CAPITOLO 5: PROGETTI DI VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E DI SVILUPPO TURISTICO IN
5.4 L’Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei 150
5.4.3 Il progetto “Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei” 157
5.4.3.1 Gli Itinerari dell’ecomuseo 160
L’Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei è caratterizzato da un ricco patrimonio naturale e antropico costituito da laghi morenici, parchi naturali, abbazie e monasteri, ville patrizie, complessi industriali per la lavorazione del ferro e della sete, e antichi borghi storici e nuclei rurali. L’istituzione culturale ha messo appunto nove itinerari per valorizzare le peculiarità del territorio a disposizione della comunità locale e dei visitatori, per mantenere viva la memoria e promuovere la ricchezza del territorio lecchese.
• “Tappe dello Spirito”: l’obiettivo di questo percorso è di testimoniare e mantenere vivo l’interesse verso l’arte romanica che si diffuse nell’Italia settentrionale tra il X e il XIII secolo, e costituisce un viaggio lungo i luoghi di culto del territorio che si estende tra il Lario e il Lago di Annone.
I punti di maggiore interesse dell’itinerario trovano luogo nel Complesso di San Pietro al Monte, a Civate, uno straordinario esempio di architettura romanica costituito dalla Basilica di San Pietro, la Basilica di San Calocero e la Casa del Pellegrino, dove un tempo venivano ospitati i viaggiatori in visita del complesso religioso. L’itinerario prosegue con la Chiesa di Santa Eufemia a Oggiono, risalente al XVII secolo, e il Battistero di San Giovanni Battista, un importante monumento dello stile romanico lombardo, vicino ai quali è situata, sopra una piccola collina in una posizione panoramica di pregio, la Chiesa di San Giorgio, ad Annone di Brianza.
• “Teatri di Natura”: un viaggio immerso nella natura per ammirare i rilievi morenici del territorio della Brianza, plasmati oltre 120.000 anni fa e formati dai detriti lasciati dai ghiacciai; di particolare suggestione sono le colline localizzate
123 Ancora prima di ottenere il riconoscimento da parte della Regione, l’Ecomuseo aveva organizzato
nel luglio 2012 due corsi di formazione per gli operatori e le istituzioni del territorio dedicati a: “Mappare la comunità dell’Ecomuseo” per valorizzare l’importanza dell’ecomuseo nel tutelare la cultura e le tradizioni locali, e “Memorie del quotidiano. Storie di vita e usanze di lungo periodo”, per
nell’Alta Brianza, a sud di Lecco, dove è possibile effettuare passeggiate per ammirare il paesaggio che si staglia attorno ai piccoli laghi di Anone e di Pusiano. Il percorso suggerisce una visita anche al “Parco Regionale del Monte Barro”, dichiarato nel 2003 “Sito di importanza comunitaria”124, che conserva al
suo interno la più alta concentrazione di biodiversità di tutta la regione Lombardia: in un territorio di circa 700 ettari lungo il quale si snodano circa 44 chilometri di sentieri, sono presenti 1.000 specie differenti di flora; grazie alla presenza dell’Eremo del Monte Barro, situato a circo 750 metri d’altezza, è possibile godere del magnifico paesaggio del territorio.125 Il paesaggio naturale
che si sussegue lungo l’itinerario è dei più vari: dal collinare, al lacustre, al montuoso dove è possibile ammirare successioni calcaree, massi erratici, laghi e riserve naturali che offrono al visitatore dei panorami suggestivi, dove rilassarsi o praticare attività sportive come il parapendio, il kayak, la pesca, l’escursionismo o il cicloturismo.
• “Antiche civiltà”: questo itinerario è posto lungo le tracce delle civiltà antiche che hanno colonizzato l’area briantea ed è stato ideato per mantenere viva la memoria storica del passato e comunicarla ai visitatori. Di fondamentale importanza per la funzione di conservazione del passato dell’Ecomuseo, è il “Civico Museo” di Erba dove è possibile scoprire nelle otto sale che custodiscono antichi reperti storici le tappe principali della storia geologica, paleontologica e antropica del territorio dell’Alta Brianza e del Triangolo Lariano. Lungo l’itinerario è possibile ammirare diversi tipi di massi erratici di notevoli dimensioni depositati al termine delle glaciazioni avvenute nell’ultima era geologica e che, nel III e IV secolo d.C., venivano scavati all’interno per essere utilizzati come monumenti funebri; in epoca moderna questi massi furono integrati al paesaggio naturale o utilizzati come lavatoi. Di particolare interesse è anche il “Museo Archeologico del Monte Barro” situato all’interno
124 La Comunità Europea, sulla base delle proposte degli stati membri, ha adottato nel 1992 con la
Direttiva n. 43, una lista di “Siti di Importanza Comunitaria” che prendono parte alla rete di “Natura 2000”, strumento della politica europea per la conservazione delle biodiversità.
125 L’eremo del monte Barro ospita anche l’omonimo museo archeologico inserito tra i luoghi di
dell’ “Eremo del Monte Barro”, dove sono conservati centinaia di reperti di epoca gota del V-‐Vi secolo d.C.; vicino al museo è localizzato il “Parco Archeologico dei Piani di Barra”, inserito in un contesto ambientale di particolare pregio paesaggistico, costituito da terrazze pianeggianti, dove sono stati conservati i resti di antiche civiltà come le mura di fortificazione e le tre torri che chiudevano il sito.
• “Sentieri storici”: il percorso si caratterizza per la presenza di elementi naturalistici, storici e artistici, al fine di riscoprire le tradizioni del passato, le origini della comunità contadina, degli antichi mestieri e della fede. Tra i resti storici che sono proposti lungo l’itinerario, di particolare importanza sono le cosiddette “Casote” tipiche delle montagne intorno al Monte Cornizzolo: singolari esempi di architettura rurale che erano utilizzati nel passato come ricoveri per i contadini durante la stagione della fienagione, ma anche rifugi d’emergenza e ripostiglio di attrezzi agricoli; dopo gli anni Cinquanta del Novecento questi luoghi hanno subito un progressivo abbandono, con la conseguente distruzione completa o parziale. In questi territori è possibili ammirare anche i “Caselli del latte”, di forma quadrata o poligonale, costruiti intorno a torrenti per mantenere in fresco il latte o per mantenere il formaggio per la stagionatura. Il “Gir di Sant” è proposto come un singolare itinerario naturalistico, storico e artistico per riscopre le testimonianze sacre delle popolazione contadina: i luoghi sacri che si trovano lungo il percorso rivelano l’origine antica dei culti che si svilupparono a partire dall’epoca pre-‐crestiana fino al periodo cristiano. Oltre a scoprire antiche architetture religiose, il percorso è suggestivo anche per la bellezza dei paesaggi che si susseguono attorno al monte Cornizzolo.
• “Civiltà delle cose”: questo itinerario ha lo scopo di riscoprire le origini della cultura briantea legata alle ville patrizie di villeggiatura e alle attività produttive tra cui quella della seta, considerata da sempre un punto di forza dell’economia lombarda. Tra le ville di maggior pregio vengono proposte la “Villa Annoni Cabella”, risalente al 1700, e la “Villa Bertarelli” che ospitò artisti e letterati
famosi tra cui il poeta Carlo Porta. Accanto alle ville, il percorso propone la scoperta delle antiche attività produttive, degli stabilimenti serici, dei mulini e degli altri luoghi legati ai mestieri tipici del territorio. Il Museo Etnografico dell’Alta Brianza è dedicato alla valorizzazione degli usi e dei costumi brianzolo del XIX e del XX secolo: attraverso la conservazione di oggetti, immagini, ed anche rumori, suoni e gesti della tradizione, il museo permette la scoperta delle antiche tecniche di lavoro e delle pratiche quotidiane.
• “Tracce della memoria”: questo percorso è volto a scoprire i luoghi che ispirarono i celebri personaggi storico-‐culturali come il romanziere Sentdhal, il poeta Giuseppe Parini, il pittore Giovanni Segantini e il geologo Antonio Stoppani, che vissero e ambientarono nei territori briantei alcune delle loro opere più note. L’itinerario è articolato lungo le ville gentilizie e i luoghi più amati dagli artistici tra cui il ricco territorio naturale dei laghi di Pusiano e del Segrino. Tra i siti consigliati da vedere lungo l’itinerario, di particolare pregio è la Casa natale di Giuseppe Parini, eretta in cima a una piccola collina sull’antico borgo di Bosisio, in provincia di Lecco, aperta ai visitatori per valorizzare e conservare i diversi aspetti della vita infantile del poeta con i valori, gli oggetti tipici e il paesaggio intorno ad esso. Il Borgo di Longone, in provincia di Como, tutela antichissime testimonianze della presenza di popolazioni romane, barbariche e celtiche; nel Novecento il borgo fu meta di villeggiatura di numeroso famiglie borghesi milanesi, e ospitò nella Villa Gadda lo stravagante personaggio di Carlo Emilio Gadda che si lasciava ispirare nelle sue poesie dagli struggenti scorci di natura e vita tipico del Segrino. A nord del piccolo Lago di Pusiano è situata l’Isola dei Cipressi che prende il nome dai 130 cipressi che occupano l’area: al centro dell’isola è costruita una prestigiosa villa, circondata da una ricca fauna di volatili di rara bellezza, scoiattoli, germani e cigni; su quest’isola alloggiarono e scrissero molti personaggi celebri come Leonardo, che ne studiò la conformazione, Giuseppe Parini, Ugo Foscolo , Quasimodo e Gianni Brera.
• “Eventi e sport”: l’itinerario propone eventi e manifestazioni volte a promuovere e valorizzare antiche forme di espressione della cultura e delle tradizioni storiche del territorio brianteo al fine di creare un legame indissolubile con l’identità territoriale e le comunità. In molti comuni del territorio sono state mantenute vive alcune ricorrenze e rievocazioni storiche dedicate alla religione, come la “Festa della Madonna di San Martino” a Valmadrera e la “Sagra di San Michele” a Galbiate, o allo scorrere delle stagioni, come la “Giubiana”, una finta strega di paglia che nel mese di gennaio viene messa al rogo per bruciare i mali dell’inverno e dell’anno trascorso. Grazie all’eterogeneità del paesaggio dell’Ecomuseo le attività sportive che si possono praticare sono numerose: dal parapendio ed escursionismo sul Monte Cornizzolo, al canottaggio nei laghi del Segrino, di Pusiano e di Annone, al cicloturismo lungo percorsi suggestivi e per finire con l’arrampicata sportiva con palestre naturali di roccia.
• “Trasporti eco-‐sostenibili”: uno degli obiettivi principale dell’Ecomuseo è quello di incentivare l’uso di mezzi di trasporto sostenibili ovvero che permettano al visitatore di godere appieno della ricchezza del patrimonio naturale, storico, culturale del territorio, rispettando al contempo l’ambiente circostante; alcuni dei paesaggi più interessanti dell’Ecomuseo sono raggiungibili in treno sui quali è anche possibile trasportare biciclette per percorrere i sentieri dei parchi locali, tra cui la suggestiva Ciclovia dei Laghi, una dorsale ciclabile dei laghi briantei lunga 207 chilometri, che percorre il territorio compreso tra Como, Lecco e Varese. Il caratteristico battello “Vago Eupili” è un catamarano elettrico inaugurato nel 2004 che percorre un tour guidato sul lago di Pusiano alla scoperta della flora e della fauna lacustre, lungo i paesaggi più suggestivi del territorio brianteo.
• “L’enogastronomia”: l’ultimo, ma non meno importante itinerario predisposto dall’Ecomuseo, è dedicato al ricco patrimonio enogastronomico del territorio brianteo che, grazie alla sua particolarità naturalistica, ha saputo produrre nel tempo una cucina semplice e genuina. Simbolo della cucina briantea e della
tradizione contadina è senza dubbio la polenta, utilizzata come contorno per la cacciagione, con funghi e coniglio; anche i salumi rappresentano un’eccellenza gastronomica del territorio che si sono diffusi, grazie alla presenza di importanti aziende del settore, nel territorio nazionale ed internazionale. La presenza dei laghi favorisce anche la cucina di pesce tra cui spiccano di importanza gli agoni essiccati e il pesce persico che è protagonista del tradizionale risotto omonimo; tra gli altri prodotti tipici del territorio sono da segnalare i “Nocciolini di Canzo”, biscotti al gusto di nocciola e amaretto, il “Pan Meino”, una focaccia aromatizzata ai fiori di sambuco, il formaggio morbido Caprino, le Lumache di Pusiano, e il “Vesprò” di Canzo, un rinomato liquore dalla ricetta segreta. (Ecomuseo Monti Laghi Briantei)
Dal punto di vista dell’offerta turistica i comuni dell’Ecomuseo della Provincia di Lecco contavano nel 2008 19 esercizi di ospitalità: 5 alberghi tre stelle, 2 alberghi due stelle, 2 campeggi, 4 affittacamere, 1 rifugio alpino, 1 agriturismo e 4 bed&breakfast; nel 2014 il numero degli esercizi è aumentato a 37: il numero degli alberghi è rimasto invariato, tuttavia si sono aggiunti 2 agriturismi e 14 bed&breakfast in più rispetto a sei anni fa.
Per quanto concerne la domanda turistica, secondo i dati aggregati raccolti dai comuni, si evince nel 2014 una diminuzione degli arrivi e delle presenze degli italiani non residenti rispetto al 2008 (con una permanenza media di due notti), mentre gli stranieri sono in aumento (con una permanenza media di tre notti) rispetto allo stesso periodo di riferimento. La speranza del Distretto dell’Ecomuseo dei Monti e dei Laghi Briantei, e dell’intera Provincia di Lecco e Como, è che l’evento internazionale di Expo Milano 2015 possa accrescere l’interesse verso il territorio lombardo, rivitalizzandone l’economia.
Tab. 5.1.: Arrivi e Presenze turistiche annuali nelle strutture ricettive dell’Ecomuseo (Provincia di Lecco)
Anno Italiani Stranieri Totale
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
2008 11.392 20.727 4.648 10.401 16.040 31.128
2011 8.317 17.837 4.518 10.790 12.835 28.627
2014 9.592 18.262 4.861 15.773 14.453 34.034
Fonte: Provincia di Lecco, Servizio Turismo, maggio 2015
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
L’analisi condotta sul paesaggio rurale ha messo in luce il duplice ruolo dell’uomo nei confronti della natura che può essere interpretato attraverso la metafora del teatro: in veste di attore, l’uomo è stato protagonista del processo di “territorializzazione” volto a modificare l’ecosistema per rispondere alle proprie esigenze. Fino agli anni Sessanta la popolazione agiva esclusivamente secondo questa logica individualistica, cui seguì la progressiva coscienza della necessità di assumere anche il ruolo di spettatore per estraniarsi dallo spazio, osservare e porre rimedio alle conseguenze negative del proprio agire. In accordo con il concetto di “Sviluppo sostenibile”, definito nel 1987 all’interno del Rapporto Brundtland, le politiche di crescita odierne devono rispondere alle esigenze delle generazioni attuali senza compromettere le capacità di quelle future di soddisfare le proprie. Utilizzando la metafora del teatro, l’uomo deve quindi rivestire contemporaneamente i due ruoli di attore e di spettatore al fine di garantire il benessere dell’ecosistema e delle comunità nel lungo periodo.
Dalla Convenzione Europea del Paesaggio si evince che ogni comunità ha il diritto di vivere in un territorio in cui il paesaggio soddisfi le esigenze identitarie e contribuisca a garantire il benessere e la qualità della vita; si è dedotto che nell’individuare le politiche di valorizzazione e tutela del paesaggio gli esperti e gli amministratori locali devono in primo luogo individuare i fattori che determinano la percezione del paesaggio e, favorendo la partecipazione attiva della comunità locale, devono individuare gli elementi primari da salvaguardare.
L’affermarsi del carattere multifunzionale dell’agricoltura, che individua nella tutela e nella valorizzazione del paesaggio una delle principali funzioni extra-‐ agricole, rende indispensabile una politica pubblica per la gestione del paesaggio. La Politica Agricola Comune, introdotta nel 1957, ha nel corso dei decenni integrato il principale obiettivo di garanzia dell’autosufficienza alimentare con strumenti e
sussidi specifici volti a favorire pratiche agricole sostenibili. Nonostante i primi incentivi (in particolare quelli del Regolamento Comunitario 2078/92) siano stati poco efficaci, con l’introduzione di “Agenda 2000” e del regolamento sullo Sviluppo Rurale, è stato compiuto un importante passo nel riconoscere l’importanza che l’attività agricola riveste nei confronti del paesaggio, dell’ambiente e della comunità.
Come si evince dalla Convenzione Europea del Paesaggio l’obiettivo di qualità paesaggistica designa, oltre all’intervento delle autorità pubbliche, anche un approccio di tipo bottom-‐up attraverso l’intervento delle comunità locali nell’elaborazione delle politiche ambientali. Questa nuova visione è stata messa in pratica dall’iniziativa “LEADER” della Comunità Europea, che con l’ausilio dei Gruppi di Azione Locale, promuove la partecipazione diretta delle comunità locali e modelli di sviluppo sostenibile delle aree rurali.
La gestione sostenibile del paesaggio rurale rappresenta un elemento strategico per lo sviluppo del turismo che si caratterizza oggi per una nuova domanda che favorisce la diversificazione dell’attività agricola. Il “Turismo della Natura”, in cui sono riconducibili l’ “Ecoturismo” e il “Turismo Rurale”, rappresenta per l’Italia un importante segmento turistico in crescita, che basa l’offerta su risorse primarie, come il patrimonio ambientale-‐paesaggistico di pregio, le tradizioni enogastronomiche e i siti di interesse storico-‐culturale, che sono rese fruibili da risorse secondarie come le strutture ricettive, ristorative, sportive, musei e itinerari. Queste nuove attività turistiche possono rappresentare, se adeguatemene organizzate e gestite, una significativa integrazione del reddito di aziende agricole, grazie alle quali possono rivitalizzare le proprie economie, in maniera sostenibile.
In seguito all’analisi delle politiche di tutela paesaggistica intraprese dalla Regione Lombardia se ne deduce la complessità di gestione in quanto sono state intraprese una varietà di iniziative e atti legislativi tra cui spicca di importanza il Piano di Sviluppo Rurale; nella programmazione settennale dal 2007 al 2013, l’Asse
2, dedicato al “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”, ottenne la dotazione finanziaria più alta rispetto agli altri assi, mettendo in luce l’importanza di migliorare le condizioni ambientali a tutela delle biodiversità, del paesaggio e delle aree verdi e rurali.
La Lombardia, attraverso la Legge Regionale di Pianificazione Paesaggistica numero 12 del 2005, favorisce un livello di gestione di tipo bottom-‐up, nel rispetto del principio di sussidiarietà: agli enti comunali, più vicini alle comunità locali, è lasciato il compito di individuare lo stato degli elementi paesaggistici su cui pianificare la gestione territoriale, mentre alle Province è riconosciuto un ruolo prettamente informativo e di supporto attraverso i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale.
La Regione Lombardia sostiene e favorisce un nuovo livello di governance partecipativo dei territori rurali, riconoscendo nel Distretto Rurale Valle dell’Adda uno strumento innovativo atto a migliorare il sistema economico locale, accrescendone la competitività sul mercato e la redditività delle aziende. A tale fine il Distretto agisce su due fronti: da un lato favorisce lo sviluppo economico attraverso la collaborazione, l’integrazione delle risorse e lo scambio di know-‐how tra le imprese; dall’altro lato, incentiva la gestione intelligente del territorio ponendo alla base di ogni politica strategica il paradigma dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire il benessere e la qualità di vita delle comunità nel lungo periodo. Solo attraverso il rispetto congiunto delle due azioni, è possibile assicurare una gestione efficiente del territorio rurale.
L’evento di interesse mondiale legato ad Expo Milano 2015 rappresenta un’occasione unica ed irripetibile per dimostrare la competitività del territorio lombardo, accrescendone la visibilità e promuovendo le eccellenze del territorio. La collaborazione tra Regione Lombardia e Unioncamere rappresenta un fattore di supporto al rilancio competitivo del sistema regionale grazie anche alla stipulazione
degli “Accordi di Programma di azione per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo”.
I progetti individuati nell’ultimo capitolo dimostrano l’interesse degli enti pubblici e delle piccole-‐medie imprese nel sperimentare forme di collaborazione strategiche attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie, e operando secondo la logica del “Club di prodotto” al fine di definire le eccellenze regionali in un unico e riconoscibile marchio territoriale.
Il progetto “EcoSmartLand Lecco Eco Smart City” rappresenta per la comunità lecchese un motivo di orgoglio per la portata innovativa grazie alla quale ha vinto il premio nazionale “Smart City-‐Smart Communities” per la categoria “Cultura e Turismo”, ed anche di speranza per la crescita economica, culturale e sociale del territorio.
D’importanza strategica è anche il Consorzio “Brianza che Nutre” grazie al quale le piccole-‐medie imprese briantee hanno la possibilità di collaborare per scambiare conoscenze, accrescere la propria visibilità e competitività sul mercato attraverso la condivisione di un marchio riconosciuto e l’utilizzo delle più moderne tecnologie web; obiettivo trasversale del Consorzio è anche quello di potenziare, attraverso l’organizzazione di eventi culturali ed enogastronomici, l’attrattività turistica delle località situate nella Provincia di Lecco.
In ultimo luogo, l’ “Ecomuseo del Distretto dei Monti e dei Laghi Briantei” rappresenta uno strumento di valorizzazione territoriale innovativo: da un lato permette alle comunità locali di riscoprire e tutelare le loro origini, le peculiarità storiche, tradizionali, ambientali e culturali, e dall’altro predispone itinerari tematici per far scoprire ai turisti-‐visitatori in maniera autentica le caratteristiche tipiche del territorio.
La competitività e l’efficacia dei progetti di sviluppo turistico è determinata non solo dal successo dei sistemi locali nel periodo dell’esposizione universale, ma anzi dovrà essere dimostrata soprattutto al suo termine, ovvero nella capacità di destare
un interesse crescente verso il territorio e rispondere con un’offerta differenziata, tipica ed esperienziale.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
• Antonioli Corigliano M., Vigano’ G., 2004, Turisti per gusto. Enogastronomia,
territorio, sostenibilità, Novara, De Agostini
• Antonucci D., 2009, Codice commentato dei Beni Culturali e del Paesaggio, Napoli, Esselibri
• Becucci S., 2011, “La legislazione italiana in materia ecomuseale” in Vesco S., a cura