• Non ci sono risultati.

Le stampe salesiane e la lettura dei giornali 1. La stampa in genere

6. ALTRI TEMI TRATTATI

6.10. Le stampe salesiane e la lettura dei giornali 1. La stampa in genere

Sulla censura si ricordano le norme della Chiesa e l’obbligo dell’impri-matur.

Riguardo alla lettura dei classici giudicati dalla Chiesa come pericolosi si permettono soltanto ai maestri o ad altri per ragioni scolastiche. Ma agli alunni non saranno permessi “prout jacent” ma devono essere purgati. Il supe-riore vedrà quando convenga fare qualche eccezione per quei soci che ne avessero assoluto bisogno per ragioni di studio, mai per giovani alunni.

Si chiede che si mantenga nelle pubblicazioni salesiane quello spirito di castigatezza morale che tanto inculcò Don Bosco. Le sentenze poi non del tutto conformi con i desideri del Santo Padre e della Santa Sede devono es-sere affatto bandite da tutti i libri che escono dalle nostre tipografie. A questo

95Le parole di don Rua vengono riferite dal Verbale del CG8, p. 370.

proposito don Rua ricorda l’esempio del venerato nostro Fondatore il quale soleva dire che, “se ci fossero anche molti dottori da una parte che sostenes-sero una sentenza e dall’altra ci fosse il Papa che ne sostenesse un’altra, io mi atterrei subito a quella del Papa”96.

Si raccomanda anche molta prudenza nelle pubblicazioni dei salesiani per non compromettere la nostra Pia Società. E questo specialmente riguardo a certi giornali che si pubblicano da noi in lontane terre, ma che pure giun-gono fino in Italia, dando non leggero fastidio. Si usi infine molta carità verso quei confratelli che avessero pubblicato qualche opera. Lungi dal criticarla stoltamente, la dobbiamo difendere con tutte le forze.

6.10.2. Il Bollettino Salesiano

Il Bollettino Salesiano fu confermato come organo di tutta la Società Sa-lesiana, che promuove non solo il bene generale di essa, ma anche il partico-lare di ciascuna casa, perciò deve essere sostenuto debitamente da tutti.

Si raccomanda: a) di ricordare a tempo debito sul bollettino i doveri e le pratiche di pietà segnate dal regolamento; b) la pronta pubblicazione e spedi-zione regolare del bollettino; c) si ricordino più di una volta l’anno le opere che i salesiani hanno, regione per regione; d) l’esatta osservanza delle dis-posizioni concernenti il bollettino. Inoltre, senza previa licenza del Rettor Maggiore, non sia permesso d’unire avvisi o disposizioni che abbiano carat-tere direttivo dell’opera; e) non pochi invocano tanto nella compilazione quanto nella forma esterna del bollettino quelle migliorie che potrebbero ren-derlo più accetto al pubblico.

6.10.3. Le Letture Cattoliche

Si deplorava la loro decadenza. La ragione era in sostanza che non vi si camminava con i tempi o vi si cacciavano dentro troppi numeri di poco sugo per tirare avanti l’annata 97. Si propose che fosse conservato il carattere primi-tivo impresso loro da Don Bosco, che era di svolgere in modo popolare e in buona lingua, quei punti di dottrina religiosa, di morale e di storia che interes-sano veramente il popolo dei nostri giorni. Si credette anche bene di mettere le Letture Cattoliche sotto la dipendenza diretta del Rettor Maggiore per con-tinuare la tradizione lasciata da Don Bosco, che volle sempre avocata a sé l’alta direzione delle Letture.

96Cf CG10 redazione III, 31 agosto, sessione mattutina, p. 598.

97Cf Annali II 456-457.

6.10.4. Le letture per la gioventù

Si propose che fosse istituita una nuova collezione di Letture amene men-sile, destinata specialmente agli alunni delle scuole esterne, agli oratori festivi ed agli artigiani; che la collezione della Biblioteca della gioventù fosse miglio-rata in modo da non essere troppo inferiore, per scelta di autori, per correttezza di stampa, per forma e per prezzo alle collezioni edite da altri; che si compilas-sero libri di testo di letture moderne ed educative per le scuole, scelte con cri-terio fra le migliori per sane dottrine e buon gusto; che, oltre alla biblioteca propria, ogni casa avesse una biblioteca circolante per gli alunni interni, e un’altra, pure separata, per l’oratorio festivo; che si istituisse un periodico di-dattico mensile in aiuto ai maestri delle classi primarie e secondarie, il quale fosse ad un tempo come il bollettino ufficiale delle nostre scuole per tutta la Congregazione. Data l’importanza grandissima delle nostre pubblicazioni tipo-grafiche e l’obbligo di conservare immacolato il nome salesiano, si propose che il Consigliere Scolastico fosse il vero e unico responsabile di tutta la stampa salesiana, affinché si potesse conservare uniformità di libri e di spirito fra tutti i confratelli e, per quanto fosse possibile, avesse in suo aiuto un nu-mero sufficiente di persone capaci a cui affidare la revisione dei libri, la dire-zione delle letture amene, la redadire-zione in capo del periodico didattico e simili.

Si fece osservare anche che i Direttori devono avere molta cura di vigilare i libri di testo, perché ci sono molti errori contro la morale e la religione in molti dei libri in uso nella scuole pubbliche.

6.10.5. La lettura dei giornali

I giornali, i libri cattivi, i compagni, i discorsi sono spesso la causa per cui vanno soffocate in germe le vocazioni, ed anche quando le vele sono già dispiegate, vanno inesorabilmente in rovina.

Contenere nei giusti limiti la lettura dei giornali nelle nostre case, usando quelle precauzioni volute da Don Bosco; e non fare questioni di poli-tica.

Nel fissare i giusti limiti di cui parla l’articolo, si stabilisce:

1. I chierici e i coadiutori non potranno leggere né giornali, né periodici.

2. I giornali e periodici cattivi siano assolutamente banditi dalle nostre case.

3. Il direttore vedrà nella sua prudenza a quali sacerdoti converrà per-mettere la lettura dei buoni giornali.

4. Bandire la politica e limitare, per quanto è possibile, la lettura dei giornali, secondo la prudenza del Direttore.

6.11. Emigranti

Nel CG10 si parlò sul tema del lavoro dei salesiani con gli emigranti. Fu don Trione l’incaricato di esporre la questione. Riconosce che i nostri confra-telli nelle lontane Americhe hanno già fatto molto a questo riguardo e più an-cora si pensa di fare in avvenire. Il lavoro dei salesiani su questo campo è cer-care di ottenere la benevolenza del mondo profano, soprattutto del governo, e questo lavoro sarà quello che dovrà salvare le case della nostra Pia Società, il giorno in cui si scatenasse qualche persecuzione, com’era da temere anche in Italia dopo l’esempio della Francia. Il Papa aspetta molto su questo punto dai salesiani, e la nostra Società è quella che ha più religiosi italiani all’estero. Si raccomanda che si studi bene il problema dell’emigrazione. Si può effettuare questo studio con la lettura assidua del Bollettino dell’Emigrazione, che viene spedito gratuitamente agli ispettori, e mediante la pratica delle seguenti norme:

1° Guadagnarsi la simpatia delle colonie italiane con la diffusione della lingua patria e con l’istituzione di segretariati, ecc., ecc.; 2° Istituire una commissione permanente per quest’opera. Don Rua intervenne dicendo: “Desidero tanto tanto che si lavori in favore di questi nostri Italiani. Non bisogna scoraggiarsi, specialmente in sui principi, alla vista del poco risultato. Insegni Don Coppo in Nuova York98. Il Signore forse ha disposto che i nostri emigrati, come pure i Polacchi e gli Irlandesi, siano seminatori e conservatori della fede nelle regioni più remote. Non si trascurino quindi le altre nazioni”99.

6.12. Lo stato della Congregazione durante il rettorato di don Rua