• Non ci sono risultati.

NELLO SVILUPPO RURALE 2000-

Obiettivo 1 Totale Imboschimento Misura H

Spesa prog. (Meuro) 108,712 86,125 194,837

% S. prog. su totale PSR 1,65% 4,02% 2,23%

Pagamenti (Meuro) 64,688 54,450 119,138

% pagamenti/ S. prog. Misura H 59,50% 63,22% 61,15%

Trascinamenti 2080/92

Spesa prog. (Meuro) 348,163 339,313 687,476

% S. prog. su totale PSR 5,27% 15,83% 7,86%

Pagamenti (Meuro) 296,495 287,056 583,551

% pagamenti/ prog. Trasc. 2080/92 85,16% 84,60% 84,88%

Imboschimento 2000/06 (Misura H+2080/92)

Spesa prog. (Meuro) 456,876 425,438 882,314

% S. prog. su totale PSR 6,92% 19,85% 10,09%

Pagamenti (Meuro) 361,183 341,506 702,689

% pagamenti/ prog. misura H + trasc. 2080/92 79,05% 80,27% 79,64%

Programmato. PSR (Meuro) 6.600,976 2.143,270 8.744,246

Fonte: Rielaborazione INEA su dati AGEA relativi ai pagamenti PSR.

Per le regioni Obiettivo 1, la misura inclusa nei PSR, risulta attuata solamente in Sicilia, Molise e Campania. In Calabria non sono stati effettuati nuovi imboschi- menti e la misura H è stata esclusivamente impegnata per il pagamento dei trasci- namenti provenienti dalla precedente programmazione. Anche sulle tipologie di imboschimento, pur non essendoci informazioni dettagliate disponibili, si osserva una certa differenza tra Nord e Sud: le Regioni del Nord hanno dato particolare importanza all’imboschimento con specie a rapida crescita nelle aree di pianura (Piemonte, Lombardia e, in misura minore, anche il Veneto) con finalità prevalente- mente produttive, mentre al Sud prevalgono impianti, di latifoglie o misti, anche con specie di pregio, generalmente non a rapida crescita.

Gli imboschimenti con resinose (esclusivamente pini) invece vengono attuati solo in Sicilia. In conclusione per il rimboschimento delle superfici agricole, dal 1994 al 2006 sono stati spesi dalle Regioni con diverse quote per il sostegno all’impianto, alla manutenzione e al mancato reddito complessivamente circa 1.260 Meuro per quasi 150.000 ettari, con una media di spesa a ettaro superiore ai 7.800 euro. L’impegno e la spesa di tutte queste risorse hanno purtroppo in questi ultimi 14 anni sempre di più allontanato l’attenzione dal patrimonio forestale già esistente ed

esterno alle proprietà agricole, da quegli 8 milioni di ettari di bosco censiti dall’Inventario nazionale del 2005 che necessitano di una maggiore e migliore gestione a beneficio dell’intera collettività.

3.1.2 Altri interventi per le foreste40

Con il Reg. (CEE) n. 2080/92, che prevedeva incentivi agli investimenti per il miglioramento dei boschi a favore unicamente degli imprenditori agricoli e loro associazioni, le Regioni italiane hanno speso 155 Meuro per realizzare azioni di sistemazione e miglioramento boschivo e frangivento su 112.182 ettari, superando ampiamente la previsione (95.649 ettari), e 3.429 km di strade forestali su 4.000 km previsti, e hanno realizzato per la protezione incendi, fasce taglia fuoco e punti d’acqua a favore di 7.945 ettari serviti sui 99.790 previsti.

Tutti gli interventi previsti dalla misura I “Altre misure forestali” del Reg. (CE) n. 1257/99, e riconducibili agli articoli 30 e 32 del regolamento, oltre ad ampliare il range di beneficiari (enti pubblici, privati e loro associazioni), agiscono in modo complementare agli interventi d’imboschimento, avendo come obiettivo principale il mantenimento e lo sviluppo delle funzioni economiche, ecologiche e sociali delle foreste, attraverso la promozione di un modello sostenibile della selvicoltura, sostenendo il settore selvicolturale e valorizzando la filiera bosco-legno.

Osservando nel dettaglio il Capitolo VIII del regolamento, si percepisce la visione piuttosto superficiale che la programmazione comunitaria ha dato alla gestione forestale. Non esiste infatti una suddivisione, che è invece chiara negli altri capi del regolamento, tra misure economiche (aumento della competitività) e misure ecolo- gico-ambientali nonché di salvaguardia del territorio.

Analizzando i singoli PSR regionali si può osservare l’ampia varietà d’interventi che le regioni hanno attuato, che senza pretese di completezza vengono di seguito riportati riclassificandole in macro categorie funzionali.

Funzione economico aziendale

• Imboschimenti per produzione di biomasse a fini energetici;

• Investimenti per la raccolta, trasformazione e commercializzazione dei prodotti forestali;

• Associazionismo forestale;

• Pia nificazione forestale (piani di assestamento e gestione a livello aziendale); • Inventari forestali e cartografia;

• Ecocertificazione ed interventi sulla filiera legno; • Infrastrutture e strade;

• Bioenergia e sistemazioni verde; Funzione ecologico ambientale • Mantenimento stabilità ecologica; • Recupero biotipi umidi;

• Accrescimento valore e miglioramenti forestali; Funzione di salvaguardia del territorio

• Ricostruzione di boschi danneggiati da disastri naturali e incendi; • Tutela del paesaggio;

• Sistemazioni idraulico forestali.

• Difesa incendi e mantenimento fasce tagliafuoco; • Imboschimento delle superfici non agricole;

La maggior parte di queste azioni e interventi prima di Agenda 2000, erano finan- ziate nell’ambito delle politiche regionali, come per esempio gli inventari e la pia- nificazione (sia a livello aziendale che territoriale), l’associazionismo forestale, le infrastrutture e la viabilità forestale e in alcuni casi anche gli interventi di filiera. La possibilità di aver potuto finanziare con fondi comunitari parte della politica fore- stale regionale, ha sicuramente avuto un effetto positivo in termini di potenziamen- to della politica stessa. In alcuni casi però, tale meccanismo di aiuto ha reso più conveniente incentivare le misure cofinanziate, distogliendo il sostegno finanziario da quegli interventi regionali che non godono del cofinanziamento comunitario. In tal modo alcune delle misure precedentemente comprese nelle politiche forestali regionali sono state abbandonate o depotenziate per liberare fondi al fine di finan- ziare le misure di sviluppo rurale.

In generale i differenti interventi sono stati attuati dalle regioni sulla base del pro- prio ambito territoriale, adattandoli agli obiettivi specifici della programmazione locale ma spesso senza un chiaro indirizzo strategico.

Tabella 3.3 - Spesa pubblica Misura I, Altre misure Forestali.

Spesa progr. Progr. misura I Pag. misura I Pag. misura I misura I Totale progr. (Meuro) Progr. misura I

(Meuro) PSR Abruzzo 7,610 2,65% 10,664 140,13% Emilia Romagna 17,899 2,14% 11,552 64,54% Friuli 30,037 13,86% 23,826 79,32% Lazio 32,100 5,72% 13,708 42,71% Liguria 25,433 11,72% 21,402 84,15% Lombardia 3,556 0,44% 3,923 110,33% Marche 19,348 4,25% 12,650 65,38% P.A. Bolzano 22,117 8,31% 27,847 125,90% P.A. Trento 18,560 8,99% 19,908 107,26% Piemonte 33,200 3,86% 17,495 52,70% Toscana 51,797 7,15% 33,160 64,02% Umbria 2,661 0,67% 8,793 330,43% Valle d’Aosta 0,929 0,87% 0,557 59,99% Veneto 51,500 7,85% 40,995 79,60%

Tot. Fuori obiettivo 1 316,748 4,80% 246,479 77,82%

Basilicata 90,349 66,609 73,72% Calabria 120,294 118,590 98,58% Campania 175,797 117,997 67,12% Molise 21,983 12,777 58,12% Puglia 36,705 56,356 153,54% Sardegna 11,000 5,196 47,24% Sicilia 200,000 178,175 89,09% Tot. Obiettivo 1 656,127 555,700 84,69% Italia 972,875 802,179 82,90%

Fonte: Rielaborazione INEA su dati MIPAF-AGEA relativi ai pagamenti PSR e POR.

Nelle regioni caratterizzate da un territorio prevalentemente collinare e montano è stata data maggiore rilevanza agli interventi di tutela e valorizzazione della risorsa forestale e al miglioramento della gestione forestale e ambientale, contro le misure d’imboschimento che hanno invece particolare rilevanza nelle aree agricole delle regioni della pianura padana e in alcune regioni appenniniche. In molti casi le regioni non hanno saputo opportunamente indirizzare le misure forestali ed hanno programmato nei PSR un insieme di misure, riconducibili a obiettivi diversi, spesso conflittuali, senza un chiaro indirizzo strategico.

ro, scegliendo di non dare attuazione alle misure d’imboschimento (o di attuarle in misura ridotta) concentrando le risorse sulle “Altre misure forestali”, più strettamen- te legate alla valorizzazione del comparto forestale.

Nel complesso dal 2001 al 2006 con la misura I sono stati approvate più di 16.000 domande e spesi 802 Meuro realizzando l’82% della spesa programmata (972 milioni di Euro, il 52% delle risorse destinate al capitolo selvicolturale del regola- mento 1257, 11% della dotazione nazionale per lo Sviluppo rurale). Nelle Regioni fuori obiettivo 1 la dotazione finanziaria per le “altre misure forestali” raggiunge nel complesso il 4,8% del totale PSR (316 Meuro), di cui risulta pagato il 77%. Situazione ben diversa per le Regioni obiettivo 1, in cui delle risorse programmate nei POR per questa misura (972 Meuro), risulta pagato quasi l’83%.

Purtroppo piani finanziari dei PSR, non presentando una suddivisone delle spese per gli specifici interventi previsti, non consentendo di valutare come l’impegno finanziario si ripartisca tra le diverse misure forestali.

L’analisi dei singoli programmi e dei rapporti di valutazione sull’attuazione della misura I, evidenziano comunque una certa difficoltà di avvio delle “nuove misure”. Gli interventi attuati riguardano principalmente il mantenimento e la valorizzazio- ne delle risorse naturali e ambientali, il sostegno e la tutela delle attività forestali. La loro attuazione è risultata problematica per la maggior parte delle Regioni, sia per un sovradimensionamento degli stanziamenti operato in fase di programmazio- ne, parzialmente recuperato con la riprogrammazione di medio periodo, sia per una generale assenza di gradimento da parte del territorio.

Bisogna comunque tenere conto che le scelte di programmazione sono state anche molto influenzate dal contesto agricolo regionale e dal peso delle altre misure di sviluppo rurale. Le tipologie d’intervento di Miglioramento forestale e di Investimenti per la commercializzazione e trasformazione, già attuate nella prece- dente programmazione, hanno generalmente avuto dei buoni r isultati, non altret- tanto si può dire per quelle misure che in precedenza non rientravano nella pro- grammazione comunitaria.

In particolare interventi potenzialmente molto importanti per il settore forestale, quale Associazionismo forestale e Promozione di nuovi sbocchi commerciali, hanno incontrato numerose difficoltà di avvio. Con la riprogrammazione di medio periodo si è, infatti, assistito a un ridimensionamento della spesa programmata per questa misura con una riduzione di circa 50 Meuro sulle risorse stanziate.

Tabella 3.4 - Sintesi dei principali interventi forestali realizzati dal 1994 al 2006.

Interventi previsti Reg. (CEE) Reg. (CE)

n. 2080/92 n.1257/1999 Imboschimento superfici agricole 104,142 ha 40,573 ha

Conifere 3,049 ha 1,108 ha

Latifoglie 78,362 ha 28,897 ha

Specie a rapido accresciento 22,730 ha 10,587 ha

Rimboschiento superfici non agricole - 3,500 ha

Sistemi agroforestali - -

Viabilità forestale 3,429 km n.p.

Ricostruzione e servizi di prevenzione alle calamità

naturali e incendi (superficie servita) 8,000 ha 108,919 ha Investimenti per accrescere il valore economico,

ecologico e sociale delle foreste 112,182 ha 72,025 ha Accrescimento del valore economico dei prodotti

forestali (numero di aziende beneficiarie) - 2,978

Fonte: rielaborazione INEA su dati Relazioni regionali annuali di monitoraggio.

Un limite all’attuazione delle “Altre misure forestali” è stato sicuramente rappresen- tato dalla difficoltà di coinvolgere gli imprenditori e i proprietari boschivi, tradizio- nalmente assenteisti e non adeguatamente rappresentati e supportati dalle organiz- zazioni professionali. C’è stato sicuramente un problema di scarsa diffusione delle informazioni e di mancanza di assistenza tecnica nelle fasi della formulazione e presentazione delle domande e dei progetti. Un problema comunque ben noto per il mondo forestale italiano, marginale e poco redditizio rispetto all’agricoltura, per il quale evidentemente non esiste un adeguato interesse da parte delle organizza- zioni professionali agricole. Questo, se da un lato è stimolo e occasione per i pro- fessionisti forestali, che sembrano attualmente essere i principali soggetti in grado di fornire assistenza alla proprietà forestale pubblica, dall’altro costituisce un pro- blema serio per i piccoli proprietari, per i quali l’interesse per le misure non giusti- fica l’onere per accedere al finanziamento in assenza di un supporto da parte delle organizzazioni. Il problema non è, evidentemente, di facile soluzione, anche per- ché molte esperienze fatte negli anni passati dalle Regioni nel campo della forma- zione e assistenza tecnica alle imprese forestali non hanno dato i risultati sperati.