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5. Analisi dei dati raccolti

5.1 Introduzione: la città di Forlì e l’immigrazione

Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Osservatorio sull’Immigrazione della Provincia di Forlì e Cesena, gli stranieri residenti nel comune di Forlì al 1° gennaio 2012 erano 14.251, il 12% della popolazione residente totale. Una percentuale in linea con le statistiche regionali che collocano l’Emilia-Romagna al terzo posto tra le regioni Italiane che accolgono più immigrati, con una percentuale di stranieri superiore alla media nazionale dell’8,2%. (Provincia di Forlì-Cesena, Coordinamento Provinciale Immigrazione, 2012)

Secondo la stessa fonte il numero di stranieri residente nel circondario forlivese continua ad aumentare, seppur più lentamente rispetto agli anni precedenti il picco di arrivi verificatosi nel 2006. L’incremento dal 2011 al 2012 si è registrato sia in termini assoluti (+6,6%), che di incidenza sulla popolazione italiana (+0,6%). Gli immigrati che si sono stabiliti nella provincia di Forlì e Cesena provengono principalmente da paesi dell’Unione Europea a 27 (28,1%), da altri stati europei (28,1%) e dall’Africa Settentrionale (20,1%). I paesi d’origine più rappresentati nel forlivese sono Romania (9,8%), Albania (6,8%) e Marocco (6,8%), seguiti dalla Cina (4,6%) e da altre nazionalità in percentuali inferiori al 2,5%.

Concentrandoci sulla situazione della popolazione in età scolastica, possiamo affermare che, di norma, l’incidenza dei bambini stranieri iscritti alle scuole elementari e medie e superiori è sempre più elevata rispetto a quella della popolazione straniera sulla popolazione totale (il 12,6% contro l’11,1% nella provincia di Forlì-Cesena). Questo è dovuto al progressivo invecchiamento della popolazione italiana residente e a specifiche dinamiche dei flussi migratori deducibili dall’osservazione delle serie storiche a livello territoriale e nazionale. Il numero degli stranieri a scuola continua infatti ad aumentare, seppur ad un ritmo sempre meno sostenuto, così come avviene per la popolazione straniera totale. A questo proposito, bisogna aggiungere che anche la popolazione straniera è stata sottoposta negli ultimi anni ad un graduale invecchiamento, dovuto, come già detto, al picco di nuovi arrivi riscontratosi ormai diversi anni fa e ad immigrati non più solo di passaggio nel nostro paese, ma sempre più spesso stanziali (Provincia di Forlì-Cesena,

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Coordinamento Provinciale Immigrazione, 2012). Tali dinamiche hanno determinato, ad esempio, nel comune di Forlì, una leggera diminuzione di stranieri nella fascia d’età 0-14 anni tra il 2011 e il 2012 (Comune di Forlì, 2012).

Purtroppo non si dispone di dati aggiornati concernenti esclusivamente la situazione delle scuole del forlivese ma possiamo comunque attenerci a quelli provinciali, tenendo presente che nel comune di Forlì si riscontra da svariati anni una percentuale di popolazione straniera superiore alla media della provincia di Forlì e Cesena (dello 0,9% nel 2012). Detto questo, la percentuale maggiore di stranieri nella Provincia di Forlì-Cesena si osserva presso le scuole elementari (14,2 %) con una suddivisione per area di provenienza che rispecchia in linea di massima quella dell’intera popolazione immigrata: Unione Europea a 27 (21,7%), altri paesi europei (31,1%), Africa del Nord (22,5%). Albania, Marocco, Romania e Cina sono ancora una volta i paesi più rappresentati (Provincia di Forlì-Cesena, Coordinamento Provinciale Immigrazione, 2012).

Al di là del rallentamento, si può comunque ipotizzare che questi tassi percentuali siano destinati con buona probabilità ad aumentare ulteriormente almeno per i prossimi anni, per effetto dell’incremento del numero di cittadini immigrati (fenomeno che […]seppur in rallentamento, è ancora assai consistente) e dell’entrata nelle diverse età scolari dei bambini e dei giovani delle ‘seconde generazioni’ di cittadini stranieri.

(2012, p. 54)

In futuro bisognerà quindi aspettarsi, più che un sostanziale aumento del numero di alunni stranieri iscritti alle scuole italiane, un cambiamento delle dinamiche che la loro presenza comporta. Plausibilmente l’aspetto linguistico presupporrà sempre meno un ostacolo, in vista di bambini e ragazzi nati in Italia. Si imporrà invece la crescente necessità di una maggiore attenzione all’aspetto interculturale, al fine di creare una scuola adatta a soddisfare i bisogni di una società italiana sempre più multietnica e diversificata.

5.1.1 Stranieri a scuola: iniziative cittadine

Il regolamento che disciplina l’istituzione delle Consulte Comunali dei Cittadini Stranieri, prevede la convocazione, almeno due volte l’anno, di un incontro pubblico: un’occasione di dialogo, approfondimento e confronto su tematiche e iniziative relative alla presenza di cittadini stranieri nel territorio comunale. La quarta edizione del Forum sull’immigrazione della città di Forlì, tenutosi il 20 aprile 2013, è stata intitolata Una scuola, tante scuole e dedicata ad azioni di inclusione negli istituti del forlivese. Al forum hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, associazioni, cooperative ed enti che coordinano i percorsi di integrazione dei cittadini stranieri, insegnanti e personale di diversi istituti scolastici, media locali e cittadini. Tra un intervento e l’altro sono stati

129 mostrati alcuni video che illustravano lo svolgimento o il prodotto finale di alcune delle iniziative messe in atto sul territorio. Il più delle volte si trattava di scuole dell’infanzia, primarie, medie inferiori o superiori, in altri casi di associazioni e cooperative sociali che hanno cercato di coinvolgere non solo bambini e ragazzi, protagonisti indiscussi dell’incontro, ma anche le loro famiglie e comunità. Non mancano i riferimenti alla mediazione linguistica ad opera di bambini e ragazzi alunni delle scuole del territorio, a dimostrazione del fatto che il fenomeno, seppur ancora in gran parte sommerso, ha un peso consistente quando si trattano in particolar modo le politiche per l’integrazione tra gli ‘addetti ai lavori’ (Padureau, 2013). Dall’incontro è emerso un variegato elenco di progetti, volti a favorire senza dubbio l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione sociale degli immigrati, ma soprattutto un’inversione di tendenza nella percezione dello straniero. Non più solamente famiglie spaventate dall’alto numero di bambini non italiani sui banchi di scuola, ma anche genitori consapevoli che lo scambio interculturale può rappresentare per i propri figli un’opportunità di crescita e arricchimento personale. Dalle testimonianze portate ai forum sull’immigrazione emergono sempre profonde differenze negli approcci, nelle prospettive e nei mezzi ma in fin dei conti un unico grande obiettivo, fare della diversità una ricchezza e non più un ostacolo.

Tra le tante iniziative promosse dalla città di Forlì, ricordiamo inoltre il concorso Traduttori in erba nato da un’idea del gruppo di ricerca InMedioPueri del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Bologna e realizzato grazie al sostegno del Fondo per la Cultura di Forlì. L’obiettivo era quello di sensibilizzare le istituzioni e la società civile sui lati positivi e negativi della mediazione linguistica e culturale ad opera di bambini, nonché sulle ragioni che spingono a tale scelta e sugli effetti di questo fenomeno per tutte le parti coinvolte. Il concorso ha visto la partecipazione di alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, attraverso l’elaborazione di un disegno o di un testo scritto. I bambini hanno raccontato in prima persona le sensazioni positive e negative legate alla loro attività di mediatori o in quanto fruitori di questo ‘servizio’. Ai vincitori sono state offerte borse di studio, zainetti, dizionari, gadget e materiale scolastico da condividere con la propria classe.

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