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5. Analisi dei dati raccolti

5.2 La scuola primaria Diego Fabbri

5.2.2 Il mediatore linguistico: un ausilio importante ma non sufficiente

La legge italiana, come si è visto analizzando le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (§2.5), prevede come strumento per superare

137 l’ostacolo linguistico il ricorso a mediatori linguistici e culturali e l’utilizzo di materiale plurilingue. Solo un insegnante tuttavia, poiché esplicitamente interrogato al riguardo, ha dichiarato che la scuola Diego Fabbri è in possesso di modulistica tradotta nelle principali lingue per poter fornire ai genitori informazioni di base al momento dell’iscrizione.

Insegnante: Esatto, quindi i bambini arrivano scuola, è ovvio che, subito nell’immediato gli si cerca di dare le informazioni di base, orari, quello che si può…

Intervistatore: Avete del materiale tradotto in più lingue?

Insegnante: Sì, c'erano tutti i moduli tradotti in tutte le lingue, perlomeno nelle lingue rispetto alle quali noi abbiamo più affluenza, quindi in cinese, in moldavo, piuttosto che in russo… E già questo è un ausilio importante.

(Intervista 1)

Probabilmente, l’uso di questo materiale è sufficiente solo per espletare le prime formalità e non arriva ad incontrare le necessità degli insegnanti in classe. Ecco forse spiegato perché solo un altro insegnante fa riferimento a questo ausilio parlando dell’esistenza di comunicazioni riguardanti il cambiamento degli orari di entrata e di uscita o di chiusura della scuola, tradotte in più lingue. Nel lasso di tempo in cui si è svolta l’osservazione tuttavia, queste comunicazioni non sono mai state utilizzate anche se ve ne sarebbe stata l’occasione ad esempio nel caso della gita di classe o delle vacanze pasquali.

In secondo luogo, la scuola ha la possibilità di richiedere l’intervento dei mediatori linguistici e culturali, forniti da una cooperativa locale. Anche in questo caso, la scuola deve barcamenarsi tra difficoltà di tipo economico, praticamente tutti gli insegnanti si rammaricano infatti delle poche ore a disposizione con il mediatore:

Insegnante.: Noi abbiamo rimasto l'unica risorsa che è il mediatore culturale. Anche per questo però i tempi sono molto ristretti, ci danno pochissime ore.

Intervistatore.: Poche ore. Insegnante.: Pochissime ore.

(Intervista 2) Abbiamo il mediatore, purtroppo le ore sono poche, non sono molte.

(Intervista 4) Sì, sono state pochissime [le ore con il mediatore], secondo me ne servivano di più, però poi non sta a me decidere, il dirigente in base al budget, i soldi, non so… 12 ore.

(Intervista 8)

Avendo a disposizione poche risorse, i momenti dedicati all’incontro con questi professionisti non sono sufficienti a coprire le necessità degli insegnanti, che avrebbero bisogno di più tempo per poter effettuare insieme al mediatore una prima accoglienza in classe, dialogare con i bambini e con le famiglie e iniziare un percorso di alfabetizzazione mirato. I docenti si trovano così a dover scegliere e, non potendo fare tutto ciò che sarebbe

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auspicabile, debbono stabilire delle priorità caso per caso. Quest’anno, ad esempio, le ore con la mediatrice cinese erano state utilizzate per una “mediazione di plesso” (Intervista 6) in cui tutti i bambini, indipendentemente dall’età e dal livello di conoscenza della lingua, uscivano dalla propria classe per partecipare a delle lezioni di italiano.

Tuttavia, sebbene queste figure siano apprezzate per il lavoro che svolgono all’interno della scuola, secondo alcuni, anche con una maggiore disponibilità oraria, non potrebbero comunque risolvere tutti i problemi legati all’inserimento e alla presenza di stranieri a scuola. Una maestra spiega che i mediatori non sono esperti di didattica ma si limitano a tradurre, non sostituiscono insomma il lavoro degli insegnanti:

Il mediatore ti aiuta soprattutto nella traduzione, non è un insegnante, quindi non ha conoscenze didattiche. All'inizio dialoga con il bambino anche per capire la sua situazione familiare, la realtà dalla quale proviene, poi se tu vuoi dare un lavoro al mediatore però sei tu insegnante che devi dire: “Utilizza questa metodologia e questa didattica”. Perché in realtà lui non ha conoscenze di questo tipo, quindi principalmente viene utilizzato proprio per il dialogo nella lingua naturale del bambino.

(Intervista 6)

Anche una collega conferma che i mediatori da soli non possono risolvere la problematica e, facendo riferimento ad una scuola in cui aveva insegnato per diversi anni, racconta:

Inizialmente venivano i mediatori dall'esterno, ma poi si è detto: “perché dall'esterno?”. In fin dei conti sono gli insegnanti che sanno la didattica, perché questi mediatori, capito, magari avevano la padronanza della lingua, la mediazione linguistica ma poi dal punto di vista didattico non potevano supportare bambini e allora gradualmente siamo passati agli insegnanti. Quello che la scuola con i fondi pagava a un mediatore esterno, poi dopo ha conferito invece nel personale scolastico, ovviamente erano ore che si facevano extra.

(Intervista 7)

Un altro degli intervistati riferisce invece come il problema sia in realtà dovuto alla difficoltà di adattare i programmi scolastici alle singole necessità dei bambini, spesso si cerca di inserire i nuovi arrivati nei programmi, quando bisognerebbe piuttosto modificare il lavoro scolastico in base ai loro bisogni. Sarebbe necessario, a suo avviso, che gli insegnanti avessero più strumenti esterni, ma anche capacità proprie per riuscire ad individualizzare il lavoro.

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Insegnante: Quindi, il mediatore culturale può, in qualche modo, aiutarti soltanto in questo, soltanto facendo aprire di più il bambino ma noi avremmo bisogno di strumenti più importanti, che come sai tu non abbiamo e neanche una cultura nostra di personalizzazione del lavoro. Noi lavoriamo per grandi temi, la nostra programmazione curriculare è modulare ed è, diciamo così, organizzata in maniera sequenziale. E quindi, cerchiamo in qualche modo di fare entrare i bambini in questo lavoro, mentre a volte bisognerebbe fare esattamente il contrario, quindi cercare di…

Intervistatore: Di individualizzare lavoro. Insegnante: Esatto.

(Intervista 2)