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S03 : Sotto la punta dell’iceberg: processi motivazionali e sensoriali nel com portamento

S03.088: Differenze individuali nell’apprendimento per rinforzo: più di semplice rumore

Starita F1

1Università degli Studi di Bologna

Il presente contributo aprirà il simposio intitolato “Sotto la punta dell’iceberg: processi motivazionali e sensoriali nel comportamento” ed evidenzierà l’importanza di non negligere le differenze individuali nell’apprendimento per rinforzo. In particolare, verrà presentata una serie di studi che mostreranno come differenze nel condizionamento pavloviano aversivo, misurato in termini di risposta psicogalvanica, siano legate a differenze nella incapacità di identificare e descrivere i propri stati emotivi (alessitimia), nella incapacità di tollerare l’incertezza (caratteristica dei disturbi di ansia) e nella generalizzazione delle memorie episodiche di eventi negativi. Insieme, queste evidenze mettono in luce l’importanza di considerare le differenze individuali riscontrate nell’apprendimento per rinforzo, non come un rumore di fondo nei dati, ma come una possibile fonte di segnale che può contribuire ad evidenziare i fattori che possono portare allo sviluppo di condizioni patologiche.

S03.078: Alterazioni della motivazione in individui sani con sintomi psicotici subclinici: markers comportamentali ed elettrofisiologici

Terenzi D1, Rumiati R1, Mainetto E2, Zoccolan G1, Barbato M3, Silvetti M4, Aiello M1

1Area of Neuroscience, SISSA, Trieste, Italy, 2Department of Psychiatry, University of Cambridge,

Cambridge, UK,3Zayed University, Dubai, United Arab Emirates,4National Research Council, Rome,

Italy

Il valore soggettivo di una ricompensa può essere influenzato sia dalla quantità di tempo che di sforzo necessari per ottenerla (Prèvost et al., 2010). Rispetto a partecipanti sani, i pazienti con schizofrenia mostrano delle alterazioni nei processi decisionali basati sulla ricompensa (Waltz et al., 2016), preferendo ricompense più piccole se immediate o associate ad uno sforzo minore rispetto a ricompense più grandi che sono ritardate nel tempo o associate ad uno sforzo maggiore. Tali decisioni risultano associate alla severità dei sintomi negativi, quali apatia e anedonia. Nei presenti studi vengono indagati tali processi decisionali in partecipanti sani con sintomi psicotici subclinici (SPS). Nel primo studio 60 partecipanti con diversi livelli di SPS (alti, medi e bassi) secondo il “Community Assessment of Psychic Experience” (CAPE) (Mossaheb et al., 2012) hanno svolto compiti di discounting temporale in cui dovevano scegliere

tra una quantità minore di una ricompensa immediata e una quantità maggiore, ma che avrebbero potuto ottenere solo in futuro, ed un compito di sforzo progressivo, in cui lo sforzo necessario per ottenere una ricompensa appetibile aumentava in maniera progressiva nel corso dei trial. Dai risultati è emerso che i soggetti con alti livelli di SPS hanno una minore sensibilità al costo del tempo e tendono a lavorare meno per ottenere una ricompensa appetibile quando questa risulta associata ad uno sforzo maggiore. Tale performance risulta correlare negativamente con la severità dei sintomi negativi. Nel secondo studio abbiamo testato la replicabilità dei risultati precedenti ed esplorato l’associazione tra l’asimmetria alfa frontale (AAF), considerata un indice dei livelli di motivazione ed impulsività (Pizzagalli et al., 2015; Balconi and Finocchiaro, 2015) e tali processi decisionali. In questo studio 40 partecipanti con alti (20) e bassi (20) livelli di SPS hanno svolto un compito di discounting temporale e un compito di sforzo progressivo. Dall’analisi dei dati comportamentali sono emersi risultati simili allo studio precedente per il compito di discounting temporale ma non per quello di sforzo progressivo, in cui non sono state evidenziate differenze tra i gruppi. Inoltre, la percentuale di sforzo esercitato nella condizione che implicava uno sforzo maggiore, è risultata essere associata in maniera significativa ad una maggiore asimmetria frontale sinistra-destra solo nel gruppo dei partecipanti con alti livelli di SPS ma non nel gruppo con bassi livelli. Non sono state osservate associazioni tra temporal discounting e AAF. Questi risultati suggeriscono la presenza di alterazioni nella valutazione dei costi associati al tempo e allo sforzo nel processo decisionale in individui con sintomi psicotici subclinici. L’AAF sembra inoltre suggerire una loro maggiore sensibilità al costo dello sforzo, fornendo un possibile correlato elettrofisiologico di tali alterazioni.

S03.211: Mors tua, vita mea: modelli bayesiani per lo studio delle decisioni conflittuali

Paracampo R1, Nostro A2, Ioumpa K2, De Angelis L2, Spezio M3, Keysers C4, Gazzola V4

1Netherlands Institute for Neuroscience, 2Netherlands Institute for Neuroscience, KNAW, Amster-

dam,3Institute for Systems Neuroscience, University Medical Center Hamburg-Eppendorf, Hamburg, 4Netherlands Institute for Neuroscience, KNAW, Amsterdam, Faculty of Social and Behavioural Sciences,

UvA, Amsterdam

I processi tramite i quali associamo specifiche conseguenze a determinati comportamenti sono centrali nella vita quotidiana. In molteplici situazioni ci troviamo a confrontarci con situazioni conflittuali, nelle quali la scelta di un comportamento può portare contemporaneamente a conseguenze positive e negative. Le teorie di Reinforcement Learning descrivono in modo accurato come si possa apprendere a pesare diverse conseguenze nel processo di scelta dell’azione da compiere, ad esempio quando regoliamo la quantità appropriata di alcol da assumere in un determinato intervallo temporale. Tuttavia, le situazioni conflittuali spesso non riguardano solamente sé stessi. Prendiamo come esempio una situazione in cui ci troviamo in ritardo per un appuntamento importante e vediamo una persona vicino a noi cadere rovinosamente dalla bicicletta. In questo caso il conflitto si pone in questo modo: fermarsi ad aiutare la persona ma arrivare tardi oppure non fermarsi ad aiutare e arrivare in orario. Al momento non abbiamo una conoscenza accurata dei processi che permettono di selezionare (o meno) un comportamento associato contemporaneamente ad un potenziale beneficio per sé stessi e ad una conseguenza negativa per un’altra persona. Nel presente progetto modelli cognitivi bayesiani e risonanza magnetica funzionale vengono utilizzati per descrivere in modo preciso i meccanismi cognitivi ed i substrati neurali coinvolti nell’apprendimento in situazioni conflittuali personali (i.e.: conseguenza positiva e negativa per sé stessi) e conflittuali sociali (i.e.: conseguenza positiva per sé stessi e negativa per un’altra persona). I nostri risultati mostrano che in situazioni in cui ai partecipanti è data l’opzione di avere una alta ricompensa monetaria a costo di provocare dolore ad un altro partecipante (conflittuali sociali), il potenziale dolore per l’altra persona assume un peso preponderante nei meccanismi decisionali, influenzando l’apprendimento in modo decisivo. In modo interessante, possiamo notare come questa asimmetria non si presenti in situazioni conflittuali personali, nelle quali la ricompensa monetaria e il potenziale dolore hanno un ruolo comparabile, influenzando le scelte dei partecipanti allo stesso modo. Questa salienza del dolore altrui durante l’apprendimento può essere ricondotta a regioni cerebrali attive durante esperienze dolorose in prima persona e durante l’osservazione di dolore provato da altri che sono state recentemente associate anche al comportamento prosociale.

S03.112: Verso l’ipotesi nulla e oltre: il valore aggiunto della prospettiva bayesiana nello studio dei processi cognitivi

Garofalo S1, Giovagnoli S2, Bolzani R3, Benassi M3

1Università degli Studi di Bologna,2Dipartimento di Psicologia, Università di Bologna,3Dipartimento di

Psicologia, Università degli Studi di Bologna

In tempi recenti, la crescente potenza computazionale ha permesso la diffusione dell’utilizzo dell’inferenza bayesiana in vari ambiti di ricerca, incluso quello psicologico (Wagenmakers et al., 2018). Alcuni dei modi in cui questa prospettiva può migliorare la precisione e la credibilità delle stime effettuate sono sempre più noti, come la maggiore affidabilità dei risultati con campioni piccoli, la possibilità di utilizzare informazioni provenienti da studi precedenti, il confronto diretto di diverse ipotesi di ricerca ed una loro più accurata interpretazione. Ciononostante, non è sempre chiaro come tali vantaggi si traducano in termini pratici. Verranno presentati alcuni esempi applicativi relativi allo studio dei processi motivazionali e sensoriali per dimostrare quali informazioni aggiuntive sono ottenibili circa la propria ipotesi sperimentale e come interpretarle correttamente.