parco immobiliare del settore residenziale, suddiviso per anno di costruzione e zona climatica, nonché per tipologia di stato di conservazione degli edifici.
Tabella 17 - Edifici residenziali, numero e superficie al 2018, per epoca di costruzione
Tabella 18 - Edifici residenziali, numero e superficie al 2018, per zona climatica
Zona climatica Numero edifici m2
zona A 5.217 2.327.200
zona B 710.079 298.025.940
zona C 2.737.222 1.127.236.450
zona D 2.896.204 1.355.373.650
zona E 5.340.672 2.535.572.770
zona F 731.009 268.555.440
Totale 12.420.403 5.587.091.450
3 Norme per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici
Epoca di costruzione Numero edifici m2
<1919 1.832.503 824.318.007
19-45 1.327.007 596.929.863
46-60 1.700.834 765.089.112
61-70 2.050.830 922.528.420
71-80 2.117.649 952.585.727
81-90 1.462.766 657.998.570
91-2000 871.017 391.811.090
2001-2005 465.092 209.213.142
2006-2011 359.991 161.935.377
2011-2018 232.714 104.682.143
Totale 12.420.403 5.587.091.450
70 Edifici non residenziali
Gli edifici a destinazione d’uso non residenziale sono stati raggruppati nelle classi di maggior diffusione: scuole, uffici, centri commerciali, alberghi, sanità.
Sul territorio italiano sono presenti circa 435.000 edifici non residenziali appartenenti alle destinazioni d’uso scuole, uffici, centri commerciali, alberghi, come evidenziato nella seguente tabella. La superficie complessiva ammonta a circa 340 mln m2, di cui il 37% in zona climatica E, e in generale quasi il 70% in zone temperate o fredde.
Tabella 19 - Edifici non residenziali (scuole, uffici, centri commerciali, alberghi) e relativa superficie per zona climatica
Zona climatica Numero edifici non residenziale m2
zona A 148 173.490
zona B 22.515 23.421.687
zona C 84.233 83.915.666
zona D 102.264 95.050.723
zona E 206.451 125.487.887
zona F 19.119 13.231.516
Totale 434.730 341.280.969
Maggiori dettagli e analisi saranno presentati nella strategia di lungo termine per la ristrutturazione del parco immobiliare prevista entro il 10 marzo 2020.
Per quanto riguarda le strutture ospedaliere, dall’annuario statistico del Servizio Sanitario Nazionale, nel 2016 risultano in Italia oltre 27.000 strutture sanitarie tra pubbliche e private accreditate, suddivise per tipologia come riportato nella tabella sottostante.
Tabella 20 - Numero di strutture per tipologia di assistenza erogata, al 2016
Assistenza Natura delle strutture
Totale Pubbliche Private accreditate
Assistenza ospedaliera 537 492 1.029
Assistenza specialistica ambulatoriale 3.628 5.300 8.928
Assistenza territoriale residenziale 1.326 5.998 7.324
Assistenza territoriale semiresidenziale 974 2.090 3.064
Altra assistenza territoriale 4.932 717 5.649
Assistenza riabilitativa (ex art. 26) 246 863 1.109
Totale 11.643 15.460 27.103
nZEB
Infine, in tutte le Regioni di Italia si sta verificando un incremento di nZEB, il numero dei quali ammontava nel 2018 a circa 1400 edifici, perlopiù di nuova costruzione (90%) e a uso residenziale (85%), come indicato dall’Osservatorio nZEB. È prevista, inoltre, entro il 2020, la ristrutturazione a livello nZEB di oltre centotrenta edifici pubblici, prevalentemente non residenziali4. Tuttavia, la percentuale di nZEB rispetto al parco di edifici esistenti non eccede lo 0,03% su base regionale e
4 ENEA, Costanzo E., Basili R, Hugony F., Misceo M., Pallottelli R., Zanghirella F., Labia N., 2019. Osservatorio degli edifici a energia quasi zero (nZEB) in Italia 2016-2018.
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meno del 10% del totale nZEB sono gli edifici esistenti riqualificati per il raggiungimento di tale standard, principalmente piccoli edifici mono o bifamiliari e scuole.
Valutazione dei consumi
La determinazione dei consumi medi per le diverse destinazioni d’uso è stata sviluppata facendo riferimento alla distribuzione degli edifici per zona climatica ed epoca di costruzione, nonché sulla base dei dati di consumo derivati da indagini statistiche su un set rappresentativo di edifici. Di seguito si riportano i risultati di alcune preliminari analisi che potranno essere soggette ad aggiornamenti nella strategia finale.
Tabella 21 - Destinazione d’uso e indicatore di consumo medio annuale ponderato per zona climatica Destinazione d’uso Consumo elettrico
(kWh/ m2 anno) Consumo termico
(kWh/ m2 anno) Consumo totale (kWh/ m2 anno)
Residenziale monofamiliare 21 124 145
Residenziale plurifamiliare 21 123 144
Scuole 17 89 106
Uffici 111 45 156
Alberghi 110 150 260
Commercio 448
Pubblica amministrazione 55 143 198
Ospedali 253 385 638
Tabella 22 - Consumo specifico edifici uso ufficio da diagnosi ENEA Zona geografica Consumo elettrico
Per quanto riguarda la grande distribuzione organizzata, in termini di usi finali dell’energia, il vettore energetico più utilizzato è quello elettrico (oltre il 90%), come risulta da studi effettuati a livello nazionale ed europeo, in particolare dallo studio delle diagnosi energetiche per il settore alimentare si evince una percentuale media di quasi il 95% tra prelevata da rete e autoprodotta e autoconsumata. Nella tabella seguente si riportano i valori dei consumi specifici medi per le varie tipologie di GDO, i valori di supermercato e ipermercato sono ricavati anche in questo caso dallo studio delle diagnosi energetiche.
Tabella 23 - Consumo specifico edifici uso commercio da diagnosi ENEA
Tipologia Consumo totale
Anche per quanto riguarda le strutture ospedaliere, si possono aggiornare i valori riportati in Tabella 18 riferimento ai consumi specifici medi elaborati da ENEA nell’ambito di uno studio sulle diagnosi energetiche obbligatorie. Da tale studio emergono consumi elettrici medi pari a 303 kWh/m2 e termici pari a 342 kWh/m2.
72 Stima del tasso di riqualificazione
Al fine di offrire un‘ulteriore osservazione rispetto ai risultati dei modelli utilizzati nel modello di simulazione alla base del PNIEC, nel presente paragrafo dedicato alla Strategia di lungo termine di riqualificazione del parco immobiliare nazionale, si approfondisce il tasso di riqualificazione degli edifici attuale e necessario al conseguimento degli obiettivi, come se ogni intervento di ristrutturazione sia di carattere profondo, ovvero preveda interventi ingenti di ristrutturazione sia degli elementi edilizi che degli impianti (tasso virtuale di ristrutturazione profonda). Ciò conduce necessariamente a valori del tasso più contenuti rispetto a quelli alla base dei modelli PNIEC, ma permette una normalizzazione della tipologia di intervento e del risparmio specifico ad esso connesso.
Attuale tasso di riqualificazione
Il tasso virtuale di ristrutturazione profonda del parco immobiliare nazionale può essere stimato con riferimento a diverse tipologie di intervento e soluzioni tecnologiche, a partire dai dati dell’accesso alle detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica (Ecobonus). Le stime sull‘Ecobonus riportano che nel 2014-2018 sono stati realizzati oltre un milione e settecentomila interventi, di cui oltre 334.000 nel 2018. Tra questi, circa 140.000 richieste riguardavano la sostituzione dei serramenti, 90.000 la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale e più di 70.000 l’installazione di schermature solari. I risparmi conseguiti nel 2018 sono stati ottenuti grazie alla sostituzione di serramenti per il 33% e alla coibentazione di solai e chiusure verticali per più del 28%, oltre che agli interventi sugli impianti per la climatizzazione invernale.
Il tasso virtuale di ristrutturazione profonda annuo del parco immobiliare nazionale, stimato partendo dalla media del risparmio energetico in kWh/m2 conseguito nel 2014-2018 grazie agli interventi relativi al comma 344 dell’Ecobonus (riqualificazione globale), si aggira intorno a 0,26%.
Focus al 2030 e 2050
Ai fini dell’approfondimento sui tassi virtuali di ristrutturazione profonda al 2030 è stato predisposto un apposito strumento modellistico.
Le stime preliminari per il settore residenziale dei tassi virtuali di ristrutturazione profonda annui per il periodo 2020-2030, necessari a conseguire l’obiettivo 2030 PNIEC, mostrano la necessità di prevedere un’accelerazione del tasso virtuale di ristrutturazione profonda annuo fino a valori intorno allo 0,7%.
Le analisi, dal punto di vista tecnologico, sono coerenti con il trend del PNIEC di forte crescita delle pompe di calore aria-acqua da utilizzare come impianto per ACS, raffrescamento e riscaldamento, sia in contesto autonomo che centralizzato. Al 2030, in vista dell’obiettivo di decarbonizzazione quasi completa al 2050, è già ipotizzabile una crescita del tasso di trasformazione degli edifici esistenti in nZEB.
Per gli edifici ad uso non residenziale, è stato invece sviluppato un modello del tipo cost optimal (considerando cioè solo gli interventi di minimo costo in relazione al miglior risultato) che ha evidenziato un tasso virtuale di ristrutturazione profonda al 2030 di 2,9% (ospedali esclusi).
Al 2050 lo scenario obiettivo previsto dalla Long Term Strategy di cui al Regolamento Governance, prevede una decarbonizzazione quasi completa del settore civile, con un azzeramento delle emissioni dirette del settore residenziale e del settore terziario. Per raggiungere tale obiettivo, si può partire dal 2030 dello scenario obiettivo PNIEC, prevedendo adeguati interventi nel settore civile.
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Per entrambi i settori residenziale e non residenziale, nel periodo 2030-2050, sarà necessario quindi effettuare un ulteriore sforzo aggiuntivo di riduzione dei consumi di energia finale e delle emissioni di CO2 rispetto al tasso virtuale di ristrutturazione profonda suddetto.