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Capitolo 2. Le somatizzazioni nel bambino

2.1 Somatizzazione nel bambino: alcuni quadri clinici

Nei paragrafi seguenti verrà fornito un revisione della letteratura scientifica avente come oggetto d'indagine alcune relative alle somatizzazioni esploranti alcune configurazioni sintomatiche più ricorrenti in età evolutiva.

2.1.1 Sintomi gastro-intestinali

I disturbi dell'apparato gastro-intestinale fanno parte dei sintomi più frequentemente lamentati dai bambini (Brunelli, Balzani & Briganti, 2006). I sintomi gastro-intestinali e il dolore addominale sono spesso fonte di marcata preoccupazione, traducendosi in una consistente tendenza a richiedere frequenti consultazioni sanitarie. Alcune indagini condotte sui bambini con dolore addominale hanno riportato una percentuale relativa alla richiesta di consultazione sanitaria che va dal 39 al 93% (Boey & Goh, 2001). In uno studio di Brunelli e colleghi (2006) sono stati rilevati sintomi addominali su un campione di 15 preadolescenti aventi un età media di 11 anni (di cui 11 femmine e 4 maschi). La maggior parte di questi soggetti lamentava dolore collocandolo nella regione peri-ombelicale, e nella parte inferiore destra dell'addome. I ricercatori hanno rilevato peculiari caratteristiche psicologiche riguardanti tratti ansiosi sia nei ragazzi che nei loro genitori e, in alcuni casi, fobia scolare relazionabile ad una maggiore difficoltà di separazione temporanea dalla figura materna o dal contesto

familiare in generale. Infine sono state riscontrate situazioni conflittuali, ansia di separazione e paura del cambiamento in soggetti con nausea e vomito. Dai colloqui che i ricercatori hanno tenuto con ragazzi e i loro genitori, è emerso che l'atteggiamento prevalente nelle dinamiche di interazione risultava essere di eccessiva preoccupazione verso lo stato di salute. Molto frequente infatti è risultata l’adozione di comportamenti alimentari precauzionali a preservare lo stato di salute in cui particolari regimi alimentari portavano il soggetto ad un'attenzione continua verso il proprio apparato intestinale.

Un successivo studio su patologie gastro-intestinali, di tipo funzionale, condotto su un campione di soggetti aventi età compresa tra i 13 e i 18 anni, in un contesto scolastico dello Sri Lanka, ha approfondito la severità dei sintomi, la percezione della loro qualità di vita relativa alla salute (Health Related Quality of Life, HRQoL) e il ricorso alla consulenza sanitaria (Devanarayana, Rajindrajith & Benninga, 2014). Delle malattie gastrointestinali funzionali caratterizzate da dolore addominale si possono elencare la sindrome dell'intestino irritabile; il dolore addominale funzionale; l'emicrania addominale e la dispepsia funzionale. Le informazioni riguardanti tali patologie sono state raccolte attraverso i criteri di Roma III -criteri diagnostici stabiliti da una commissione internazionale per definire la diagnosi e guidare il trattamento dei disordini funzionali gastrointestinali (FGIDs). Questo studio prevedeva la somministrazione di un questionario con domande relative alla consultazione sanitaria e un

questionario sulla qualità della vita relativa alla salute: Pediatric Quality of Life Inventory 4.0 (PedsQL-4.0, Varni et al., 2003). L'inventario è stato utilizzato per indagare quattro domini ovvero: il funzionamento fisico, il funzionamento emotivo, il funzionamento sociale e il funzionamento scolastico del bambino. I risultati hanno mostrato che i bambini con sindrome dell'intestino irritabile ed emicrania addominale avevano punteggi della qualità di vita inferiori per tutti e quattro i domini rispetto ai controlli sani. Bambini con dolore addominale funzionale avevano ottenuto punteggi inferiori solo per i domini funzionali e fisici ed emotivi. Non è stata trovata alcuna differenza significativa tra i bambini con dispepsia funzionale e i controlli. In generale la relazione tra una maggiore gravità dei sintomi lamentati da bambini con malattia gastrointestinale e una percezione negativa della propria qualità di vita è risultata significativa per il 27% del campione preso in considerazione. In tale studio è emerso che il ricorso ad assistenza sanitaria si aveva soprattutto quando i bambini manifestavano gonfiore addominale e vomito.

Un altro disturbo frequente durante l'infanzia e la preadolescenza riguarda la stipsi funzionale o stitichezza funzionale. I meccanismi eziopatologici sottostanti alla stipsi funzionale non sono di semplice rilievo e spesso sono intrecciati con fattori di tipo bio-psico-sociali. La stipsi porta ad una valutazione negativa della qualità di vita relativa alla salute, a un basso rendimento scolastico e di conseguenza a carenze nell'apprendimento scolastico (Kovacic et al., 2015). I ricercatori hanno dimostrato che un

bambino con stipsi funzionale può soffrire anche di altri disturbi gastro- intestinali. A tal proposito uno studio degli Stati Uniti ha evidenziato che solo il 19% dei piccoli pazienti con disturbi gastrointestinali ha ottenuto una singola diagnosi attraverso i criteri di Roma III, mentre molto frequenti risultano le diagnosi di sovrapposizione, così da rendere difficile la separazione della stipsi da altri disturbi intestinali funzionali (Van Tilburg et al., 2013). Gli studi europei hanno evidenziato uno spettro di prevalenza che va dallo 0,7% nei neonati e nei bambini piccoli in Italia al 15% dei i bambini in Grecia (Iacono et al., 2005; Kiefte-de Jong et al., 2010). Tra i

fattori predisponenti per la stitichezza, lo stress psicologico risulta un'entità di rischio ben consolidata. Un' indagine scolastica in Sri Lanka ha osservato che lo stress vissuto a casa e a scuola rende i bambini più vulnerabili alla stipsi funzionale (Devanarayana & Rajindrajith, 2010). Lo stress, può portare ad un'alterazione permanente della motilità gastro-intestinale, della sensibilità viscerale, delle alterazioni della funzione autonoma e della disfunzione ipotalamo-pituitaria-surrenale (Chang, 2011). Inan e colleghi (2007), hanno mostrato che la presenza di particolari condizioni, come aver subito traumi fisici o psicologici, avere fratelli con gravi condizioni di salute, può portare i bambini allo sviluppo di stipsi. Per quanto riguarda la comorbidità psicologica rintracciabile in tale patologia, alcuni ricercatori olandesi sostengono che importanti problemi emotivi risultano essere alla base dello sviluppo della stipsi funzionale spesso associata a problemi di natura comportamentale (Benninga et al., 2004). Altri studi hanno rilevato

tratti di disturbi di personalità e una maggiore tendenza ad avere disturbi d'ansia. Questi fattori incidono negativamente sulla vita sociale e familiare di questi bambini (Ranasinghe et al., 2016; Devanarayana & Rajindrajith, 2010).

2.1.2 Cefalea

Il mal di testa costituisce il dolore più frequentemente lamentato dai bambini, seguito da dolori addominali e muscolo-scheletrici (Brattberg, 1994; Petersen, Bergstom & Brulin, 2003; Perquin et al., 2003). I risultati degli studi epidemiologici indicano che negli ultimi decenni la cefalea è diventata molto più diffusa in bambini ed adolescenti (Laurell, Larsson & Eeg-olofsson, 2004).

In una ricerca di Smith e colleghi (1999) è stata indagata l'incidenza di fattori psicosociali nell'espressione di una sintomatologia relativa al mal di testa. I ricercatori hanno selezionato, in un contesto scolastico un ampio campione di 900 preadolescenti, con età media di 13 anni a cui sono state poste delle domande riguardanti la durata, la frequenza, l'intensità del mal di testa e il ricorso a consultazioni mediche. La diagnosi di cefalea è stata fatta in accordo con i criteri dell' International Headache Society (IHS, 1988). Tra i fattori psicosociali che i ricercatori hanno ipotizzato interagire con l'espressione della cefalea, vi sono tratti d'ansia misurati mediate la somministrazione dello State-Trait Anxiety Invertory (STAI, Spielberg et al.,

1983), la depressione misurata attraverso il Children's Depression Inventory (CDI, Kovacs, 1979), la somatizzazione attraverso il Children's Somatization Inventory (CSI, Walker, Garber & Greene, 1991) e, infine, lo stato funzionale e qualità della vita mediante Medical Outcome Study, Short Form Health Survey (MOS, SF-36, Ware & Sherbourne, 1992). I risultati ottenuti da tali misurazioni evidenziano che il campione non clinico di studenti che ha riportato frequenti mal di testa mostra una significativa correlazione con alti punteggi rispetto ai sintomi di ansia, depressione, somatizzazione e alti livelli di disabilità funzionale rispetto agli studenti che hanno riportato scarsi episodi di cefalea. In sostanza, studenti con frequenti mal di testa hanno mostrato in generale una peggiore salute mentale e fisica. Alcuni studi si sono focalizzati su metodologie psicologiche atte al controllo della cefalea in infanzia. Una riduzione della sintomatologia relativa al mal di testa si è ottenuta, infatti, mediante training e tecniche di rilassamento (Larsson & Carlsson, 1996; Larsson et al., 1987), biofeedback inseriti all'interno dei programmi scolastici (Osterhaus et al., 1993).

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