4. SI INIZIA LA SECONDA EDIZIONE DEL FESTIVAL CINEMA GIOVANI – 198
4.7 La risposta della stampa e del pubblico
4.7.1 Le pellicole che ricevono maggior attenzione
Tra tutte le pellicole presentate, alcune vengono trattate dalla stampa in maniera approfondita. A parte la citazione nei trafiletti dove vengono riportati i film in programma, sono numerose le recensioni intorno ad alcuni lavori e ritengo interessante, attraverso la lettura della rassegna stampa, capire quali prodotti siano stati al centro dell'attenzione mediatica, soprattutto nel contesto di una mescolanza tra cinema basso e cinema sperimentale.
stata dedicata la retrospettiva durante la prima edizione, che viene considerata
«Una dimostrazione dell'ultimo sprazzo di creatività dell'ondata americana che non fa però che esaurirsi in ghirghori formali che lo declamano come film di serie B, ma caratterizzato alla fine da segni patinati e “da albero di natale”.» (Reggiani 1984a).
Si parla molto di Electric Dreams di Steven Barron, giudicato positivamente come pellicola che affronta una caratteristica del mondo contemporaneo, ma con leggerezza:
«Lo spunto non è troppo originale, da fantasia bassa e corrente, ma nelle mani di Steve Barron diventa una grande occasione di divertimento, di creatività aggiornata alle fasi sintetiche e ironiche del videoclip, della musica illustrata […] la struttura simbolica e rassicurante della favola si integra bene con la primitività genuina dei computer.» (Reggiani 1984b).
Fa molto scalpore Mother's meat and freuds Flesh, considerato senza mezze misure o un'opera interessantissima e di grande valore sperimentale per quanto riguarda i contenuti e la loro trattazione oppure un prodotto scarso senza motivi artistici.
Durante la proiezione c'è una forte reazione femminile che accende un dibattito con il regista, accusandolo di vilipendio all'immagine della donna e maschilismo.194 Proprio la stessa pellicola
aveva provocato in precedenza reazioni simili dopo una proiezione berlinese.
«Non ha pretese di unità, di simbolo o di satira, è uno sghignazzo moderatamente liberatorio ed Esther Vargas è una grassona che lascia il segno.» (Reggiani 1984c).
Intorno a Repo Man si sviluppano grandi aspettative, legate soprattutto alla realizzazione come prova di studio e prodotto grazie ad un alto budget e con contributi importanti: è considerato il più complesso prodotto sperimentale presentato, ma va ricordato che si tratta di un film da un milione e trecentomila dollari fatto con collaboratori di rilievo, tra cui il D.o.P dei film di Wim Wenders 195.
Il fiume senza boe, è considerato l'unico film veramente politico nella rassegna196, considerato il
194M.MO 1984a.
195SILVESTRI 1984.
primo prodotto esistenziale girato a Pechino, uno dei primi tentativi di ripensare criticamente la rivoluzione culturale partendo da piccoli avvenimenti197. Inizialmente questa pellicola doveva
partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia, ma ciò non avvenne a causa di problemi economici relativi ai sottotitoli troppo dispendiosi, che sono stati risolti al FICG con l'utilizzo della traduzione simultanea198.
Considerata una buonissima prova di regia si presenta anche come un delle due facce del rinnovato cinema cinese ricalcando il genere del cinema cinese classico 199.
Stranger than paradise è, all'unanimità definita una gradevole pellicola, ma non inedita in quanto già vista a Cannes e Berlino, vincitrice a Locarno e già in uscita nelle sale d'essai. Può essere definito, secondo i giornalisti un film “wendersiano”, riconosciuto come modello per i nuovi registi del decennio.
Particolare Colpo di vento che fa parlare di se non per la trama o la regia: vengono presentati solo i primi venti minuti di girato per l'assenza dei finanziamenti necessari per concludere il film e si spera, come viene spiegato alla proiezione, di attirarli con questo primo spezzone. Il film è stato girato in 4 giorni e viene presentato al pubblico per stimolarne la curiosità come bozza di lavoro. La pellicola che riesce a far circolare il maggior numero di articoli rimane Cherchez Modì di Alberto Foglia; l'inizio della produzione di articoli a riguardo ruota intorno ai lavori prodotti in diretta Tv che fanno scalpore dimostrando l'effettiva creazione del falso, cosi come è stato fatto dal regista parallelamente all'azione del gruppo livornese. Il prodotto è stato venduto all'asta durante il programma Tv diretto da Mike Buongiorno su idea di una nobildonna veneziana, Giuliana Donà Delle Rose, offrendone l'incasso per beneficenza.200 A Torino, Foglia racconta come il suo tentativo
non fosse un atto dispregiativo, ma un azione mossa da un intento artistico. Andando al di la dell'ambito cinematografico il suo lavoro crea un terremoto politico,ma anche e soprattutto scontri e discussioni in campo artistico201, con l'apertura di un caso da parte della Soprintendenza ai Beni
Culturali per eventuali responsabilità di attribuzione dell'autenticità ai reperti. La commissione prende molto sul serio la questione per definire la qualità del lavoro degli esperti addetti alla valutazione delle opere e delle teste, riunendosi per due volte. Si arriva a quello che, come dice l'autore, era il suo vero intento ovvero dare uno slancio critico alla condizione dell'arte e del mondo della critica italiana, soprattutto utilizzando la forma del falso, e rivolgendosi poi a Carlo
197CRESPI 1984.
198CELLI 1984.
199STEFANONI 1984a.
200ANON. 1984h.
Giulio Argan e Maurizio Calvesi, due critici che si pronunciarono riguardo le teste202.
«Non ho mai avuto intenti speculativi e lo dimostro portando ora il mio filmato a questo festiva. Ho respinto tutte le proposte delle televisioni private e non ci voglio guadagnare nulla, solo raggiungere il mio scopo.» Foglia (citato in Tabor 1984).
Al di la della storia che ruota intorno alla pellicola, per quanto riguarda il contenuto e gli aspetti tecnici, non ci sono grandi novità o particolari velleità artistiche risultando quasi un video documentario sulla ben più nota “beffa di Livorno”203.
Dello stesso parere d'altronde anche gli spettatori che, accorsi in molti tanto da intasare il centralino per prenotare la visione o mettendosi in coda senza poter entrare, si sono poi ritrovati delusi dalle immagini.
«Pochi applausi, più per dovere che per piacere. E molta delusione tra i numero si spettatori. Il pubblico ha accolto in questa maniera Chercez Modì […] immagini piuttosto dilettanetesche , troppa eccitazione dei critici.» (Novelli 1984).
«Un comunicato preavvertiva che si sarebbero svelati dei particolari importanti e nuovo in realtà non è stato cosi.» (Autera 1984a)