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I NVENTARIO F ORESTALE N AZIONALE E DEL C ARBONIO (INFC 2005) 34 Il nuovo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio

(INFC), ha lo scopo di rispondere alle più moderne esigenze della società italiana riguardo alle tematiche ambientali. Il compito di progettare e attuare il nuovo Inventario è stato affidato dall’allora Ministero delle Politiche Agricole e Forestali35 al CFS che si avvale della consulenza tecnica dell’ex Istituto Sperimentale per l’Assestamento e per l’Alpicoltura (ISAFA) di Trento, denominato ora Unità di Ricerca per il Monitoraggio e la Pianificazione Forestale del Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura (CRA-MPF).

Obiettivi Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (ISAFA 2005)

1. Creare un nuovo sistema nazionale di statistiche forestali, maggiormente integrato a quello europeo;

2. Impostare il sistema italiano di monitoraggio dei boschi e di vari altri ambienti natu- rali, per adempiere agli accordi del Protocollo di Kyoto riguardanti il contenimento dei gas a effetto serra;

3. Rafforzare le azioni italiane finalizzate a rispettare le grandi convenzioni quadro che difendono la biodiversità e contrastano la desertificazione;

A differenza che in passato, il nuovo inventario ha tra i suoi scopi principali, non solo la mera acquisizione di dati riferiti alla produzione del bosco (descrizione della stazione, massa legnosa, assortimenti commerciali ritraibili, ritmi di accresci- mento degli alberi), ma prende in considerazione anche tutta una nuova serie di parametri quali, lo stato fitosanitario del bosco, la sua importanza dal punto di vista naturalistico, l’aspetto di ambiente di protezione e di sviluppo della fauna selvatica, la funzione turistico-ricreativa e ultima, ma non per importanza, la funzione di assorbimento e immagazzinamento del carbonio atmosferico, argomento d’impor- tanza determinante nel tema più generale dei cambiamenti climatici (Corona P., 2000).

Lo schema di campionamento adottato per la realizzazione dell’INFC è stato quello denominato “campionamento triplo per la stratificazione”, derivante dallo schema molto noto e frequentemente impiegato del “campionamento doppio per la stratifi- cazione” (De Vries P.G., 1986, Schreuder H.T. et al. 1993) e secondo lo “schema di

34 A cura di Patrizia Gasparini, ed Enrico Pompei; 35 Decreto del Ministro del 13 dicembre 2001.

campionamento sistematico non allineato” (Gallego, 1995). L’aggettivo “triplo” pre- vede una struttura a tre fasi che consente di avere errori molto limitati in sede di elaborazione statistica dei dati (Fattorini et al., 2006).

La definizione adottata, rispetto a quella del primo inventario forestale nazionale (IFNI, 1988), risulta essere più estesa, per quanto riguardo il criterio della copertura (che passa dal 20% al 10%), e più restrittiva in relazione alla superficie minima (da 2.000 a 5.000m2). Ciò è dovuto sostanzialmente alla necessità di adeguare il siste- ma italiano ai parametri in uso a livello internazionale e i particolare a quelli Forest Resource Assessment della FAO del 2000 (FRA2000). Inoltre, la definizione di bosco scelta risponde alle specifiche dettate dal Protocollo di Kyoto, nell’ambito del quale l’Italia, avendo eletto la “gestione forestale” (art. 3.4) tra le azioni mirate a contenere le emissioni di gas a effetto serra, dovrà fornire dati puntuali relativa- mente al contenuto di carbonio stoccato nelle foreste. Per l’individuazione dei punti di campionamento è stato adottato un criterio geodetico costruendo un reti- colo di distribuzione dei punti di sondaggio appoggiato ai meridiani e paralleli geografici, le cui maglie e rappresentano ciascuna una quantità rigorosamente costante di superficie territoriale, pari, nel nostro caso, a 1 km2, pur avendo forma leggermente diversa al variare della latitudine e longitudine (INFC, 2003a). All’interno di ogni maglia è stato poi individuato, mediante estrazione casuale, un punto di sondaggio. I punti selezionati per la prima fase sono stati 301.000 rico- prenti tutto il territorio nazionale, uno ogni 100 ettari di territorio, (uno ogni km2), sufficienti per rappresentare in modo congruo il territorio anche a livello regionale limitando l’incertezza campionaria su valori pienamente accettabili (0,2% a livello nazionale e meno del 3% per le regioni più piccole e con minore superficie fore- stale).

Per quello che riguarda la seconda fase i punti, circa 30.000, sono stati scelti tra quelli assegnati nella prima fase al contesto forestale (identificati su ortofoto digita- li), rispettando la proporzionalità nell’ambito della stratificazione territoriale. Le unità di campionamento sono rilevate al suolo: viene determinata in prima battuta l’appartenenza alla categoria inventariale (Boschi, Boschi bassi, Boscaglie, Boschi radi, Arbusteti), e successivamente, in seconda battuta alla categoria forestale (Faggete, Querceti a rovere, roverella, farnia, Castagneti, Pinete mediterranee, Boschi igrofili, ecc.). La terza e ultima fase, ha visto l’analisi di 6.800 aree di saggio complessive su cui osservare gli attributi quantitativi e qualitativi di più stretto inte- resse forestale.

La classificazione delle unità di campionamento.

Il nuovo INFC utilizza un sistema di classificazione strutturato su tre livelli: • Classi e sottoclassi di uso del suolo;

• Categorie inventariali;

• Categorie forestali (composizione specifica e fitocenosi);

La definizione di bosco adottata è stata quella della FAO per il Forest Resources Assessment dell’anno 2000 (FRA2000), mentre per la classificazione dell’uso del suolo si è fatto riferimento al sistema di classificazione europeo CORINE Land Cover (Commissione Europea, 1993).

Tabella 2.7 - Sistema di classificazione INFC in versione semplificata

Fonte: IFNC 2005

I 301.000 punti del campione di prima fase sono stati classificati mediante la loro individuazione e la loro interpretazione sulle ortofoto digitali in bianco e nero, rife- rite al periodo 2002-2003, del Sistema Informativo della Montagna (SIM) del Corpo forestale dello Stato. Tutto il lavoro di fotointerpretazione è stato sottoposto a un costante controllo di qualità, secondo la procedura standard definita preliminar- mente. (INFC, 2003b)

progetto, quella realizzata a terra, dalle squadre di rilevamento. Il primo parametro preso in considerazione è stato l’altezza delle formazioni forestali, non rilevabile dall’interpretazione ortofotografica e indispensabile per l’attribuzione alle categorie FRA2000 e per l’utilizzo di dette categorie ai fini dell’applicazione del protocollo di Kyoto.

Categorie inventariali individuate per IFNC

1. Boschi copertura delle specie arboree maggiore del 10% e con