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Introduzione storica

3. Il mondo della finanza sostenibile

3.2. Gli indici etici

3.2.1. Introduzione storica

Gli indici etici, come tutti gli strumenti di finanza etica, sono stati introdotti al fine di soddisfare le esigenze del consumatore attento alle tematiche di CSR. Nel tempo la loro funzione si è ampliata e oltre a essere indicativi del rendimento della finanza etica rispetto a quella tradizionale vengono sempre più utilizzati come indici di benchmark, per esempio da chi colloca sul mercato fondi comuni di investimento etici. Alcuni indici nel tempo hanno assunto notorietà e importanza tali per cui rientrare all’interno di questi è diventato un obiettivo per le imprese che perseguono la via della sostenibilità: entrare all’interno di questi indici fornisce grande visibilità ed è una sorta di “garanzia” sulla reputazione. Vi è poi un aspetto meramente finanziario che assume una rilevanza importante: i fondi di investimento etici quando decidono dove andare a investire il proprio denaro prendono come riferimento le società incluse in un determinato indice, di conseguenza le società facenti parte dell’indice riceveranno una parte di tali fondi.

Come già detto, questi strumenti utilizzano gli stessi criteri del rating etico per porre in essere un accurato processo di selezione, tuttavia, come qualsiasi altro indice di Borsa, devono rispondere a determinati criteri di calcolo (per esempio in termini di peso massimo che viene assegnato ai titoli che hanno maggiore capitalizzazione o in termini di rappresentatività dell’intero listino).

61 Il primo indice etico risale al 1990 ed è stato il Domini Social Index 400 (DSI 400), lanciato dalla società statunitense di analisi e ricerche sulla sostenibilità KLD (la società è successivamente acquistata prima da Risk Metrics Group e poi da MSCI, l’indice ha cambiato nome e attualmente è il MSCI KLD 400 Social Index).

L’indice è composto da:

• 250 aziende con maggiore capitalizzazione selezionate attraverso criteri di screening, positivi e negativi, dallo Standard & Poors 500;

• 100 aziende di grandi dimensioni che tuttavia non sono state inserite nello S&P 500 ma che hanno conseguito importanti risultati in termini di ESG (individuate tra le aziende sottocapitalizzate);

• 50 altre aziende di medie dimensioni con buona capitalizzazione che sono impegnate in programmi etici o sociali importanti e di rilievo.

Le aziende vengono selezionate sulla base di criteri positivi e negativi di screening. Criteri positivi di screening:

• relazioni con gli stakeholder e condotta negli affari; • qualità dei prodotti;

• sicurezza dei prodotti;

• rispetto delle leggi in materia di lavoro; • rispetto dell’ambiente;

• relazioni con i dipendenti; • multiculturalità.

Criteri negativi di screening :

• vendite di armamenti e prodotti militari per un ammontare superiore al 2% del fatturato totale;

• vendite di beni paramilitari per un ammontare superiore al 4% del fatturato totale; • produzione e vendita di alcolici per un ammontare superiore al 4% del fatturato

totale;

• produzione e vendita di tabacco per un ammontare superiore al 4% del fatturato totale;

• fatturato relativo al gioco d’azzardo superiore al 4% del fatturato totale; • fatturato superiore a 10 milioni di dollari nella vendita di armamenti nucleari.

62 “MSCI SRI Indexes are constructed by applying a combination of values based exclusions and a Best-in- Class selection process to companies in the regional indexes that make up MSCI ACWI, a global equity index consisting of developed and emerging market countries. After securities of companies involved in Nuclear Power, Tobacco, Alcohol, Gambling, Military Weapons, Civilian Firearms, GMOs and Adult Entertainment are excluded, MSCI’s Best‐in‐Class selection process is applied to the remaining eligible securities in the selection universe. The MSCI SRI Indexes target sector and region weights consistent with those of the underlying indexes to limit the systematic risk introduced by the ESG selection process. The methodology aims to include the securities of companies with the highest ESG ratings making up 25% of the market capitalization in each sector and region of the parent indexes. Companies that are not existing constituents of the MSCI SRI Indexes must have an MSCI ESG Rating above BBB and the MSCI ESG Controversies score above 3 to be eligible. Current constituents of the MSCI SRI Indexes must have an MSCI ESG Rating above B and the MSCI ESG Controversies score above 0 to be eligible. The selection universe for the MSCI SRI Indexes is the constituents of the MSCI Global Investable Market Indexes. The Index is float-adjusted market capitalization weighted “(MSCI).

Un’altra tappa importante è stata segnata nel 1990, quando il Dow Jones in collaborazione con la società di rating etico Svizzera Sam e Stoxx Limited ha dato vita al Dow Jones Sustainability Index che è divenuto il più celebre al mondo. Oggi, in linea con quanto successo alla maggior parte degli indici etici tradizionali, questo si è scisso e si compone da una pluralità di indici; il più importante è il DJSI World, vi sono poi DJSI Nord America, DJSI Europe; DJSI Asia e un indice nazionale che copre gli Stati Uniti.

La valutazione delle imprese si basa su un sistema a punti che va da 0 a 74 di cui: - 36 per il perseguimento di attività di sviluppo sostenibile;

- 36 per l’accertamento di riduzione/eliminazione di rischi e costi; - 2 per la qualità dell’informazione disponibile.

Al fine di attuare una valutazione veritiera ci si basa sia su fonti interne (bilanci, report strumenti di comunicazione aziendali e un questionario di valutazione, diverso in relazione al tipo di attività svolta, spedito al CEO di ciascuna impresa) che su fonti esterne. Successivamente, si raggruppano le aziende in relazione al settore di appartenenza, vengono esclusi i settori nei quali il punteggio massimo ottenuto è inferiore a un quinto

63 del punteggio massimo teorico (74 punti), e all’interno dei settori rimasti si scelgono tutte le aziende con punteggio maggiore o uguale a un terzo del punteggio massimo realizzato dal settore.

La revisione è annuale, tuttavia sono previste revisioni periodiche qualora le imprese siano sottoposte a determinate fattispecie (fallimento, fusioni, scalate, catastrofi naturali causate dall’azienda etc.).

Nel giugno 2002 è stato lanciato l’ESI Ethical Sustainability Index, che accoglie all’interno del suo paniere aziende derivanti dallo S&P Global 1200 che ne rappresenta il benchmark. Nel 2001 la Borsa di Londra ha lanciato, con la consulenza dell’istituto britannico di ricerca Eiris, l’indice Ftse4Good, che viene rivisto due volte l’anno per includere eventuali nuove aziende ed escludere quelle che non hanno mantenuto gli standard di sostenibilità richiesti.

Per quanto riguarda il mercato italiano gli indici più importanti sono due: il Ftse Ecpi Italia Sri Benchmark e il Ftse Ecpi Italia Sri Leaders, i quali raggruppano le migliori società quotate sul listino in termini di performance Esg. Da gennaio 2000 è nato l’Ethical index elaborato dalla società di rating italiana E.Capital Partners Spa.