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L’ INSEDIAMENTO RURALE

Nel documento I paesaggi nelle campagne di Roma (pagine 38-44)

la tipologia delle aziende e della loro conduzione.

L’ INSEDIAMENTO RURALE

L’insediamento rurale è, in gran parte, quello che Marcello MAROCCO

chiama «habitat», definendolo come:

il modo di distribuzione della popolazione contadina, con le relative infrastrutture edilizie residenziali e produttive, nell’ambito di un dato territorio 18.

Secondo Guido FERRARA l’habitat è un parametro analitico/valutativo fondamentale, in quanto

finisce col diventare una specie di cartina tornasole capace di mettere in evidenza se un paesaggio contiene dei valori o meno, se fa parte di un ordine mentale umano o se le sue forme sono casuali o preesistenti a questo, se è in grado di raccontare una storia o se è del tutto inespressivo sotto il profilo culturale19.

17

Il riso fino agli anni ’20 si ritrovava, in Italia soprattutto in Lombardia-Piemonte, nel Veneto e nell’area grossetana, coltivato in piccoli appezzamenti. Oggi, al contrario, la coltivazione è concentrata in grandi estensioni solo in qualche zona del nostro paese: nel mantovano, nell’Emilia e in Lombardia (Cfr. G. FERRARA,op. cit., p.130).

18

M. MAROCCO, Il progetto dello spazio rurale, in «Rassegna di architettura e urbanistica» nn.47-48, ago.-dic., Kappa, Roma 1980, pp.83-84.

19

In diversi contributi analitici recenti si assiste al tentativo di superare le “canoniche” categorie descrittive basate esclusivamente sulla classificazione tipologica degli edifici, ponendo invece l’attenzione sui caratteri formali dell’ambiente insediativo rurale. Nel complesso gli studi svolti20 hanno messo in relazione le regole morfologiche di costruzione dello spazio con i processi sociali, economici e tecnici ad esse sottese.

Le forme che hanno assunto gli insediamenti - forme che sono dipese tanto da condizionamenti fisici, quanto da condizionamenti storici, sociali, culturali ed economici - così come appaiono oggi sono il frutto di un lungo processo evolutivo. Tale processo si è basato sulla diversa relazione che si è via via formata fra alcuni elementi ricorrenti21 e ha dato origine a forme assolutamente diverse tra loro a seconda, appunto, delle specifiche finalità, oltre che dei condizionamenti esterni.

Questi elementi, relativi essenzialmente ai caratteri generali propri dell’unità insediativa, sono:

- la dimensione dell’insediamento; - il grado di compattezza;

- l’eventuale presenza di un tessuto e di un disegno di suolo;

- la forma della maglia viaria sulla quale l’insediamento si è sviluppato;

- l’eventuale presenza, all’interno dell’insediamento, di vuoti o di propaggini del territorio agricolo;

- il contesto fisico - ambientale entro il quale l’insediamento è inserito.

20

Molti studi hanno avuto come campo applicativo soprattutto la campagna veneta e le trasformazioni che il patrimonio insediativo di questa ha subito negli ultimi decenni. Cfr. M. SARTORE, Forme e processi di urbanizzazione diffusa. Un’analisi della morfologia insediativa in un’area rurale del Veneto centrale, in «Archivio di studi urbani e regionali» n. 32, Franco Angeli, Milano 1988, pp.165-218; A. CECCHETTO, Archeologia rurale e variazioni tipologiche, in «Urbanistica» n. 86, marzo, Franco Angeli, Milano 1987, pp.10-19.

21

Cfr. P. FABBRI, op. cit., pp.144-164 nelle quali affronta il tema degli insediamenti abitativi nel paesaggio agrario, nonché le ricerche sui processi di urbanizzazione diffusa in Veneto condotte da M.SARTORE, op. cit., pp.165-218.

Figura 3. Le tipologie dell’insediamento rurale in Italia

Attraverso lo studio delle diverse relazioni che si instaurano tra gli elementi ora elencati, è possibile riconoscere, in maniera del tutto strumentale, alcune delle principali forme insediative che si possono ritrovare nel paesaggio agrario.

Le case sparse sono quegli edifici che si ritrovano isolati nella campagna e distanti da altri edifici22 (masserie, casali, cascine, …). Il contesto ambientale è tipicamente agricolo e la suddivisione dei suoli corrisponde alla maglia poderale e all’orditura dei campi.

L’accesso agli edifici avviene direttamente da strade che sono in gran parte di interesse locale o, più frequentemente, da strade bianche che fungono da collegamento fra la viabilità locale e i singoli insediamenti e proseguono, talvolta, nei campi retrostanti l’edificio. In questi ultimi casi, ci si trova di fronte a strade che, oltre a connettere gli edifici con la viabilità pubblica, collegano anche quest’ultima - e gli stessi edifici - con i campi coltivati. In entrambi i casi, questo tipo di viabilità non attraversa quasi mai i fondi, “rompendo” il tessuto poderale, ma, al contrario, concorre a formarne ed assecondarne la trama.

Solitamente, infine, l’orientamento planimetrico degli edifici risulta guidato da quello assunto dai campi, tanto da non tener conto della provenienza della strada di accesso all’edificio.

L’edificato lungo la strada è costituito dalla presenza di più edifici posti vicini tra loro, che si sviluppano lungo infrastrutture viarie e che, per questo, assumono una forma lineare. La strada, a prescindere dalla sua importanza in termini gerarchici nel territorio, assume il ruolo di “elemento catalizzatore” dell’edificato.

Questa tipologia insediativa non è del tutto omogenea: è possibile, infatti, individuare due sue diverse configurazioni a seconda della scansione esistente tra gli edifici e dell’alternanza dei lotti edificati e dei campi agricoli lungo il fronte stradale. Tali forme insediative sono l’urbanizzato agricolo e i frazionamenti fronte strada.

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Secondo O. MARINELLI – nel suo Atlante dei tipi geografici, pubblicazione a cura dell’Istituto Geografico Militare, Firenze 1949 – la casa sparsa agricola è da intendersi come

la forma più semplice di località abitata costituita dalla dimora di una famiglia agricola isolata, nel fondo che essa stessa coltiva e da cui trae i mezzi di sostentamento.

La prima - urbanizzato agricolo - è fortemente caratterizzata da aspetti di “ruralità”, essendo storicamente legata a questo settore economico, e presenta una scarsa regolarità nella scansione tra gli edifici, di contro ad una forte regolarità nella successione di campi coltivati ed edifici.

Questi ultimi, infatti, non formano un continuum bensì si alternano a porzioni di spazi agricoli coltivati che giungono, nella maggior parte dei casi, a lambire la strada, costituendone praticamente la caratteristica preponderante.

Il fabbricato, pur essendo prossimo alla strada, è decisamente arretrato rispetto a questa, formando in questo modo un ampio spazio antistante l’edificio che solitamente viene utilizzato come aia, cortile o orto. L’edificio è, poi, posizionato centralmente rispetto al “passo” del campo agricolo sul quale insiste e segue l’orditura dei campi, piuttosto che la giacitura della strada.

La seconda forma insediativa, quella dei frazionamenti fronte strada, si caratterizza, contrariamente al caso precedente, per la regolarità della scansione tra gli edifici e la sostanziale assenza di terreni agricoli tra i lotti edificati.

Ad un edificio si sussegue, lungo il fronte strada, un secondo edificio, poi un altro, e così via, e le distanze tra gli edifici sono molto simili.23

I frazionamenti appaiono, in molti casi, privi di alcun legame morfologico e formale con il territorio circostante; i lotti sui quali insistono gli edifici, poi, sono “chiusi” verso la campagna retrostante e non presentano nessun elemento di connessione con i campi coltivati ancora presenti alle loro spalle.

Se negli insediamenti del tipo precedentemente illustrato era soprattutto l’orditura del territorio agricolo a determinare l’orientamento planimetrico degli edifici, in questo caso, invece, questo è determinato

23

M. SARTORE, op. cit., p.193. Figura 5. Urbanizzato agricolo.

Figura 6. Frazionamenti fronte strada.

dai lotti, che sono disposti planimetricamente in modo da assecondare l’andamento della strada - rispetto alla quale tendono a posizionarsi parallelamente - anche se questo va in molti casi ad interrompere e contrastare la continuità e “regolarità” del territorio agricolo.

L’esito spaziale di questa tipologia insediativa è quello di un continuum urbanizzato che presenta una forma abbastanza regolare e che appare come una sorta di cortina edificata che si frappone tra la strada e la campagna in maniera tale da non avere alcun contatto tra le due. I lotti sono in linea di massima di uguale dimensione, la tipologia edilizia è unica, con una copertura fondiaria che è all’incirca sempre la stessa.

Le micro-agglomerazioni rurali si possono considerare come insediamenti di modeste dimensioni inseriti in un ambito territoriale in cui prevalgono i caratteri agricoli, organizzati su una maglia stradale minima e caratterizzati da un tessuto che nella sostanza si presenta ordinato e compatto.

La concentrazione di più edifici (anche se solitamente non troppo numerosi) in ambiti caratterizzati da una bassa densità insediativa costituisce il carattere di più facile ed immediata differenziazione rispetto a tutte le altre forme insediative considerate sino ad ora.

Tale tipo di insediamento presenta una relativa omogeneità formale interna, accompagnata talvolta da una chiusura morfologica rispetto al paesaggio in cui è inserito e soprattutto rispetto ai suoi elementi formativi.

Queste caratteristiche predominanti rendono rappresentabile l’insediamento come un insieme sostanzialmente composito ma unitario, soggetto a tutta una serie di regole fisiche e formali del tutto differenti rispetto a quelle che regolano sia le case sparse, sia l’edificato fronte strada. Infatti, se nelle prime erano individuabili legami morfologici con l’ambiente circostante (ad esempio quelle tra l’orientamento dell’edificio

e la trama del tessuto agricolo), e lo stesso, anche se in maniera più blanda, avveniva nel caso dell’edificato fronte strada (per ciò che riguardava l’orientamento dei lotti e la giacitura della strada), in questa tipologia l’individuazione di elementi fisici che fungano da legame tra la morfologia del paesaggio e quella dell’insediamento appare, generalmente, molto più difficile.

Solitamente le micro-agglomerazioni rurali non sono disposte lungo la viabilità pubblica e l’accesso a quest’ultima avviene attraverso strade bianche che, attraversando la campagna, raggiungono l’insediamento e spesso proseguono oltre, in maniera da fungere da collegamento sia tra la viabilità pubblica e il nucleo abitato, sia tra quest’ultimo e i fondi agricoli retrostanti.

Ad una prima lettura, la disposizione degli edifici all’interno dell’insediamento potrebbe apparire casuale o, comunque, priva di regole forti. Al contrario, attraverso un’osservazione più sistematica, si può riscontrare la ripetizione di alcuni “moduli di aggregazione”. All’interno del costruito, infatti, è quasi sempre possibile individuare uno spazio sul quale prospettano tutti gli edifici e che si configura come il vero e proprio “centro” dell’insediamento. È su questo spazio che giunge la strada di accesso ed è a questo spazio comune che si connettono direttamente i singoli edifici.

Nel documento I paesaggi nelle campagne di Roma (pagine 38-44)