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Integrazione tra gli strumenti d’intervento previsti

NELLO SVILUPPO RURALE 2007-

Asse 3 – Qualità della vita e diversificazione

4.4 L E FORESTE NELLA PROGRAMMAZIONE REGIONALE PER LO S VILUPPO R URALE Le Regioni e Province Autonome nel corso del 2007 hanno definito, nei Programm

4.4.2 Integrazione tra gli strumenti d’intervento previsti

Nei programmi regionali al fine di assicurare l’efficacia delle politiche per lo svi- luppo delle aree rurali e delle filiere produttive, viene in generale riconosciuta l’im- portanza e la necessità di attivare forme e modalità d’integrazione tra gli strumenti d’intervento previsti. Purtroppo l’attuazione dei progetti integrati, per la concentra- zione territoriale e settoriale degli interventi viene, in particolare modo sostenuta per i settori agricolo e agroalimentare cercando, nella maggior parte dei casi di favorire l’integrazione con gli interventi dei Fondi strutturali e di altri strumenti di programmazione nazionale e locale. In generale per il settore forestale non vengo- no sviluppate le necessarie sinergie e approcci che il settore necessiterebbe. In alcuni casi si possono incontrare interpretazioni basate principalmente sull’ado- zione coordinata di misure per soddisfare i fabbisogni emersi nell’analisi del conte- sto regionale, dal punto di vista ambientale e di filiera, secondo una logica strategi- ca e di sistema capace di creare maggior valore aggiunto rispetto alla somma dei benefici prodotti dalla realizzazione dei singoli interventi. Nelle regioni in cui la progettazione integrata, soprattutto in ambito forestale, si è nelle precedenti pro- grammazioni (Regioni ex Obiettivo 1, Toscana, Emilia Romagna, Veneto) consolida- ta come strumento operativo di attuazione delle politiche di sviluppo locale, trovia- mo nell’approccio di filiera un elemento strategico finalizzato ad aumentare la competitività delle diverse fasi del sistema produttivo forestale (utilizzazione, tra- sformazione, commercializzazione), e per assicurare soluzioni alle ricorrenti pro- blematiche di carente aggregazione tra i soggetti della filiera e di scarso sviluppo imprenditoriale nella gestione d’impresa.

Le tipologie più utilizzate sono i progetti di filiera e di area e i progetti collettivi: i primi utilizzano più interventi collegati, principalmente le misure dell’asse 1, nel- l’ambito di accordi condivisi tra una pluralità di soggetti operanti in punti diversi della filiera (proprietari e gestori di superfici forestali, imprese di utilizzazione, di prima e seconda lavorazione e di successiva trasformazione del prodotto e le even- tuali imprese di commercializzazione dei prodotti legnosi primari e secondari, legnosi, di origine legnosa e non), oppure un insieme di interventi rivolti a singoli soggetti che dimostrano di essere comunque inseriti in un sistema organizzato (filiera), soddisfando così le loro esigenze di crescita competitiva.

I progetti collettivi coinvolgono invece più soggetti beneficiari omogenei, apparte- nenti allo stesso segmento della filiera. Attraverso l’utilizzo di una specifica misura, 66 a cura di Luca Cesaro

nella maggior parte dei casi dell’asse 1, o un complesso di misure tra loro coordi- nate raggiungono obiettivi specifici e settoriali, in grado di rafforzare le filiere pro- duttive locali e/o risolvere una problematica comune.

Queste tipologie di approccio integrato, in molti casi rappresentano una nuova fase sperimentale progettuale e tecnico organizzativa, e riguarda in generale tutto il ter- ritorio regionale, anche se vengono individuate come prioritarie le aree montane.

Coinvolgendo i diversi segmenti di una determinata filiera produttiva forestale mira- no a favorire l’ammodernamento di processo, di prodotto e di organizzazione a livello di produzione primaria, trasformazione e commercializzazione e a migliora- re la qualità, l’innovazione e la valorizzazione del prodotto.

L’attivazione delle misure è differenziata in funzione della tipologia di progetto e delle caratteristiche degli interventi stessi, ma la finalità principale è quella di crea- re e consolidare rapporti privilegiati e funzionali, all’interno dei diversi segmenti della filiera forestale, attraverso approcci sia aziendali che pluriaziendali, coinvol- gendo principalmente le funzionalità proprie della produzione primaria (gestore della proprietà silvopastorale) e quelle della trasformazione del prodotto legnoso, dal taglio della pianta in piedi ai processi della prima e seconda lavorazione. L’attuazione dei progetti integrati di filiera coinvolge diversi attori, che assumono il

Obiettivi dei principali progetti integrati rivolti al settore forestale

Iniziative coordinate che coinvolgono principalmente le seguenti misure • Migliorare la redditività dei proprietari boschivi e

delle imprese di trasformazione;

• Sviluppo dell'innovazione tecnologica e organizzativa;

• Migliorare il ruolo economico-produttivo del settore foresta-legno;

• Migliorare la competitività del sistema forestale in un contesto di filiera;

• Assicurare una adeguata integrazione e concentrazione funzionale degli interventi nelle fasi produttive;

• Favorire il legame produttivo tra imprese e territorio;

• Consentire la formazione e il rafforzamento delle capacità imprenditoriali e della cultura d’impresa in tutti i segmenti della filiera foresta-legno ed energia.

• Organizzare l'offerta dei prodotti forestali; • Incremento del valore aggiunto di prodotti delle

filiere foresta-legno ed energia;

• Investimenti aziendali e silvopastorali, • Miglioramenti della qualità dei prodotti

forestali;

• Cooperazione per lo sviluppo di prodotti, processi e tecnologie

• Miglioramento delle performance produttive e ambientali,

• Servizi di formazione e consulenza aziendale; • Infrastruttura connessa allo sviluppo e

all’adeguamento della silvicoltura; • Imboschimento;

• Diversificazione e servizi all’economia rurale; • Investimenti nelle aziende agricole;

ruolo di proponenti e beneficiari. Il soggetto proponente presenta il progetto in nome e per conto di una pluralità di beneficiari definendo con questi ultimi un legame contrattuale, individuano gli impegni e le responsabilità reciproche. In que- sto contesto il PSR della Toscana propone di formalizzare i rapporti attraverso la costituzione di un’Associazione Temporanea d’Impresa.

Rilevante interesse hanno assunto per il settore forestale i progetti d’integrazione riguardanti la tematica bioenergia in ambito locale. Le Regioni del centro nord hanno proposto l’utilizzo di progetti di filiera o progetti collettivi da attuarsi attra- verso contratti condivisi tra i differenti soggetti impegnati sia direttamente nella rea- lizzazione di specifiche azioni (imprese boschive, proprietari e gestori forestali imprese di prima trasformazione e commercializzazione dei prodotti legnosi), che di soggetti coinvolti indirettamente (aziende agricole, artigiani, industria, distributo- ri energetici, amministrazioni e utenti pubblici), ma attori del processo di filiera foresta-energia.

In un’ottica di sviluppo locale integrato e sostenibile si sono privilegiate le misure dell’asse 1, (intese sia a favorire l’accesso ai terreni forestali e agricoli, sia per pro- muovere l’innovazione e finanziare gli investimenti necessari alla realizzazione d’impianti a combustione di biomassa), coordinatamente con le misure dell’asse 3 per la diversificazione delle attività, lo sviluppo di microimprese e nella diffusione dell’energia prodotta alla popolazione locale. In questo contesto di filiera e di svi- luppo integrato, di prioritaria importanza rimane comunque il ruolo di base assun- to dai proprietari e gestori forestali e dalle imprese boschive nell’ambito della gestione forestale sostenibile. Ruolo che nell’ambito delle strategie d’intervento regionali per migliorare la competitività dei sistema foresta-legno non è stato sem- pre considerato e con la dovuta forza.

Per tutelare e rafforzare le risorse naturali e i paesaggi nelle zone rurali e promuo- vere l’utilizzazione sostenibile dei terreni agricoli e delle superfici forestali, molte Regioni prevedono approcci integrati utilizzando principalmente le misure afferenti all’asse 2. L’obiettivo è sempre indirizzato alla tutela della biodiversità, della con- servazione e dello sviluppo dell’attività silvicola e di sistemi forestali a elevata valenza naturale, dei paesaggi tradizionali e per la tutela delle acque e dei cambia- menti climatici. Le misure forestali di questo asse (imboschimento, indennità Natura 2000, pagamenti silvoambientali e investimenti non produttivi), trovano attuazione, insieme alle misure agricole, in approcci integrati territoriale di natura ambientale, previsti da quasi tutti i PSR. L’applicazione degli interventi rimane prio- ritaria in aree definite preferenziali, (aree della Rete Natura 2000), e dove con parti-

colare riferimento alle aree di pianura ad agricoltura intensiva specializzata, è mag- giore la necessità di rendere compatibili le attività agro-zootecniche e forestali con le esigenze di protezione dell’ambiente, o dove è maggiore il rischio di abbandono delle attività e le conseguenti ricadute negative sull’ambiente (aree svantaggiate di montagna e di collina). All’utilizzo sostenibile delle superfici forestali (nell’ambito di Piani di gestione e assestamento forestale) e dei terreni agricoli, si affiancano le misure dell’asse 3 per la diversificazione dell’economia rurale, per il miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e in particolare le azioni di formazione, informazione, animazione e consulenza sulla produzione e l’uso dell’energia da biomassa nel rispetto della sostenibilità ambientale.

Al fine di promuovere un ambiente rurale di qualità nelle aree a maggiore ruralità. (aree con problemi complessivi di sviluppo e aree rurali intermedie), le regioni intendono utilizzare, in forma integrata, soprattutto le misure dell’asse 3, esaltando il ruolo polifunzionale delle risorse forestali, incentivando attività complementari a quella di produzione e valorizzandone le funzioni sociali e ambientali. All’integrazione degli interventi, di diversificazione delle attività, di miglioramento delle infrastrutture rurali essenziali e del patrimonio immobiliare rurale e storico- culturale, e lo sviluppo d’iniziative di valorizzazione delle emergenze naturalisti- che, si affiancano, come visto in precedenza, anche gli interventi afferenti all’asse 1 e 2 rivolti a migliorare le debolezze infrastrutturali e a favorire il potenziamento e l’ammodernamento delle aziende, a diffondere la gestione forestale sostenibile e le iniziative di certificazione forestale, al fine di rendere più competitive le singole imprese e le filiere foresta-legno ed energia in ambito locale.

La partecipazione degli operatori forestali ai progetti integrati e alle singole misure degli assi d’intervento, nelle programmazioni regionali dovrebbe essere facilitata dalla partecipazione attiva dei loro rappresentanti alla costruzione dei Piani di Sviluppo Locale (PSL) Leader, che riguarda l’attuazione dell’asse 4. L’asse Leader concorre infatti, al raggiungimento degli obiettivi degli altri assi e soprattutto del- l’asse 3, realizzando nuove strategie locali di sviluppo capaci di valorizzare le potenzialità produttivistiche e ambientali del territorio rurale, con il mantenimento dell’occupazione tramite il consolidamento dell’imprenditorialità esistente, la ricer- ca di nuova occupazione, la crescita della partecipazione ai processi decisionali e di aggregazione.

Utilizzando gli indicatori di prodotto richiesti dal Reg. (CE) 1698/05 e inseriti nelle schede di misura dei PSR, è stato possibile analizzare la previsione di realizzazione per il nuovo periodo di cofinanziamento 2007-13 di sviluppo rurale.