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CAPITOLO 4 LO SHADOWING NELLA DIDATTICA DELLA L2

4.5 L’influenza dello shadowing sull’apprendimento della L2

4.5.1 Input effect

4.5.1.1 Automatizzazione della percezione dell’input

Uno degli effetti più apprezzabili derivanti da una pratica costante di shadowing è l’automatizzazione della percezione dell’input. Per processi percettivi automatizzati si intendono processi

that do not require attentional focus (in divided attention tasks), nor volitional control. They require few cognitive resources, and thus, can be accomplished effortlessly without conscious awareness or intention on the part of the perceiver (Strange, 2011: 459).

Nel meccanismo di automatizzazione della percezione, l’anello articolatorio o fonologico (cfr. Baddeley, 2003) riveste un ruolo di prim’ordine. Infatti, lo stimolo acustico in ingresso giunge in un primo momento nel magazzino fonologico a breve termine dell’anello articolatorio, che ne conserverà traccia per un massimo di circa due secondi. Qualora l’input entro questi due secondi venga ripetuto ad alta voce, come nel caso dello shadowing, o venga subvocalizzato, l’informazione sarà trattenuta più a lungo nell’anello fonologico. In altre parole, più rapidamente un soggetto riesce a ripetere l’input21, più materiali linguistici si trattengono

nell’anello fonologico e meglio essi possono essere elaborati (Hamada, 2016: 14; Omar & Umehara, 2010: 204-205). Nell’ottica dell’apprendimento di una lingua straniera, lo svolgimento dello shadowing integrale dell’input può rivelarsi molto utile perché permette di vocalizzare (e, dunque, di trattenere nell’anello fonologico) anche le parole vuote, che nel flusso del parlato in L2 sono normalmente più difficili da cogliere rispetto alle parole piene. L’estensione della capacità di immagazzinamento dell’anello articolatorio favorisce l’automatizzazione della rappresentazione fonetica del suono in ingresso: ciò comporta una riduzione del carico cognitivo “in the lower-level processing, such as phoneme detection and phonological analysis” (Miyake, 2009: 26), permettendo allo shadower di destinare maggiori risorse all’ascolto attivo e al miglioramento della comprensione orale (Seo & Takeuchi, 2013: 1).

21 A tale riguardo è stato osservato che una pratica intensa di phrase shadowing “leads to an increase in

articulation rate and an expansion of the chunk span in listening” (Miyake, 2009: 26). Seo e Takeuchi evidenziano gli stessi vantaggi in termini di maggiore scioltezza articolatoria, affermando che “[i]n speaking, shadowing trains learners’ mouth movement in order to produce sound more smoothly” (2013: 2-3).

Riassumendo, uno dei maggiori punti di forza dello shadowing è la sua capacità di innescare un complesso processo di automatizzazione che riguarda tutte le dimensioni della lingua, dalla percezione fino alla vera e propria abilità di comprensione orale. Infatti

[s]hadowing is especially helpful in automatizing the perception stage because it requires the immediate repetition of incoming sound without taking time to activate the process of understanding. When a shadowing task is automatized, this implies that speech processing - the conversion of sound into phonetic representation - is automatized. This further leads to automatic search of speech knowledge in the mental lexicon in the long-term memory and the reconstruction of that database including native-like phonetic and phonological representation. If automatization in speech processing is accomplished, understanding of aural input can be accelerated, resulting in the improvement of listening ability (Muraoka, 2017: 98).

La caratteristica che rende lo shadowing particolarmente adatto ad attivare i meccanismi di automatizzazione dei processi percettivi dell’input è rappresentata dalla sua ripetitività: “rehearsal or repetition in meaningful contexts is the key for automatization” (Muraoka, 2017: 97). La natura ripetitiva dello shadowing consente infatti di trasformare l’elaborazione di informazioni inizialmente conscia in elaborazione inconscia (che non richiede uno sforzo mirato) e automatica (Kadota, 2019: 94). Questo processo è illustrato nella figura 10, che mostra come un input inizialmente trattenuto nella memoria episodica (dipendente dal contesto) venga, a seguito di una sua ripetuta elaborazione, decontestualizzato nella memoria semantica per poi fissarsi infine nella memoria procedurale, di natura implicita e inconscia.

Figura 10. Il passaggio dell’input dalla memoria episodica alla memoria procedurale, passando per la memoria semantica (Kadota, 2019: 94)

4.5.1.2 L’effetto sulla comprensione orale

Le ricerche riguardanti l’effetto dello shadowing sulla comprensione orale in L2 hanno fatto registrare risultati molto incoraggianti, a tal punto da spingere un esperto come Hamada ad affermare che “it is safe to state that shadowing is effective for improving listening comprehension skills” (2014: 4).

Ecco le principali osservazioni emerse dagli studi in materia, condotti perlopiù su studenti giapponesi impegnati nell’apprendimento dell’inglese:

• lo shadowing, attivando e rafforzando i processi bottom-up, porta ad un miglioramento della comprensione orale in inglese molto più marcato rispetto al classico esercizio del dettato (Tamai, in Hamada, 2011, 2012, 2015a). Nell’ambito di questo confronto, è stato osservato (Tamai, in Kadota, 2019: 38-39) che lo shadowing è particolarmente efficace nel migliorare la comprensione orale di chi ha competenze di inglese di medio e basso livello.

• L’uso dello shadowing con testi classificati come difficili rispetto al livello di padronanza dell’inglese degli studenti porta ad un miglioramento della comprensione orale di passaggi brevi. E’ questo il risultato di uno studio di Hamada (2011), che ha coinvolto studenti universitari. Per quanto riguarda invece passaggi più estesi, per vedere progressi apprezzabili sembra necessario un esercizio di shadowing protratto per un periodo più lungo.

• La combinazione di materiali di due livelli di difficoltà diversi nello shadowing secondo Hamada (2012) è più efficace nel migliorare la comprensione orale rispetto all’impiego di testi dello stesso grado di difficoltà;

• Il post-shadowing porta a risultati di comprensione orale in inglese migliori rispetto al pre-

shadowing, poiché consente di attivare le informazioni fonologiche e semantiche associate

ai contenuti studiati e di elaborare le informazioni non solo da una prospettiva bottom-up, ma anche top-down (Hamada, 2014). L’interazione delle attività bottom-up e top-down permetterebbe agli studenti di effettuare lo shadowing con maggiore precisione e di produrre un output fonologico accurato, il che contribuisce a sua volta ad automatizzare la percezione dell’input, con conseguente miglioramento della comprensione orale.