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S09 : Interocezione e senso del corpo

S09.194: Chronic pain and interoception

Di Lernia D1, Lacerenza M2, Riva G1

1Università Cattolica del Sacro Cuore,2Clinica Humanitas San Pio X

Chronic pain (CP) is a condition deeply related to the perception of inner bodily sensations (i.e. intero- ception). Literature suggested that interoception is altered in CP and that interoceptive dimensions are connected to pain perception and mood alterations. Nonetheless, previous evidence provided incomplete information regarding the nature of this complex relationship. The study investigated interoception in 60 CP patients by measuring interoceptive accuracy (IAc), interoceptive metacognitive awareness (IAw), interoceptive sensibility (IAs), and interoceptive buffer saturation (IBs). Subjects were also assessed for depression (BDI-II), state and trait anxiety (STAI), and pain perception (BPI and NRS). Data were com- pared with a control of pain-free subjects. Results indicated that CP patients exhibited significant deficits in IAc, IAw, and IBs along with severe levels of depression and anxiety. Analyses revealed that primary pain patients were compromised across several dimensions with deficits in IAc, IAw, and IBs compared to healthy subjects. Neuropathic pain patients were also compromised with deficits in IAc and IAw, while secondary musculoskeletal pain subjects only reported deficits in IAw. Regression model indicated that subjects’ pain was positively predicted by IAc, depression, and anxiety while negatively predicted by IAw. Furthermore, analyses indicated that IAw moderated the relationship between IAc and pain. In conclusion, CP and interoception represent two dimensions strictly intertwined. From this perspective, interoceptive deficits seem to emerge primarily in comorbidity with severe mood alterations. Moreover, interoceptive dimensions are able to predict subjects’ pain perception and interoceptive metacognition appears to function as protective factor moderating the positive relationship between accuracy and pain.

S09.148: L’illusione di ‘inspiramento’ rivela il contributo del respiro alla consapevolezza corporea

Monti A1, Tieri G2, Porciello G3

1Università degli Studi di Roma-La Sapienza, 2Virtual Reality Lab, Università telematica Unitelma

Sapienza e Laboratorio di Neuroscienze Sociali, Fondazione Santa Lucia, Roma, 3Dipartimento di

Psicologia, Sapienza, Università di Roma, Laboratorio di Neuroscienze Sociali, Fondazione Santa Lucia, Roma

Secondo recenti teorie, i segnali viscerali forniscono un importante contributo alla consapevolezza corporea, ossia alla sensazione di avere un corpo (senso di appartenenza) che agisce in accordo con il nostro volere (senso di agentività) e occupa una specifica posizione (senso di collocazione spaziale). Tuttavia, questi segnali sono notoriamente difficili da manipolare. Tramite una combinazione di realtà virtuale immersiva e misure fisiologiche, abbiamo mostrato che si possono indurre cambiamenti illusori nella consapevolezza corporea di volontari adulti sani. In particolare, abbiamo mappato l’attività respiratoria dei loro corpi su avatar virtuali in modo ecologico e in tempo reale, manipolando anche l’aspetto fisico e il punto di vista dell’avatar in modo che i segnali respiratori, visivi e spaziali fossero congruenti o incongruenti rispetto al corpo reale. I risultati indicano che il respiro influisce quasi quanto l’aspetto fisico sul senso di appartenenza e determina più di ogni altro fattore il senso di agentività. Questa influenza è moderata dalle abilità interocettive di ciascun individuo, misurate con un compito di detezione dei segnali cardiaci e un nuovo compito di discriminazione dei segnali respiratori. Quanto meno le persone sono accurate nella detezione del battito cardiaco e nella discriminazione del respiro, tanto più incorporano il corpo virtuale. Questa nuova illusione, che abbiamo chiamato ‘inspiramento’ o embreathment, rivela per la prima volta che il respiro influenza in modo specifico, determinante e selettivo la consapevolezza corporea e che la forza dell’illusione dipende dall’accuratezza che gli individui hanno nell’essere consapevoli dei propri segnali viscerali.

S09.021: Emozioni e interocezione. Il ruolo dell’integrazione intersensoriale secondo la prospettiva neurofisiologica

Balconi M1

1Research Unit in Affective and Social Neuroscience, Catholic University of the Sacred Heart, Milan

I processi corporei sono intrinsecamente connessi alle funzioni socio-cognitive ed affettive nell’essere umano e il grado in cui i segnali interocettivi giungono all’autoconsapevolezza varia da persona a persona. Precedenti evidenze empiriche suggeriscono un’interdipendenza tra la Sensibilità Interocettiva (SI) e la risposta cognitiva e affettiva empatica, secondo cui una percezione accurata dei propri stati corporei e la loro rappresentazione possono dare forma sia all’empatia affettiva che cognitiva, che contribuire alle inferenze sullo stato affettivo degli altri. Inoltre, la capacità di identificare i propri segnali corporei interni contribuisce fortemente alla consapevolezza di sè ed è noto che possa interagire con i livelli di arousal sottostanti. In precedenza, un aumento della SI è stato associato ad un aumento dei livelli di arousal e a maggiore decelerazione cardiaca in risposta a stimoli emotivi in grado di indurre un’esperienza empatica. Inoltre la SI, intesa come esperienza soggettiva delle emozioni, e l’arousal cardiovascolare condividono l’attivazione di alcune aree neurali associative, tra cui l’insula anteriore e la corteccia cingolare anteriore. Tale componente può quindi modulare sia l’esperienza soggettiva delle emozioni che l’abilità del soggetto di distinguere il “sé agente” dagli “altri” in contesti multisensoriali. L’obiettivo principale del presente contributo consiste nel tracciare un parallelismo tra l’interazione uomo-uomo e l’interazione uomo-ambiente, intesa come un’interazione tra sistemi complessi che si influenzano vicendevolmente e in cui l’uomo agisce guidato dalle proprie esperienze interocettive ed emotive, oltre che dalle proprie spinte motivazionali. Grazie alle evidenze sperimentali derivanti da studi che intercettano contesti di ricerca di base e applicativa, verrà approfondito il ruolo dell’integrazione sensoriale e del suo effetto sulle esperienze emotive e cognitive in diversi ambiti, quali l’ambient intelligence (AmI) e i processi decisionali in contesti d’acquisto. Questi contesti sono stati analizzati secondo una duplice prospettiva, ovvero con un primo focus sulla fase decisionale di esplorazione di un ambiente domotico e di un espositore in un supermercato; 2) con un’attenzione rivolta alla fruizione dell’outcome derivante dalla propria scelta, in termini di modificazione dell’ambiente sulla base dei propri comandi e della fruizione del prodotto scelto. L’applicazione di strumenti neuroscientifici wireless (i.e., elettroencefalografia, biofeedback, eyetracker) su gruppi di partecipanti sani ha permesso di approfondire le risposte neurofisiologiche, psicofisiologiche e il comportamento visivo implicate nell’utilizzo di diversi canali sensoriali durante i processi cognitivi ed emotivi associati all’interazione con sistemi e artefatti complessi.

S09.089: L’accelerazione del battito cardiaco modula la percezione di emozioni e stati corporei

Barca L1, Iodice P2, Pezzulo G1

1Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, ISTC-CNR, Roma,2CETAPS Laboratory, University

of Rouen Normandy, Mont Saint Aignan, France

Le teorie embodied delle emozioni presuppongono che l’elaborazione emotiva si basi sull’integrazione di processi affettivi e corporei. La percezione di un’emozione rievoca stati sensoriali ed affettivi congruenti; e viceversa, stati corporei congruenti con una specifica emozione ne facilitano l’elaborazione. Nel primo studio che presenteremo, abbiamo verificato se la capacità di elaborare volti con un’espressione neutra, di paura, o di disgusto, può essere influenzata dall’avere uno stato fisiologico congruente con l’espressione emotiva (ad esempio, frequenza cardiaca elevata nel caso di volti che esprimono paura). I partecipanti dovevano categorizzare in base al genere di appartenenza dei volti maschili e femminili con espressione neutra, con espressione emotiva fisiologicamente molto legata ad una frequenza cardiaca accelerata (paura) oppure non relata (disgusto). I partecipanti, inoltre, sono stati testati in due condizioni differenti: con frequenza cardiaca elevata indotta tramite l’esecuzione di un esercizio fisico, e con frequenza cardiaca normale (nessun esercizio). I partecipanti categorizzavano più velocemente i volti con espressione di paura (ma non con espressione di disgusto o neutra) quando avevano la frequenza cardiaca accelerata, ma non in condizione normale. Questi risultati supportano l’idea che lo stato corporeo facilita l’elaborazione automatica di stimoli emotivi fisiologicamente congruenti ad esso, e questo effetto è emozione-specifico piuttosto che dovuto ad un aumento di attivazione generalizzato. Nell’ultimo lavoro tratteremo dell’interocezione, o il senso dello stato interno del corpo, che è la chiave per la regolazione adattativa dei nostri bisogni fisiologici. La teoria del Predictive Coding, o cervello predittivo, suggerisce che fornire un falso feedback interocettivo potrebbe indurre delle errate percezioni di variabili fisiologiche, ossia creare delle ‘illusioni interocettive’. Ci siamo quindi chiesti se sia possibile indurre una percezione illusoria dello sforzo fisico, dando ai partecipanti un falso feedback acustico sulla loro frequenza cardiaca durante un’attività di ciclismo impegnativa. A parità di intensità di sforzo fisico, i partecipanti che hanno ricevuto un feedback accelerato hanno riportato livelli di sforzo fisico percepito più elevati rispetto a quando hanno ricevuto un feedback veridico. Inoltre, non è stato segnalato uno sforzo fisico minore quando veniva fornito un feedback rallentato della frequenza cardiaca - il che è rassicurante, dato che non riuscire a notare il proprio sforzo fisico potrebbe essere pericoloso in condizioni ecologicamente valide. I nostri risultati mostrano per la prima volta che è possibile creare una illusione interocettiva, in questo caso indotta tramite un falso feedback uditivo del battito cardiaco.

S10 : Movimenti e (inter)azioni: la cinematica altrui è la chiave per il mondo