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M ERLO , M AGLIANA VECCHIA E P ISANA

Nel documento I paesaggi nelle campagne di Roma (pagine 185-192)

la «campagna della città metropolitana» con la quale si è voluto indicare le realtà “nuove” della campagna romana,

M ERLO , M AGLIANA VECCHIA E P ISANA

Nella Carta dell’Agro Romano del 1913 di Pompeo Spinetti e nell’allegato elenco vengono indicate in questa zona le tenute della Torretta Massimi, di Campo di Merlo, della Magliana e della Pisana, che dai riferimenti storici risultavano in larga parte proprietà dell’Arcispedale del Santo Spirito in Saxia, dei Principi Filippo Lancellotti e Oberto Pallavicini e della Società Agricola Immobiliare Veneta.

L’area che viene di seguito descritta corrisponde oggi in larga parte all’attuale Riserva naturale della tenuta dei Massimi.

La morfologia e l’idrografia dei terreni

L’area si sviluppa lungo il bacino idrografico del fosso della Magliana, che, con il suo andamento non troppo sinuoso sfocia direttamente nel Tevere all’altezza della nucleo della Magliana Vecchia;

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Le tenute che vengono analizzate nei loro elementi componenti il paesaggio agrario sono, procedendo in senso orario da ovest ad est: le tenute Somaini, dei Massimi, Campo di Merlo, Magliana vecchia e Pisana; la tenuta dell’Insugherata; le tenute della Marcigliana, Tor S. Giovanni, Bufalotta e Casale delle Donne; le tenute di Castel Arcione, del Cavaliere e di Lunghezza; le tenute di Decima, Monte Migliore, Radicelli e Falcognana.

a ridosso del fiume, sui due versanti opposti, si trovano le tenute Somaini e dei Massimi.

Nelle immediate vicinanze del Tevere, in una zona completamente pianeggiante, sono invece presenti la tenuta della Magliana Vecchia e quella del Campo di Merlo.

Dal punto di vista morfologico, l’area è caratterizzata dall’alternanza di ripiani tufacei strutturati ad albero rispetto al corso d’acqua principale e di valli particolarmente incise e riccamente vegetate. I fossi che danno origine a queste ultime “vallecole” sfociano nel fosso della Magliana che presenta un fondovalle abbastanza ampio.

I rilievi collinari, di modesta altezza (contenuta fra i 50 e i 60 metri), sono impostati su una serie di terreni di origine fluvio-palustre, costituiti da sabbie, ghiaie e argilla. Solo sulla sommità affiorano, con uno spessore ridotto, i prodotti vulcanici a prevalenza tufacea. Ai rilievi si alternano fondovalle occupati dai sedimenti alluvionali recenti del fosso della Magliana e del Tevere.

La porzione di territorio ad ovest è stata interessata da decenni di sfruttamenti dei depositi di ghiaia e sabbia esistenti. Questa attività ha completamente stravolto sia i lineamenti morfologici, sia la distribuzione idrica superficiale e sotterranea della zona.

La morfologia della zona caratterizzata dalle colline arrotondate, dalle modeste quote altimetriche e dall’assenza di cime, unitamente alle scanalature dei fossi ed alle zone pianeggianti,5

rappresenta la sequenza strutturale costante dell’intera porzione di territorio. L’ampio fondovalle, solcato per tutta la sua lunghezza dalle linee pressoché parallele del fosso della Magliana e del tracciato stradale omonimo, rappresenta una sorta di spina dorsale di questo

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G.G. RIZZO, Qualità paesaggistico - ambientali e frange urbane nella periferia ovest di Roma, estratto da «Metodi e verifiche di bilancio ambientale urbano», s.l., 1991, pp.106-107.

sistema. È dunque oggi ancora possibile riconoscere le forme naturali che modellano il territorio:

- un’estesa superficie pianeggiante di origine alluvionale, generalmente coltivata a seminativo, che si articola lungo il fosso della Magliana e alla confluenza di quest’ultimo con il fiume Tevere; - una serie di piccole valli con un deciso profilo a “V”, originate dal

ruscellamento superficiale degli affluenti il fosso della Magliana, che ha profondamente inciso i terreni tufacei;

- una cornice di zone rilevate di origine tufacea, ad un’altezza che non supera i 60 metri, sulle quali si attestano piccole macchie arboree.

I “residui” ambientali e/o storici

Nel complesso l’area mostra una consistente presenza di complessi forestali ben strutturati, ricchi di numerose specie vegetali e, relativamente al fatto che si è nelle immediate vicinanze dell’agglomerato urbano, estesi su ampie superfici.

Di particolare interesse sono soprattutto le aree boschive (l’esempio forse più pregevole è costituito dal bosco Somaini) che si sviluppano lungo i versanti e sulla sommità dei pendii, dove prevalgono i boschi di sughera e farnetto o quelli formati in prevalenza dal cerro.

Sulle altre parti del territorio prevalgono, invece, le specie di graminacee caratteristiche delle colture abbandonate e dei pascoli aridi; nella zona di confluenza tra il fosso della Magliana e il Tevere, infine, è maggiormente presente la vegetazione altoerbacea e arbustiva delle zone umide.

La permanenza storica più rilevante è rappresentata dal tracciato storico d’epoca romana della via della Magliana, lungo la quale si

trovano, anche se non indiretta connessione, il complesso dei Fratres

Arvales, le catacombe ebraico - cristiane di Generosa e un’area

archeologica - sempre di epoca romana - recentemente scoperta in prossimità dell’azienda agricola dell’Infernaccio.

Lungo la stessa strada sono poi presenti due importanti complessi che risalgono al Medioevo: il casale della Torretta dei Massimi che con la pieve annessa rappresentava l’alloggio di guardia all’interno della tenuta dei Massimi, ed il complesso delle scuderie della Magliana, trasformate nel 1503 in villa e residenza di caccia papale ed occupate oggi dalla Congregazione dei cavalieri di Malta.

Figura 25. Il cortile interno delle Scuderie della Magliana.

Nelle parti più interne sono presenti una serie di casali storici disposti lungo un percorso di crinale che corre parallelamente al fosso della Magliana. Si tratta di un tracciato storico che collega i casali più antichi, documentati già nel Catasto Gregoriano e appartenenti tutti alla tenuta dei Somaini: un casale-villa con torre merlata e altri due casali utilizzati probabilmente come fienile e per le attività legate alle vigne. Tutte queste strutture sono oggi inutilizzate e versano in un forte stato di degrado.

Le sistemazioni agrarie

Il modello di colonizzazione agricola dell’intera zona sembra corrispondere alla sequenza caratteristica della morfologia propria della campagna romana, con una fase iniziale di frequentazione di tipo pastorale a partire dalla sommità dei pianori, alla quale sono seguite un’affermazione della cerealicoltura e, in epoche più recenti, una conquista dei fondovalle anche a seguito dell’introduzione dell’aratro profondo.

Di grande rilevanza è, dunque, la presenza di bosco sia su gran parte dei pendii, sia su molte delle sommità dei pianori, alternate ad ampie zone aperte del sistema agricolo moderno dei seminativi nei fondovalle pianeggianti della Magliana, della Maglianella e della piana del Tevere.

La caratteristica principale di questa porzione di territorio non consiste dunque in particolari sistemazioni agricole, quanto piuttosto nell’alternanza dei terreni coltivati con prati e pascoli e con boschi.

L’uso agricolo del suolo che caratterizza il fondovalle presenta ampi appezzamenti di campi seminati a grano, con le colture che strutturano il paesaggio agrario della vallata che ne delineano il margine e avvolgono le aree di pregio naturalistico dei lembi vegetati presenti lungo le valli strette del reticolo idrografico.

La tessitura dei campi, come detto abbastanza ampi, ha un’orditura perpendicolare all’andamento del fosso e dà origine ad una sorta di struttura ad albero rispetto a questo.

Le coltivazioni che vengono effettuate sono per lo più quelle

Figura 26. Macchia arborea accanto ad un campo coltivato.

Figure 27-28. Due esempi di casali presenti lungo il fosso della Magliana.

della classica rotazione della campagna romana, che vede alternarsi il grano duro, gli erbai autunno - vernini di avena e trifoglio e l’erba medica, che occupa il terreno dai tre ai cinque anni.6

La maggior parte delle coltivazioni è in asciutto, anche se in qualche zona è possibile trovare delle piccole superfici coltivate a frutteto e ortaggi per le quali è indispensabile la pratica irrigua.

Le porzioni di terreno poste alle quote relativamente più alte, invece, sono lasciate a prato e pascolo, in quanto ci si trova di fronte a terreni di minore fertilità, spesso di più difficile lavorabilità a causa delle pendenze.

L’insediamento rurale e la tipologia delle aziende

L’invaso del fondovalle del fosso principale è segnato dal susseguirsi dei complessi dei casali, i quali sono il più delle volte formati da un insieme di edifici differenti, collegati fra loro da una rete di percorsi che attraversa tutta l’area e che struttura anche i principali collegamenti fra le varie tenute.

La viabilità minore interna è limitata al collegamento delle aziende agricole con le grandi arterie di scorrimento, mentre la viabilità interpoderale è abbastanza scarsa e difficilmente percorribile.

La maggior parte dei casali attivi presenti è di epoca moderna: essi sono attestati in prevalenza lungo il fondovalle, quasi ad intervalli regolari, appoggiati sulle prime pendici dei rilievi.

La tipologia insediativa storica ricorrente è quella che vede il casale posizionarsi al fondo di un viale alberato di ingresso, al centro di un ampio spiazzo, protetto da un fitto “schermo verde”, intorno al quale non

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G. CAFIERO (a cura di), Paesaggio, natura e agricoltura di fronte alla pressione urbana. Tenuta dei Massimi, in «Urbanistica Quaderni» n.37, mar., INU edizioni, Roma 2003, p.138.

è inusuale ritrovare anche altri edifici di servizio all’attività agricola e pastorizia.

Questi edifici, però, in alcuni casi possono anche essere ubicati in altre parti del territorio della tenuta, al centro di radure o sui pianori meno ricchi di vegetazione.

All’interno delle tenute opera, attualmente, un insieme di aziende di piccole e medie dimensioni che praticano, come detto, un’agricoltura estensiva per lo più in rotazione: al fianco dei vari appezzamenti coltivati sono stati costruiti nuovi fabbricati, non eccessivamente grandi, adibiti a residenza del contadino.

Figura 30. La “campagna” delle tenute del settore sud-ovest: elementi componenti e relazioni. In blu e azzurro è evidenziato il sistema delle acque; in rosso e arancio la viabilità principale; in giallo la viabilità interpoderale e con un pallino rosso le unità insediative agricole dei casali; in verde chiaro e marrone l’alternanza di valli e pianori; in grigio l’urbanizzato.

Figura 29. Unità insediativa agricola al fondo del viale alberato d’ingresso.

Nel documento I paesaggi nelle campagne di Roma (pagine 185-192)