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La Retrospettiva “Nouvelle Vague”

4. SI INIZIA LA SECONDA EDIZIONE DEL FESTIVAL CINEMA GIOVANI – 198

4.5 Il programma della seconda edizione del FICG

4.5.3 La Retrospettiva “Nouvelle Vague”

Inaugurando una linea di evoluzione che porterà questa sezione ad essere la più “scientifica” del Festival, Roberto Turigliatto coadiuvato dal direttore costruisce la retrospettiva della seconda edizione.

Il lavoro sulla retrospettiva, ricorda Turigliatto178, iniziò al termine della prima edizione con un

ampio e capillare lavoro di ricerca nelle cineteche francesi e italiane, cosi come attraverso il contatto con importanti registi, constatando anche come:

«quando abbiamo cominciato a lavorare alla retrospettiva ci siamo resi conto che in Francia, negli ambienti professionali, la N.V. Riesce ancora ad accendere polemiche quando non viene addirittura considerata una infausta parentesi del cinema francese.» Turigliatto (citato in A.F. 1984).

La scelta della Nouvelle Vague come tema per la seconda rassegna si rifà alla volontà di rendere

omaggio ad un movimento culturale che stravolse la struttura cinematografica francese, uscendo anche dai confini nazionali, per arrivare ad una revisione e ad un profondo rinnovamento settoriale. Nell'ottica dell'inserimento all'interno della proposta di un festival dedicato ai giovani, va letta anche la volontà di creare un parallelismo tra la situazione francese degli anni cinquanta e sessanta e quella italiana contemporanea, con un duplice scopo: da un lato individuare dei punti in comune dove queste due esperienze si possono confrontare, indagando le somiglianze nelle intenzioni e nelle insicurezze e speranze delle due generazioni, e al tempo stesso, analizzare il movimento della Nouvelle Vague per trarre spunti o modelli a cui ispirarsi per ripetere il rinnovamento e la rivoluzione cinematografica anche in Italia, riconoscendo come

«la politica degli autori poteva dunque essere insieme un'idea di cinema e un'arma per conquistare il cinema francese, una linea critica e teorica e un mezzo per affermare i suoi promotori come i registi del nuovo cinema dentro la breccia aperta della crisi dell'industria.[...] Ed è proprio in quanto insieme di idea e pratica di cinema che la Nouvelle Vague ha potuto imprimere un'impronta decisiva e duratura». (Turigliatto 1984).

Proprio questa premessa racchiude tutta la portata dello studio in questa retrospettiva, di questo movimento e dei meccanismi che l'hanno reso unico e distintivo, cosi come si vanno riconosciuti i parallelismi tra le condizioni e le necessità del cinema francese di allora e quello italiano degli anni ottanta.

«Perché questo è stato, a ben guardare, il compito della Nouvelle Vague: creare un nuovo pubblico per un nuovo cinema e viceversa.» (Rondolino 1984a).

«La sezione “Retrospettiva”, è dedicata quest'anno alla Nouvelle Vague francese – nel venticinquesimo anniversario della sua nascita “ufficiale” (Festival di Cannes 1959) - […] è una eccezionale occasione di confronto col cinema “giovane” d'oggi. Come se due generazioni di registi si confrontassero a distanza di molti anni.» ”(Rondolino 1984a).

Nel catalogo generale del Festival viene presentata solo una lista dei film che fanno parte della retrospettiva, accompagnati da alcuni approfondimenti relativi ai singoli film composti da spezzoni

di articoli o interviste dell'epoca.

Credo che la scelta di non approfondire eccessivamente il tema in questo volume sia dovuto al fatto che, avendo realizzato un catalogo a parte, è stato possibile creare uno spazio di indagine più ampio ed autonomo. Il catalogo, curato dallo stesso Roberto Turigliatto, è un volume corposo nel quale vengono esaminati in profondità i contenuti e gli aspetti del movimento.

Nell'introduzione, dovendo esprimere le motivazioni che stanno alla base della scelta di questo argomento, il curatore spiega:

«La ragione è che la Nouvelle Vague è stata, più di altri movimenti o scuole, e certamente con risultati ben più significativi e duraturi, una corrente del cinema contemporaneo che si è identificata in primo luogo nel “giovane” come soggetto e oggetto dell'indagine filmica, che intorno al mondo giovanile ha elaborato i propri temi e il proprio stile, che della società dei giovani, della loro cultura, del loro pensiero, delle loro azioni ha dato un'immagine forte, veritiera, ricca di spunti di riflessione e di approfondimento.» (Turigliatto 1984).

Nel ottica di questa duplice tendenza vengono programmati diversi momenti di confronto ai quali partecipano anche esponenti del movimento francese, per rispondere alle domande e riportare i loro ricordi.

La retrospettiva viene organizzata dividendola ne “I padri delle Nouvelle Vague”, “Precursori e maestri”, “La Nouvelle Vague: il gruppo dei “Cahiers du Cinema”, “La Nouvelle Vague: tre isolati”, “Sull'altra riva della Senna”, “Esordi: 1957-1961”, “La Nouvelle vague: dopo la Nouvelle Vague” e “Programmi televisivi”, per un totale che supera le 110 pellicole179, tra lungometraggi e

cortometraggi, e viene realizzata con il contributo e la partecipazione del Torino Centre Culturel Franco-Italien e il Museo Nazionale del Cinema.180

Ne“I padri della Nouvelle Vague”, vengono proposti due omaggi con la proiezione di La nuit de Carrefour di Jean Renoir, e Viaggio in Italia di Roberto Rossellini.

“Precursori e maestri” è dedicata ad Alexandre Astruc con la proiezione di La rideau cramoisi, Une vie, La proie pur l'ombre, a Robert Bresson con Pickpocket, a Jean Cocteau con Le testamente d'Orphee, a George Franju con Le sang des betes, , Le Teatre National Populaire, La premier nuit, ,

179Catalogo 1984.

La tete contre les murs, Les yeux san visage; di Roger Leenhardt sono proposti Les dernires vanaces, les rendez-vous de minuit, mentre di Jean-Pierre Melville Le silence de la mer, Bob the flabeur; di Jean Rouch Les maitres fous, Moi un noir, Jaguar, La pyramide humaine, Gare du nord (Paris vu par...), e per finire Et Dieu creà la femme, di Roger Vadim e La Pointe Courte di Agnes Varda.

“La Nouvelle Vague: il gruppo dei “Cahiers du Cinema” è la sezione più corposa, nella quale troviamo, di Claude Chabrol Le beau Serge, Le cousins, Les bonne femmes, Les godelureax, Ophelia, L'homme que vendit la Tour Eiffel o Paris (Le plus belle escroqueries du monde), La Muette (Paris vu par...), di Jean Douchet Le Mannequine de Belleville, Sain-German-des-Prés (Paris vu par), Et crac, Dialogue des étudintes, Le jeune fille et la mort, di Jean-Luc Godart Opération Béton, Tout le garcons s'appelent Patrick, Charlotte et son Jules, Une historie d'eau, A bout de souffle, Le petit soldat, Une femme est une femme, Bande annonce, Vivre sa vie, Les carabiniers, Les grand ecroc (Les plus belle esqroqiueries du monde), Le mepris (1963 versione integrale italiana), Pierrot le fou, Bande à part; di Pierre Kast invece Claude Nicolas Ledoux, architecte maudit, Le Corbustier, l'achitecte du bonheur, La Bel Age, La morte seison de l'amour, di Jaques Rivette Le coup de berger, Paris nous appartient, Le religieuse; di Eric Rohmer Le signe du Lion, La boulangere de Monceau, La carrière de Suzanne, Place d'Etolie, Fermiere a Montfaucon, mentre di Francis Truffaut Les Mistons, Les 400 coups, Tirez sur le pianiste, Jules et Jim, Antoine et Colette (L'amour a 20 ans), Le peau douce.

“La Nouvelle Vague: tre isolati”, presenta i lavori di Jaques Demy, Le sabotier de Val de Loire, Le bèl indifferent, La mère de l'entanft, Lola, La baie des Anges, Les parapliues de Cherburg, di Jean- Daniel Pollet Pourvu qu'on ai l'ivesse, Gala, Strasbourg Saint-Denis ( Paris du par...), mentre di Jaques Rozier le pellicole Blue Jeans, Adieu Philippine, Dans le vent, Paparazzi, Godart/Bardot o Le parti des choses.

“Sull'altra riva della Senna” è una raccolta di Van Gogh, Guernica, Nuit en Brouillard, Toute le memoire du monde, Les mystère de l'atelier quinze, Le chante du syrene, Hiroshima mon amour, L'Année dernièr a Marienbad, Muriel, Les temps d'un retor di Alain Resnais oltre a O saison o Chateux, L'Op Mouffe, Du cote de la cote, Cléo de 5 a 7 di Agnès Varda, oltre a Dimanchere à Pèkin, Lettre de Sibérie e La jetéé di Chris Marker e Une ausi longue absence.

In “Esordi: 1957-1961” troviamo Ascensuer pour l'aìechafaud e Les amants di Louis Malle, Une simple histoire di Marcel Hanoun, On n'enterre pas le dimanche di Michael Drach, Les jeux de l'amour di Philippe De Broca, Ce soir ou jamais di Michel Deville, Une couple di Jean-Pierre Mocky e

L'amour existe di Maurice Pialat.

“La Nouvelle vague: dopo la Nouvelle Vague” contiene La maman et la putain di Jean Eustache, Une Streak trop cuit, Brigitte et Brigitte e Les contrebandieres di Luc Mullet, e Les enfantes desaccordès, Droit de visite e Marie pour mémoire di Philippe Garrel.

In “Programmi televisivi” vengono proposti CINEASTES DE NOTRE TEMPE Andrè Labarthe Le Dinosaure et le Bebè, e ENCYCLOPEDIE PERMANENTE DU CINEMA Jean Claude Philipe Naissance de la Nouvelle Vague181.

L'accoglienza della stampa e la valutazione critica della sezione sono estremamente positive sottolineando la netta percezione di un lavoro scientificamente rigoroso e formale, capace di approcciarsi ad un periodo vasto e complesso ricostruendolo attraverso un programma ben organizzato:

«Meditando sul centinaio tra corto e lungometraggi riuniti con scrupolo filologico da Roberto Turigliatto […] I capolavori di Truffaut e Godar, lagenialità di Rohmer e Resnais, l'originalità di di Rouch e Rivettespiccano tuttora inimitabili. Per di più abbiamo avuto modo di conoscere le opere di prime o i saggi d'esordio di autori che alla fine degli anni cinquanta non venivano neppure presi in considerazione dal mercato.» (Perona 1984).

«La gigantesca risacca della nouvelle vague ci fa esclamare ancora oggi, com'era bello il cinema ii tempi dei giovani Godart, Truffaut e compagni.» (Morsaniga 1984).

Ad accompagnare la retrospettiva e per concretizzare quegli aspetti di confronto e analisi tra le due generazioni di cineasti, viene organizzato una convegno sul tema il 13 ottobre al Cinema Charlie Chaplin, alla presenza di alcuni esponenti del movimento francese; come ricorda anche Jean Rouch, che presenzia all'incontro, è importante, analizzando le caratteristiche del movimento e le conseguenze che ha portato nel mondo del cinema, focalizzarsi sulla rottura del confine tra professionalità e amatorialità, cosi come la capacità di reinventare il cinema a partire non da idee

181Per questa sezione ho scelto di non accennare alle trame dei titoli proposti per non appesantire il testo e perchè, trattandosi di classici, ritengo sia più facile reperirne i contenuti rispetto a pellicole che, molto spesso, non raggiungono la distribuzione.

astratte, ma dal suo farsi182. In quest'affermazione si ritrovano le tracce di quel parallelismo con la

condizione attuale dove, attraverso una già avvenuta rottura dei confini, è necessario riuscire a rintracciarne le potenzialità di rinnovamento.

«Si deve riconoscere che questa organizzata rassegna - focalizzata da un convegno di alto livello con la partecipazione, tra l'altro, di dei più qualificati critici e studiosi francesi di cinema affiancati da alcuni registi (Jean Rouch, Luc Mollet, Jacques Rozier) […] è stato il vero fiore all'occhiello del festival nell'indicare alle nuove generazioni di cineasti un modello di diversa e rivoluzionaria concezione del film.» (Autera 1984). «Ci riporta ad un epoca in cui non erano i cineasti ad essere giovani – anche se poi anagraficamente lo erano – ma il loro cinema, che fra l'altro non nasceva sotto il segno dell'insuccesso o del prodotto d'elite, […] secondo una formula che in pochi anni spazzo via anche sul piano commerciale lo svuotato ed accademico “Cinema de papà”. Fu grazie a loro, è bene ricordarlo, che il calo degli spettatori in Francia, passo da 40 milioni in meno del'57 al milione del '60.[...] non un patrimonio di forme e contenuti ma qualcosa di infinitamente più utile: un metodo con cui ogni generazione può reinventare il cinema da zero.» (Ferzetti 1984).

Al di la dell'apprezzamento per la preparazione, l'ampiezza e la serietà della programmazione, ci si trova di fronte a pellicole non inedite se non per un'eccezione. La proiezione di Le Meprise di Jean Luc Godart, in versione inedita e integrale è un capolavoro che a causa delle operazioni di montaggio e sostituzione audio era stata disconosciuta dal regista trattandosi, nella versione finale, di una pellicola completamente diversa rispetto a quella che aveva girato.

«ll grande scoop è stato messo a segno con la proiezione a sorpresa della versione originale integrale, mai vista in Italia di Le Meprise di Godart [...]l'occasione è stata davvero irripetibile, non abbiamo mai sentito pronunciare la parola “capolavoro” con più unanimità.» (Caprara 1984).