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È un altro metodo di rilassamento in gravidanza è stato ideato da Sheila Kitzinger e illustrato in “The Experience of Childbirth”, del 1984. Il rilassamento secondo Kitzinger viene raggiunto grazie all’allenamento dell’attività dei neuroni specchio attraverso l’immaginazione di contrazioni e rilasciamenti muscolari. In questa esercitazione la gestante sarà invitata a immaginare di eseguire diverse attività che coinvolgano i vari muscoli a esse deputati, come cercare di infilarsi un paio di jeans molto stretti appena lavati, tenendo contratti i muscoli addominali e trattenendo il respiro per allacciarli. Sarà importante scegliere azioni immaginarie semplici, che la gestante sarà completamente in grado di padroneggiare. Successivamente sarà necessario far notare come, anche solo immaginando la scena, il corpo tenda a contrarre i muscoli immedesimandosi nel pensiero e rilassandosi naturalmente alla fine dell’azione.

Inoltre Sheila Kitzinger illustra in “The Complete Book of Pregnancy and Childbirth” del 1989 , “il rilassamento con il tocco” che prevede la partecipazione del partner. Viene suggerito alla gestante di contrarre differenti gruppi di muscoli, soprattutto quelli nei quali essa percepisce più in tensione o che di solito tende a contrarre, facendo caso alle sensazioni che il corpo invia. Il partner deve toccare con una o con entrambe le mani queste zone messe in tensione. Percependo il tocco, la donna dovrà rilassare quei muscoli come per scorrere verso il tocco, come per abbandonarsi al tocco. Si tratta di una sorta di “allenamento” a quanto accadrà durante il travaglio: la Kitzinger, infatti, suggerisce di immaginare la contrazione come una sensazione molto potente di tocco all’interno del corpo, quindi di imparare ad andare incontro ad essa e abbandonarvisi con rilasciamento. Al posto del tocco, più superficiale e leggero, può essere eseguito un massaggio o una pressione più ferma, a seconda di ciò che sia percepito come più efficace e piacevole in modo soggettivo e adattato .

Cap 4: Il recupero nel puerperio

Puerperio è un termine medico utilizzato per indicare un arco temporale, che varia dalle sei alle otto settimane, necessario all’organismo della donna per ritornare alle medesime condizioni in cui si trovava prima di iniziare il periodo della gestazione, anche se, a onor del vero, resteranno invariate alcune modificazioni di carattere anatomico a carico dell’apparato genitale. Di fatto il puerperio inizia poche ore dopo il parto e termina con la ricomparsa delle mestruazioni. Il puerperio viene considerata una fase molto delicata della vita della donna, sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista fisico. Durante le settimane del puerperio infatti sono molti i disturbi, più o meno pesanti, che contribuiscono a smorzare l’entusiasmo derivante dalla nascita di un figlio. In questa fase della vita della donna viene ritenuto molto importante l’aiuto, soprattutto di tipo psicologico, da parte del partner.

Durante il periodo del puerperio la donna va incontro a tutta una serie di disturbi; fra questi si ricordano la depressione (si parla specificamente di depressione puerperale, nota anche come depressione post-partum), baby blues, psicosi post-partum, morsi uterini, cattivo svuotamento della vescica, sudorazione abbondante, poliuria, perdita dell’appetito, diastasi dei retti addominali, lochiazioni e perdita dei capelli.

Depressione post-partum, baby blues e psicosi post-partum : La locuzione depressione post- partum indica un disturbo che colpisce alcune donne trascorsi alcuni giorni dal parto. La depressione post-partum non deve essere confusa con le cosiddette baby blues (anche blues post- partum). Molte donne (si parla del 70% circa), nei primi giorni che seguono il parto sperimentano una lieve sintomatologia depressiva che Donald Winnicott, un pediatra e psicoanalista britannico, ha chiamato baby blues volendo riferirsi a quel particolare stato malinconico (blue è un termine inglese dai diversi significati, tra questi vi sono tristezza, malinconia e depressione) che viene riferito da molte puerpere per renderle più sensibili a riconoscere le esigenze del neonato . La depressione post-partum è invece un fenomeno molto più serio la cui durata, in alcuni casi, può essere particolarmente lunga; tale fenomeno è caratterizzato da una sintomatologia variegata. La donna infatti mostra segni di indolenza, è spesso affaticata ed esaurita, la qualità del suo sonno è pessima (alcune donne soffrono di insonnia, altre tendono invece a dormire in modo eccessivo), ha spesso notevoli sbalzi d’umore, mostra disinteresse per il bambino, piange senza apparente motivo, è spesso confusa e in alcuni casi mostra veri e propri segni di disperazione, in altri manifesta la paura di far male al proprio figlio o a sé stessa. La psicosi post-partum è una condizione ancora più

seria della depressione post-partum che richiede un immediato ricorso a misure di tipo medico. Anche in questo caso la sintomatologia è varia e comprende tra l’altro paranoia, allucinazioni, tendenze suicide e addirittura omicide nei confronti del figlio. Questa grave condizione si riscontra in un caso su mille. Non vi sono ancora spiegazioni univoche relative a queste particolari condizioni che possono comparire durante il puerperio; molti studi fanno risalire il problema ai relativamente rapidi cambiamenti di tipo ormonale che si verificano dopo il parto (riduzione dei livelli di estrogeni e progesterone), ma molti autori ritengono che tali cambiamenti, da soli, non siano sufficienti a spiegare i quadri sopradescritti. Depressione, baby blues e psicosi post-partum potrebbero essere anche legati agli eventi che caratterizzano il periodo successivo al parto (modifica del ruolo sociale, timore di inadeguatezza alle nuove responsabilità di madre, le difficoltà nel riprendere il precedente aspetto fisico ecc.).

Morsi uterini : I morsi uterini sono comuni durante il puerperio; trattasi di dolori di tipo crampiforme, spesso particolarmente intensi, la cui causa è da ricercarsi nel fatto che l’utero, dopo la nascita del bambino, si contrae per ritornare alle precedenti dimensioni (involuzione uterina). I morsi uterini sono particolarmente forti durante l’allattamento; questo avviene perché la suzione stimola la produzione di ossitocina, un ormone che provoca le contrazioni. L’utero torna alla sua dimensione precedente nel giro di sei settimane circa.

Cattivo svuotamento della vescica : Durante il periodo gestazionale, la vescica subisce una forte compressione da parte del feto; ciò è all’origine di una riduzione del tono della sua muscolatura e di un aumento della sua capacità; ciò rende lo svuotamento più difficoltoso. Un altro motivo alla base del cattivo svuotamento della vescica sono delle piccole lesioni, comuni nelle partorienti, in corrispondenza dello sfintere uretrale; tali lesioni sono alla base di crampi sfinterici che ostacolano lo svuotamento. In altri casi, la compressione subita dallo sfintere uretrale provoca una sua riduzione di tono; ciò fa sì che si verifichino delle perdite di urine quando la donna tossisce o compie uno sforzo muscolare particolarmente intenso. Il ristagno delle urine facilita l’impianto di germi patogeni e ciò è alla base della comparsa di processi infettivi, più frequenti del normale in questa fase.

Sudorazione abbondante e poliuria : Queste due condizioni sono da ritenersi fisiologiche durante il puerperio; la loro funzione, anche se può risultare fastidiosa, è salutare in questa fase perché grazie a esse si eliminano gli eccessi di liquidi accumulatisi durante il periodo della gravidanza. Può essere consigliabile in questa fase sforzarsi a bere un po’ più di quanto suggerirebbe la propria sete.

Perdita dell’appetito : La perdita dell’appetito è un problema transitorio durante il puerperio; di norma la donna ha poco appetito nei tre o quattro giorni seguenti il parto, dopodiché si ritorna a una condizione di normalità.

Diastasi dei retti addominali : Con diastasi dei retti addominali ci si riferisce a un’eccessiva dilatazione dello spazio che si trova tra i fasci muscolari che corrono in linea verticale sui due lati anteriori dell’addome; fra le cause di tale dilatazione c’è spesso la gravidanza; infatti il peso del bambino esercita una certa pressione sulla parete addominale; il problema non va trascurato perché potrebbe alla lunga originare dolori alla schiena ed ernie. È consigliabile che le donne in cui si verifica la diastasi dei retti addominali eseguano appositi esercizi atti a migliorare il tono dei muscoli addominali. Nei casi più seri è necessario ricorrere alla via chirurgica.

Lochiazioni : Le lochiazioni sono tipiche del puerperio. Trattasi di perdite genitali che possono verificarsi fino a tre settimane dopo il parto. Nella prima settimana si verificano lochiazioni ematiche, nella seconda si hanno locazioni siero-ematiche e nella terza lochiazioni cremose. Le lochiazioni obbligano la donna a portare un pannolino o un salvaslip; dal momento che pannolini e salvaslip possono essere all’origine di arrossamenti cutanei o addirittura di dermatiti, è consigliabile utilizzare pannolini o salvaslip anallergici e adottare misure di igiene particolarmente scrupolose utilizzando detergenti delicati. La cute può essere protetta anche con creme all’ossido di zinco (come la crema Fissan) o con creme alla calendula o alla Melaleuca alternifolia (nota anche come tea tree oil). Allattando al seno, la durata delle lochiazioni si riduce poiché l’ossitocina (ormone che stimola l’eiezione del latte e la contrattilità uterina) favorisce l’involuzione dell’utero, riportandolo più rapidamente alle dimensioni originali.

Perdita di capelli : La perdita dei capelli è un altro sintomo tipico del puerperio. Il fenomeno, da attribuirsi a un indebolimento organico generale, è di breve durata e non deve destare alcuna preoccupazione.

Come si può intuire da quanto sopra riportato, il puerperio è una fase che va affrontata con notevole pazienza e serenità, accettando di buon grado gli inevitabili inconvenienti che la neomamma si troverà di fronte; ciò consentirà un ritorno in tempi brevi alla stessa efficienza psicofisica precedente il periodo di gravidanza.

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