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INTERVENTI SPECIALI DI DON RUA

Don Rua si servì dei Capitoli Generali per compiere con generosità e diligenza il suo ruolo di padre e maestro, animatore, formatore e guida della Congregazione. All’inizio delle sessioni e sempre che gli si offriva un’oppor-tunità, egli prendeva la parola per fare le sue raccomandazioni, spiegare qualche punto delle Regole o leggere alcune parole di Don Bosco. Era un modo, come dirà lui stesso, per compensare alquanto il dolore che tutti pro-vavano al non vedersi più presieduti da Don Bosco. Perciò gli piaceva fare udire in certo qual modo la voce dell’amato padre e maestro, leggendo e commentando qualche sua pagina: i Ricordi ai Direttori, che gli erano stati inviati personalmente quando fu nominato direttore di Mirabello, il

Testa-42L’autorità di don Rua gli veniva:

1. Dall’esercizio prolungato responsabile di questa autorità. Essendo chierico, fu eletto catechista generale nell’atto di fondazione della Congregazione; primo direttore eletto da Don Bosco; prefetto generale della Congregazione; vicario eletto da Don Bosco e confermato dal Papa; Rettor Maggiore.

2. Dalla sua personalità morale: fedeltà assoluta a Don Bosco, compimento esatto delle Regole (Regola vivente). Tutti sapevano che il primo nel compiere le norme e le deli-berazioni era lui e questo gli conferiva una superiorità morale su tutti gli altri.

3. Dalla sua conoscenza di Don Bosco e dello spirito salesiano. Nessuno come lui era stato vicino al fondatore, nessuno come lui aveva vissuto tutto il processo di forma-zione, approvazione e sviluppo della Congregazione.

mento Spirituale43, fino allora sconosciuto, che Don Bosco lasciò durante l’ultima malattia, o altri testi sempre di grande portata formativa e spirituale.

La sua autorità morale, il suo impeccabile esempio e la sua dolce e calda pa-rola calavano profondamente nella mente e nel cuore dei devoti capitolari, che spesso chiedevano che le cose dette fossero poi scritte o pubblicate per servire a tutti di materia di meditazione.

Molti sono i temi da lui trattati, più o meno brevemente, e conviene leg-gerli tutti per poter conoscere tanti aspetti del pensiero e degli interessi di don Rua nel governo della Congregazione. Molti di questi temi erano senz’altro dettati e condizionati sia dai destinatari, Direttori e Ispettori, sia dal testo di Don Bosco che lui commentava, sia dalle proposte che si discute-vano in Capitolo. Insisteva soprattutto sull’esemplarità dei Superiori nel di-simpegno del loro lavoro come tali44; sull’esatta osservanza delle Regole, come mezzo per acquistare autorità non solo sui giovani, ma anche sopra i Confratelli45; sulla necessità di promuovere sempre la carità nelle case46; sul tratto dei Direttori con i loro dipendenti47; sulla pratica esatta del sistema pre-ventivo, nel non lasciarsi e non permettere che si battessero gli alunni, ma che nemmeno si avessero con loro “sdolcinature” o tratto di favore verso

43Cf edizione critica fatta da F. Motto in RSS 4 (1985) 73-130.

44“I Direttori sono come luminari in mezzo agli altri, costituiti in lumen gentium. I su-balterni osservano il Direttore in tutto anche nelle piccole cose, nel parlare, nel trattare, nel giu-dicare... essere dunque luminari negli esercizi di pietà, e sia questa la base fondamentale della comune condotta [...]. Procuriamo noi pure di precedere tutti con le parole e con l’esempio”

(CG5).

45La condotta regolare ed irreprensibile del Direttore gli concilia il rispetto e la stima de’

suoi dipendenti, e l’esatta osservanza delle Regole, che egli pratica, esercita su tutti un’in-fluenza salutare, irresistibile (CG8).

46“Il Direttore sia modello di pazienza e carità; assista, aiuti ed istruisca i confratelli sul modo di ben adempiere i loro doveri; abbia grande confidenza con loro; nei rendiconti si mo-stri amico, fratello e padre, mai il padrone. Dimentichi i dispiaceri, le offese personali: Vince in bono malum. Non vi rincresca se insisto a parlarvi della carità fraterna. S. Giovanni Evange-lista raccomandava continuamente il Diligite alterutrum e Don Bosco egualmente. Il mezzo pratico di mostrare carità reciproca è nell’aiutarsi vicendevolmente e nel sostenere, aiutare e diffondere le opere nostre e dei nostri fratelli” (CG9). “Vi raccomando le parole del Salvatore Voi fratres estis. Consideratevi come fratelli. Se è vera la Scrittura Deus, etc. ciò specialmente devesi intendere dei Direttori coi dipendenti assistendoli nel materiale, nello spirituale, in tutto.

Nello spirituale per i Sacramenti” (CG5).

47“Avviene che i Direttori comandino ai dipendenti, mentre questi sono già occupati in altro e per altri, e che li rimproverino ingiustamente. Prego che prima di rimproverare o di togliere uno dal lavoro, il Direttore esamini bene, interroghi, e, se il confratello dice di avere altri ordini, egli non li ritiri, ma parli poi con l’altro superiore e, se occorre, lo faccia dispensare da lui” (CG5).

48“È doloroso assai che si lasci battere i giovani [...] vi raccomando caldamente di impe-dirlo”. “Quest’anno poi si fermi l’attenzione particolarmente su quanto già osservai, e qui in-sisto di nuovo, non battere e non sdolcinature [...]. Lo raccomando tanto, tanto [...]” (CG5).

alcuni48. Tema ripetuto e importante fu quello degli oratori e dei catechismi per essere la prima e una delle più alte missioni che Dio ha assegnato alla no-stra Pia Società49. Anche il tema delle vocazioni appare spesso nelle parole di don Rua50. Una preoccupazione costante era anche quella dello studio e della formazione dei salesiani51. Molta importanza dava alla promozione delle as-sociazioni nelle nostre case: compagnie, associazione di Maria Ausiliatrice, cooperatori, Conferenze di San Vincenzo, Santa Infanzia, ecc.52. L’amore al Papa fu una costante del insegnamento di don Rua53. E tanti altri temi trattati o semplicemente accennati.

49“Raccomandò innanzi tutto che si considerino gli Oratori Festivi come una delle più alte missioni a cui Dio ha chiamata la nostra Pia Società, ed uno dei mezzi più efficaci che noi abbiamo per operare il bene. È dovere perciò di ciascuno e di tutti di impegnarsi con tutto l’ar-dore dell’animo, perché gli Oratori fioriscano, prosperino, diano frutti consolanti di virtù e di pietà” (CG8). “Raccomando tanto, tanto i Catechismi... Sono un poco trascurati... Non basta quello della classe [...]. Si faccia ogni Domenica, eccetto solo le feste straordinarie [...]. Non si faccia come è nei programmi, ma si cominci una parte e poi un’altra a modo dei Catechismi parrocchiali [...]. Se si vuole si dividano anche in classi... Ciò raccomando in modo specialis-simo [...]. Perché i chierici sappiano che è la prima carica che debbono cercare e stimare, specie coi giovani esterni” (CG5).

50“Dio chiamò la Congregazione Salesiana a promuovere e coltivare le vocazioni eccle-siastiche” (CG6).

51Quanto alla coltura dei chierici giovani raccomando si faccia la scuola di teologia [...].

Si facciano studiare i trattati, affinché divenendo Sacerdoti, non possano poi dire spropositi.

Raccomanda la scuola di cerimonie una volta la settimana almeno. Ogni sacerdote impieghi una buona parte del tempo lasciato libero dalle sue occupazioni nello studio della teologia mo-rale. Si dia molta importanza e si faccia colla maggior serietà la soluzione del caso che viene mensilmente proposto” (CG5).

52“D. Rua mostrò essere sua intenzione che in tutte le Case vi fosse la Confraternita di Maria Aus. e che gli allievi venissero ascritti prima ad essa, poi alle altre Compagnie di S. Luigi, del SS. Sacramento ecc. ecc., e che questa iscrizione si facesse fin dal principio del-l’anno scolastico” (CG7). Don Rua passa dopo a raccomandare caldamente l’opera della Pro-pagazione della Fede e della Santa Infanzia, indicandone anche mezzi di facile attuazione (CG10). Don Rua dice che l’Unione dei Cooperatori stava molto a cuore a Don Bosco e si stu-diava di diffonderla sempre più. Bisogna imitarlo in questo (CG9). “Il Revmo. Sig. Rettor Maggiore raccomanda caldamente le Conferenze di S. Vincenzo de’ Paoli. Per esse entrarono i Salesiani in Francia e per esse furono e sono efficacemente aiutate molte opere salesiane in particolar modo nelle Americhe. Il nostro caro Padre Don Bosco poi di questa opera ci parlava con vero entusiasmo. Mons. Davide dei Conti Riccardi soleva dire che coloro che fanno la limosina giudiziosamente son pur sempre i Signori delle Conferenze, perché non hanno solo di mira il bene materiale ma anche e soprattutto lo spirituale, e non si contentano di fare una limosina, ma essi stessi visitano i poverelli di Cristo e s’interessano delle loro miserie. Racco-manda quindi gl’Ispettori che se la prendano proprio a cuore e la diffondano ovunque” (CG10).

53Il Rettor Maggiore raccomanda in modo speciale agli Ispettori che nelle loro visite, in tutte le mute d’esercizi, nelle conferenze, sermoncini della sera etc. inculchino ai confratelli e ai giovani l’amore verso il Sommo Pontefice, Vicario di Gesù Cristo, e verso le Congregazioni Romane, che ne sono l’organo. Il nostro Venerato Padre Don Bosco soleva dire: “Diffidate di coloro che vengono a parlarci contro il Papa e le Congregazioni Romane; teneteli per nemici della Chiesa e delle anime” (CG10).

Interessanti sono certamente anche gli interventi brevi tenuti durante le discussioni delle proposte, perché in esse don Rua esprime il suo pensiero e le sue più intime convinzioni. In questi numerosi interventi le sue parole sono sempre dettate dalla sua vasta esperienza, dal suo naturale equilibrio e dal suo grande amore a Don Bosco, alla Congregazione e alle Regole. Per la sua spontaneità sono di grande valore per conoscere il modo di essere, le virtù e gli interessi che movevano il suo operato come Rettor Maggiore e come padre e maestro dei salesiani. Certamente l’insieme di questi interventi costi-tuisce un vero corso di formazione al più alto livello di udienza.

In tutti i suoi interventi, don Rua parlava con franchezza. Il tono paterno era piuttosto esortativo, ma non privo di chiarezza e autorità, sicché le sue parole erano di un’efficacia straordinaria. Perciò i suoi insegnamenti illumi-nanti, anche se occasionali e dispersi lungo i sei Capitoli Generali, continuano a essere un ricco patrimonio per tutta la famiglia salesiana e non dovrebbero essere dimenticati dagli storici e meno ancora da chi studia il pensiero e la spiritualità di don Rua, anche se purtroppo non ne possediamo il testo com-pleto, giacché normalmente parlava a braccio. Purtroppo disponiamo soltanto di quel poco che i segretari hanno lasciato consegnato nei verbali, ma anche così contengono una grande ricchezza di dottrina spirituale e pedagogica, ispirata sempre nella più genuina tradizione salesiana e tramandate da chi più da vicino conosceva don Bosco.

5. I COMPITI PRINCIPALI DEI CAPITOLI GENERALI SECONDO