La società dei dati e degli algoritmi Open data e big data
3.4. Strategie e iniziative di openness
3.4.1. Iniziative a livello internazionale
Al favor delle norme l’Italia ha accompagnato specifici impegni a livello internazionale in materia di open data: oltre all’esaminata adesione all’Open
Government Partnership (OGP)488, nel 2013 ha aderito all’iniziativa del G8 Open Data
Charter e nel 2015 all’International Open Data Charter.
L’Open Data Charter ha lo scopo di rendere disponibili online e in formato aperto i dati delle pubbliche amministrazioni nazionali e di favorirne l’utilizzo da parte di cittadini e imprese. A tal fine, sono previsti 5 principi strategici per rendere aperto il patrimonio informativo pubblico: 1) Open Data by Default; 2) Quality and Quantity; 3)
Usable by All; 4) Releasing Data for Improved Governance; 5) Releasing Data for Innovation489.
La International Open Data Charter, finalizzata alla diffusione dell’accesso e del riutilizzo dei dati, è stata sottoscritta nel summit dell’OGP e mostra consapevolezza circa la strumentalità degli open data per contribuire allo sviluppo della conoscenza in senso ampio e comprensivo sia della crescita economica sia del progresso sociale,
487 Art. 7-bis, commi 1, 3 e 4, d.lgs. 33/2013 e provvedimento del Garante n. 243 del 15 maggio 2014, secondo cui le pubbliche amministrazioni devono inserire nella sezione “Amministrazione trasparente” un
alert con cui informare il pubblico che i dati personali sono riutilizzabili solo in termini compatibili con
gli scopi per i quali sono raccolti e nel rispetto delle norme sulla privacy. Al riguardo cfr. E.CARLONI, Le
Linee guida del Garante: protezione dei dati e protezione dell’opacità (commento a provv. Autorità garante protezione dati personali 15 maggio 2014), in Giornale di diritto amministrativo, fasc. 11, 2014,
p. 1113 ss. e sia consentito il rinvio a F.FAINI, Quale equilibrio fra trasparenza, apertura e privacy nello
scenario del d.lgs. 33/2013?, in Diritto, Economia e Tecnologie della Privacy, 2014, pp. 57-103.
488 Supra, cap. 1, § 2.
153 culturale e scientifico490. La Carta stabilisce 6 principi: 1) Open by Default; 2) Timely
and Comprehensive; 3) Accessible and Usable; 4) Comparable and Interoperable; 5) For Improved Governance and Citizen Engagement; 6) For Inclusive Development and Innovation491.
Sono molteplici le iniziative relative agli open data in diversi Paesi del mondo. La spinta a “liberare” i dati arriva dagli Stati Uniti, dove nasce il modello di open
government, si afferma il paradigma degli open data e viene realizzato il portale
apripista data.gov492. Nella strategia statunitense la conoscenza pubblica è gestita traendo ispirazione dai modelli di knowledge management cosiddetto a bazar, tipici degli ambienti di sviluppo di software open source493. Nella gestione degli open data tramite data.gov prendono forma i tre pilastri del governo aperto: la trasparenza grazie all’accessibilità e alla riutilizzabilità dei dati, la partecipazione alla gestione degli stessi e la collaborazione tramite l’apertura a commenti, suggerimenti e feedback degli utenti494. Gli Stati Uniti dedicano figure specifiche al processo open data quali il Chief
Data Officer e il Chief Data Scientist.
A livello di Unione europea, a seguito delle politiche e delle strategie dedicate ai dati aperti, sono stati realizzati il portale European Union Open Data Portal, che
490 Cfr. B.CAROTTI, L’amministrazione digitale. Le sfide culturali e politiche del nuovo Codice, cit., p. 12 ss.
491 Cfr. opendatacharter.net.
492 Cfr. www.data.gov. Il portale data.gov funziona come un index che raccoglie link e permette di verificare l’esistenza dei dataset di interesse, che poi possono essere utilizzati e scaricati appoggiandosi al sito dell’Agenzia che ha prodotto il dataset. In data.gov è possibile ricorrere alle API (application
programming interface). Cfr. V.LUBELLO, op. cit., p. 383 ss.
493 V.LUBELLO, op. cit., p. 371 ss.: «La possibilità che i cittadini, forti di una mutata nozione di comunicazione stato-cittadino, possano applicare la legge di Linus ai “codici” delle proprie democrazie ha scatenato una corsa all’Open Government in pressoché tutte le democrazie avanzate». Ogni Agenzia è tenuta a pubblicare su data.gov, dotarsi di una pagina web quale gateway per adempiere a quanto previsto e a pubblicare un Open Government Plan, in cui esplicitare le iniziative per migliorare la trasparenza, la partecipazione e la collaborazione.
494 Cfr. V. LUBELLO, op. cit., p. 383 ss., che rileva l’assenza di sanzioni a carico delle Agenzie inadempienti e l’eterogeneità delle diverse piattaforme delle Agenzie dovuta all’autonomia nello sviluppo delle strategie di open government.
154 riguarda le istituzioni e gli organismi europei495, e il portale European Data Portal, che collega i portali open data dei diversi Stati, nazionali, regionali, locali o afferenti a settori specifici496.
Molti Stati europei hanno avviato strategie in materia di open data e, tra questi, anche l’Italia; si pensi al Regno Unito con il portale data.gov.uk497, alla Francia con data.gouv.fr, alla Germania con govdata.de e alla Spagna con datos.gob.es.
In particolare, il Regno Unito ha accompagnato il Freedom of Information Act, approvato nel 2000, con l’Open Data White Paper pubblicato nel 2012, che pone il paradigma di utilizzo e riutilizzo dei dati aperti per il miglioramento dei servizi e lo sviluppo sociale ed economico498. Il governo inglese ha predisposto una licenza, la
Open Government Licence specifica per le public sector information; nella realtà
inglese trova ampia implementazione il paradigma dei linked open data.
La Francia recepisce la direttiva 2003/98/CE integrando la legge sull’accesso, loi n. 78-753 del 17 luglio 1978, mostrando così di optare per un collegamento tra trasparenza e apertura, tra accesso e riutilizzo; la stessa autorità Commission d’accès
aux document administratifs (CADA) è chiamata a vigilare, accanto al rispetto della
libertà di accesso, sull’applicazione della normativa sul riutilizzo delle informazioni pubbliche499. Successivamente la legge n. 2015-1179 del 28 dicembre 2015 ha recepito la direttiva 2013/37/UE. Sotto il profilo giuridico la Francia si è dotata di apposita licenza, la Licence Information Publique e nel 2014 si è dotata di uno State Chief Data
Officer500.
In merito all’apertura dei Paesi nel mondo, l’Open Knowledge Network ha predisposto il Global Open Data Index, strumento atto a misurare il grado di apertura e la qualità della “liberazione” dei dati pubblici dei diversi Paesi, in base ad una serie di
495 Cfr. data.europa.eu/euodp/en/data. 496 Cfr. www.europeandataportal.eu.
497 Si basa sull’infrastruttura ckan.org, soluzione open source sviluppata dall’Open Knowledge
Foundation.
498 V.PAGNANELLI, op. cit., p. 211 ss. sottolinea come, in relazione al recepimento della direttiva 2013/37/UE, a differenza dell’Italia, il Regno Unito si sia avvalso del coinvolgimento e della collaborazione della collettività, tramite consultazione online.
499 Cfr. G. MANCOSU, op. cit., p. 6.
155 parametri: la Gran Bretagna risulta seconda, la Francia quarta e l’Italia si ferma al trentaduesimo posto501.
Le iniziative in materia di open data, proprio in considerazione della nuova dimensione partecipativa e collaborativa che realizzano tra il mondo pubblico e privato, non originano solo dai poteri pubblici, ma anche da cittadini, associazioni, imprese. Sotto tale punto di vista sono moltissime le iniziative sia istituzionali sia civiche in ogni parte del mondo, fra le quali esemplificativamente si possono ricordare: “USAspending.gov”, piattaforma istituzionale americana in cui sono raccolti i dati afferenti alle spese effettuate dalle istituzioni ai diversi livelli di governo, come contratti, finanziamenti, prestiti, stipendi; “Where does my money go?”, iniziativa civica inglese, che servendosi di open data del Governo, fornisce informazioni e analisi sulla spesa pubblica, mostrando come il denaro dei contribuenti viene impiegato dal governo; “Open Street Map”, progetto che utilizza dati cartografici aperti e genera mappe a contenuto libero; DBpedia, iniziativa che crea link verso contenuti aperti generati dagli utenti di Wikipedia, li rappresenta in RDF e li mette a disposizione.