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RELAZIONE DEL QUINTO CAPITOLO GENERALE IN VALSALICE

DOCUMENTI PRECAPITOLARI

RELAZIONE DEL QUINTO CAPITOLO GENERALE IN VALSALICE

Com’è richiesto dalla regole della Pia Società, a nome del R.mo. Sig. D.

Michele Rua, il M.R.D. Celestino Durando incaricato Regolatore Generale, con apposita circolare ai Direttori annunziava alcuni mesi prima il Quinto Capitolo Generale da aprirsi il 2 Settembre 1889.

105ASC D5800202

106Il V CG si aprì il lunedì 2 settembre alle ore 18,30 e finì il venerdì 6 settembre alle 17,30. Ad eccezione del primo, ogni giorno ci furono due sessioni, una mattutina e una pomeri-diana, divise in due tempi per meglio procedere alle discussioni delle diverse proposte. Quasi tutte le sessioni erano precedute da un intervento del Rettor Maggiore don Rua, che in questo Ca-pitolo volle commentare i ricordi confidenziali di Don Bosco ai direttori. Trascriviamo letteral-mente la Relazione del quinto Capitolo Generale in Valsalice, che si trova in ASC D5800216, 1s.

Per tanto la sera del medesimo dì, raccoltisi nella Cappella del Semi-nario delle Missioni la maggior parte dei Direttori delle nostre Case alle ore 6½ pom. il Sig. D. Rua intonava il Veni Creator, e detto l’Oremus annunziava aperto il Capitolo, ed il motivo della radunanza. Diceva a) quanto esso fosse importante: I. Pel progresso delle Case; II. Pel mantenimento dello Spirito;

III. Pel bene delle anime. b) Raccomandava preghiere per la buona riuscita.

c) Si leggono quindi gli articoli delle Regole riguardanti al Capitolo Generale.

d) Annunzia quale sia la sala della radunanza ed impartisce la benedizione col SS. Sacramento.

Prima Sessione Preparatoria

Ore 7 adunanza in sala; Veni, Sancte Spiritus, ed Actiones. Il Sig. D. Rua dà il benvenuto ai Direttori, i quali aiutano il Capitolo Superiore a promuovere le nostre opere... Ma un pensiero ci addolora: manca don Bosco. Ma dobbiamo consolarci, siamo vicini alla sua salma e come le reliquie dei santi sono fonti di benedizione, così lo sarà specialmente per noi la salma di D. Bosco; ma non solo la salma, bensì il suo spirito ci guiderà e ci otterrà lumi nelle deliberazioni delle varie Commissioni e sessioni. Preghiamo, ma uniformiamoci special-mente ai suoi sentimenti; indaghiamo bene quali fossero i suoi intendimenti...

poiché si vide come fu guidato da Dio nelle sue imprese; egli intendeva sempre in tutto la gloria di Dio ed il bene delle anime. Ho raccomandato all’O-ratorio di pregare e far pregare, ma lo raccomando specialmente a voi, affinché nessuna passione faccia velo all’intelletto e solo ci sia di mira il bene della gio-ventù e delle anime. Mettiamoci sotto l’intercessione di Maria SS., come Sede della Sapienza; di S. Francesco di Sales perché ottenga che tutto facciamo col suo spirito. Con questi aiuti e quelli di D. Bosco tutto riuscirà bene. Abbiamo confidenza in questo, e tutte le nostre deliberazioni andranno al bene della Chiesa, della civile Società, ed a maggior gloria di Dio.

Fa quindi dare lettura degli articoli ...107delle Deliberazioni che riguar-dano il modo di tener le sessioni del Capitolo Gen.

Ricorda l’orario delle sessioni. Quanto poi alle materie da trattarsi de-vono radunarsi i componenti le Commissioni col rispettivo Presidente e Rela-tore. L’ora più opportuna è dalle 8¾ alle 10, ant. dalle 3 alle 4, e dalle 6½ alle 8¾ pom. Ciascuno esamini le risposte fatte agli schemi per potervi rispondere opportunamente. Quanto all’ordine da tenersi nel dare sviluppo a ciascuna proposta si faccia precedere un’esposizione ragionata che leggerà il Relatore, quindi si distribuiscano in articoli le conclusioni delle Commissioni.

107Spazio in bianco per citare gli articoli che vengono letti. Cf Deliberazioni del Secondo Capitolo Generale, Dist. I. Torino, Tipografia Salesiana 1882, pp. 1-8.

Ad evitare le confusioni quelli che desiderassero parlare si inscrivano presso il Regolatore per avere la parola. Si potrà tuttavia anche chiederla seduta stante.

Soggiunge che fu pregato di esporre qualche cosa a norma dei Direttori pel buon andamento delle Case. Egli imitando D. Bosco si propone di farlo secondo l’opportunità che potrà averne nelle diverse sedute.

Alle ore 7½ si chiude la Sessione colle preghiere prescritte.

Assistevano a questa Sessione preparatoria i seguenti:

Del Capitolo Superiore:

Sg. Don Rua Michele, RM.; D. Belmonte Domenico, Pr.; D. Bonetti Gio-vanni, Cat.; D. Sala Antonio, Econ.; D. Cerruti Francesco, Cons. Sc.; D. Du-rando Celestino, Cons.; D. Lazzero Giuseppe, Cons.; D. Lemoyne Gian.Bat-tista, Segr.; D. Barberis Giulio, Maestro dei Nov.

Direttori:

D. Albanello Domenico; D. Albera Paolo; D. Barberis Gian.Batt.; D. Bel-lamy Carlo; D. Bertello Giuseppe; D. Bianchi Eugenio; D. Bologna Giuseppe;

D. Bordone Angelo; D. Bourlot Stefano; D. Cagliero Cesare; D. Carlini Costan-tino; D. Cartier Luigi; D. Cavatore Michele; D. Cibrario Nicolò; D. Confortola Faustino; D. Costamagna Giacomo; D. Febraro Stefano; D. Fèvre Giov. Battista;

D. Furno Pietro; D. Guidazio Pietro; D. Macey Carlo; D. Marenco Giovanni; D.

Monateri Giuseppe; D. Nai Luigi; D. Oberti Ernesto; D. Perrot Pietro; D. Porta Luigi; D. Rinaldi Giov. Battista; D. Rocca Luigi; D. Ronchail Giuseppe; D.

Scappini Giuseppe; D. Tamietti Giovanni; D. Veronesi Mosè108. Consulenti: Sigg. D. Piscetta Luigi e D. Vota Domenico Direttori giunti per le altre sessioni:

Sig. D. Branda Giov. Battista; D. Dalmazzo Francesco; D. Berto, Consulente.

Sessione Prima

Martedì, 3 Settembre, ore 10 ant.

Si apre la Sessione con le preghiere prescritte.

Presenti... come sopra.

Don Rua parla poiché non è pronta la Commissione per la relazione.

Dice che

“I Direttori sono come luminari in mezzo agli altri, costituiti in lumen gen-tium. I subalterni osservano il Direttore in tutto anche nelle piccole cose, nel par-lare, nel trattare, nel giudicare. Così avere esperimentato egli stesso. Ciò li deve

108Sulla casa di provenienza di ognuno di questi direttori, cf la lista dei membri citati nello schema di questo CG. Per la loro biografia rimandiamo a E. VALENTINI- A. RODINÒ, Dizio-nario biografico dei salesiani...

tenere in apprensione e metterli in guardia, onde siano modelli di assiduità, pun-tualità ecc. Perciò i Direttori celebrino, come è richiesto, pie, devote et attente co-me modelli di pietà. Dicano il Breviario anche nel modo e nel luogo convenien-te, dove non havi pericolo di distrazioni. Sia esemplare di pietà. Si trovi presen-te alla meditazione, alla lettura e se non può regolarmenpresen-te, al meno, quando può, onde possa vedere anche se intervengano i Confratelli, come vi stiano ed avvi-sarli opportunamente. Così faccia per l’Esercizio di Buona Morte ecc.”109.

Sospende di parlare per dar luogo alla lettura della Relazione della Prima Commissione sulla prima proposta intorno agli studi filosofici e teologici (Ore 10¼).

D. Cerruti, Presidente della Commissione, rileva che la brevità del tempo non permise di approfondire la materia.

Si insiste in ciò sull’esecuzione delle disposizioni già prese, ecc.

D. Bertello, Relatore, dà la prima lettura alla Relazione riassumendo le proposte, ecc.

Vengono allegate e lette le Deliberazioni del Capitolo Superiore comuni-cate ai Direttori con lettera del 18 Aprile 1887, e del 29 Gennaio 1889110.

109Relazione del quinto Capitolo..., p. 5.

110Ecco la lettera di don Rua del 29 gennaio 1889 ai Direttori sullo Studio della Teologia Carissimo Direttore,

1. Studio della Teologia. Nel desiderio di promuovere ogni dì più fra i nostri chierici l’amore e lo studio della Teologia, si è tenuta qui all’Oratorio una adunanza a’ 23 ottobre p. p.: Sono lieto parteciparti come siasi in generale constatato un felice miglioramento negli studi teologici, mi-glioramento che, continuato e cresciuto, sarà certo di non poco vantaggio alla nostra Pia So-cietà, trattandosi d’un punto cotanto importante così per l’istruzione necessaria allo stato sacer-dotale, come per la stessa vocazione religiosa. Siccome però furono pure particolarmente rile-vati due difetti abbastanza meritevoli di considerazione, cioè deficienza di piena intelligenza e mancanza di esposizione sufficientemente sicura e precisa, così ti notifico pure quello che fu deliberato, a fine di ovviare a questi due difetti, tenendo per base le nostre Deliberazioni Capi-tolari e la disposizione delle adunanze anteriori.

2. Norme pratiche. 1) Si facciano regolarmente in ciascuna Casa le cinque ore di scuola alla set-timana, stabilite dalle Deliberazioni Capitolari ed in esse s’interroghi frequentemente e si faccia recitare per turno. 2) Dove o quando questo non si potesse assolutamente fare vi si rimedi al-meno con qualche conferenza del Direttore o di altri, settimanale, nella quale, sotto la presiden-za del Direttore o di altro dei Superiori od anche del più idoneo dei chierici stessi, si esponga se-riamente la parte assegnata per giorno, triduo o settimana. 3) Si tenga una conferenza ogni me-se nella quale si ripeta tutta la parte studiata o dovuta studiare in detto meme-se. 4) All’Oratorio e a Valsalice questa conferenza si faccia alternativamente ogni settimana materia per materia, sicché entro il mese si ripeta quanto fu in esso assegnato di Teologia fondamentale, dogmatica, sacra-mentaria, morale ed ermeneutica sacra. 5) I Direttori si adoperino con la più scrupolosa cura, af-finché i nostri soci studenti di Teologia subiscano regolarmente gli esami su tutti i trattati asse-gnati per l’anno in corso. Questo è necessario, anche perché non abbiano poi a ritardare le sacre ordinazioni, vedendosi per esperienza che generalmente, ricevuto il Presbiterato, manca il tem-po o la tem-possibilità di completare gli studi sopravanzati. Sono persuaso che questi avvisi saranno da tutti favorevolmente accolti e fedelmente messi in pratica. Lo desidero pel bene della nostra Pia Società e per la memoria dell’amatissimo nostro Don Bosco, che sai quanto abbia lavorato

Discorrendosi intorno all’articolo 2°, che tratta dell’eleggere chi insegni nelle Case, D. Rua nota che di preferenza si usino insegnanti interni; tuttavia quando si trovasse persona esterna a proposito e prudente, ecc., non è da rifiu-tare tale aiuto, ma sia con prudenza e debiti riguardi. Così dicasi dei Seminari.

D. Barberis Giovanni chiede se potendo non sarebbe bene inviare i chie-rici alle scuole dei Seminari, ecc.

D. Rua osserva che ciò si può fare in qualche caso praticare, ma possi-bilmente non si faccia, non convenendo per varie ragioni, tra cui quella della diversa disposizione dei Trattati.

Sull’Art.3°, riguardante un esame particolare per l’ammissione al Noviziato.

D. Rua crede che l’esame di IV Ginnee del terzo anno dei Figli di Maria possa ordinariamente servire di esame d’ammissione.

La questione si porta a giudicare se un giovanetto di terza ginnasiale sia atto allo studio della filosofia. Dopo varie osservazioni di D. Barberis Giulio, di D. Tamietti, di D. Cerruti, di D. Guidazio; finalmente D. Bertello appoggian-dosi al risultato degli anni passati, insiste di nuovo sull’esame di ammissione.

D. Rua fa osservare che le lagnanze si fecero specialmente l’anno scorso, che si accettarono molti della IIIaGinne. e del II° corso dei Figli di Maria. Tutta-via pensa che si possa a tutto provvedere aggiungendo all’art. 1°, capo II, Distri-buzione IV delle Deliberazioni queste parole: “e ciò risulti da un apposito esame”.

Articolo IV delle proposte in Appendice. Viene approvato.

Art. V. sul testo da adottarsi.

D. Rua propone che la Commissione già nominata studi meglio la que-stione durante questi mesi, fissando il suo sguardo specie su questi autori:

Schuppe, Bonald, Hurter, Sala, Magnasco. Intanto il Procuratore vegga quale autore si segua in Roma alla Propaganda. Si esamini anche il Charmes111.

Dopo varie osservazioni di D. Bertello, D. Piscetta e D. Vota, si chiude la Discussione intorno agli studi.

D. Rua seguita l’esortazione interrotta (ore 11¾). Ripete ai Direttori di essere adunque luminari negli esercizi di pietà, e sia questa la base fon-damentale della comune condotta. Fra le principali cose richiama l’attenzione

per l’educazione intellettuale e religiosa dei suoi figli. Approfitto volentieri dell’occasione per salutarti caramente ed implorare sopra di te e su tutti i confratelli e giovani di cotesta Casa le più elette benedizioni del Signore. Tuo aff.mo in G. e M. Sac. Michele Rua, in M. RUA, Lettere cir-colari..., pp. 37-38.

111Il Capitolo Superiore discusse la questione e determinò di ritenere per la morale il Del Vecchio e per la dogmatica il Perrone. Intanto per la dogmatica, per esperimento, si userà al-l’Oratorio di Torino il Sala, a Valsalice l’Hurter, a Marsiglia lo Schouppe. Quando sarà provato quale di questi tre autori riesca più adattato ai nostri studenti, con apposita circolare il Consi-gliere Scolastico darà gli ordini opportuni ai direttori di tutte le case. Alla fine sarà lo Hurter ad avere la preferenza.

sull’art. 1 dei Consigli Confidenziali lasciati dal caro D. Bosco ai Direttori:

Niente ti turbi, come praticavano S. Teresa e S. Francesco di Sales. Così I. Conserveremo la serenità in tutto per giudicare e decidere sulle cose della casa e che ci appartengono. II. Eguaglianza di umore tanto necessaria e di tanto profitto. Ciò dà confidenza e guadagna il cuore dei dipendenti...

I Direttori precedano altresì gli altri nel lavoro – già si fa assai e non si può non ringraziare il Signore, Deo gratias – Avvertano però di non voler far tutto essi. Specialmente si studino di distribuire il lavoro agli altri. Ciò è fon-damento di buon ordine – In un laboratorio se il Capo lavora lui solo, lavora con due braccia, se distribuisce il lavoro lavora con le mani di tutti.

Nel fare qualche cosa particolare fuori di Casa se ciò lo disturba nel di-simpegno del proprio ufficio, se ne esoneri.

Attenda ad osservare i Registri del Prefetto, se il Catechista fa il suo do-vere, attenda ai maestri, ai laboratori. Se potrà tenersi lontano da occupazioni fisse, avrà tempo a guidarli meglio.

Questa è e fu sempre raccomandazione di D. Bosco, e specialmente deve farsi con i nuovi Confratelli che vengono dallo studentato.

Tal modo non stancherà il Direttore e farà ben contenti i subalterni112. Alle ore 12’10 si toglie la seduta con le preghiere solite e l’Angelus.

Appendice

Relazione del sig. D. Bertello sulla Prima Proposta113 Studi Teologici e Filosofici

Proposte. I proponenti sullo schema degli studi sono 35. Tutti, più o meno esplicitamente, dimostrano il desiderio che si promuovano maggior-mente gli studi114. Sette deplorano apertamente la condizione presente, di cui si davano come cause le seguenti:

112M. RUA, Lettere circolari..., p. 7.

113La prima proposta che doveva discutersi era formulata testualmente così: “Se con-venga mutare i libri di testo; quali si proporrebbero. Quali miglioramenti introdurre nello studio della Filosofia, della Teologia e dell’Ermeneutica”.

114 Il tema sugli studi nella Congregazione veniva da lontano. Una delle obiezioni più frequenti per l’approvazione delle Costituzioni (come più tardi per la canonizzazione di Don Bosco) era stata la mancanza di garanzia nella formazione dei chierici. Per esempio, la ani-madversio 27 fatta dal P. Bianchi a nome della Congregazione per i Vescovi e Religiosi dice:

“Manca ugualmente la Costituzione degli studi per gli aspiranti al Sacerdozio. Secondo che ri-feriscono alcuni Ordinari, i quali hanno esaminati candidati ai sacri Ordini, gli studi ecclesia-stici in questo Istituto sarebbero assai mal’ordinati e debolissimi il che non deve recare meravi-glia, quando si sa che i chierici, nello stesso tempo degli studi, vengono applicati alla cura dei giovani alunni”. Don Bosco, oltre a contestare la veracità di questa obiezione, aveva messo nelle Regole un capitolo, il XII, sullo studio. Ma era stato redatto in modo alquanto equivoco, lasciandogli le mani libere per far a suo modo. Anzi nell’articolo 6 si legge: “I soci, finché at-tendono agli studi prescritti dalle costituzioni, non si applichino troppo alle opere di carità

pro-I. La mancanza di un corso regolare di studi, quale sarebbe prescritto al capo 12 delle nostre Costituzioni. Nei collegi, si dice, non si fa, e forse non si può fare, uno studio serio delle materie ecclesiastiche, per le soverchie occu-pazioni dei Maestri, che sogliono essere i Direttori, e degli scolari, distratti da studi e lavori profani.

II. L’essere parecchi tra gli alunni ammessi alla Filosofia ed alla Teo-logia senza la conveniente preparazione.

Quanto ai testi è voce quasi comune che si debba sopprimere il Per-rone115. Sopra venti che parlarono espressamente di lui, quattordici ne doman-dano la soppressione, tre lo dichiarano buono semplicemente, e tre dicono che può servire date certe condizioni.

Del testo di morale (Del Vecchio116) solo otto parlano ex professo, dei quali sei lo approvano semplicemente, e due con qualche modificazione.

Molto discordi sono intorno ai testi da sostituire. Quattro propongono l’Hur-ter, due il Sala, tre lo Schouppe, due il Bonald, uno la Somma di S. Tommaso, uno il Knoll, uno il Magnasco, uno il Marengo117per la teologia fondamentale.

prie della Società salesiana, se non vi sono costretti dalla necessità, perché questo suole recare grave danno agli studi”. Il troppo non c’era nella versione latina approvata dalla Santa Sede, ma era stato aggiunto dallo stesso Don Bosco, il che indica chiaramente il suo pensiero che i soci anche negli anni dello studio si dedichino alle opere di carità proprie della Congregazione, sempre che lo facciano in modo moderato. Di fatto le cose continuarono più o meno come prima durante la sua vita, ma non tutti erano d’accordo con questa forma di fare gli studi. Cf G.

BOSCO, Costituzioni della Società..., pp. 243 e 161.

Al momento del CG5 le cose stavano così: per la filosofia esistevano studentati appositi, dove i chierici ricevevano scuola regolare con buoni insegnanti. Finiti gli studi filosofici, i chie-rici cominciavano lo studio della teologia, ma non essendoci ancora studentati teologici sale-siani, alcuni, pochi, andavano a studiare all’Università Gregoriana di Roma; altri frequentavano lezioni in Seminario, ma i più lo facevano in case salesiane: Oratorio, Valsalice, Marsiglia, Buenos Aires, cioè lì dove potevano riunirsi un numero di allievi della casa e di quelle vicine. In questo caso i professori erano sacerdoti salesiani o esterni. Nelle case troppo isolate si impartiva ai pochi ivi residenti un insegnamento “domestico” da parte di qualche salesiano o sacerdote di fuori. Tutti dovevano due volte all’anno sostenere degli esami davanti a esaminatori autorizzati dal Consigliere Scolastico generale. Non era certamente un modo serio di fare gli studi ecclesia-stici e il Capitolo volle occuparsi del tema.

115Giovanni PERRONES.J. (1794-1876), Praelectiones theologicae quas habebat in Col-legio Romano Joannes Perrone e Societate Jesu ab eodem in compendium redactae. Roma, Typis S. Congregationis de Propaganda Fide 1845.

116Giovanni DELVECCHIOA. (1810-1889), Theologia Moralis Universa. Mediolani, 18852.

117Hugo HURTER S.J. (1832-1914), Medulla Theologiae dogmaticae. Oeniponte, Wa-gneriana 1898; Federico SALA(1842-1903), Institutiones theologicae dogmaticae. 4. vol. Me-diolani, 1880; Xavier SCHOUPPEF., S.J. (1823-1904), Elementa theologiae dogmaticae. Paria, Palmé 1867. Salvatore MAGNASCO(1806-1892), Institutiones theologiae dogmatico-schola-sticae. 4 voll. Genuae 1876-80. Giovanni Francesco MARENGO, Institutiones Theologiae fun-damentalis, praeeunte introductione in theologiam universam. Augustae Taurinorum, Ex Off.

Salesiana 18943 [1896]. Alberto KNOLL, Institutiones theologiae dogmaticae generalis seu fundamentalis. Innsbruck, 1852, Torino, 1861; Compendium. 2 voll. Torino, 1865.

Uno vuole che almeno per la Francia si adottino i testi dei seminari; uno suggerisce di vedere quali testi si usino a Roma; due propongono che si elegga una Commissione di professori; due desiderano che i testi li compilino col tempo i professori medesimi.

Quanto all’Ermeneutica parecchi raccomandano che si insegni in tutte le Case. Per testo uno suggerisce la lettura ed il commento del testo biblico coll’aiuto di vari autori (Menochius, B e Vigouroux118), uno propone il Soamy.

Pochi parlano del testo di filosofia, dei quali due riconoscono buono il Sanseverino119, due propongono il Vallet, uno lo Zigliara.

Altre proposte per il miglioramento degli studi:

I. Stabilire studentati in ogni provincia.

II. Si tenga ogni mese dai Sacerdoti una conferenza di teologia morale.

III. Destinare ad ogni Casa un Professor di Teologia.

IV. Si promuova tra gli studenti l’uso dei circoli e delle dissertazioni.

V. Si insegni Sacra Eloquenza.

VI. Si faccia studiare un buon Catechismo nel I anno di filosofia.

VII. Studiare la storia moderna, e tener dietro ai progressi delle scienze positive.

VIII. Si studi in ogni Casa la Storia Ecclesiastica.

IX. I sacerdoti si studino di conoscere la Mistica.

Parere della Commissione

La Commissione, facendosi interprete delle opinioni manifestate dai Confratelli, a promuovere maggiormente gli studi di Filosofia e Teologia, propone quanto segue:

118Giovanni Stefano MENOCHIO(1575-1655). Dal 1605 insegnò greco, ebraico, teologia morale e Sacre Scritture a Milano e a Cremona. L’opera di maggiore rilievo del M. è il com-mento esegetico al Vecchio e al Nuovo Testacom-mento, intitolato Brevis explicatio sensus litteralis

118Giovanni Stefano MENOCHIO(1575-1655). Dal 1605 insegnò greco, ebraico, teologia morale e Sacre Scritture a Milano e a Cremona. L’opera di maggiore rilievo del M. è il com-mento esegetico al Vecchio e al Nuovo Testacom-mento, intitolato Brevis explicatio sensus litteralis