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Le regressioni riguardano le relazioni tra le variabili supporto organizzativo,

supporto del coordinatore al cambiamento, aspettative legate ai benefici individuali e organizzativi, commitment to change e preoccupazioni (sul contenuto del cambiamento, sulle modalità di gestione del cambiamento adottate, sul padroneggiare il cambiamento, sulla propria capacità nell’affrontare il cambiamento, di essere lasciato solo durante il cambiamento, per il futuro) misurate al tempo 1 e l’intenzione di turnover dall’organizzazione misurata al tempo 2.

Tabella 3.58 Analisi di regressione sull’intenzione di turnover dall’organizzazione

R² adjusted= .138; F= 7.224; p=.011

Predittori Coefficienti standardizzati

Beta

T Sig.

Preoccupazione sulle modalità di gestione del cambiamento adottate

.400 2.688 .011

I risultati indicano che solo la preoccupazione sulle modalità di gestione del

cambiamento adottate ha una relazione positiva e statisticamente significativa. La varianza

spiegata dal modello è pari al 13.8%.

Tale regressione mostra che gli operatori sanitari che sono preoccupati sulle modalità di gestione del cambiamento intese come i benefici che il cambiamento avrà per gli stessi e per i pazienti, la serietà dell’Azienda nel rispettare i patti del cambiamento (misurate al tempo 1) aumentano la loro intenzione di andarsene dall’organizzazione (misurata al tempo 2).

3.18 Interventi di coinvolgimento/supporto al cambiamento

Affrontare un cambiamento, specialmente se questo si presenta come indefinito e incerto nei risultati, necessita di un grande sostegno, di sentire che si possono condividere difficoltà e avere l’aiuto necessario per superare gli eventuali problemi. Una continua ridefinizione degli obiettivi, una continua attenzione e sostegno, continui feedback sulle prestazioni e sull’impegno risultano essenziali per garantire che ci sia coinvolgimento e impegno durante il cambiamento. Un membro del gruppo di ricerca settimanalmente si recava presso le unità operative per condividere il processo di cambiamento con gli operatori sanitari coinvolti, ascoltare le loro aspettative e preoccupazioni.

Le attività della ricerca-azione si sono realizzate inoltre tramite l’attivazione di quattro gruppi di lavoro con compiti specifici:

• gruppo di lavoro per la predisposizione e il monitoraggio costante delle azioni. Al fine di favorire l’individuazione di azioni specifiche per il contesto chirurgico si è reso necessario costituire un gruppo di lavoro rappresentativo dell’equipe medica e infermieristica delle realtà coinvolte;

• gruppo di lavoro per la progettazione dei corsi di formazione e organizzazione delle visite documentative;

• gruppo di lavoro per l’elaborazione dei percorsi clinico assistenziali; • gruppo di lavoro per l’elaborazione degli strumenti educativi.

3.19 Obiettivi raggiunti

La ricerca-azione ha conseguito i seguenti obiettivi:

• monitorare atteggiamenti e percezioni degli infermieri, dei medici e degli operatori socio sanitari rispetto al loro benessere lavorativo, alle aspettative e preoccupazioni verso i cambiamenti organizzativi al fine di migliorare l’aderenza ai processi innovativi;

• garantire regia e continuità nel percorso del paziente dalla preparazione preoperatoria fino alla dimissione;

• contribuire a valutare la complessità assistenziale dei pazienti chirurgici attraverso la messa a punto di un set di criteri appropriati e sintetici;

• uniformare l’equipe assistenziale sulla scelta di interventi di assistenza chirurgica basati sulle raccomandazioni delle linee guida e condivise all’interno del Dipartimento Chirurgico;

• migliorare il confronto e l’integrazione interprofessionale attraverso la costruzione condivisa di percorsi clinico assistenziali per interventi chirurgici di elevata complessità;

• uniformare gli interventi educativi attraverso la predisposizione di percorsi condivisi rispetto a problemi e bisogni informativi rilevati dai pazienti e dall’equipe medico infermieristica;

• scegliere il primary nursing quale modello di erogazione dell’assistenza al letto del paziente, attraverso un processo di condivisione considerandolo il più adatto alla peculiarità del contesto e capace di migliorare la sicurezza e la qualità dell’assistenza e allo stesso tempo la responsabilizzazione e la soddisfazione degli infermieri.

3.20 Risultati conseguiti e relative azioni adottate

Di seguito verranno descritti, suddivisi per obiettivi raggiunti, i diversi risultati conseguiti e le azioni adottate durante la ricerca-azione.

a. Miglioramento della presa in carico e della continuità nel percorso del paziente dalla preparazione preoperatoria alla dimissione

Sono state attuate una serie di azioni con lo scopo di migliorare il percorso che il paziente chirurgico effettua a partire dalla fase preoperatoria sino al momento della dimissione e se necessario di follow up.

Revisione dei processi assistenziali e organizzativi e del loro impatto sul percorso del paziente chirurgico

In base a quanto rilevato attraverso i focus group e le osservazioni dei processi lavorativi è stato costruito il percorso del paziente riferito alla fase preoperatoria (diagramma di flusso) ed è stata elaborata una checklist che contiene le azioni irrinunciabili e gli outcome attesi per migliorare la sicurezza e la qualità assistenziale.

Le azioni sono state definite alla luce dell’esperienza e delle evidenze disponibili, in integrazione con medici chirurghi, servizio anestesia e servizio dietetica e nutrizione clinica; la compilazione della scheda consente di tracciare il percorso di ciascun paziente, dal momento dell’accesso all’ambulatorio pre ricovero fino all’ingresso in chirurgia degenza. La scheda andrà differenziata per tipologia di intervento chirurgico.

Per migliorare la continuità assistenziale nella fase post dimissione del paziente chirurgico, in particolare rispetto ai pazienti più a rischio di dimissione difficile, è stata predisposta una raccolta dati rispetto alle dimissioni (livello di rischio, destinazione alla dimissione, servizi attivati).

E’ stata creata la funzione dell’infermiere “coordinatore di percorso” che prevede lo screening dei pazienti per individuarne il rischio di dimissione difficile, la pianificazione della stessa in modo condiviso con l’equipe, il paziente e la famiglia, e l’attivazione di servizi sociali e sanitari se necessario. Attualmente tale funzione è svolta da due infermieri, uno per unità operativa e la loro presenza ha consentito di migliorare l’integrazione con i servizi delle cure domiciliari e delle cure palliative. Dai dati raccolti nel corso dell’anno 2012 – primo semestre 2013 emerge che circa il 10% dei pazienti dimessi necessitano di una dimissione pianificata.

b. Produzione di un set di dati che permettano di identificare il grado di complessità dei pazienti chirurgici e il relativo fabbisogno di assistenza

Lo studio ha permesso di identificare un set di dati che definiscono la complessità del paziente; alcuni coincidono con quelli già documentati in letteratura, ma nello specifico emerge il ruolo rilevante della tipologia di intervento chirurgico nel determinare il grado di instabilità clinica, di dipendenza e di bisogno educativo. Un ulteriore risultato rilevante ai fini pratici è la necessità di migliorare l’individuazione precoce dei rischi dei pazienti operati, attraverso una sorveglianza e un monitoraggio mirato e proceduralizzato.

Inoltre per rispondere alla complessità del paziente con prestazioni mirate, sia in termini di quantità che di qualità, emerge che non è tanto utile utilizzare la scala di complessità (alta. media e bassa) bensì gli ambiti prevalenti di complessità (instabilità clinica, bisogno educativo, recupero delle attività di vita quotidiana, supporto sociale).

c. Sviluppo di competenze avanzate di assistenza chirurgica fondate su decisioni evidence based e condivise con tutte le unità operative del Dipartimento di chirurgia

I risultati prodotti dalle diverse indagini che hanno composto la ricerca-azione hanno permesso di diagnosticare anche i gap di competenza del personale di assistenza e i relativi bisogni formativi.

In particolare si è evidenziata la necessità di approfondire tematiche di clinica chirurgica (es. innovazioni degli interventi chirurgici e relativa assistenza, ripresa dell’alimentazione nel paziente sottoposto a gastrectomia, gestione assistenziale di pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore) e tematiche trasversali quali la gestione della politerapia, le incompatibilità fra farmaci, l’educazione terapeutica al paziente chirurgico. E’ emersa anche la necessità di elaborare strumenti a supporto di processi assistenziali ed educativi

Progettazione e attuazione di un progetto formativo per infermieri e OSS

La formazione ha l’obiettivo di accompagnare i processi di riorganizzazione e di sviluppare competenze avanzate. E’ importante che coinvolga di volta in volta medici e infermieri o infermieri e OSS in base al grado di integrazione professionale che richiede il problema affrontato; solo questa modalità può garantire una formazione-azione capace poi di incidere nei processi assistenziali e organizzativi.

Il gruppo di lavoro, alla luce dei dati raccolti ha identificato i bisogni formativi e di sviluppo delle competenze e ha costruito un progetto formativo articolato in tre fasi con destinatari infermieri e OSS delle due chirurgie e aperto alla partecipazione di tutto il personale delle unità operative delle chirurgie dell’Azienda Sanitaria.

Fase 1- Approfondimento di tematiche relative alla qualità dell’assistenza chirurgica