• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 2 BACKGROUND TEORICO

2.4 Vulnerabilità

Riguardo la vulnerabilità esistono diverse definizioni date da gruppi di ricerca di differenti discipline (agenzie di gestione dei disastri, cooperazioni per lo sviluppo, organizzazioni sui cambiamenti climatici, ecc.). Una sintesi soddisfacente si può trovare sul sito del “Provention Consortium” e nel libro sulla vulnerabilità di Birkmann (2006). La definizione di Varnes e IAEG, 1984; Fell, 1994 e Wong, 1997 ne considera solo la sfera fisica definendo la vulnerabilità nel campo delle scienze naturali come il danno potenziale o il grado di perdita (espressa in una scala da 0, nessun danno, a 1, distruzione totale) per un elemento o un insieme di elementi a rischio determinato dall’occorrenza di un fenomeno naturale di una certa magnitudo. Per i beni materiali, la perdita sarà il valore del danno relativo al valore del bene in questione. Per le persone, sarà la probabilità di vittime. La vulnerabilità può anche riferirsi alla propensione alla perdita (o probabilità di perdita) e non al grado di perdita.

Le tipologie di vulnerabilità riconosciute in letteratura (van Westen et al., 2011) possono essere sintetizzate in:

- vulnerabilità fisica: si riferisce al danno diretto ad edifici e infrastrutture, è analizzata per gruppi di costruzione (es. tipi di strutture) che possono avere danni simili, è una qualità intrinseca di un struttura e non dipende dal luogo;

- vulnerabilità economica: si riferisce ai potenziali impatti di un evento pericoloso sui beni e processi economici (es. interruzione di affari, effetti secondari come incremento della povertà e perdita di lavoro);

- vulnerabilità sociale: si riferisce ai potenziali impatti di un evento pericoloso su gruppi di persone come poveri, persone che vivono sole, donne incinte, persone disabili, bambini e anziani, considera l’attenzione pubblica verso il rischio, l’abilità delle persone di far fronte alle catastrofi, e lo stato delle strutture istituzionali designate nell’affrontare le emergenze. Vista la natura complessa e dinamica della popolazione, questa vulnerabilità cambia nel tempo;

- vulnerabilità ambientale: si riferisce ai potenziali impatti di un evento pericoloso sull’ambiente.

Ci sono molti tipi di perdite che possono essere valutate. Esse possono essere sia dirette che indirette, e possono essere umane-sociali, fisiche, economiche e culturali/ambientali (van Westen, 2011). La figura 2.11 ne fornisce una sintesi.

Umane - sociali Fisiche Economiche Culturali Ambientali Perdite dirette - Vittime - Feriti - Perdite di reddito o lavoro - Senzatetto - Danni strutturali o collasso degli edifici - Danni non – strutturali e danni al contenuto - Danni strutturali alle infrastrutture

- Interruzione degli affari dovuta ai danni agli edifici e infrastrutture

- Perdita di forza lavoro a causa di morti, feriti e soccorsi

- Costi dei soccorsi

- Sedimentazione - Inquinamento - Specie in pericolo - Distruzione di aree ecologiche - Distruzione di beni culturali Perdite indirette - Malattie - Disabilità permanenti - Impatto psicologico - Perdita di coesione sociale dovuta alla distruzione della comunità

- Agitazione politica

- Progressivo deterioramento degli edifici e delle infrastrutture danneggiate le quali non sono riparibili

- Perdite economiche dovute alla distruzione a breve termine delle attività - Perdite economiche a lungo termine

- Perdite delle assicurazioni - Meno investimenti - Costi della ricostruzione - Riduzione del turismo

- Perdita di biodiversità - Perdita di diversità culturale

Figura 2.11 Sintesi dei tipi di perdite (da van Westen, 2011; mod.).

Gli indicatori dei fenomeni franosi che possono essere usati nella valutazione della vulnerabilità sono:

- spostamenti del terreno - velocità degli spostamenti - distanza di run-out

- forze di impatto dei crolli di roccia.

La vulnerabilità di un elemento esposto al rischio può essere quantificata attraverso gli indici di vulnerabilità, le curve di vulnerabilità, le curve di fragilità e le tabelle di vulnerabilità (van Westen, 2011).

Gli indici di vulnerabilità si basano sugli indicatori di vulnerabilità e non hanno una relazione diretta con l’intensità dell’evento pericoloso. Questi sono usati principalmente per esprimere la vulnerabilità sociale, economica e ambientale.

Le curve di vulnerabilità sono costruite sulla base della relazione tra le intensità dell’hazard e i dati sui danni: il danno aumenta all’aumentare dell’intensità. Questo metodo è applicato principalmente per la vulnerabilità fisica. Le curve di vulnerabilità sono anche dette funzioni di danno o curve dello stadio del danno, e possono essere divise in due tipi:

- curve relative, che mostrano la percentuale del valore del bene come la parte danneggiata del valore totale

- curve assolute, che mostrano la quantità assoluta di danno che dipende dall’intensità dell’hazard.

Le curve di fragilità esprimono la probabilità condizionale di raggiungere o eccedere un certo stato di danno (es. lieve, moderato, esteso, completo) dovuto ad una frana di un dato tipo e di una data intensità. Queste sono spesso usate per stimare le perdite di un terremoto, principalmente per la stima delle perdite fisiche.

Le tabelle di vulnerabilità forniscono la relazione tra l’intensità dell’hazard e il grado di danno. In questo caso la curva di vulnerabilità è divisa in un numero di classi di intensità dell’hazard e per ogni classe è fornito il corrispondente grado di danno. Anche questo è di solito fatto per la vulnerabilità in caso di terremoti quando l’intensità dell’hazard è espressa in una scala che non ha valori intermedi tra due intensità (scala dell’Intensità Mercalli Modificata).

Le metodologie usate per la quantificazione della vulnerabilità possono essere classificate secondo il tipo di dati input e la valutazione dei parametri di risposta (Corominas et al., 2014) in

- euristici (Bell e Glade, 2004; Finlay e Fell, 1996), forniscono valori discreti per un

range di valori di intensità della frana;

- data-driven (Agliardi et al., 2009 a,b; Jacob et al., 2012; Uzielli et al., 2008; Papathoma-Köhle et al., 2012), la vulnerabilità è calcolata come una funzione dell’intensità della frana;

- analitici (Mavrouli e Corominas, 2010 a,b; Fotopoulou e Pitilakis, 2013 a,b), utilizzano modelli fisici e sono meno utilizzati per la loro complessità e la mancanza di dettagliati dati di input.