Capitolo I: Quadro teorico di analisi
1.6 La frase ridotta (Small Clause)
3.4.1 Interpretazione della forza causativa del costrutto
Un primo aspetto interpretativo che abbiamo ritenuto di primaria importanza in prospettiva di interfaccia semantica-sintassi è stato quello di valutare la forza causativa (in particolare, il grado di coercizione) associata dai parlanti al costrutto, in base al verbo causativo utilizzato (få/fá vs. låta/late/lade/láta).
Per completezza espositiva ed evitare al tempo stesso un‟illustrazione degli esempi troppo lunga e complessa, in questa sezione abbiamo deciso di fornire in un unico esempio sia la struttura monovalente che quella bivalente. Ogni esempio si presenta quindi in base al modello: “Anna ha fatto parlare/chiudere la finestra a Luigi”. Per ogni frase si chiedeva di optare tra due interpretazioni: una coercitiva (a), l‟altra concessiva (b), esplicitate come di seguito:
(a) Anna had Ludvig talk/close the window (as he requested/asked)
(b) Anna had Ludvig talk/close the window (because she needed information/was cold) Si considerino ora le frasi prodotte ed esaminate:
(26) a. Anna lät Ludvig tala/stänga fönstret [SVE]
b. Anna lot Lars prate/stenge vinduet [NOR]
c. Anna lod Lars tale/lukke vinduet [DAN]
d. Anna lét Ólaf tala/loka glugganum [ISL]
(27) a. Anna fick Ludvig att tala/stänga fönstret [SVE]
b. Anna fikk Lars til å prate/stenge vinduet [NOR]
c. Anna fik Lars til at tale/lukke vinduet [DAN]
d. Anna fékk Ólaf til að tala/loka glugganum [ISL]
22 Soprattutto nelle fasi iniziali dell‟indagine, quando i test dovevano essere calibrati e assestati, è stato importante
84
I risultati ottenuti (consultabili nei test posti in Appendice) sono riportati in calcolo percentuale nella Tabella 3. Come si noterà, la percentuale complessiva è spesso superiore al 100%. Questo perchè molti informanti hanno fornito una duplice possibile interpretazione per la stessa forma. Si noti che tale ambiguità si verifica solo quando l‟interpretazione prevalente è quella concessiva. Per significati fortemente coercitivi il dubbio non si pone:
LINGUE få/fá låta/late/lade/láta
COERCITIVO CONCESSIVO COERCITIVO CONCESSIVO SECONDO PREDICATO
SVEDESE 100% 20% 100% monovalente 100% 20% 100% bivalente NORVEGESE 100% 100% monovalente 100% 100% bivalente DANESE 100% 100% monovalente 100% 100% bivalente ISLANDESE 100% 80% 60% monovalente 100% 100% bivalente
Tabella 3 – Interpretazione della forza causativa del verbo
Come mostra la Tabella 3, la situazione sembra essere ben definita in norvegese e danese. Per queste due lingue, la distinzione di få da una parte e late/lade dall‟altra sembra essere netta e precisa, per cui evidentemente i parlanti associano in maniera chiara alcuni verbi causativi ad alcune particolari intenzioni comunicative. Vi è invece variazione in svedese e islandese, che merita un ulteriore commento.
In svedese, con låta i parlanti hanno fornito un‟interpretazione concessiva, sia per il verbo monovalente, che bivalente, senza differenze. Un solo parlante ammette anche una lettura coercitiva. Pertanto possiamo sostenere che l‟interpretazione coercitiva è fortemente esclusa con questo verbo. Per quanto riguarda il significato associato al causativo få, riscontriamo in modo interessante che i risultati ottenuti sono più stabili: qui tutti i parlanti concordano sul significato coercitivo. In particolare, l‟informante che ammetteva un significato coercitivo anche per låta, lo ha solo coercitivo per få. Quindi evidentemente per il primo è possibile un‟estensione semantica, mentre per få no, sia con verbi monovalenti che bivalenti.
L‟islandese presenta invece un comportamento differente. Laddove infatti le altre lingue hanno mostrato una chiara distinzione tra un få coercitivo e un låta/late/lade concessivo, in islandese tale opposizione non si presenta affatto. Come mostra la Tabella 3, infatti, il verbo
láta, con i verbi monovalenti, consente sia un significato concessivo sia (ancor più) coercitivo,
mentre, con i verbi bivalenti il significato è solo di tipo coercitivo. In altre parole a láta viene associato lo stesso significato che riscontriamo, in maniera del tutto coerente e senza nessun
85
tipo di variazione, per il verbo fá. Quindi sembrerebbe che in islandese la causatività è associata a un‟intenzione più propriamente coercitiva, a prescindere dal verbo causativo. In effetti, in questa lingua laddove si vuol essere chiaramente „concessivi‟ si deve necessariamente ricorrere a un verbo più semanticamente connotato per tale significato come, ad esempio leyfa (“concedere”), come illustrato nell‟esempio (28):
(28) Anna leyfði Ólafi að lesa í friði [ISL]
Anna.NOM consentire.3SG.PST Ólaf.DAT InfM leggere.INF PREP pace “Anna ha concesso a Olaf di leggere in pace”
(Sigurðsson, c.p.)
In termini di forza causativa associata al verbo, indubbiamente la Tabella 3 ci fornisce un dato statistico abbastanza chiaro che tuttavia prende in considerazione solo i poli estremi del
continuum [+forza causativa] vs. [-forza causativa], senza mostrarci eventuali gradazioni
intermedie, vale a dire, quello che Simone & Cerbasi (2001) definiscono come il valore “non marcato” (cfr. Cap. II: Tab 2). In questo caso, il fattore determinante è dato dal parametro semantico della coercizione (cfr. Cap. II: §2.1.1), ovvero dalla possibilità di poter distinguere la causatività implicante o meno un senso di coercizione da parte del <causatore> nei confronti del <causee>.
Per indagare su tale gradazione interna, abbiamo chiesto ai nostri informanti di tradurre (dall‟inglese) una serie di costruzioni causative, contenenti verbi base collocati in contesti più o meno facilmente associabili a significati di tipo concessivo piuttosto che coercitivo, per vedere quale verbo causativo avrebbero utilizzato. Abbiamo così avuto modo di verificare che il causativo låta/late/lade/láta in svedese e islandese può significare sia “lasciare, permettere, consentire”, sia avere una funzione causativa più „neutra‟ (simile al verbo italiano “fare”), in cui si esclude però un senso di coercizione; in norvegese e danese, invece, tale causativo sembra essere legato esclusivamente a un significato concessivo o di causatività indiretta.23 Al contrario, in riferimento al causativo få/fá i parlanti hanno sempre sottolineato la presenza di un senso di coercizione. Tuttavia, mentre in svedese, norvegese e danese si ammette l‟uso anche in contesti non propriamente coercitivi o, per cosí dire, causativamente „neutri‟, in islandese ciò non è possibile, il causativo fá risulta sempre „fortemente marcato‟ per il parametro della coercizione. Si osservi dunque la Tabella 4 in cui rappresentiamo in sintesi la „copertura
23 In particolare, un‟informante danese, SL (che si è dimostrata sempre particolarmente sensibile e fine
nell‟elaborazione dei giudizi), nel momento in cui le è stato chiesto di tradurre le frasi utilizzate per testare la forza causativa, ci ha suggerito che in alcuni casi, oltre a få, era possibile utilizzare anche lade, che tuttavia reputava un uso “non moderno” del danese.
86
semantica‟ espressa dai causativi scandinavi considerati, sulla base del modello elaborato in Simone e Cerbasi (2001):
Tabella 4 – Codifica lessicale della forza causativa del verbo
Per quanto concerne il signficato strutturale dei dati finora esaminati, pur in maniera ancora intuitiva e informale, sembra plausibile associare la coercizione (con få/fá) a una struttura bifrasale, mentre il significato concessivo (con låta/late/lade/láta) a una costruzione più chiaramente monofrasale. Questo d‟altronde non dovrebbe stupire. Infatti per esprimere un significato specifico (quale quello della coercizione) il verbo causativo non può essere un verbo “leggero”: esso deve avere struttura lessicale e selezionare degli argomenti propri. La coercizione implica dunque in qualche modo la bifrasalità della costruzione coinvolta. Al contrario, il significato concessivo può scaturire da una forma causativa più „neutra‟ come può essere quella “leggera” di un verbo pseudo-ausiliare (proprio di una costruzione monofrasale). Rimandiamo tuttavia tale decisione ad un momento più maturo dell‟analisi. Per ora ci limitamo ad osservare che i dati illustrati nella Tabella 3 sembrano mostrare che il norvegese e il danese, essendo fra queste lingue quelle in cui l‟interpretazione coercitiva ha la maggiore estensione, sarebbero quelle che farebbero un uso più esteso di una struttura bifrasale.
Passiamo dunque all‟analisi dei risultati relativi alla distribuzione e all‟interpretazione della NEG e di alcuni tipi di AVV che, come vedremo, rappresenta la parte fondamentale del
nostro lavoro di ricerca.