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Introduzione alla seconda edizione del Festival Internazionale Cinema Giovani

4. SI INIZIA LA SECONDA EDIZIONE DEL FESTIVAL CINEMA GIOVANI – 198

4.4 Introduzione alla seconda edizione del Festival Internazionale Cinema Giovani

Scorrendo il catalogo e il programma della manifestazione possiamo constatare come la struttura che viene proposta alla seconda edizione non si discosta dal quella del 1982: le sezioni sono le stesse, ovvero il concorso internazionale diviso in “Opere prime”, “Tematiche giovanili” e “Anteprime”, la “Retrospettiva”, la sezione “Spazio aperto”.

Se già nella scorsa edizione viene sottolineata la presenza di “molta carne al fuoco” con la seconda edizione il carico di pellicole proiettate diventa maggiore, fattore che ad oggi è ancora caratteristica della manifestazione.

Prima di analizzare le diverse sezioni ritengo interessante prendere visione delle introduzioni che vengono riportate nel catalogo, indizio principale delle dichiarazioni di intenti che il Festival si propone di raggiungere.

Il catalogo della seconda edizione si apre con l'introduzione di Gianni Rondolino il quale, in maniera sintetica e precisa, scrive:

165ANON .1984c.

166Emittente televisiva locale molto attiva negli anni ottanta a Torino. 167ANON. 1984d.

«Non so se si possa definire la seconda edizione del festival Internazionale Cinema Giovani come una rassegna unitaria di tutto quanto concerne il mondo dei giovani attraverso la rappresentazione che il cinema e la televisione danno. E nemmeno se sia giusto cercare una linea programmatica che unifichi i diversi aspetti e differenti sezioni della manifestazione. Certo è che almeno nelle intenzioni - e speriamo anche in larga misura nei risultati – è possibile individuare un progetto che è stato alla base della realizzazione del programma. A voler sintetizzare, col rischio della semplificazione o dell'ovvietà, si può dire che esso ruota intorno all'idea di “giovane” come soggetto e oggetto della moderna società multimediale.» (Rondolino 1984).

Ecco allora che quella sovrappopolazione di pellicole tra loro disomogenee e differenti ha una sua motivazione e soprattutto non è infondata né inconsapevole. L'ampiezza del programma è legata a quell'idea di “giovane”, che cosi come nella prima edizione fa da fulcro alla manifestazione, affrontata da una molteplicità di punti di vista che vanno dalla partecipazione ai processi produttivi, alla presenza del giovane come soggetto del cinema, ma anche come, nella maggior parte dei casi, destinatario.

In un contesto cinematografico dove al di la dei cambiamenti che possono avvenire a livello mondiale ci si ritrova con una condizione italiana fatta di giovani videomaker in cerca di spazio e di pubblici composti in percentuali sempre più altre da giovani under 25, il tema può apparire vago, ma è espressione della volontà di:

«avere un quadro quanto mai ampio, articolato e anche provocatorio, di ciò che si muove nel campo del cinema, di quelle che sono le tendenze, i risultati, le speranze, magari le certezze o i sogni di una gioventù che, nei diversi e più lontani paesi, vuole essere protagonista.» (Rondolino 1984).

Il risultato è quello di creare un'enorme rassegna, panancea di tutte le sezioni, dove i confini diventano meno netti, ma che se guardata dalla giusta distanza si delineava come una:

«unica e grande rassegna che mostrasse la realtà giovanile, attraverso la rappresentazione cinematografica e televisiva, nelle sue diverse e multiformi

manifestazioni individuali e collettive. Ciò non significa che le sezioni si siano mescolate fra loro o che i confini delle medesime siano puramente nominali, ma piuttosto che i film compresi in una sezione richiamino immediatamente ad un confronto quelli compresi nelle altre, in un continuo interscambio di esperienze e risultati.» (Rondolino 1984).

Queste dichiarazioni risultano estremamente importanti se confrontate con i giudizi della stampa nei quali, pur riconoscendo la portata del Festival, la sua importanza e il suo impegno, viene rimarcata molto spesso una netta critica negativa verso quelli che sono i film, le sezioni, le composizioni delle sezioni.

Come vedremo a seguito sono diverse ed eterogenee le pellicole rappresentate, ma il recinto all'interno del quale si muovono ha una delimitazione che, forte di una prova generale effettuata alla prima edizione, è stata lasciata volutamente aperta e mobile.

Non si deve dimenticare che, come dice il direttore stesso, il tema affrontato è sostanzialmente ampio e va visto come un'idea, un punto di partenza dal quale far partire indagini diverse che mirano ad altrettanto diverse destinazioni (Rondolino, 1984). Consapevole nel definire un'identità mobile e fluida, capace di approcciare un ambiente che ha le medesime caratteristiche: è il giovane che per sua natura mira a spaziare, a conoscere, a comprendere e mettere in discussione, a confrontarsi continuamente senza tra l'altro vedere i confini o i limiti che gli vengono imposti. Si può definire questa come una caratteristica che, già emersa due anni prima, ha reso il Festival capace di istradarsi in una direzione che parallelamente ai giovani ne capisse le necessità, le caratteristiche in quanto generazione a livello cinematografico e anche sociale.

Senza perdersi in preamboli e spiegazioni troppo lunghe, le descrizioni delle singole sezioni sono scarne, e il direttore chiude la sua introduzione al catalogo ragionando:

«si dovrebbe ora entrare nel merito delle singole opere, proporre sentieri di lettura, percorsi privilegiati, indicazioni artistiche o culturali; in altre parole, sarebbe forse interessante, ed anche provocatorio, suggerire una sorta di guida ragionata al Festival. E, ad esempio, spiegare perché mancano, almeno nelle sezioni “Opere Prime”, Tematiche giovanili” e “Anteprime”, film italiani; o perché si è privilegiato in un certo senso il giovane cinema americano. Ma non è il caso di dare giustificazioni, e meno che mai fornire una guida ai molti percorsi, anche alternativi, che il Festival offre; […]

Ognuno – spettatori e critici – ha la possibilità di scegliere ciò che vuole seguire, di divertirsi o di annoiarsi, di entusiasmarsi o reagire negativamente, ed anche di provocare e di essere provocato. Tra gli scopi del festival non manca quello ludico. Solo alla fine della rassegna […] (sarà possibile) dire, in altre parole, se questo Festival può giustamente fregiarsi del titolo di “Cinema Giovani» (Rondolino 1984)

«il termine giovane si presta ormai a troppi equivoci – dice Rondolino – nel nome dei giovani sono stati perpetrati veri e propri delitti culturali spacciando e distribuendo pellicole che soddisfano solo una parte – certo la meno rilevante – delle loro aspettative e curiosità”168 “ difficile semmai è stato riempire questo programma di film

validi e significativi . E tuttavia, avendo attentamente frugato per ogni dove, dentro e fuori i canali consueti, pensiamo di aver preparato un cartellone ghiotto, a volte volutamente provocatorio. Sarà il pubblico, non solo quello giovane, a giudicare.» Rondolino (citato in Anon. 1984b).