Parte III – Analisi del Programma nazionale di Riforma
3. Le politiche pubbliche nel programma nazionale di riforma
3.3. Investimenti, infrastrutture, territorio e ambiente
3.3.1 Investimenti e infrastrutture
Investimenti pubblici
Il Governo intende dare maggiore impulso agli investimenti pubblici,
invertendo la tendenza negativa in atto da molti anni, soprattutto a seguito
della crisi economica.
La strategia delineata passa attraverso l’incremento delle risorse e il
miglioramento della capacità di spesa delle amministrazioni pubbliche.
Per quanto riguarda gli obiettivi di politica di bilancio, lo scenario
programmatico presentato prevede un aumento degli investimenti pubblici
nel prossimo triennio, che dal 2,1 per cento del PIL registrato nel 2018 si
porterebbero al 2,6 per cento del PIL nel 2022.
Si ricorda che nello scenario programmatico definito nella NADEF 2018 erano
previste risorse aggiuntive pari a oltre 0,2 punti di PIL nel 2019, per arrivare a
oltre 0,3 punti di PIL nel 2021, così innalzando la quota di investimenti pubblici
in rapporto al PIL dall’1,9 per il 2018 al 2,3 per cento nel 2021.
Al fine di conseguire l’obiettivo programmatico definito nella NADEF,
l’intervento di maggiore portata contenuto nella legge di bilancio è quello
all’articolo 1, commi 95-98 e 105-106, che istituiscono un Fondo finalizzato al
rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo
sviluppo del Paese, con una dotazione complessiva di 50,2 miliardi di euro per gli
anni dal 2019 al 2033.
Il profilo finanziario triennale del Fondo, istituito nello stato di previsione del
Ministero dell’economia e delle finanze, è il seguente: 2,9 miliardi di euro per il
2019, 3,1 miliardi per il 2020 e 3,4 miliardi per ciascuno degli anni dal 2021 al
2033.
Il DEF sottolinea, quindi, che secondo il quadro tendenziale più
aggiornato dei conti della PA, nel 2019 gli investimenti pubblici
aumenteranno del 5,2 per cento. Nella previsione tendenziale si è
ipotizzato che l’impulso di questo aumento si manifesti a partire dal
secondo trimestre dell’anno. Nel complesso, l’aumento previsto nel quadro
a legislazione vigente dovrebbe fornire un contributo alla crescita del PIL
reale superiore a 0,1 punti percentuali.
Infrastrutture
Pur risultando assente, rispetto ai DEF precedenti, uno specifico
Allegato infrastrutture, alla luce della Raccomandazione n. 4 del Consiglio
Europeo e della Relazione paese relativa all'Italia 2019 della Commissione
europea (in cui si evidenzia che “gli investimenti pubblici nelle
infrastrutture restano bassi, anche se il governo intende affrontare la
questione della mancanza di competenze in materia di gestione dei progetti
nelle pubbliche amministrazioni che limita la capacità di investire”) nel
PNR riveste un particolare rilievo il tema del rilancio delle infrastrutture,
con la previsione di interventi, di natura normativa ed organizzativa,
finalizzati a rimuovere gli ostacoli burocratici e legali che negli ultimi anni
hanno frenato la realizzazione di opere pubbliche .
Si ricorda che a partire dal 2015 è stata avviata una fase di revisione della
programmazione delle infrastrutture strategiche attraverso una selezione di
priorità, individuate negli allegati al DEF. Il Codice dei contratti pubblici (D. Lgs.
n. 50/2016) ha, infatti, abrogato la previgente disciplina speciale, risalente alle
legge n. 443/2001 (cd. “legge obiettivo”) in materia di programmazione,
progettazione e realizzazione delle infrastrutture strategiche. Nel contempo, il
Codice ha introdotto una nuova disciplina per la programmazione e la
realizzazione delle infrastrutture prioritarie, incentrata sull’adozione del
Documento pluriennale di pianificazione (DPP) (peraltro non ancora adottato).
I dati relativi alle singole opere strategiche sono consultabili attraverso il
sistema SILOS (Sistema informativo legge opere strategiche).
La riforma della disciplina normativa dei contratti pubblici
La riforma della disciplina dei contratti pubblici rappresenta la direttrice
di intervento più rilevante nell’ambito delle politiche infrastrutturali, al
dichiarato fine di favorire ed accelerare la pianificazione e la gestione degli
investimenti infrastrutturali mediante una complessiva rivisitazione e
semplificazione del quadro normativo.
A tale riguardo, il PNR richiama la delega legislativa contenuta nel
disegno di legge A.S. 1162 (presentato al Senato e di cui non è ancora
iniziato l’esame) per la semplificazione, la razionalizzazione, il riordino,
il coordinamento e l’integrazione della normativa in materia di
contratti pubblici, che dovrà condurre ad una complessiva riforma del
Codice dei contratti pubblici.
In attesa di una riforma organica del Codice dei contratti pubblici (sulla
cui applicazione è in corso di svolgimento una apposita indagine
conoscitiva dell’8
aCommissione (Lavori pubblici) del Senato nel corso
della quale si sono svolte numerose audizioni e sono state depositate diverse
memorie), diversi interventi correttivi sono previsti ad opera del
l’obiettivo di restituire slancio agli appalti pubblici, favorendo la crescita
economica e rinvigorendo la ripresa del settore delle costruzioni.
Nel quadro generale della riforma della disciplina dei contratti pubblici,
particolare rilievo viene poi attribuito, nella prospettiva di favorire la
partnership con il settore privato, alla valorizzazione dello strumento del
partenariato pubblico-privato (PPP), con la definizione di un contratto
standard PPP in grado di fornire una guida alle pubbliche amministrazioni
per la strutturazione in dettaglio delle operazioni di PPP.
Le misure per la verifica dello stato di attuazione dei programmi
infrastrutturali e il miglioramento delle attività di progettazione delle
pubbliche amministrazioni
Il PNR segnala la necessità di intervenire con apposite misure per
migliorare le capacità della pubblica amministrazione di selezionare,
avviare e completare entro tempi ragionevoli progetti infrastrutturali ad alta
redditività economica e sociale, ponendo in particolare rimedio alla perdita
di competenze tecniche e progettuali delle pubbliche amministrazioni.
In tale direzione si muovono le misure, già assunte, istitutive di strutture
con compiti di promozione e supporto alle attività di verifica dello stato di
attuazione dei programmi di investimento infrastrutturale e di
affiancamento delle pubbliche amministrazioni nelle attività di
progettazione di opere pubbliche. Si segnala che le succitate misure sono
finalizzate a superare le barriere individuate nel Rapporto Paese della
Commissione per l’Italia, in particolare quelle legate all’inefficienza del
sistema degli appalti pubblici, al basso livello di capacità amministrativa e
allo scarso coordinamento tra i livelli della P.A. Nella citata relazione si
legge che “I due organi istituzionali centralizzati (Centrale per la gestione
delle opere pubbliche e InvestItalia) che dovrebbero essere attivati nel 2019
rappresentano un passo avanti in questa direzione”.
Oltre alla cabina di regia “Strategia Italia” (art. 40 del decreto-legge
n.109/2018, convertito dalla L. n. 130/2018), si tratta, in particolare, delle seguenti
strutture, entrambe istituite dalla legge n. 145/2018 (legge di bilancio 2019):
la struttura di missione temporanea “Investitalia” (istituita con DPCM 15
febbraio 2019), per il supporto alle attività del Presidente del Consiglio dei
ministri relative al coordinamento delle politiche del Governo in materia di
investimenti pubblici e privati (per approfondimenti si veda il dossier sulla
legge di bilancio 2019, commi 179-183 e 368);
la “Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici”, cui sono
affidati una serie di compiti tra i quali quello di fornire supporto alle
amministrazioni centrali e periferiche, favorire lo sviluppo e l’efficienza della
progettazione e degli investimenti pubblici e predisporre modelli innovativi
progettuali ed esecutivi per edifici pubblici e opere similari (per
approfondimenti si veda il dossier sulla legge di bilancio 2019, commi
162-170).
Viene inoltre anticipato che nel D.L. crescita (non ancora pubblicato in
G.U.) si provvede al potenziamento dei Provveditorati con l’immissione di
cento unità di personale di alta professionalità (ingegneri e progettisti) al
fine di rafforzare l’autonoma capacità progettuale di queste articolazioni
periferiche del MIT e ad accrescere la loro funzione di sostegno alle
autonomie territoriali e locali nella realizzazione delle infrastrutture.
3.3.2 Trasporti
Nell’ambito delle principali linee di intervento del programma di
Governo con riferimento agli investimenti si prevede innanzi tutto che una
quota del Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle
amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, istituito dalla
legge di bilancio per il 2019 (l. n. 145 del 2018, articolo 1, commi 95, 96,
98 e 105) la cui dotazione complessiva è di 43,6 miliardi per gli anni dal
2019 al 2033, sarà destinata alla realizzazione, sviluppo e sicurezza di
sistemi di trasporto pubblico di massa.
Con riguardo alla strategia di intervento in materia di infrastrutture e
trasporti il Governo intende dare priorità alla sicurezza delle infrastrutture e
promuovere il trasporto ferroviario regionale e l’intermodalità, la mobilità
sostenibile e conseguire la riduzione del numero di vittime della strada.
Con riferimento al trasporto ferroviario il Governo conferma che il
completamento dell’Alta velocità potrà essere effettuato anche “attraverso
innovazioni tecnologiche che consentano di diminuire i tempi di
percorrenza sulle medie distanze” mentre viene ribadito l’intendimento di
prevedere la possibilità di affidare a Rete Ferroviaria Italiana (RFI) alcuni
tratti oggi gestiti dalle Regioni.
Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, oltre a dar conto degli
interventi realizzati con riguardo alla mobilità ciclistica, si ricordano i
finanziamenti per il Piano strategico della mobilità sostenibile che ha
destinato 3,7 miliardi al ricambio del parco bus con mezzi a basso impatto.
Dal 2019 al 2033, secondo quanto indicato nel Documento, saranno
rinnovati 2.000 autobus l’anno, oltre a 250 treni (questi ultimi entro il
2022). Sono stati inoltre stanziati 300 milioni di euro per nuovi mezzi
navali destinati al trasporto pubblico locale.
Si ricorda che l'emanazione del Piano strategico nazionale della
1, commi 613- 615, della L. 232/2016) ed in particolare il comma 613 ha
disposto l'incremento delle risorse attribuite al Fondo per il rinnovo dei
del parco mezzi del trasporto pubblico locale e regionale (istituito dalla
legge n. 208 del 2015 (art. 1, comma 866) di altri 200 milioni di euro per il
2019 e di 250 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2033, per un
totale di 3,7 miliardi €, e ne ha esteso le finalità al finanziamento delle
infrastrutture tecnologiche di supporto, segnatamente le infrastrutture per
la ricarica dei veicoli elettrici.
Pe quanto riguarda l’emanazione del Piano strategico nazionale della
mobilità sostenibile, la legge di bilancio 2017 (al comma 615) ne ha
previsto l’approvazione con decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri, ma su tale disposizione è successivamente intervenuta la Corte
Costituzionale, con la sentenza n. 78 del 2018, a dichiararne l'illegittimità
nella parte in cui non ha previsto alcuna forma di coinvolgimento
decisionale delle Regioni. A seguito di ciò, in data 20 dicembre 2018 è
stata raggiunta l'Intesa in Conferenza Unificata sullo schema di DPCM di
approvazione del Piano strategico nazionale della mobilità sostenibile.
Sempre in tale ambito si ricordano gli interventi della legge di bilancio
2019 (l. n. 145 del 2018) in materia di ecobonus e di imposta progressiva
sugli acquisti di veicoli inquinanti.
Con riferimento alle riforme concernenti il trasporto stradale il
Governo dà conto della presentazione del disegno di legge delega di riforma
del Codice della Strada.
Il 19 dicembre 2018 è stato inoltre avviato, presso la IX Commissione
Trasporti della Camera, l'esame congiunto di una serie di proposte di legge
aventi ad oggetto interventi di riforma puntuale del Codice della strada.
Si riferisce invece alla necessità di sviluppare adeguatamente
l’intermodalità l’intendimento di promuovere presso Rete Ferroviaria
Italiana ed ANAS il potenziamento delle infrastrutture di adduzione e di
ultimo miglio, in modo da ridurre le esternalità negative ed i tempi di
permanenza delle merci nei porti
Nella legge di bilancio, l. n. 145 del 2018, è prevista la destinazione di
100 milioni di euro annui nel 2019-2020 per la realizzazione di connessioni
ferroviarie, valorizzando soprattutto collegamenti con porti e aeroporti.
Con riferimento al settore aeroportuale, sono ricordati gli interventi di
sostegno contenuti nella legge di bilancio per il 2019 (l. n. 145 del 2018) a
beneficio degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria che,
nell’intendimento del Governo, si inquadrano nella strategia diretta a
migliorare la connettività, innanzitutto delle aree remote e disagiate del
Paese.
Per quanto riguarda l’autotrasporto si ricordano gli interventi
effettuati con la legge di bilancio per il 2019 (l. n. 145 del 2018) in materia
di revisioni e quelli relativi all’assunzione di giovani conducenti. Tra le
iniziative che verranno poste in essere il Documento indica la costituzione
di tavoli di lavoro per impostare i contenuti di forme di incentivazione per
l’aggregazione delle imprese di autotrasporto e proseguire le politiche di
incentivazione finalizzate allo svecchiamento del parco veicolare.
Infine si preannuncia un Piano di grandi investimenti nelle zone
economiche speciali (ZES) con una dotazione di 50 milioni per il 2019 150
milioni per il 2020 e 100 per il 2021.
Concessioni autostradali
In materia di concessioni autostradali, nel PNR si afferma che l’obiettivo
del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) è riequilibrare i
rapporti tra interessi pubblici e privati e implementare le nuove regole con
cui l’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) ha approvato il sistema
tariffario di pedaggio basato sul price cap con determinazione
dell’indicatore di produttività a cadenza quinquennale, per l’affidamento
delle concessioni di alcune tratte autostradali.
Viene ricordato che il D.L. 109/2018 ha, fra l’altro, modificato le norme
istitutive dell’ART estendendone le competenze in materia autostradale,
anche alle concessioni in essere. In esecuzione di tali disposizioni, l’ART
ha avviato (con la delibera n. 16/2019) un procedimento volto a definire il
sistema tariffario applicabile a ciascuna concessione, che si concluderà a
fine giugno 2019 dopo la consultazione pubblica degli stakeholders.
Più in generale, la strategia del Governo nell’ambito delle infrastrutture
autostradali è volta alla realizzazione di una rete efficiente, razionale e
sostenibile, soprattutto nel senso dell’armonico sviluppo della rete viaria già
realizzata. Nell’ambito di tale strategia, acquistano una rinnovata centralità
la coerenza e l’attendibilità finanziaria dei piani
economico-finanziari (PEF) delle concessioni in corso di approvazione, al fine di
evitare, anche prospetticamente, fenomeni di aggravio dell’onere a carico
della fiscalità generale.
Particolare riguardo verrà infine dato alla sicurezza dell’infrastruttura
autostradale, nella prospettiva dell’adozione di misure quadro orientate ad
un complessivo innalzamento dei livelli generali di affidabilità
dell’infrastruttura.
Un altro obiettivo prioritario del Governo è, secondo il PNR,
l’applicazione delle più moderne tecnologie di monitoraggio delle
infrastrutture stradali e autostradali.
3.3.3 Comunicazioni
Alla raccomandazione 4 del Consiglio dell’Unione europea che
richiede l’assunzione di iniziative volte a “Promuovere la ricerca,
l’innovazione, le competenze digitali e le infrastrutture mediante
investimenti meglio mirati e accrescere la partecipazione all’istruzione
terziaria professionalizzante” fanno riferimento gli interventi, inseriti nella
strategia di riforma del Governo riguardanti il settore delle comunicazioni.
In primo luogo il Governo intende concludere la predisposizione delle
Strategie Nazionali per l’Intelligenza Artificiale e per la Blockchain
proseguendo inoltre le sperimentazioni sull’utilizzo di queste tecnologie.
Gli interventi relativi a tali iniziative sono inseriti tra le azioni strategiche
del cronoprogramma (per il periodo 2019-2022). Il Governo intende poi
porre in essere gli interventi necessari per rendere operativo il Fondo per
favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di Intelligenza
Artificiale, Blockchain e Internet of Things.
La legge di bilancio 2019 (l. n. 145 del 2018, articolo 1, comma 226) ha
istituito il Fondo per favorire lo sviluppo delle tecnologie e delle applicazioni di
Intelligenza Artificiale, Blockchain e Internet of Things, con una dotazione di 15
milioni € annui dal 2019 al 2021.
Si ribadisce inoltre l’intendimento di partecipare attivamente al
programma ‘Europa Digitale’, che si indirizzerà all’intelligenza artificiale,
alla sicurezza informatica, alle competenze digitali, alla digitalizzazione
dell’Amministrazione pubblica e ai supercomputer.
Il "Programma Europa digitale" è costituito dalla proposta di regolamento
che istituisce il programma Europa digitale per il periodo 2021-2027 [COM(2018)
434 final]. Si tratta di un nuovo programma che ha la finalità di accrescere e
massimizzare i vantaggi della trasformazione digitale per i cittadini, le pubbliche
amministrazioni e le imprese europei e che è compreso nella proposta sul quadro
finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027. Il suo scopo è fornire uno
strumento di spesa adattato ai requisiti operativi dello sviluppo di capacità nei
settori individuati dal Consiglio europeo, nonché sfruttare le sinergie tra di essi.
La proposta prevede come data di applicazione il 1° gennaio 2021.
Per lo sviluppo di Intelligenza artificiale, Blockchain, Internet of Things,
nonché per la diffusione del Wi-Fi, il Governo ricorda che il CIPE, nella
seduta del 25 ottobre 2018, ha destinato 100 milioni di euro, a valere sul
Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 (con contestuale rifinalizzazione
delle risorse già assegnate con le delibere CIPE n. 65/2015, n. 71/2017 e
successivamente con la delibera n. 105/2017 relative al piano banda ultra
larga), cui si aggiungono le nuove risorse individuate dalla Legge di
Bilancio per il 2019.
Il Documento si concentra più specificamente sulla Blockchain
sottolineando come l’Italia sia tra i primi Paesi europei a offrire una prima
cornice normativa alla tecnologia Blockchain e agli smart contract.
La definizione di blockchain è stata inserita nel nostro ordinamento
dall'articolo 8-ter del D.L. 14 dicembre 2018, n. 135
Il Documento segnala inoltre come a gennaio 2019 sia stata istituita
presso il MISE una commissione di esperti con il compito di elaborare una
strategia nazionale sulla tecnologia blockchain e sui registri distribuiti e una
commissione di esperti chiamati a redigere una Strategia nazionale
sull’intelligenza artificiale per definire la prospettiva italiana rispetto a
quanto negoziato a livello europeo, nell’ambito del piano coordinato
sull’intelligenza artificiale.
In materia di intelligenza artificiale (AI), la Commissione europea ha adottato
il 25 aprile 2018 una apposita Comunicazione (COM(2018)237final), che ne
analizza le caratteristiche e gli aspetti ed il 10 aprile 2018, 25 paesi europei, tra
cui l'Italia, hanno firmato una dichiarazione di cooperazione sull'intelligenza
artificiale.
Il Documento attribuisce poi un ruolo rilevante, nell’ambito delle
politiche per l’innovazione, alla Strategia nazionale per Banda Ultra Larga e
allo sviluppo della tecnologia 5G, indicando l’esigenza di una
semplificazione della governance del settore.
È in corso di svolgimento presso la IX Commissione un'indagine conoscitiva
sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni con particolare riguardo alla
transizione verso il 5G ed alla gestione dei big data.
Sul versante della domanda di connessioni ultra veloci, come ipotizzato
nella citata strategia, si conferma l’esigenza di avviare interventi di
sostegno alla domanda. A questo proposito il documento individua una
strategia di incentivazione all’utilizzo di tali servizi e prodotti “attraverso
nuovi modelli di sperimentazione e partenariato a ‘zero burocrazia per
l’innovazione’ in specifiche aree del Paese”.
Viene infine sottolineata la necessità di definire la seconda parte del
Piano Nazionale Banda Ultra larga con l’intervento nelle aree grigie
impegnando i fondi previsti nella delibera CIPE 71/2017, riprendendo il
dialogo avviato in materia con la Commissione Europea.
LaStrategia nazionale per Banda Ultra Larga è stata definita nel corso della
XVII legislatura al fine di individuare un quadro di interventi per il superamento
del ritardo nella realizzazione di reti ultra veloci in Italia. L’obiettivo della
Strategia è quello di assicurare, entro il 2020, la copertura con reti ultraveloci oltre
i 100 Mbps per almeno l’85 per cento della popolazione italiana prevedendo la
copertura ad almeno 30 Mbps per il restante 15 per cento della popolazione. La
strategia inoltre è diretta a garantire la copertura oltre i 100 Mbps a tutte le
sedi/edifici pubblici, poli industriali, aree di interesse economico e concentrazione
demografica, nonché alle principali località turistiche e agli snodi logistici. Con
riferimento alla realizzazione delle reti a banda ultralarga e per approfondimenti
relativi alla Strategia nazionale per Banda Ultra Larga si rinvia agli appositi
paragrafi del tema “le reti e la banda ultralarga”.
Sempre nell’ottica di assicurare un adeguato sviluppo delle reti ultra
veloci, vengono poi ricordati gli interventi previsti dal decreto-legge n. 135
del 2018 al fine di introdurre alcune semplificazioni procedurali e alcuni
chiarimenti per consentire una più agevole realizzazione delle infrastrutture
per la banda ultra larga.
Con riferimento allo sviluppo del 5G il documento ricorda l’avvenuta
conclusione della gara per l’assegnazione delle bande di frequenza ad
essa destinate e dà conto dei lavori svolti dal Tavolo TV 4.0 istituito al fine
di individuare soluzioni adeguate per garantire la tempestiva liberazione
della banda 700 mhz, considerato che tali frequenze sono allo stato
attribuite alla radiotelevisione.
Si dà infine conto del fatto che con il decreto-legge n. 22 del 2019 è stato
introdotto un articolo che include le reti di telecomunicazione elettronica a
banda larga con tecnologia 5G tra i settori di rilevanza strategica per il
sistema di difesa e sicurezza nazionale prevedendo la possibilità di
esercitare la Golden power anche per la fornitura di materiali e di servizi e
non solo nel caso di acquisizione di partecipazioni azionarie.
Da un punto di vista programmatico il documento segnala comunque
l’esigenza dipotenziare l’integrazione tra rete fisica e 5G.
Per approfondimenti sulla materia del 5G e sui procedimenti in corso in merito
alla riarticolazione delle frequenze radiotelevisive si vedano gli appositi paragrafi
dei temi Spettro radio, 5g ed innovazione tecnologica e Servizi media audiovisivi
(radio e televisione).
Da ultimo il Documento dà conto dell’avvio del progetto “Piazza Wifi
Italia” che, nel quadro del piano WiFi.Italia.IT, è diretto a favorire, tramite
un’apposita applicazione dedicata, la connessione gratuita a una rete wi-fi
libera e diffusa su tutto il territorio nazionale. Si ricorda la previsione di un
Nel documento
2019 D OCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA
(pagine 138-157)