2. I motori a effetto Hall
2.4 Indici di prestazioni
I principali parametri che controllano lβoperazione di un HET sono la differenza di potenziale interelettrodica (π), la potenza elettrica (π), la portata di propellente anodica (πΜπ β πΜ) e
lβintensitΓ massima del campo magnetico (π΅πππ₯). Per ogni combinazione di tensione e portata, il
campo magnetico massimo deve essere aggiustato al valore ottimale (π΅πππ‘) per evitare le
fluttuazioni di potenza, le instabilitΓ nel plasma e per massimizzare il rendimento di spinta (Ι³π). Questβultimo Γ¨ definito come il rapporto tra la potenza utile (ππ), ovvero quella strettamente necessaria ad ottenere un dato livello di spinta e la potenza richiesta per farlo, che in questo caso Γ¨ di tipo elettrico (π).
Ι³π = ππ π
Per motivi pratici, risulta conveniente esprimere la potenza utile attraverso parametri direttamente misurabili o controllati. A questo fine Γ¨ adatto introdurre la velocitΓ effettiva di scarica (π£π) definita come il rapporto tra la spinta (π) misurata e la portata totale immessa (πΜ):
π£π = π πΜ
In questo modo, la potenza utile puΓ² essere espressa come la potenza cinetica associata alla velocitΓ effettiva scarica:
ππ = 1 2β πΜ π£π2
E quindi lβespressione del rendimento di spinta risulta: Ι³π = πΜ π£π 2 2 π = π π£π 2 π = π2 2 πΜ π
Il rendimento di spinta Γ¨ il fattore che tiene conto di tutti i processi di perdita coinvolti nella generazione della spinta. Nellβanalisi condotta in seguito, tutti i parametri utilizzati per descrivere il flusso degli ioni fanno riferimento ad un flusso ionico ideale in cui il numero di carica (π) Γ¨ unitario, con una velocitΓ di deriva perfettamente assiale e omogenea sulla larghezza del canale.
44 Il rendimento di spinta puΓ² essere modellato in funzione del discostamento dalle condizioni di scarica ideali dei processi fisici coinvolti, parametrizzati attraverso i rispettivi rendimenti.
Un primo parametro deriva dal fatto che non tutta la portata di gas immessa nella camera risulta ionizzata durante la fase di accelerazione. Possiamo scrivere la portata di propellente nella zona di accelerazione del propulsore come:
πΜ = πΜπ + πΜπ
La portata degli ioni (πΜπ) Γ¨ la parte della portata anodica che sarΓ coinvolta nellβaccelerazione elettrostatica, mentre la frazione restante Γ¨ la portata degli atomi neutri (πΜπ) che, essendo privi di carica elettrica, non contribuiranno alla spinta. Si definisce quindi il rendimento di massa che terrΓ conto di questo:
Ι³π = πΜπ πΜ
Come detto in precedenza, in condizioni ottimali di funzionamento, questo tipo di propulsori sono degli ottimi dispositivi ionizzanti, per cui il valore del rendimento di massa Γ¨ molto vicino allβunitΓ :
Ι³πβ₯ 0,98
Inoltre, soltanto una frazione della differenza di potenziale interelettrodico sarΓ effettivamente utilizzata per accelerare il getto. Il rapporto tra il salto di potenziale che avviene nella zona di accelerazione (ππ΄) e la tensione totale applicata agli elettrodi (π) Γ¨ il rendimento energetico (Ι³π), che presenta valori intorno al 60% in HET ottimizzati ed Γ¨ legato al fattore di perdita (ππΏ) dalla relazione:
Ι³π = ππ΄
π = 1 β ππΏ
Dato che il fattore di perdita Γ¨ la somma totale delle frazioni di perdita di energia, possiamo scriverlo tenendo in considerazione i principali motivi che comportano delle perdite. Sono considerati tre fattori dominanti: quello dellβenergia spesa per la ionizzazione (ππΌ), quello della potenza dissipata nella guaina anodica (ππ) e quello dellβenergia persa nelle collisioni delle
45 la resistenza termica del materiale della camera e lo sputtering della superficie sono stati fino ad ora i fattori che maggiormente hanno limitato la vita operativa del propulsore.
ππΏ = ππ+ ππΌ + ππ€
Il salto di potenziale nella zona di accelerazione (ππ΄) permette di ricavare lβespressione della velocitΓ di scarica (π’π), che in questa analisi lineare semplificata coincide con la velocitΓ di deriva
assiale del fluido ionico:
π’π2 = β©π£ πβͺ2
π’π = β2 π ππ΄
π = βΙ³π π£β
La corrente che circola nel sistema di controllo elettrico (πΌ) deve essere la stessa che Γ¨ raccolta allβanodo. Ipotizzando che ogni evento di ionizzazione risulti nella produzione di uno ione e un elettrone secondario e che la corrente raccolta allβanodo sia la somma della corrente degli elettroni primari e di quelli secondari, possiamo scrivere la corrente applicata (πΌ) come la somma della corrente elettronica primaria (πΌπ) e la corrente ionica (πΌπ).
πΌ = πΌπ + πΌπ
Considerando ancora una volta che Γ¨ soltanto il contributo della specie ionica a produrre la spinta, Γ¨ possibile definire il rendimento della corrente (Ι³π) come il rapporto tra la corrente ionica e quella applicata.
Ι³π = πΌπ πΌ
Come visto nella Figura 2.15, il rendimento della corrente (Ι³π) presenta un massimo intorno al valore 0,8. Dato che questa condizione deriva dallβottimalitΓ dellβintensitΓ del campo magnetico radiale, HET di potenze differenti dovrebbero presentare rendimenti di corrente prossimi a questo valore.
La corrente degli ioni (πΌπ) Γ¨ in rapporto proporzionale alla loro portata (πΜπ), per cui possiamo
considerare le rispettive definizioni e ricavare che lβentitΓ della proporzione Γ¨ pari al rapporto tra la massa degli ioni e la carica elettrica:
46 {πΜπΌπ = π π π’π π΄
π = π π π’π π΄ β π πΌπ = π πΜπ
Attraverso i parametri di rendimento e le precedenti relazioni, possiamo quindi determinare la relazione tra la portata (πΜ) e la corrente di scarica (πΌ):
πΜ = π π
Ι³π Ι³π πΌ
Per cui la potenza applicata (π) puΓ² essere espressa dalla relazione: π = πΌ π = π
π Ι³π
Ι³π πΜ π Lβespressione della spinta diviene:
π = πΜ π£π = πΜ Ι³πβΙ³π π£β = π Μ Ι³ πβ Ι³π 2 π π π = πΜ Ι³ππ’π = πΜπ π’π = π π Ι³π βΙ³π π£β πΌ
Quindi per la velocitΓ effettiva di scarica (π£π) si ottiene:
π£π = π
πΜ= Ι³π βΙ³π π£β = Ι³π π’π = Ι³πβ Ι³π
2 π π π Infine, il rendimento di spinta risulta:
Ι³π = π2 2 πΜ π = Ι³π2 πΜ2 Ι³ π 2 π π π 2 πΜ π π Ι³π Ι³π πΜ π = Ι³π Ι³π Ι³π
Nel modello possono essere inclusi altri fattori di perdita minori. La perdita di energia associata alla divergenza del getto, con un semi angolo di apertura (π) che Γ¨ massimo alla sezione di uscita del canale e presenta valori tipicamente intorno ai 30Β° - 35Β° [7] e che come mostrato da V. Kim [8] dipende dal gradiente assiale del campo magnetico radiale (βπ§π΅π), per cui non dovrebbe
presentare variazioni significative in HET con una topologia ottimizzata. Il rendimento associato alla divergenza del getto (Ι³Ο) risulta [9]:
47 Ι³Ο β β©cos(π)βͺ2 β β©π£ππ§βͺ2
β©π£πβͺ2 β₯ 0,9
Un altro fattore di secondo ordine Γ¨ legato al fatto che le velocitΓ degli ioni, fino ad ora considerate uniformi nella zona di accelerazione in realtΓ presentano degli scostamenti. Il rendimento della dispersione della velocitΓ degli ioni (Ι³π£) Γ¨ il parametro che tiene conto di questo:
Ι³π£ β β©π£πβͺ2
β©π£π2βͺ β₯ 0,9
In definitiva, il rendimento di spinta (Ι³π), che negli HET presenta valori compresi tra il 40% e il 60%, risulta:
Ι³π = Ι³π Ι³π Ι³π Ι³Ο Ι³π£
Nonostante la velocitΓ effettiva di scarica (π£π) sia un parametro molto utile nella determinazione delle caratteristiche del propulsore, per motivi storici in letteratura Γ¨ molto diffuso lβutilizzo del parametro anglosassone equivalente: lβimpulso specifico (πΌπ π). La convenzione moderna Γ¨ quella di assumere che lβimpulso specifico sia semplicemente proporzionale alla velocitΓ effettiva di scarica per mezzo della costante gravitazionale standard sulla superficie della terra (π0):
π£π = π0 πΌπ π
Al posto della velocitΓ di scarica, possiamo introdurre lβimpulso specifico limite, tramite la stessa convenzione: πΌπ π πππ = π’π π0 = 1 π0 β Ι³π 2 π π π
In realtΓ , il flusso effettivo degli ioni allβinterno del getto Γ¨ composto da ioni con diversi gradi di ionizzazione. Le perdite legate allβenergia impiegata nelle ionizzazioni di ordine superiore sono molto basse rispetto quelle di prima ionizzazione, ma in seguito vedremo come il loro effetto puΓ² essere incluso nella trattazione ideale della specie ionica con numero di carica unitario, analizzando le correzioni che essi apportano alla spinta e alla velocitΓ effettiva di scarica.
Per mantenere coerenza con la simbologia utilizzata fino ad ora, saranno indicate senza apice le condizioni riferite al flusso di ioni ideale con numero di carica unitario. Indicando con πππΌ la
48 densitΓ numerica del flusso ionico con diversi gradi di ionizzazione, possiamo utilizzare le espressioni valide per le miscele di gas, per determinare lβeffetto delle frazioni del flusso con gradi superiori di ionizzazione rispetto al flusso ionico ideale con carica unitaria. Indicando con s il generico grado di ionizzazione del flusso, la densitΓ numerica complessiva sarΓ la somma delle densitΓ numeriche dei costituenti:
πππΌ = β π
π = π1 + π2+ π3+ β―
In questβultima relazione il termine π1 indica la densitΓ numerica della frazione del flusso reale con numero di carica unitario, π2 quella con numero di carica pari a 2, ecc. CβΓ¨ da tenere presente che il contributo di ciascun ordine superiore Γ¨ cosΓ¬ tanto minore che nella pratica soltanto i piΓΉ sofisticati codici numerici di calcolo includono al piΓΉ il terzo grado di ionizzazione.
Rappresentando la densitΓ numerica di una specie reale generica ππ come una frazione ππ della densitΓ numerica riferita al flusso di ioni ideale con carica unitaria (π):
ππ = ππ π
Allora la densitΓ numerica nel caso di ioni multipli puΓ² essere scritta in relazione al ionico ideale tramite la relazione:
πππΌ = π β π π
In questo caso, la sovrapposizione dellβenergia cinetica di tutte le specie deve eguagliare la frazione di energia disponibile per lβaccelerazione:
β π
2 π’π 2 = Ι³π β π ππ ππ
Dato che il salto di potenziale Γ¨ il medesimo per tutte le specie, Γ¨ possibile ricavare la relazione che lega la velocitΓ di deriva di una specie generica rispetto al caso ideale:
ππ = π
β π
2 π’π 2 = Ι³π π π ππ
49 Inoltre, la corrente di una singola specie (πΌπ = π ππ ππ π’π π΄) puΓ² essere espressa come una frazione (ππ ) della corrente ionica nel caso ideale di carica unitaria (πΌπ):
ππ = πΌπ πΌπ = ππ 3 2 β ππ
Tenendo inoltre in considerazione le relazioni della portata di ciascuna specie, possiamo elaborare la relazione tra la portata ideale di ioni semplici con quella risultante del flusso con ionizzazione multipla: πΜπ = π π πΌπ ππ πΜπππΌ = β πΜ π = πΜπ β ππ ππ Analogamente per la spinta:
ππ = πΜπ π’π = πΜπ π’π ππ ππ πππΌ = β π π = π β ππ βππ = π π1
La velocitΓ effettiva di scarica nel caso di ioni multipli si ottiene, per definizione, dal rapporto tra la spinta e la portata: π£πππΌ = πππΌ πΜππΌ = π π1 πΜπππΌ Ι³π β = π π1 Ι³π πΜπ βπππ π = π£π π1 β ππ ππ = π£π π2
Nella pratica, quindi, il flusso ionico reale con diversi gradi di ionizzazione puΓ² essere trattato come un flusso di ioni con carica unitaria, inglobando il contributo della spinta (π1) nel rendimento
di corrente (Ι³π) e il contributo della velocitΓ effettiva di scarica (π2) nel rendimento di massa (Ι³π):
π1 ~ Ι³π π2 ~ Ι³π
50 Ricapitolando, le espressioni dellβimpulso specifico (πΌπ π) e della spinta (π) risultano:
πΌπ π = Ι³π πΌπ π πππ
π = Ι³π π
π πΌ π0 πΌπ π πππ
Le caratteristiche di un HET possono essere visualizzate graficamente attraverso uno strumento molto utile denominato mappa delle prestazioni o Performance Map. Si tratta di un grafico che presenta in ascissa lβimpulso specifico (πΌπ π) e in ordinata la spinta (π). In esso vengono parametrizzate le linee che corrispondono ad una potenza (π) costante, ad una tensione (π) costante e ad una corrente-portata costante. La mappa delle prestazioni Γ¨ uno strumento analitico molto utile per prevedere le prestazioni operative di un HET intorno alle condizioni nominali di progetto e sarΓ meglio discussa nel capitolo successivo assieme alla descrizione della procedura per realizzarla. Nel paragrafo successivo vedremo invece quali sono le relazioni tra questi indici di prestazioni e le dimensioni del propulsore.
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