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Capitolo 3: Progetto di ricerca "Emozioniamoci con il corpo"

3.1 Ipotesi di ricerca

Il corpo per il bambino costituisce un mezzo elettivo attraverso cui egli esplora, conosce, comunica e si relaziona agli altri. L'esperienza del corpo risulta fortemente connessa con l'esperienza emotiva. Il bambino, perciò può manifestare il proprio malessere, esprimendolo attraverso sintomi somatici. La somatizzazione di un disagio psico-affettivo potrebbe rappresentare una interruzione nell'espressione delle emozioni allontanando il bambino dal proprio disagio e da sentimenti conflittuali (Brunelli, Balzani & Briganti, 2006). Dalla letteratura scientifica, presa in considerazione in questo elaborato emerge l'importanza di un’adeguata espressione, comprensione ed

elaborazione delle emozioni volta al raggiungimento di uno stato di benessere psico-fisico e sociale. A tal proposito, uno dei principali aspetti del benessere del bambino riguarda l'integrazione tra la consapevolezza emozionale ed espressione corporea. Tuttavia nella letteratura scientifica risultano scarsi gli studi su modalità di intervento e prevenzione in questo ambito. Questo comporta la necessità di individuare degli interventi che possano promuovere tale integrazione e contribuire alla prevenzione o alla riduzione del disagio in età evolutiva favorendo l'espressione dei movimenti corporei come veicoli delle emozioni.

L’ ipotesi del presente disegno di ricerca riguarda la possibilità di verificare se un intervento di educazione alla percezione e al riconoscimento delle emozioni possa contribuire alla prevenzione delle somatizzazioni nel bambino.

Obiettivi

Con tale ricerca si intende esplorare le emozioni dei bambini ed il loro impatto sulla percezione del corpo attraverso un progetto psico-educativo svolto nel contesto della scuola primaria.

Obiettivo primario dello studio riguarda la possibilità di verificare se interventi di educazione alla consapevolezza emozionale possano influire sulle somatizzazioni di bambini in età evolutiva, in un contesto della Scuola Primaria.

3.2 Materiali e Metodi

3.2.1 Partecipanti

Per realizzare gli obiettivi della presente ricerca è stato preso in considerazione un campione di alunni di età compresa tra i 7 e i 10 anni, frequentanti la seconda, la terza e la quarta classe della Scuola Primaria. Al progetto di ricerca hanno aderito 8 sedi scolastiche presenti sul territorio delle province di Pisa e Massa Carrara e comuni afferenti. I dati sono stati raccolti a partire dall’anno scolastico 2014-2015 fino al 2016-2017. Il campione complessivo è composto da 484 soggetti (226 femmine, 258 maschi) di età compresa tra i 7 e i 10 anni (xM=7.795, sd=0.665).

3.2.2 Strumenti

Rilevazione della emozione principale ad ogni incontro

Per la valutazione delle emozioni percepite nel momento della registrazione è stata presentata ai soggetti una scheda composta da una lista di emozioni stilizzate, le cosiddette “emoticons”. Ciascun bambino doveva apporre un croce su una singola “emoticons” corrispondente all’emozione che percepiva in quel momento (Appendice A)

Valutazione dell’abilità di riconoscimento delle espressioni facciali

Per valutare la capacità di riconoscimento delle espressioni facciali, sono state presentate delle immagini ognuna delle quali rappresenta l’espressione di una particolare emozione per un totale di 5 (felicità, rabbia, preoccupazione, timidezza, tristezza, sorpresa).

Il materiale consiste in carte fornite ai bambini come risorse di apprendimento delle espressioni facciali, scaricabili dal sito www.sparklebox.co.uk in forma libera. La procedura di presentazione degli stimoli ha riguardato la proiezione di ogni immagine su una lavagna interattiva multimediale (LIM); in seguito è stato chiesto ai partecipanti di individuare l’emozione corrispondente all’espressione facciale proiettata, tenendo conto dei principali connotati emotivi del volto (sopracciglia, bocca, fronte, occhi ecc) e di compilare una tabella predisposta, con l'emozione giudicata pertinente. Alla fine di ogni riconoscimento è stata discussa l’attribuzione operata dai soggetti approfondendo le caratteristiche peculiari che distinguono le diverse emozioni nel volto.

Valutazione della consapevolezza emotiva

La consapevolezza emotiva è stata indagata attraverso LEAS-C, Level of Emotional Awareness Scale for Children (Bajgar et al., 2005). È uno strumento utilizzato nei bambini per indagare il livello di consapevolezza emotiva delle proprie emozioni e delle emozioni altrui. La scala è composta da 12 ipotetici scenari in cui i protagonisti sono il bambino ed un'altra persona come ad esempio un genitore o un compagno. Viene così chiesto ai

bambini di proiettarsi nella situazione considerata e di identificare che tipo di emozione proverebbe se si trovasse in una tale scenario e che tipo di emozione immagina proverebbe l'altro. Alcune delle scenette sono ambientate nel contesto scolastico, altre nel contesto familiare e relazionale e sono volte a suscitare risposte emotive in linea con il modello di Lane (2000) con livello di complessità crescente dell’esperienza emotiva.

Ad ogni scenario vengono attribuiti tre punteggi: il primo relativo alla consapevolezza emozionale di Sé, il secondo relativo alla consapevolezza emozionale dell’Altro e infine un punteggio totale. L’attribuzione del punteggio per ciascun item (Self, Other, total score) va dal punteggio 0 che corrisponde ad una risposta che non contempla alcuna sfumatura emotiva ma riguarda piuttosto stati cognitivi e riflessioni; punteggio 1 che indica una possibile sensazione fisica ad esempio “si sentirebbe dolorante”; punteggio 2 che indica uno stato emotivo non specificato come ad esempio “mi sentirei bene/male”; punteggio 3 in cui il soggetto risponde con una singola emozione e infine punteggio 4 per una risposta che prevede due emozioni anche diversificate. Il punteggio di consapevolezza totale deriva dal punteggio maggiore rilevato nelle due scale di consapevolezza di Sé e dell’Altro per ciascun item e può essere di 5 quando ad entrambe le suddette scale il soggetto ha ottenuto un punteggio pari a 4. Ogni punteggio viene attribuito perciò non in base all’ appropriatezza delle risposta emozionale quanto più alla complessità della stessa. La traduzione del questionario in lingua italiana e del glossario utile all’attribuzione dei punteggi sono stati

effettuati da Marchetti e Castelli (Unità di Ricerca sulla Teoria della Mente, Dipartimento di Psicologia, Università Cattolica Sacro Cuore di Milano). (Appendice D)

Si propone qui di sotto un item esemplificativo della scala: N2:

Tu e la mamma state rientrando a casa di sera.

Non appena arrivate nella vostra via, vedete i camion dei pompieri parcheggiati vicino a casa vostra.

Come ti senti? _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ Come si sente la mamma?

_____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________ _____________________________________________________________

Valutazione delle abilità psicolinguistiche

È stata valutata la capacità psicolinguistica dei bambini utilizzando una sottoscala del test I.T.P.A. (Illinois Test of Psycholinguistic Abilities, McCarty & Kirk, 2001). Il test indaga vari livelli di abilità linguistica vagliate attraverso modalità sensoriali diverse (canale uditivovocale e visuo- motorio) in modo specifico per ogni sottotipo della funzione linguistica stessa. Ciò permette di ottenere sia un livello di abilità psicolinguistiche sia un profilo funzionale del linguaggio del bambino. Il modello teorico di

riferimento è quello "tridimensionale della comunicazione" di Osgood (1957), secondo il quale ciascuna abilità rappresenta un prerequisito necessario per lo sviluppo e l'uso del linguaggio e dunque i singoli deficit hanno un peso nei disturbi dell'acquisizione del linguaggio. Il test è raccomandato per bambini dai 3 ai 10 anni ed è strutturato in 12 sub-test. Nello specifico è stato utilizzato il sub-test "Espressione verbale", chiedendo ai bambini di riferire una libera descrizione relativa alle caratteristiche di 4 oggetti a loro presentati. Gli oggetti selezionati sono una pallina, un cubo, una busta da lettere ed un bottone. I bambini sono stati invitati a descrivere gli oggetti circa le informazioni e le proprietà che erano in grado di fornire rispetto ad ognuno degli stessi. Ad ogni etichetta verbale utilizzata per la descrizione degli oggetti viene attribuito un punto, ed il punteggio totale deriva dalla sommatoria dei suddetti punteggi. Nel caso il soggetto non sia in grado di fornire le informazioni circa le proprietà fondamentali di un oggetto gli viene posta una domanda diretta a proposito delle suddette, segnalandolo nello scoring.

Tale valutazione è stata ritenuta utile al fine di poter constatare se la mancata o scarsa capacità dei soggetti nell’individuazione e/o descrizione dei diversi stati emotivi potesse essere dipesa da eventuali deficit a carico delle abilità del linguaggio e della comunicazione in generale.

Inoltre la dottoressa Marchetti che ha tradotto in lingua italiana la LEAS-C, suggerisce di utilizzare un test valutativo per il linguaggio come controllo della possibile variazione nei punteggi alle scale di consapevolezza che il

suddetto test misura.

Valutazione delle somatizzazioni

L’inventario delle somatizzazioni utilizzato in questa ricerca è una traduzione libera del CSI-35 “Children’s Somatization Inventory”, (Walker, Garber & Greene, 1991), dal quale sono stati selezionati e presi in considerazione 25 items. Attualmente il CSI è uno strumento molto utilizzato per valutare la natura multidimensionale della preoccupazione somatica in bambini e adolescenti ed è considerata una misura ben consolidata rispetto alle scale di internalizzazione/esternalizzazione dei sintomi (Holmbeck et al., 2008). L'inventario è composto da items strutturati per valutare i sintomi dolorosi riportati dai soggetti in assenza di una patologia medica, somministrabile a bambini dai 7 anni di età. Mostra buone proprietà psicometriche con una significatività pari ad ∂=0.88

L’inventario costruito ad hoc è composto dai 25 items misurati su scala likert 0-3 (0=mai, 1=qualche volta, 2=spesso, 3=sempre). È stato chiesto ai bambini di compilare l’inventario focalizzando la loro attenzione circa l’ultimo mese e di barrare il sintomo o la sensazione dolorosa avvertita in tale arco temporale giudicandone la frequenza. Infine sono stati presi in considerazione alcuni items relativi a specifici sintomi dolorosi, tra cui: dolore alla schiena, dolore toracico, astenia, dolore addominale, mal di testa e dolore muscolare alle braccia e alle gambe (Appendice B).

Valutazione della qualità di vita relativa alla salute

Per valutare la qualità di vita relativa alla salute (Health Related Quality of Life, HRQoL) e la percezione di benessere è stato utilizzato il questionario Kidscreen-10 index. Il Kidscreen-10 è strutturato in 10 items:

1. Ti sei sentito bene ed in forma? 2. Ti sei sentito pieno di energia? 3. Ti sei sentito triste?

4. Ti sei sentito solo?

5. Hai avuto tempo sufficiente da dedicare a te stesso? 6. Hai potuto fare ciò che ti piace nel tuo tempo libero? 7. I tuoi genitori ti hanno trattato in modo giusto? 8. Ti sei divertito con i tuoi amici?

9. Stai andando bene a scola?

10. Sei riuscito a stare attento a scuola?

È stato chiesto ai bambini di rispondere a tali domande facendo riferimento agli eventi relativi alla settimana precedente la somministrazione indicando la frequenza con cui si sono verificati (0=mai, 1=raramente, 2=abbastanza spesso, 3=molto spesso, 4=sempre).

e/o adolescenti; gli items 3 e 4 esplorano l’esperienza di sentimenti negativi o di situazioni stressanti; gli items 5 e 6 indagano se il bambino ha avuto opportunità di organizzare il suo tempo libero, se ha potuto dedicarsi ad attività di svago e ad attività sociali; l’item 7 esamina la qualità dell’interazione tra il bambino e genitore o chi si prende cura di lui e i sentimenti del bambino nei confronti delle figure di riferimento; l’item 8 indaga la natura della relazione che il bambino ha con i pari. Infine gli items 9 e 10 esplorano la percezione del bambino delle sue capacità cognitive e della sua soddisfazione relativa alle prestazioni scolastiche. Le risposte sono state codificate in modo che i valori più alti indichino una HRQoL migliore. Il questionario è somministrabile a soggetti con un'età compresa tra gli 8 e i 18 anni e la compilazione richiede circa cinque minuti.

L'indice Kidscreen-10 index è stato sviluppato dalla forma estesa del Kidscreen-27 nell'ambito di un progetto europeo "Proiezione e promozione della qualità della vita in materia di salute nei bambini e negli adolescenti - Una prospettiva europea per la salute pubblica" finanziata dalla Commissione europea. Il progetto si è svolto per più di tre anni (2001-2004) hanno partecipato al progetto Austria, Repubblica ceca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito. L’associazione Aplysia onlus è iscritta al progetto europeo per l’utilizzo dello strumento in Italia (Europe, T. K. S. G., 2006). (Appendice C).

3.2.3 Procedure

Gli obiettivi e le modalità di svolgimento della ricerca sono stati dapprima illustrati agli insegnanti delle classi che hanno aderito al progetto di psico- educazione alle emozioni in un incontro preliminare. In tale occasione gli insegnanti hanno informato gli operatori rispetto particolari dinamiche presenti nel gruppo classe e relativamente alla presenza nelle classi di bambini con disturbi dello spettro autistico, disturbo oppositivo- provocatorio e disturbo da deficit di attenzione ed iperattività e infine rispetto a particolari situazioni familiari. La raccolta dei dati è avvenuta nelle diverse sedi scolastiche durante gli anni scolastici, 2014-2015 fino al 2016-2017. È stato raccolto un consenso informato firmato dai genitori preventivamente alla fase operativa dello stesso. Il progetto ha previsto 6 incontri complessivi, di cui 4 inerenti alla somministrazione degli strumenti di valutazione e 2 incontri dedicati a giochi di psicomotricità. Il progetto tuttavia rappresenta un intervento psico-educativo rivolto a tutti i bambini, senza variazioni nel disegno e svolgimento dello stesso in base ad eventuali problemi psichici o fisici dei bambini. Ogni incontro è stato concordato con gli insegnanti, per la durata di circa 100 minuti ciascuno, svolti durante l’orario delle lezioni.

Il percorso psico-educativo si è svolto in 4 incontri della durata di 100 minuti ciascuno a cadenza settimanale, mentre un primo e un ultimo incontro sono avvenuti un mese prima (pre) ed un mese dopo (post) lo svolgimento del percorso educativo in modo da valutare i bambini al di

fuori dello svolgimento del percorso psico-educativo. Gli incontri pre e post, il primo e l’ultimo del percorso psico-educativo, in cui sono stati somministrati anche gli strumenti di ricerca, hanno avuto luogo in aula, fatta eccezione della prova di riconoscimento delle espressioni facciali (il primo dello svolgimento del percorso psico-educativo, incontro 1), avvenuta in un aula diversa da quella della classe, aula con lavagna interattiva multimediale (LIM), qualora essa non fosse presente in classe. Le sessioni dedicate ai giochi di psicomotricità sono avvenute nella palestra dell’istituto. Ogni incontro inoltre si è avvalso della presenza di uno o due insegnanti e condotto da dottori in tecniche psicologiche e in psicologia clinica e della salute, psicologi e psicoterapeuti operanti nell'Associazione Aplysia Onlus con specifica formazione ed esperienza in tale ambito, il tutto monitorato da un supervisore e coadiuvato dalla presenza di tesisti e tirocinanti pre e post laurea in psicologia. Il primo incontro "Ci conosciamo", (incontro pre) -avvenuto un mese antecedente alla fase operativa del progetto- prevedeva una presentazione degli operatori agli alunni e viceversa e una descrizione complessiva del progetto. I bambini sono stati informati relativamente alle principali indicazioni da seguire per ogni prova a loro presentata, come anche la loro libertà nell’esprimere le proprie risposte, assicurandogli che non sarebbe stato attribuito alcun tipo di giudizio circa l’adeguatezza della risposta e sottolineando che non erano previste risposte giuste o sbagliate nella compilazione dei questionari. Infine è stato chiesto loro di rispondere alle domande in maniera autonoma. Al primo incontro, come anche per gli

incontri dedicati alla raccolta dei dati sono stati forniti per ogni bambino dei diari personali al cui interno sono contenute una scheda relativa ai dati anagrafici di ogni soggetto (nome e cognome, età, genere, classe) ed una scheda contenente delle emoticons in forma grafica ad ognuna delle quali corrisponde una specifica emozione. È stato chiesto ai bambini di cercare di individuare una emozione tra le diverse presenti nella scheda che meglio potesse rappresentare il lo stato d’animo prevalente (Appendice A). È stato valutato il livello di somatizzazione mediante il CSI, un breve inventario delle somatizzazioni leggendo gli items in maniera collettiva al fine di poter spiegare alcuni termini relativi alla sintomatologia dolorosa che potevano risultare di difficile comprensione per i bambini; la valutazione della consapevolezza emozionale attraverso la LEAS-C. Infine è stata indagata la

qualità della vita attraverso il Kidscreen-10 index. In questa occasione sono state valutate le abilità linguistiche dei bambini attraverso la somministrazione dell’I.T.P.A. Tra il primo ed il secondo incontro (incontro pre e incontro 1) e anche tra il quinto ed il sesto incontro (incontro 2 e incontro post) è intercorso un periodo di tempo di circa un mese al fine di utilizzare le due rilevazioni rispettivamente come baseline e follow-up. Nel secondo incontro “Emozioniamoci con il volto”, (incontro 1) è stata da una parte valutata la capacità che avevano i bambini di riconoscimento dell’espressione delle emozioni presentate alla LIM e dall’altra gli operatori evidenziavano la rilevanza dei connotati espressivi per il riconoscimento delle emozioni. I principali connotati emotivi, infatti venivano utilizzati

come indice di una specifica emozione come ad esempio apertura degli occhi e della bocca, inclinazione delle sopracciglia, arrossimento delle guance, corrugazione della fronte. In tale incontro sono state presentate 5 diapositive raffiguranti 5 espressioni emotive (felicità, rabbia, preoccupazione, timidezza, tristezza e sorpresa) e proiettate sulla lavagna interattiva multimediale. È stato chiesto ai bambini di individuare l’emozione percepita dalla immagine e compilare una griglia costruita ad hoc, in modo autonomo. Ad ogni attribuzione veniva chiesto quali fossero le principali caratteristiche distintive di ogni emozione e in caso di attribuzioni alternative ci si è soffermati a rilevare il grado di somiglianza o differenza tra le emozioni nominate sempre facendo attenzione ai cambiameti rilevabili nel volto. Sono stati valutati l'emozione prevalente del giorno, il livello di somatizzazione e la percezione della qualità di vita attraverso i rispettivi strumenti utilizzati per tali valutazioni.

Infine è stato introdotto il Quite Time, una tecnica di meditazione, che permette al bambino di iniziare a prendere consapevolezza del proprio respiro e percepire il tipo di emozione al momento presente orientando la propria attenzione attraverso le richieste: Cosa stai provando adesso? Com’è il tuo respiro adesso? Ai bambini veniva chiesto di sedersi in modo comodo, chiudere gli occhi e farsi guidare al raggiungimento di uno stato di quiete e rilassamento volgendo attenzione verso il proprio respiro ed il battito del cuore, cercando di lasciare andare qualsiasi tipo di interferenza. È una tecnica che prevede un periodo di meditazione di circa 15 minuti al fine

ridurre lo stress degli studenti che può avere un impatto significativo sul funzionamento cognitivo, sul comportamento, sull’apprendimento e sul benessere fisico ed emotivo (Fondazione David Lynch: https://www.davidlynchfoundation.org/schools.html). Il Quite Time è stato praticato alla fine di ogni incontro del progetto tranne quello antecedente l’inizio dello svolgimento del programma educativo (incontro pre).

Il terzo ed il quarto incontro hanno avuto luogo nella palestra dell’istituto al fine di realizzare giochi interattivi di psicomotricità per bambini. L'importanza di favorire l'espressione corporea relativamente all'espressione emotiva e della consapevolezza della stessa a livello corporeo deriva da modelli teorici riguardanti la psicomotricità come in particolare la metodologia sostenuta da Aucouturier centrata sul gioco creativo. Aucouturier concepisce una filosofia relazionale "mente-corpo-emozione" alla luce di una conoscenza che verrebbe acquisita attraverso l'agire ed in particolare mediante l'espressione dell'emotività e del proprio mondo interiore utilizzando il corpo. Il bambino attraverso i giochi di psicomotricità può apprendere la stretta connessione tra aspetti emozionali, sensoriali e percettivi della propria esperienza corporea "affinche ogni educazione riconsegni ogni mente al proprio corpo ed entrambe al mondo" (Aucouturier, 2005). Il terzo incontro “Emozioniamoci con l’altro” si è focalizzato così, su attività ludiche atte ad indurre una maggiore consapevolezza del Sè sulla base della rilevazione dei cambiamenti che possono essere percepiti a livello del corpo quando si prova una determinata

emozione (fluttuazione del respiro, frequenza cardiaca, tensione muscolare, rigidità posturale ecc.). Il primo gioco è incentrato sul cambiamento delle caratteristiche del respiro, denominato "il soffio". I bambini sono stati invitati ad accovacciarsi e soffiare su una pallina di carta velina da un punto di partenza fino ad un punto di arrivo al fine permettere al bambino di prendere consapevolezza del fatto che vi siano diversi tipi di soffio più o meno efficaci a far muovere la pallina di carta velina. Il gioco è stato un utile spunto alla disquisizione delle diverse caratteristiche del respiro e al collegamento di queste differenze negli stati emotivi. Infatti un esempio era dato dal fatto che si fa notare che: se il bambino sentiva un certo grado di ansia o preoccupazione il respiro si fa corto ed inefficace nel muovere la pallina di carta velina. Si è discusso così, su come cambia il respiro per le diverse emozioni esperite. Per svolgere un altro gioco "la bambola" i bambini sono stati disposti a coppie, ognuno aveva un ruolo: il ruolo di

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