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Capitolo I: Quadro teorico di analisi

1.5 Quando le Teste sono vuote: un inventario

La GG prevede l‟esistenza di categorie nominali foneticamente vuote, la cui presenza è però testimoniata da alcune diagnostiche sintattiche. Fra queste, le due più note sono pro (“pro piccolo”) e PRO (“pro grande”): il primo costituisce il SOGG inespresso delle frasi

finite e la sua legittimazione dipende da una Testa X° che tradizionalmente lo “identifica” (gli assegna i tratti-phi e il Caso;47 cfr. Chomsky, 1981, 1982); il secondo funge da SOGG

inespresso in costruzioni infinitive e la sua interpretazione dipende dal “controllo” del SOGG o dell‟OGG della frase principale (in base alla semantica del verbo matrice),

altrimenti è arbitrario. Sebbene tali categorie vuote possano sembrare nettamente distinte per proprietà e distribuzione, vedremo che la situaizione non è così netta (cfr. Cap. IV). Prove sintattiche e interpretative a favore della loro esistenza sono largamente fornite in letteratura (cfr., tra gli altri, Haegeman, 1994), ci limitiamo pertanto a fornire un semplice esempio qui di seguito:

(62) a. Mariok ha detto [che Luisaj si*k/j guarda allo specchio]

b. Mariok ha detto a Luisa Luisaj [che ____ sik/*j guarda allo specchio] c. Mariok ha detto a Luisaj [di ____ guardarsi*k/j allo specchio]

46 La distinzione tra coordinazione e subordinazione sembra infatti porsi lungo un confine incerto e in

continua trasformazione. A tal proposito, Simone (2007), in linea con Bally (1944), affrontando il discorso all‟interno della prospettiva della Grammatica delle Categorie e delle Costruzioni, definisce il passaggio tra subordinazione e coordinazione come uno “spazio instabile”, o “zona intermedia” (ove colloca specifiche strutture frasali), in cui avvengono determinate “Operazioni Discorsive” che danno luogo a un continuo transito/mutamento da strutture coordinate e strutture subordinate e viceversa (cfr., Simone, 2007: (55)-(56)).

47 Sottolineiamo “tradizionalmente” in quanto analisi recenti hanno ampiamente mostrato che

l‟identificazione referenziale del pro dipende da un (certo tipo di) Topic e non dalla Testa verbale (cfr. Frascarelli, 2007 e riferimenti ivi citati).

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La frase (62a) mostra che un riflessivo può essere coreferente solo con un NP che lo c- comanda (in genere un SOGG) all‟interno della “frase minima” che lo contiene (Principio A

del Legamento). Le frasi (62b-c) provano dunque che deve esserci un SOGG nelle subordinate in questione, sebbene non sia foneticamente realizzato, e che tale SOGG è diverso nelle due frasi in esame. In particolare, in (62b) il SOGG nullo mostra proprietà coreferenziali con il SOGG-Topic della principale, mentre in (62c) il SOGG richiede il controllo dell‟OGG del verbo dire. Ci troviamo pertanto di fronte, rispettivamente, ad un pro e un PRO.

Altra Testa nominale vuota è la cosiddetta traccia, vale a dire, il „segno‟ lasciato da un costituente nominale soggetto a movimento dalla sua posizione di inserzione lessicale o da posizioni intermedie successive (e precedenti al punto di Spell-out). Ogni traccia lasciata da un costituente forma una „catena‟ che, usando le parole di Chomsky (1981), non è altro che la “storia di un movimento”. Ognuna di queste posizioni deve essere legittimata per poter essere interpretata alle interfacce. A questo proposito, il Principio della Categoria Vuota (Empty Category Principle, ECP; Chomsky, 1981) sancisce (tradizionalmente) che (a) una traccia deve essere retta propriamente e (b) α regge propriamente β sse: (i) α assegna ruolo tematico a β; (ii) α regge β per antecedenza.

Con l‟avvento del Minimalismo il concetto di traccia è stato reinterpretato e sostituito dalla nozione di copia. Basandosi infatti sul presupposto teorico della necessità di partire dalle interfacce, ossia da ciò che interpretiamo, un costituente deve essere rappresentato nella sua posizione di Spell-Out in una data lingua (che può corrispondere sia a quella del ruolo „profondo‟ nel vP, sia a quella della funzione sintattica nel IP, sia infine a quella pragmatica nel CP), mentre nelle altre fasi (o “zone sintattiche” cfr. (3)) sarà presente una sua copia, che rende conto delle sue funzioni nelle due posizioni esplicitamente non realizzate e che potrebbero essere le posizioni di Spell-Out in un‟altra

lingua. In questo modo si elimina di fatto il movimento (ecco perché si parla oramai solo

di Merge e Re-merge) e non vi sono “costituenti e tracce”: tutti gli elementi della Catena sono formalmente identici, ma solo uno viene realizzato in FF (spelled out), le altre rimangono „silenti‟.48

Il concetto di copia è dunque anche un modo per rendere conto della variazione interlinguistica. Il presupposto teorico è, infatti, che tutte le posizioni in cui si assume una copia sono posizioni in cui tale costituente può essere esplicitamente realizzato

48

Per approfondimenti e discussioni, oltre ai lavori di Chomsky (cit.) sul Minimalismo, cfr. Kayne (2006), Frascarelli (2007), Sigurdsson & Maling (2008), Sigurdsson (2010).

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nelle lingue del mondo.49 A fini illustrativi consideriamo la realizzazione della Testa nelle

frasi relative (d‟ora in poi, Frel) in base alla classificazione offerta dalla tipologia linguistica (Comrie, 1983). Per semplicità, piuttosto che fornire esempi da lingue diverse, mostreremo le diverse realizzazioni in una corrispondente traduzione letterale in italiano:

A. Tipo a non riduzione (o a Testa interna) – Il NP-Testa della Frel si trova all‟interno della Frel stessa, nel luogo definito dalla struttura argomentale del verbo. Dunque in quella che noi descriveremmo come la “posizione profonda” nella “zona del vP”: (63) [DP Il [CP ___ che ho [vP visto ragazzo ]]] è partito

B. Tipo a cancellazione – Il NP-Testa viene realizzato in posizione esterna rispetto ad una Frel che non contiene elementi che ne indichino la funzione sintattica ed è giustapposta alla Testa stessa (dunque senza introduttori specifici):

(64) [DP Il [CP ragazzo ho[vP visto ___ ]]] è partito

C. Tipo a mantenimento di pronome – Il NP-Testa viene realizzato in posizione esterna rispetto alla Frel che è di norma introdotta da un COMP50 e contiene elementi

pronomali coreferenti con la Testa che ne indicano la funzione sintattica all‟interno della Frel:51

(65) [DP Il [CP ragazzo che l’ho [vP visto ___ ]]] è partito

D) Tipo con pronome relativo – Il NP-Testa viene realizzato in posizione esterna rispetto alla Frel; questa è introdotta da un pronome relativo che è coreferente con il NP-Testa e ne indica la funzione sintattica all‟interno della Frel:

(66) [DP Il [CP ragazzo il quale ho [vP visto ___ ]]] è partito

Analizziamo ora questa classificazione alla luce della teoria delle copie.52

49 In questa prospettiva, il concetto di copia è anche un utile strumento per spiegare e interpretare la

variazione intra-linguistica (cfr. Puglielli & Frascarelli, 2008).

50 È infatti sottolineare che elementi come che in italiano (that in inglese, dass in tedesco, que in francese, ke

in persiano, ecc.) non sono pronomi relativi, bensì Teste funzionali invariabili (C°) al pari di quelle che introducono le subordinate completive (per una discussione in merito, cfr. Puglielli & Frascarelli, 2008).

51 In questo tipo la ripresa pronominale non è ammessa quando il NP-Testa ha funzione di S

OGG, è facoltativa quando ha funzione di OD e obbligatoria per gli oggetti indiretti e obliqui (cfr. Comrie, 1981).

52

In letteratura si riconoscono altri due tipi di Frel, definibili su base semantica: le relative libere e le

correlative. Le prime si configurano come relative di tipo restrittivo in cui il NP-Testa non è realizzato

fonologicamente. La relativa libera è solitamente utilizzata qualora la Testa sia un NP indefinito o generico: (i) Ø [chi uccide i delfini] è un assassino

Le correlative, invece, sono Frel in cui il NP-Testa è realizzato pienamente in entrambe le sue posizioni, vale a dire nella frase matrice e nella frase relativa:

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In una lingua del tipo (A) – come il bambara ad esempio – si può affermare che la copia che viene spelled out è quella nell‟area del vP, mentre nell‟area del CP si trova la sua copia (il trattino in (63)), che viene interpretata in FL ed è responsabile del suo comportamento come Op;53 al contrario una lingua come il somalo (tipo B) o come l‟italiano (tipo C) solleva la Testa in posizione di Op, lasciando non pronunciata la copia nel vP (che viene interpretata in FL ai fini del ruolo argomentale). Infine in una lingua come il russo (tipo D) la copia pronunciata viene „doppiata‟ dal pronome relativo, che ne specifica la funzione sintattica (in IP). La Frel può dunque essere rappresentata in modo unitario per le lingue del mondo nel modo seguente:

(67) [DP Il [CP <ragazzo> che [IP (io) ho [vP visto <ragazzo>]]]] è partito

Ciò che differenzia le Frel nelle lingue del mondo è dunque solo la copia che viene pronunciata (punto di Spell Out) e la presenza di elementi di ripresa. In questa prospettiva, si può concludere che una lingua come il bambara „preferisce‟ una realizzazione che renda immediatamente evidente il ruolo argomentale di un costituente, mentre l‟italiano preferisce lo Spell-out dei ruoli logico-semantici e pragmatici. All‟interno di una prospettiva universalista, queste considerazioni permettono anche di avanzare ipotesi più generali in merito ad una data lingua. Si può cioè plausibilmente ipotizzare che un certo tipo di „preferenza‟ non sia legata ad un solo fenomeno, ma caratterizzi la grammatica di una lingua in generale. Dunque ci potremmo aspettare che tutti gli Op in bambara siano realizzati in situ e, dunque, che lo siano elementi come il Focus o i costituenti-wh. Non indagheremo in questa direzione, in quanto il nostro interesse qui è solo mettere in luce i vantaggi teorici dell‟approccio minimalista rispetto ad un impianto trasformazionale basato su „regole‟.

Nel corso del presente lavoro, tuttavia, continueremo a parlare di tracce, specie nel trattare ipotesi precedenti e per comodità espositiva, e useremo la nozione di copia solo nel discutere la nostra analisi originale (o laddove veramente necessario).

(ii) Alla riunione ho conosciuto un signore, [il quale signore si lamentava del comportamento del figlio

durante il semestre] 53

Infatti, la Testa di una Frel, indipendentemente dal luogo in cui viene pronunciata, è sempre un Op (caso di Mvt A'; cfr. §1.2) come provato da alcuni fenomeni sintattici quali il weak cross over).

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A conclusione di questo capitolo riteniamo utile dedicare l‟ultimo paragrafo ad un tipo di costruzione frasale che, come vedremo, ricoprirà un ruolo importante nella nostra analisi: la frase ridotta o, come viene comunemente chiamata in GG, la Small Clause.