CAPITOLO 4 CASO DI STUDIO: AUTOSTRADA A3, TRATTO COSENZA SUD
4.1 Inquadramento dell’area di studio
4.1.3 Inquadramento geomorfologico della Calabria settentrionale
La Calabria presenta caratteri morfologici molto complessi; infatti alle “forme nuove”, dovute a processi geomorfici ancora in atto, si affiancano “forme antiche” pre- oloceniche. Alcune di queste ultime sono state modificate dalla dinamica recente che, pertanto, ne rende più complessa ed articolata la loro interpretazione (Sorriso-Valvo, 1993).
Il sollevamento della regione, spazialmente e temporalmente discontinuo, ha creato una gerarchizzazione dei caratteri geomorfologici, con sistemi morfologici denominati di primo ordine, o morfostrutture (ad es. Catena Costiera, Sila, Valle del Crati, ecc.) e di secondo ordine rappresentate da forme e depositi inclusi nelle morfostrutture (ad es. le forme peneplanate dell’altopiano silano, le conoidi alluvionali della Catena Costiera tirrenica, ecc.) (Sorriso-Valvo, 1993).
In Calabria settentrionale, nella quale ricade l’area di studio, si distinguono principalmente i seguenti sistemi morfologici: il gruppo montuoso del Pollino, nella porzione più a nord; verso sud si individuano, da ovest verso est, rispettivamente la Catena Costiera, la valle del Crati ed il Massiccio della Sila (Critelli et al., 1990; Sorriso-Valvo, 1993).
Il gruppo montuoso del Pollino si estende dallo Ionio al Tirreno e, presenta una morfologia articolata con versanti piuttosto acclivi e profonde incisioni fluviali. Il massiccio è costituito in prevalenza da rocce calcaree e dolomitiche, appartenenti alle Unità del Pollino, di San Donato e di Verbicaro (Amodio-Morelli et al., 1976).
La Catena Costiera si estende, in direzione N-S, per circa 100 km, dalla faglia del Pollino al fiume Savuto. Essa rappresenta un alto morfostrutturale limitato ad est dalla valle del Crati e ad ovest dal bacino di Paola. Le sue cime sono superiori ai 1500m s.l.m.
La Catena Costiera è caratterizzata da un paesaggio fortemente controllato dalla tettonica; infatti è dominato dalla presenza di versanti e scarpate di faglia, valli e falesie a controllo strutturale. In particolare la Catena Costiera è limitata, sui due lati, da versanti di faglia modellatisi a partire da strutture tettoniche di tipo normale (Sorriso- Valvo, 1993; Westaway, 1993) che presentano una direzione variabile da N-S a NNO- SSE. Queste faglie sono ritenute responsabili del sollevamento della dorsale a partire da Pliocene superiore (Sorriso-Valvo e Silvester, 1993).
La Catena Costiera nella zona di spartiacque è caratterizzata dalla presenza di lembi residuali di paleosuperfici osservabili, principalmente, a quote variabili tra 1000 m e
1200 m s.l.m. che insistono sia su litotipi cristallino-metamorfici che su rocce sedimentarie altomiocenici.
In questa zona si rilevano, anche, versanti di faglia regolarizzati ed addolciti, con pendenze dell’ordine dei 25 gradi, oltre alla presenza di valli sospese e decapitate a basso gradiente topografico e, quindi, non correlabili all’attuale sistema di drenaggio (Muto, 2005).
I versanti orientali della dorsale sono caratterizzati da versanti di faglia, generalmente, molto acclivi nella parte alta, cedono il passo a morfologie più dolci e collinari nelle parti basse. Ad occidente, sono invece tipiche le morfologie terrazzate sia di origine marina che alluvionale.
Il massiccio della Sila, orientato circa N-S, presenta una forma sub-rettangolare e si estende a nord della stretta di Catanzaro fino alla pianura di Sibari. L’intenso sollevamento tettonico che ha interessato l’horst del massiccio Silano, ha esercitato un imponente controllo sulla sua genesi e sulla sua evoluzione morfologica.
Nella porzione centrale il paesaggio è caratterizzato da superfici sommitali a debole pendenza, queste rappresentano ciò che rimane di antiche superfici morfologiche “paleosuperfici”, i cui bordi sono stati ampiamente modellati da processi erosionali e gravitativi, innescati dall’aumento dell’energia di rilievo, conseguentemente al sollevamento tettonico quaternario (Parise e Calcaterra, 1999). Un carattere morfoevolutivo di questo settore è dato dagli elevati processi di alterazione fisico- chimica (weathearing) che hanno subito le rocce cristalline e metamorfiche, in particolare graniti e gneiss. Questi ammassi rocciosi hanno sviluppato un intenso e profondo profilo di alterazione (Carrara e Merenda, 1974; Guzzetta, 1974; Lanzafame e Zuffa, 1976; Critelli e Matano, 1993), contenenti nuclei di roccia non alterata (boulders) che possono trovarsi come singoli blocchi isolati o raggruppati, in seguito all’allontanamento della matrice in cui si trovano immersi. (Critelli e Matano, 1993; Le Pera e Sorriso-Valvo, 2000; Scarciglia et al., 2005). Il boulders marcano il fatto che la morfologia attuale della Sila rappresenta ciò che rimane di un’antica superficie morfologica (Le Pera e Sorriso-Valvo, 2000).
I versanti, che degradano dalle spianate sommitali fino ai 600 m s.l.m. circa sono acclivi e, spesso rappresentano dei versanti di faglia. I processi denudazionali hanno prodotto valli strette e profonde, specie in corrispondenza delle zone di testata dei bacini di drenaggio.
A quote inferiori ai 600 m, dove affiorano depositi postorogeni, la morfologia è generalmente dolce. Nella fascia pedemontana, in destra orografica rispetto al F. Crati, vi sono numerose conoidi alluvionali. Questi grandi corpi sedimentari, con forma a ventaglio e pendenze blande, sono localizzati alla foce dei fiumi e dei torrenti affluenti del F. Crati e rappresentano, perciò, una delle più importanti ed interessanti forme del paesaggio che caratterizzano quest’area.
La valle del Fiume Crati è una depressione tettonica fortemente asimmetrica, bordata da numerose faglie, si estende da poco più a Sud di Cosenza fino alla piana di Sibari (Lanzafame e Zuffa, 1976; Lanzafame e Tortorici, 1981). La sua disposizione è tale da poter riconoscere un settore più meridionale orientato in posizione assiale rispetto alla catena appenninica, ed uno settentrionale, orientato NE-SO, rappresentato dal bacino di Sibari - Corigliano.
La morfologia fluviale è uno dei caratteri dominanti del bacino del Crati, presenta un corso variabile caratterizzato da un’alta valle, compresa tra Serra Vaccaro (1558 m) e Castiglione Cosentino di forma stretta e con una pendenza del corso d’acqua di 2,63%; una bassa valle con un letto a tratti abbastanza ampio e con una pendenza di 0,29%. (Critelli et al., 1993). Nella bassa valle del fiume Crati la morfologia si addolcisce e le aspre forme dell’alta valle vengono sostituite da forme collinari.
Il riempimento del bacino del Crati raggiunge uno spessore di circa 1500-1600 metri, ed è costituito da sedimenti ghiaiosi, sabbiosi ed argillosi, deposti dal Pliocene all’Olocene. L’attiva incisione ed erosione operata dai corsi d’acqua che drenano i fianchi della Catena Costiera e della Sila, ha creato, una morfologia caratterizzata da valli strette e profonde ad andamento rettilineo. Un altro aspetto, osservabile soprattutto sul fianco sinistro del Crati, è rappresentato dalla struttura a gradinata che si è venuta a creare a causa dei movimenti tettonici, che hanno interessato in vari stadi l’area. Inoltre oltre alla tettonica, hanno contribuito in modo determinante alla conformazione attuale della valle, le oscillazioni climatiche, nonché i movimenti eustatici.
Lungo la valle del Crati sovente si osservano terrazzamenti sia di origine marina che continentale, conoidi alluvionali ed alluvionali/deltizie (Lanzafame e Zuffa, 1976; Carobene e Damiani, 1985; Colella et al., 1987; Sorriso-Valvo et al.,1996).
L’intensa attività tettonica che hanno subito le rocce e i terreni affioranti nella Valle del Crati, associata ad un carattere impulsivo degli agenti atmosferici, ha dato vita alla formazione di coltri regolitiche che hanno favorito lo sviluppo di una forte instabilità dei versanti.